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Avere gusti matcati, magari anche decisi è non solo legittimo, ma necessario per la struttura della persona e della personalità. Quindi preferire uno stile ad un altro è naturale e positivo. Ad un certo punto è però necessario anche mettersi in questione e chiedersi il perché delle proprie preferenze, non foss'altro che per confermarle alla fine del processo.
E allora mi permetto di pregarti (se gentilmente ne trovi il tempo e la voglia) di darci qualche ragione: Pefrché Van Gogh sì e Mirò no? e poi potrebbe esserci qualche opera della seconda metà del XX secolo che sia in grado di trasmetterti qualche emozione? Oppure lo escludi assolutamente? E anche in questo caso perché?

Beh, con Mirò ce l'ho in particolar modo perchè per anni me lo sono guardato dalla scrivania (al mio capo piaceva tanto e io invece vagheggiavo di ritagliarlo dalla cornice e sostituirlo con Michelangelo .... ) Di contemporanei ce ne sono che mi piacciono, Modigliani, Munch, Klimt, per esempio, e anche i dipinti rupestri! Non è il periodo che fa la differenza, è lo stile. A me Rothko non dice niente,e nemmeno Mondrian, ma non so spiegare nemmeno a me stessa il perchè, vado solo a sensazioni. Se non sento il batticuore, allora non mi va bene. Faccio così anche per il resto, libri, vestiti, arredamento ... se sento qualcosa dentro ok, sennò tiro dritto.


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Dissento ardentemente. Non si può, è vero, indurre qualcuno ad amare l'arte, ma si può educare a capirla e ad apprezzarne il valore culturale ed umano. Non farei il mestiere che faccio se non credessi graniticamente alla possibilità di educare.
Certo! Intendevo dire che è proprio fortunato chi ha un insegnante esperto e comunicativo, ma non si può trasmettere l'emozione, quella deve nascere spontaneamente.