Trama

Milano calibro 9 raccoglie ventidue racconti neri di Giorgio Scerbanenco. Ventidue storie dure, disperate, di morti ammazzati e di traffici oscuri, con impreviste pieghe di tenerezza e sconcertanti sussulti d'amore. Ventidue frammenti di vita, fulminei e feroci, che parlano dell'atrocità, della miseria, dell'assurdità di questo mondo.
L'immaginazione di Scerbanenco pare volersi superare in ogni racconto, la sua fantasia raccoglie spunti e svolge trame in qualsiasi parte d'Italia. Ma è a Milano che torna sempre, e a Milano si svolgono quasi tutti questi racconti: una città sentina di vizi e misfatti, odiosa e odiata, ma irresistibile, scoperta e ricreata con un tono inconfondibile di verità.


La scrittura di Scerbanenco è una scrittura ruvida, ostica, che non lascia spazio ad orpelli letterari e annulla bruscamente la distanza tra lettore e storia, facendo precipitare immediatamente il primo dentro la seconda. In tutti i racconti traspare una nera vena di cinismo che, insieme al linguaggio spesso poco raffinato, dà un tocco più umano allo stile dell'autore.
Non so se "Milano Calibro 9" sia il libro giusto per cominciare a gustare questo autore considerato da molti come il maestro del noir italiano. Sicuramente si tratta di un libro da leggere e da mandare giù come una sorsata del peggior liquore bevuto in un infimo bar del più squallido sobborgo metropolitano. E’ un ottimo esempio di letteratura noir, il racconto di un mondo criminale che, per quanto oggi possa risultare datato, per molti suoi aspetti rimane ancora attualissimo.