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Senior Member
Siate cauti con le parole, anche con quelle miracolose.
Per le miracolose facciamo del nostro meglio,
a volte sciamano come insetti
e non lasciano una puntura ma un bacio.
Possono essere buone come dita.
Possono essere sicure come la roccia
su cui incolli il sedere.
Ma possono essere margherite e ferite.
Io sono innamorata delle parole.
Sono colombe che cadono dal tetto.
Sono sei arance sacre sedute sul mio grembo.
Sono gli alberi, le gambe dell'estate,
e il sole, il suo volto appassionato.
Ma spesso non mi bastano.
Ci sono così tante cose che voglio dire,
tante storie, immagini, proverbi, ecc.
Ma le parole non sono abbastanza buone,
quelle sbagliate mi baciano.
A volte volo come un'aquila
ma con le ali di un passero.
Ma cerco di averne cura
e di essere gentile con loro.
Le parole e le uova devono essere maneggiate con cura.
Una volta rotte sono cose impossibili
da aggiustare.
Anne Sexton
L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.
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Master Member
- SOLO COSÌ
So ben poco.
Ciò che mi hanno insegnato
e le mie esperienze personali
bastano appena per un pugno di verità.
Le ripeto tra la gente
che in apparenza la pensa come me,
e le colloco
tra me e gli altri come uno steccato,
dietro cui i miei pensieri particolari
si muovono al sicuro.
Non temo di parlare in pubblico,
ma definire le cose
in quanto tali, esattamente,
esige forza.
Devi essere aperto
come una ferita,
perché il vero nome delle cose
è nascosto
sotto il primo, il secondo e
il terzo strato delle parole
o ancora più in fondo.
Non è possibile scavare
di continuo nel proprio intimo
senza conseguenze durature
e inoltre è perfino inutile
guidare teste che corrono a vuoto
e forestieri, giunti da lontano,
attraverso una miniera,
ricca di metalli che
nemmeno apprezzano.
Soltanto
per non dimenticare chi sono,
e per coloro
che senza questo alimento
non riescono a vivere,
penetro spontaneamente
come il simbolico pellicano
nel mio cuore tenebroso.
Così intendo questo mondo.
E non so vivere
diversamente.
Tutto il resto è sonno
e nulla.
Kajetan Kovič
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
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Master Member
Io e te
Io spiego con calma. Tu
mi senti urlare. Tu
provi un’altra strada. Io
sento vecchie ferite riaprirsi.
Tu vedi entrambi i lati. Io
vedo i tuoi paraocchi. Io
sono conciliante. Tu
sospetti un nuovo egoismo.
Io sono una colomba. Tu
riconosci il falco. Tu
offri un ramo di ulivo. Io
sento le spine.
Tu sanguini. Io
vedo lacrime di coccodrillo. Io
indietreggio. Tu
barcolli per l’impatto.
Roger McGough
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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Master Member
Nero su bianco
La penna non è stata posata sulla carta
la carta è ancora tutta bianca
bianca è la data
bianchi luogo ora
provenienza destinazione
perchè percome
e quando
chino sulla mia vita scrivo
l'atto di presenza
mi effondo mi circondo di parole
copro colmo comando
parole
l'assenza certifico
attesto la finzione.
Bartolo Cattafi
(da Poesia Marzo 2014)
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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Master Member
Mappa per l’ascolto
Dunque, per ascoltare
avvicina all’orecchio
la conchiglia della mano
che ti trasmetta le linee sonore
del passato, le morbide voci
e quelle ghiacciate,
e la colonna audace del futuro,
fino alla sabbia lenta
del presente, allora prediligi
il silenzio che segue la nota
e la rende sconosciuta
e lesta nello sfuggire
ogni via domestica del senso.
Accosta all’orecchio il vuoto
fecondo della mano,
vuoto con vuoto.
Ripiega i pensieri
fino a riceverle in pieno
petto risonante
le parole in boccio.
Per ascoltare bisogna aver fame
e anche sete,
sete che sia tutt’uno col deserto,
fame che è pezzetto di pane in tasca
e briciole per chiamare i voli,
perchè è in volo che arriva il senso
e non rifacendo il cammino a ritroso,
visto che il sentiero,
anche quando è il medesimo,
non è mai lo stesso
dell’andata.
Dunque, abbraccia le parole
come fanno le rondini col cielo,
tuffandosi, aperte all’infinito,
abisso del senso.
