Novembre 1979, ore 6.30, sono nata ma non ho pianto, avevo già capito che avevo sbagliato i calcoli, troppo presto, pensai....ma ormai non potevo più tornare indietro e allora tanto valeva prendere le cose con filosofia, così ho fatto il mio primo viaggetto nella capitale per andare in una culla piena di fili ma confortevole, devo dire, non avevo voglia di andare subito a casa, il sagittario è un viaggiatore in fondo, forse è per questo che non ho voluto essere un acquario, anche se, pensandoci bene, mi piace stare nell’acqua.....tornata a casa mi sono resa conto che non era poi così male come pensavo, una casetta in campagna, in beata tranquillità, poi improvvisamente a tre anni qualcosa dev’essere successo poiché mi sono ritrovata all’improvviso con orrendi scarponi ai piedi.... poi mi sono ricordata che, qualche mese prima, ero stata nella città con quel ponte vecchio dove alcuni dottori avevano dovuto disciplinare i miei piedi che erano troppo disobbedienti e proprio non ne volevano sapere di camminare e che, ogni volta che provavo ad alzarmi, mi facevano cadere.... ora potevo camminare anche se capii subito che non avrei mai potuto fare carriera come modella, né come atleta, né come ballerina, lo capii quando, messo il tutù, dopo due anni di danza non dovetti comprare le scarpette con le punte.....l’esperienza della danza mi fece innamorare del teatro e mai avrei pensato che, vent’anni dopo il mio primo passo di danza, sarei tornata sul palco in veste di attrice, in realtà attrice è una parola grossa, facevo parte di una compagnia di teatro non classico ma sperimentale, in cui la parola si fondeva con i movimenti del corpo, un’esperienza bellissima che mi fece uscire dalla mia timidezza patologica e che mi aiutò a far uscire meglio le mie parole, che a volte si incapricciavano e uscivano fuori balbettanti e soffocate, prigioniere di pensieri strani e contorti che, grazie anche ad una terapeuta psico, come la chiamo io, si tramutarono in pensieri meno severi e più semplici, quant’è bella la semplicità.....mi ero tanto complicata la vita da perdere di vista la bellezza delle cose semplici, naturali, spontanee.....imparai a fare pace con me stessa, a volermi bene in sostanza, a prendermi cura di me, iniziai a fare nuoto, a mangiare ciò che mi faceva sentire bene, a vestirmi come mi piaceva, a tagliarmi i capelli corti, imparai ad essere me stessa....
il percorso è ancora lungo ma sento che a piccoli passi ce la farò a trovare il mio cammino, non importa il risultato, ciò che conta è come camminare e non importa se i miei passi sono incerti, l’importante è che ogni piccolo passo che compio sia un passo che ho fatto da sola con le mie forze, poi, se durante il cammino, troverò qualcuno che mi vorrà tenere per mano sarò immensamente felice, altrimenti sarò tranquillamente serena, va bene lo stesso, ma non vorrei mai tornare ad essere disperatamente tormentata.