La guerra che verrΰ
Non θ la prima. Prima
ci sono state altre guerre.
Alla fine dell'ultima
c'erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente
faceva la fame. Fra i vincitori
faceva la fame la povera gente egualmente.
Bertolt Brecht
La guerra che verrΰ
Non θ la prima. Prima
ci sono state altre guerre.
Alla fine dell'ultima
c'erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente
faceva la fame. Fra i vincitori
faceva la fame la povera gente egualmente.
Bertolt Brecht
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
Generale, il tuo carro armato
Generale, il tuo carro armato θ una macchina potente
spiana un bosco e sfracella cento uomini.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un carrista.
Generale, il tuo bombardiere θ potente.
Vola piω rapido d'una tempesta e porta piω di un elefante.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un meccanico.
Generale, l'uomo fa di tutto.
Puς volare e puς uccidere.
Ma ha un difetto:
puς pensare.
Bertolt Brecht
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
Sul muro c'era scritto
Sul muro c'era scritto col gesso:
vogliono la guerra.
Chi l'ha scritto
θ giΰ caduto.
Bertolt Brecht
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
Veglia
Cima Quattro il 23 dicembre 1915
Un'intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d'amore
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita
G. Ungaretti
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
Fratelli
Mariano il 15 luglio 1916
Di che reggimento siete
fratelli?
Parola tremante
nella notte
Foglia appena nata
Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
dell'uomo presente alla sua
fragilitΰ
Fratelli
G. Ungaretti
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
Tutto deve ancora avvenire
nella pienezza:
storia θ profezia
sempre imperfetta.
Guerra θ appena il male in superficie
il grande Male θ prima,
il grande Male
θ Amore-del-nulla.
David Maria Turoldo
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
Torniamo ai giorni del rischio,
quando tu salutavi a sera
senza essere certo mai
di rivedere l'amico al mattino.
E i passi della ronda nazista
dal selciato ti facevano eco
dentro il cervello, nel nero
silenzio della notte.
Torniamo a sperare
come primavera torna
ogni anno a fiorire.
E i bimbi nascano ancora,
profezia e segno
che Dio non s'θ pentito.
Torniamo a credere
pur se le voci dai pergami
persuadono a fatica
e altro vento spira
di piω raffinata barbarie.
Torniamo all'amore,
pur se anche del familiare
il dubbio ti morde,
e solitudine pare invalicabile
David Maria Turoldo
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
I quattro sonetti dell'Apocalisse
Hojas de Porra, 1985
Nicanor Parra
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
Su un verso di Antonella Anedda
Anch'io di Sarajevo ricordo l'immagine
di una donna che corre verso il rifugio
proteggendosi la testa
come se piovesse
la pace che viviamo ha la fragilitΰ
delle cose che succedono per caso
essere sorpresi in strada troppo lontani da un riparo
e bagnarsi solamente
oppure morire
Francesco Tomada
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
Ci sono cose da fare di giorno
lavarsi, studiare, giocare
preparare la tavola
a mezzogiono.
Ci sono cose da fare di notte
chiudere gli occhi per dormire
aver sogni da sognare
orecchie per sentire.
Ci sono cose da non fare mai
nθ di giorno nθ di notte
nθ per mare nθ per terra
per esempio la guerra.
Gianni Rodari
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
QUANTA, QUANTA GUERRA
Quel che fu scritto nella muraglia
giace ora sottoterra,
nello stesso monte,
con lo stesso pino.
Quanta, quanta guerra. Tanto ci importa,
tanto ci muoviamo:
nι ci trasferiremo da qui,
nι ci trasferiremo da lμ.
Nι smetteremo di trasferirci nι smetteremo di cantare:
all'inizio spariamo e piangiamo,
poi ci calmiamo
e continuiamo a sparare.
Rami Saari
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
PRODIGIO a Marcia Scantlebury
Se in quei giorni di ottobre
le bende nere
quando davvero la paura
mordeva la carne
e noi nascondevamo i nomi
nelle pieghe del sudore.
Mai fummo piω vicine
alle rose
Ti ricordi quelle rosse
che paradossalmente crescevano lμ,
nel cuore stesso del dolore?
Belle rose…
delle quali ci fu negato
il favore del profumo
ma non le tristi spine.
Se in quei giorni di ottobre
a Villa Grimaldi
quando neanche il mio olfatto
mi diceva che ti saresti svegliata,
Marcia,
ti avessi parlato
solo per consolarti
per curarti la ferita del viso
per liberare l’aria da un brutto sogno
per volgere lo sguardo all’indietro
prendendo il tempo per le corna
e ricostruire il velo di cipolla
che ci coprμ
fino ad allora.
Se ti avessi fatto una promessa,
se avessi predetto
un incontro, in una cittΰ
lontana, bella
San Marco, Venezia
la cittΰ del ritrovarsi
prodigioso.
Non mi avresti creduto
Non mi avresti creduto
perchι la morte batteva le ali
lΰ fuori
e la bontΰ taceva.
Carmen Yαρez
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
POVERO MONDO
Lo distruggeranno
lo faranno a pezzi
alla fine scoppierΰ come una bolla
o esploderΰ glorioso
come una santabarbara
o piω semplicemente
sarΰ cancellato come
se una spugna bagnata
cancellasse il suo posto nello spazio.
Forse non ci riusciranno
forse lo ripuliranno
gli cascherΰ la vita come fossero capelli
e rimarrΰ a girare
come una sfera pura
sterile e mortale
o in modo meno splendido
andrΰ per i cieli
decomponendosi adagio
come un’unica piaga
come un morto.
IDEA VILARIΡO
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
Lontano lontano...
Lontano lontano si fanno la guerra.
Il sangue degli altri si sparge per terra.
Io questa mattina mi sono ferito
a un gambo di rosa, pungendomi un dito.
Succhiando quel dito, pensavo alla guerra.
Oh povera gente, che triste θ la terra!
Non posso giovare, non posso parlare,
non posso partire per cielo o per mare.
E se anche potessi, o genti indifese,
ho l'arabo nullo! Ho scarso l'inglese!
Potrei sotto il capo dei corpi riversi
posare un mio fitto volume di versi?
Non credo. Cessiamo la mesta ironia.
Mettiamo una maglia, che il sole va via.
Franco Fortini
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
ALLE FRONDE DEI SALICI
E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
Salvatore Quasimodo
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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