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Senior Member
Dulcissima
Quando non ci saranno più le mie chiamate
Tra le sette e le otto
E se ritardo un labbro che leggermente trema.
Quando non sarai più una vecchia sola
E io al ritorno non dovrò più correre
Per te giù in farmacia
Prazene e Lexotan
Con la ricetta ripetibile
Il Karvezide con la ricetta nuova
E già che ci sei un Benagol
E la Borocillina.
Quando non dovrò più tenerti
Bassa la pressione
Quanto tempo che avrò
Per scrivere di te.
Franco Buffoni (Gallarate, 1948)
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
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Master Member
A mio padre
Se mi tornassi questa sera accanto
lungo la via dove scende l’ombra
azzurra già che sembra primavera,
per dirti quanto è buio il mondo e come
ai nostri sogni in libertà s’accenda
di speranze di poveri di cielo
io troverei un pianto da bambino
e gli occhi aperti di sorriso, neri
neri come le rondini del mare.
Mi basterebbe che tu fossi vivo,
un uomo vivo col tuo cuore è un sogno.
Ora alla terra è un’ombra la memoria
della tua voce che diceva ai figli:
- Com’è bella notte e com’è buona
ad amarci così con l’aria in piena
fin dentro al sonno - Tu vedevi il mondo
nel plenilunio sporgere a quel cielo,
gli uomini incamminati verso l’alba.
Alfonso Gatto
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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Master Member
Padre, se anche tu non fossi il mio
Padre, se anche tu fossi a me un estraneo,
per te stesso egualmente t'amerei.
Ché mi ricordo d'un mattin d'inverno
che la prima viola sull'opposto
muro scopristi dalla tua finestra
e ce ne desti la novella allegro.
E poi la scala di legno tolta in spalla,
di casa uscisti e l'appoggiasti al muro.
Noi piccoli stavamo alla finestra.
E di quell'altra volta mi ricordo
che la sorella mia piccola ancora,
per la casa inseguivi minacciando
(la caparbia avea fatto non so che).
Ma raggiuntala che strillava forte
dalla paura ti mancava il cuore:
ché avevi visto te inseguir la tua
piccola figlia e, tutta spaventata
tu vacillante l'attiravi al petto,
e con carezze dentro le tue braccia
l'avviluppavi come per difenderla
da quel cattivo ch' era il tu di prima.
Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi a me un estraneo,
fra tutti quanti gli uomini già tanto
pel tuo cuore da fanciullo t'amerei.
Camillo Sbarbaro
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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Senior Member
Ritratti di mio padre
In questa stanza aperta ai quattro
venti,
padre, gioco con i tuoi ritratti.
Vent'anni dopo che te ne sei andato,
non so qual'è il volto più tuo,
se quello dove sei un soldato sopravvissuto
al massacro dei greci a Smirne,
o quello con cui guardi mia madre con occhi innamorati,
cinquant'anni dopo averla conosciuta,
o in quell'istantanea della tua morte
nel tuo negozio pieno di stoffe e cappelli,
con una tazza di tè nero in mano,
e faccia da forestiero, come quando giungesti in paese.
Padre, voglio vederti di nuovo,
ma invece dell'uomo tocco il cartoncino.
Homero Aridjis
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
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Originariamente inviato da
Aleciccio
Dulcissima
Quando non ci saranno più le mie chiamate
Tra le sette e le otto
E se ritardo un labbro che leggermente trema.
Quando non sarai più una vecchia sola
E io al ritorno non dovrò più correre
Per te giù in farmacia
Prazene e Lexotan
Con la ricetta ripetibile
Il Karvezide con la ricetta nuova
E già che ci sei un Benagol
E la Borocillina.
Quando non dovrò più tenerti
Bassa la pressione
Quanto tempo che avrò
Per scrivere di te.
Franco Buffoni (Gallarate, 1948)
Quanta tenerezza, questa poesia. Quanta verità.
Penso alle nostre due vecchie madri che ci mandano ogni momento in farmacia per medicine, pur ( in un certo senso) stando meglio di noi....
E' un'abitudine anche questa. Una dolce abitudine che certo POI ci mancherà.
Grazie.
Ciao
Rosy
" Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
M.Medeiros
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Nel sorriso folle delle madri
Nel sorriso folle delle madri sbattono lievi
le gocce della pioggia. Nelle amate facce
pazze battono e sbattono
le gialle dita delle lampade.
E dondolano, che dondolano. E son pure, che pure.
Gocce e lampade pure. E le madri
si avvicinano soffiando sulle dita fredde.
I loro corpi si muovono per le ossa dei figli,
tra tendini e organi sommersi,
e le calme madri, intrinseche, si siedono
sulle teste dei figli.
Si siedono, e restano lì in un silenzio che perdura
frenetico,
vedendo tutto,
e bruciando le immagini, alimentando le immagini,
perché l’amore è sempre più forte.
E sbatte sui loro volti l’amore lieve
l’amore feroce.
- E le madri sono sempre più belle -
pensano i figli che su di loro aleggiano.
Fiori violenti sbattuti sulle palpebre
respirano loro da cima a fondo. E sono
silenziose.
E il loro viso nel mezzo di ogni goccia
di pioggia,
intorno alle lampade. Nel continuo
scorrere dei figli.
Le madri sono le più alte cose
che i figli crescendo crearono, perché permangono
nella combustione dei figli, perché
i figli sono come invasori denti di leone
nel terreno delle madri.
E le madri sono pozzi di petrolio nelle parole dei figli,
e si lanciano con loro come schizzi
che zampillano fuori dalla terra.
E i figli s’immergono con scafandri
all’interno di molte acque,
e portano via le madri come polpi
avvolti alle mani
e nell’acume di tutta la loro vita.
