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Discussione: Incipit

          

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  1. #1
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    Franz Kafka ha creato due degli incipit più fulminanti della letteratura mondiale. "Qualcuno doveva aver diffamato Josef K., perché, senza che avesse fatto nulla di male, una mattina venne arrestato", è l'incipit de "Il processo" mentre "La metamorfosi" comincia così: "Gregor Samsa, svegliandosi un mattino da sogni agitati, si trovò trasformato, nel suo letto, in un enorme insetto immondo." Dunque è la notte lo spartiacque tra la normalità e il pericolo, tra il mondo usuale e la tragedia. Può capitare nel mondo di Kafka di svegliarsi una mattina per entrare senza alcun motivo in un tunnel insensato e tragico da cui non si riuscirà a salvarsi oppure di trovarsi cambiato improvvisamente in un ripugnante scarafaggio. Tutta la letteratura di Kafka è un infinito anelito all'integrazione a cui dedicherà tutte le sue opere maggiori compreso "Il castello" ma che non raggiungerà mai, straniero in patria, ebreo tra i cattolici, tedesco tra i boemi, figlio non compreso in famiglia.

  2. #2
    Master Member L'avatar di Sir Galahad
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    La Jangada, Verne

    Un capitano dei boschi

    «Moblssthvuprudepmifhomvvvrgllqmont
    oogghqmeuvdatopnrifouroibamfmltgquz
    fzeprnqdspbrnmoqfrrniuvrsfpndquaggh
    qzipzniviihqsboqpnmiqzztdipzrdfrvnvl
    lrqqhivrsahnlepqnibgqvzflrinaaueohqbf
    gqqgforczrfnstzhaprqnrpntmhlfusfhoqb
    qonqptatdcpprgghqeouzuluaqnfnepznsp
    zmnrappqhnqnoqqrrfiquzlhe.»

    L'uomo che teneva in mano il documento il cui ultimo paragrafo era formato da questa strana accozzaglia di lettere, dopo averlo riletto attentamente rimase qualche minuto sopra pensiero. Il documento comprendeva un centinaio di righe che non erano neppure divise in parole, e aveva tutta l'aria di essere stato scritto da anni. Il tempo aveva già steso la sua patina giallastra sul foglio di carta spessa, coperto da quei geroglifici.
    Con quale criterio erano state scritte quelle lettere?
    Soltanto quell'uomo avrebbe potuto dirlo. Poiché questi linguaggi cifrati sono come le serrature delle casseforti moderne e si difendono nello stesso modo. Le combinazioni di cui sono suscettibili si contano a miliardi, né basterebbe la vita intera di un calcolatore per trovarle tutte. Occorre la «parola» per aprire la cassaforte; occorre il «numero» per leggere un crittogramma di questo genere. Infatti, come vedremo, il documento doveva sfidare i tentativi più ingegnosi e in circostanze molto gravi.
    L'uomo che aveva riletto il documento era un semplice capitano dei boschi.
    [Jules Verne, La Jangada, l'ulivo Biblioteca Salani, Casa Editrice Adriano Salani, Firenze.]

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