Chandra Livia Candiani
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
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Master Member

Originariamente inviato da
Claire
Mappa per l’ascolto
Dunque, per ascoltare
avvicina all’orecchio
la conchiglia della mano
che ti trasmetta le linee sonore
del passato, le morbide voci
e quelle ghiacciate,
e la colonna audace del futuro,
fino alla sabbia lenta
del presente, allora prediligi
il silenzio che segue la nota
e la rende sconosciuta
e lesta nello sfuggire
ogni via domestica del senso.
Accosta all’orecchio il vuoto
fecondo della mano,
vuoto con vuoto.
Ripiega i pensieri
fino a riceverle in pieno
petto risonante
le parole in boccio.
Per ascoltare bisogna aver fame
e anche sete,
sete che sia tutt’uno col deserto,
fame che è pezzetto di pane in tasca
e briciole per chiamare i voli,
perchè è in volo che arriva il senso
e non rifacendo il cammino a ritroso,
visto che il sentiero,
anche quando è il medesimo,
non è mai lo stesso
dell’andata.
Dunque, abbraccia le parole
come fanno le rondini col cielo,
tuffandosi, aperte all’infinito,
abisso del senso.
Chandra Livia Candiani
Straordinaria!!!!
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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Senior Member
Cartoline d'estate
le parole disegnano i disegni che parlano.
mi fanno sentire le biglie e la luce mossa del mare.
iole toini
L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.
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08-October-2014, 12:51
#38
Master Member
“Canto d’amore per le parole”
Perché abbiamo paura delle parole
quando sono state mani dal palmo rosa,
delicate quando ci accarezzano gentilmente le gote,
e calici di vino rincuorante
sorseggiato, un’estate, da labbra assetate?
Perché abbiamo paura delle parole
quando tra di loro vi sono parole simili a campane invisibili,
la cui eco preannuncia nelle nostre vite agitate
la venuta di un’epoca di alba incantata,
intrisa d’amore e di vita?
Ci siamo assuefatti al silenzio.
Ci siamo paralizzati, temendo che il segreto possa dividere le nostre labbra.
Abbiamo pensato che nelle parole giaceva un folletto invisibile,
rannicchiato, nascosto dalle lettere dalle orecchie del tempo.
Abbiamo incatenato le lettere assetate,
vietando loro di diffondere la notte per noi
come un cuscino, gocciolante di musica, sogni,
e caldi calici.
Perché abbiamo paura delle parole?
Tra di loro ne esistono di incredibile dolcezza
le cui lettere hanno estratto il tepore della speranza da due labbra,
e altre che, esultando di gioia
si sono fatte strada tra la felicità momentanea di due occhi
inebriati.
Parole, poesia, teneramente
hanno accarezzato le nostre gote, suoni
che, assopiti nella loro eco, colorano una frusciante,
segreta passione, un desiderio segreto.
Perché abbiamo paura delle parole?
Se una volta le loro spine ci hanno ferito,
hanno anche avvolto le loro braccia attorno al nostro collo
e diffuso il loro dolce profumo sui nostri desideri.
Se le loro lettere ci hanno trafitto
e il loro viso si è voltato stizzito
ci hanno anche lasciato un liuto in mano
e domani ci inonderanno di vita.
Su, versaci due calici di parole.
Domani ci costruiremo un nido di sogno di parole,
in alto, con l’edera che discende dalle sue lettere.
Nutriremo i suoi germogli con la poesia
e innaffieremo i suoi fiori con le parole.
Costruiremo un terrazzo per la timida rosa
con colonne fatte di parole,
e una stanza fresca inondata di ombra,
protetta da parole.
Abbiamo dedicato la nostra vita come una preghiera
chi pregheremo… se non le parole?
Nazik al Mala’ika
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
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07-November-2014, 09:46
#39
Master Member
Parlo perché alla casa del linguaggio vola via il tetto,
parlo perché le più buie parole guariscono,
parlo perché un solo fiore non singhiozzi,
parlo per vestire le onde, per dare fiato alla zolla.
Parlo perché il giardino è verde anche in una mente distrutta.
Alejandra Pizarnik
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
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16-November-2014, 19:15
#40
Master Member
Ritaglio dal muro la mia ombra,
le do corda, calore e movimento,
due mani di colore e di tormento,
quanto basta di fame, sete, suono.
Resto lontano a vederla ripetere
le parole e i gesti che io sono,
figura sdoppiata e confusione
di verita' vestita da menzogna.
