"Mi lanciai verso la mia divinità personale: la semplicità" (Charles Bukowski)

Non è particolarmente celebre, come frase, questa di Bukowski. Forse ho contribuito io alla sua celebrità citandola nel mio ultimo libro di poesie...
Scherzi a parte, naturalmente, ne avverto comunque sempre più la sua importanza.
Non soltanto limitata alla scrittura (quanto enorme è il suo valore?), bensì estesa al vivere stesso.
Se penso ai migliori momenti pescati nel mazzo delle mie innumerevoli quotidianità trascorse (attimi, istanti, sorrisi, strette di mano, cuori battenti o quant'altro) non li vedo disgiunti dalle note di un semplice vissuto.
Banale come riflessione? Può darsi.
Ma fa sempre piacere, almeno a me, ritrovare un'emozione tra le "chiare" immagini dei versi o di una storia narrata, nelle ore volate in compagnia di qualcuno o di qualcosa, con la pacatezza delle parole e la gentilezza dello sguardo. Un bicchiere, un piatto, un'intesa semplice e rigenerante.