proseguo con le letture di maggio

"Scelera" Danila Comastri Montanari
Trama: "Tre nuovi misteri per il senatore-detective Publio Aurelio Stazio, sullo sfondo dei luoghi più suggestivi dei Campi Flegrei. Un omicidio nell'esclusiva stazione termale di Baia, un delitto "sociale" connesso al mondo dei lavoratori portuali di Pozzuoli e un caso di pedofilia."

Leggo sempre volentieri gli scritti di questa autrice mia concittadina, sia la serie di Publio Aurelio Stazio, sia gli altri romanzi polizieschi. La scrittura è piacevolissima e gli intrighi sono buoni, i personaggi ben descritti e mi piace pure l'ambientazione.
 
"Dizionario delle cose perdute" Francesco Guccini
Trama: "Una volta, c'era la banana: non il frutto amato dai bambini, bensì l'acconciatura arrotolata che proprio i bimbi subivano e detestavano ma che veniva considerata imprescindibile dai loro genitori. I quali, per bere un buon espresso, dovevano entrare al bar e chiedere un "caffè caffè", altrimenti si sarebbero trovati a sorbire un caffè d'orzo. Una volta, per scrivere, si doveva dichiarare guerra ai pennini e uscire da scuola imbrattati d'inchiostro da capo a piedi. Una volta, si poteva andare dal tabacchino, comprare una sigaretta - una sola - e fumarsela dove meglio pareva: non c'erano divieti, e i non fumatori erano una gran brutta razza. Una volta, i bambini non cambiavano guardaroba a ogni stagione, andavano in giro con le braghe corte anche d'inverno. Una volta, si giocava tutto il giorno per strada e forse ci si divertiva anche di più. Una volta, al cinema pioveva... Con un poco di nostalgia, ma soprattutto con la poesia e l'ironia della sua prosa, Francesco Guccini posa il suo sguardo sornione su oggetti, situazioni, emozioni di un passato che è di ciascuno di noi, ma che rischia di andare perduto, sepolto nella soffitta del tempo insieme al telefono di bachelite e alla pompetta del Flit."

Ho qualche anno meno di Guccini quindi questi oggetti li conosco, ma non di persona (beh, qualcuno sì … ehm … ). Questo libro, che si legge in poche ore, probabilmente piacerà di più ai meno giovani che ai giovani, per un simpatico tuffo nel passato e farà dire "Sì, sì, me lo ricordo, ne aveva uno la zia Giusmilda!"