E il figlio siede con la madre a capotavola,
e con lui la madre sposta da parte a parte
le tazze e le forchette.
E grazie alla madre il figlio pensa
che nessuna morte è possibile e che le acque
si intrecciano per mezzo della sua mano che tocca la
faccia folle
della madre che tocca la mano diffidente
del figlio.
E dentro l’amore, è solo possibile arrivare
ad amare tutto,
e nella possibilità che tutto possa ritrovarsi
dentro l’amore.
Herberto Helder(Funchal, 1930), excerto do poema «Fonte», publicado em A Colher na Boca, 1961
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
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La gabbia del leone
La gabbia del leone era di aria,
di aria la mia mamma, quel cappello,
il braccio di mio padre era di aria
sulla mia spalla, le mie mani che stringono,
e aria il ridere degli occhi e dolce d’aria
di quella vita di cui ho sognato l’acerbo.
Erano d’aria loro, e io, chissà,
che sono stato fermo a guardarli andare.
Franco Loi (Genova, 1930), da da L’aria (Einaudi, 1981)
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
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Le Mani della Madre
Tu non sei più vicina a Dio
di noi; siamo lontani tutti. Ma tu hai stupende
benedette le mani.
Nascono chiare in te dal manto,
luminoso contorno:
io sono la rugiada, il giorno,
ma tu, tu sei la pianta.
Rainer Maria Rilke
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
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Intanto
Intanto lei torna da me ogni volta che dormo in sogno
e le dico bentornata, siediti intanto,
e lei rassetta, al suo solito, il cuscino,
è innaturale che una madre non rassetti il cuscino a suo figlio
e che il figlio rassetti invece il cuscino di sua madre
e asciugo i suoi sudori freddi e liscio i suoi capelli stopposi
e stringendole la mano fredda le dico non temere
il posto dove vai, non ne tornerai
a mani vuote come tante volte ne tornasti
perché nel posto dove vai non ci sono speranze
né perdita, rimorso e dolore, neppure quello di madre,
nel posto dove vai non manca nulla. È un posto perfetto.
Zach Nathan
" Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
M.Medeiros
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Ora che leggo di tuo padre mi chiedo
quali eserciti abbia visto il mio
e soprattutto quali abbia combattuto:
l’ho visto solo perdere un dito in fonderia.Eppure se ne è andato da soldato
nella sua trincea personale di forni
a microonde e camicie ben stirate.
Quando ci ha lasciati ho pensatoche l’aveva fatto già molto tempo prima.
Ho un fiume che scorre davanti a me
più veloce di quanto pensassi – e con sé
porta via tutto – anche queste prime aurore di maggio.
Michele Obit
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
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Senior Member
Curva sul lavello stava la madre
le clavicole serrate, custodi di un pensiero
che dentro le faceva eco
ma come da un’altra voce.
E una pena da lei mi arrivava
simile a chi vuole limitare il male
rendendo sinottici il dolore e il gaudio.
Lucianna Argentino
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
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PRIMO GIORNO
Lenzuola bianche in un armadio
Lenzuola rosse in un letto
Un figlio in una madre
La madre nei dolori
Il padre davanti alla stanza
La stanza nella casa
La casa nella città
La città nella notte
La morte in un grido
E il figlio nella vita.
Jacques Prévert
" Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
M.Medeiros
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RESIDENZA
Visione di mio padre che torna a casa da
sua madre, Sam Nôvi, a Budo-Budo
Ritornerai per il vecchio viottolo
Senza preavviso.
Sarà come ieri, al crepuscolo:
lontano, improvviso, il fischio.
E in strada, un diffuso singhiozzo
di festa.
La luce sarà umida
la pioggia intima
sul segno dei tuoi piedi.
Dito a dito, foglia a foglia
sfiorerai i profumi,
le magie della terra:
il piccolo limoneto della nonna
il decrepito izaquenteiro
l’ocá così ombreggiato,
il kimi ritorto
E, all’ingresso, impresso nel fango
il fantasma del capretto bianco.
Il gradino scricchiolerà al tuo primo passo.
Salirai lento, concreto
senza calpestare l’asse traballante del pavimento.
La porta sarà aperta, la candela accesa.
CONCEIÇÃO LIMA
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
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Master Member
A una madre
Come vuoi bene a una madre
che ti cresce nel pianto
sotto la ruota violenta della Singer
intenta ai corredi nuziali
e a rifinire le tomaie alte
delle donne contadine?
Mi sganciarono dalla tua gonna
pollastrello comprato alla sua chioccia.
Mi mandasti fuori nella strada
con la mia faccia.
La mia faccia lentigginosa ha il segno
delle tue voglie di gravida
e me le tengo in pegno.
Tu ora vorresti da me
amore che non ti so dare.
Siamo due inquilini nella casa
che ci teniamo in dispetto,
ti vedo sempre tesa
a rubarmi un po' di affetto,
tu che a moine non mi hai avvezzato.
Una per sempre io ti ho benvoluta
quando venne l'altro figlio di papà:
nacque da un amore in fuga,
fu venduto a due sposi sterili
che facevano i contadini
in un paese vicino.
Allora alzasti per noi lo stesso letto
e ci chiamavi Rocco tutt'e due.
Rocco Scotellaro
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" Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
M.Medeiros
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Master Member
ALLA MADRE
Se tu torni fra noi
è un caldo e grigio
giorno di marzo, è l’ora del riposo
per noi rimasti nella casa, in pace.
Così lungamente
abbiamo aspettato nel silenzio
delle stanze assopite, ora i bambini
sono andati per viole.
Oh, poterli cercare con te
fra le gaggìe nude nel sole.
Attilio Bertolucci
" Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
M.Medeiros
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