Quote Originariamente inviato da NUVOLONE Visualizza il messaggio
Le mie poesie nascono improvvisamente, non vengono costruite. Spesso mi accorgo che la parola scritta ha molti limiti e non riesco a trovare i termini adatti per esprimere un concetto od una emozione. Allora mi fermo, attendo. Passano giorni, a volte anche settimane e qualche volta mesi; poi il termine giusto arriva e allora, soltanto allora, completo la mia lirica.
Per questo scrivo poche poesie, non più di quattro o cinque all'anno e devo dirti sinceramente che scrivere di poesia mi affatica molto. Sembra strano, forse assurdo, ma la poesia mi sfinisce, come se avessi dato tutto il meglio di me, in quelle poche righe. Scrivere narrativa mi diverte, ho scritto anche per il teatro; commedie impegnate ed altre molto comiche, rappresentate da dilettanti e da professionisti e tutto ciò mi rilassa. La poesia no, quella mi impegna moltissimo e mi strema, mi assorbe completamente. Mi piacerebbe sapere se questo accade anche ad altri che scrivono poesia. Sarei felice di saperlo.
Faccio un appello sul forum: se qualcun'altro scrive poesia, mi racconti le proprie esperienze.
Tu non scrivi, Daniela?
A presto e grazie ancora.
Silvano.

Ciao Silvano,
no, io non scrivo, però un mio amico scrive poesie e anche per lui è proprio come hai detto tu: probabilmente la poesia matura nell'intimo, e quando è pronta preme per nascere.
E quasi come fosse un parto, in quel momento richiede sforzo e attenzione, quasi sfinimento, e quando nasce è già completa, come fosse dotata di vita autonoma.
Stupore, appagamento, e stanchezza euforica quando si dà alla luce una poesia.
Oppure stanchezza e delusione, se non si è riusciti a trasmettere bene quello che premeva dentro.
Poesia come dono, infondere se stessi nelle parole per colmarle di un significato nuovo.
Credo che la poesia sia qualcosa di molto intimo, come se il poeta aprisse il cuore e permettesse per un attimo a chi legge di gettare uno sguardo dentro.