Sulla vita degli altri si proietta
questo gioco delle due dimensioni
dove nulla si prova con ragioni
simile a un arco teso senza freccia.
Forse mi assolvera' un'altra vita
della mezza umanita' che perdura
in quest'ombra priva di spessore,
nello spessore informe che lo estingua.
Josè Saramago
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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03-December-2014, 22:49
#41
Master Member
La porta che si chiude
Tu lo vedi, sorella: io sono stanca,
stanca, logora, scossa,
come il pilastro d’un cancello angusto
al limitare d’un immenso cortile;
come un vecchio pilastro
che per tutta la vita
sia stato diga all’irruente fuga
d’una folla rinchiusa.
Oh, le parole prigioniere
che battono battono
furiosamente
alla porta dell’anima
e la porta dell’anima
che a palmo a palmo
spietatamente
si chiude!
Ed ogni giorno il varco si stringe
ed ogni giorno l’assalto è più duro.
E l’ultimo giorno
– io lo so –
l’ultimo giorno
quando un’unica lama di luce
pioverà dall’estremo spiraglio
dentro la tenebra,
allora sarà l’onda mostruosa,
l’urto tremendo,
l’urlo mortale
delle parole non nate
verso l’ultimo sogno di sole.
E poi,
dietro la porta per sempre chiusa,
sarà la notte intera,
la frescura,
il silenzio.
E poi,
con le labbra serrate,
con gli occhi aperti
sull’arcano cielo dell’ombra,
sarà
– tu lo sai –
la pace.
Milano, 10 febbraio 1931
Antonia Pozzi
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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04-December-2014, 18:59
#42
Senior Member
Vengo, con la presente, a te, per chiederti formalmente di esentarmi d’urgenza
dal comunicare, con te, per telefono (io non posso battere zuccate disperate,
contro il primo muro che mi trovo a disposizione, ogni volta, capirai,
appena mollo giù il ricevitore):
(perchè, mia diletta, io non saprò mai separare, stralciandole,
le tue parole, a parte, dai tuoi gomiti, dai tuoi alluci,
dalle tue natiche, da tutta te) (da tutto me):
sola, la tua voce mi nuoce.
Edoardo Sanguineti (da Scartabello XLVII)
L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.
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04-December-2014, 19:20
#43
Senior Member
La traduzione sbagliata
Sono stanca
delle mie parole,
che raccontano
quel che non sono,
che
sbagliano
la traduzione.
Sono stanca
delle parole
degli altri,
che mi dicono
come dovrei essere,
sono io
a
sbagliare
traduzione.
Sono stanca
di fingere,
(come si dice in Italiano?)
di essere
forte.
Sono stanca
dei fiori calpestati
in giardino
e delle
libellule
sotto le scarpe.
Spero
nel silenzio
delle ortiche,
ma anche
qui
la traduzione
è
sbagliata.
Anna Martinenghi
L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.
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10-December-2014, 15:07
#44
Senior Member
Le parole – bambine piccole, molestano, fanno male,
se le accarezzi ridono, poi subito si ostinano,
han fretta di dir tutto, s'imbrogliano, sanno amare,
diventan grido, tacciono, nascostamente svelano.
Le parole – bambine piccole, a volte si ribellano,
sanno dire le lacrime, il riso sanno scrivere.
Agnelle si sacrificano, belve nella passione,
ansiose di dipingere l'intero mondo azzurro.
Le parole – bambine piccole. Flessuosi corpicini
che agguerriti si levano, mettono le ali, volano.
Sognano, si spaventano, si alleano, si separano,
animelle cui è dato di avere sempre sete.
Le parole – bambine piccole. Bianco per il loro tempo,
pagine su cui scrivere, vele che il vento gonfia
per far viaggi nella gioia, far viaggi nel dolore.
L'amore sa trasformare in sacro la tempesta.
Pandelis Bukalas
L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.
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12-December-2014, 08:05
#45
Senior Member
Come avere paura degli occhi
come sapere che tutte le bocche
professeranno il falso
e per prima la tua
dirà cose che non vuole
vedrà cose che non sa
e il vero più del falso
resta nelle parole che non riconosco
perché non hanno la tua forma
la calce bianca dei tuoi sensi
deformati per l’occasione
parole annerite, scartavetrate
cercano rifugio tra le mie
ma non trovano
che una pace fatta di spilli
di mura che non tengono
di soldati che non parlano la tua lingua
Carmen Gallo (Napoli, 1983) da Registri di poesia
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
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