Come oramai d'abitudine continuo a d aprire post dedicati a scrittori hard boiled, stavolta dedicato al padre del genere...

Chandler nacque a Chicago, Illinois, nel 1888, da padre statunitense e madre irlandese; ma nel 1895, al divorzio dei genitori, fu portato dalla madre in Gran Bretagna. Nel 1907 prese la cittadinanza britannica e nel 1912 tornò negli Stati Uniti con la madre; nel 1917 si arruolò nell'esercito canadese e combatté in Francia.
Iniziò a scrivere pulp fiction per guadagnarsi da vivere e, dopo una parentesi lavorativa nel campo petrolifero, pubblicò il suo primo racconto nel 1933, all'età di quarantacinque anni, sulla rivista Black Mask. Il suo primo romanzo, Il grande sonno, è del 1939, cui seguì il contratto come sceneggiatore con la Paramount nel 1943. Scrisse nove romanzi, di cui uno incompiuto, e varie sceneggiature per Hollywood, tra cui le più importanti sono quelle de La fiamma del peccato (di Billy Wilder, 1944), The Unseen (di Lewis Allen, 1945) e L'altro uomo (di Alfred Hitchcock, 1951). Precipitato nel tunnel dell'alcolismo, tentò il suicidio nel 1955, un anno dopo la morte della moglie, Cissy Pascal. Prima di aver ultimato l'ottavo romanzo della saga di Marlowe, morì di polmonite a La Jolla, nel 1959.
Fu molto critico verso il romanzo giallo tradizionale per la sua mancanza di realismo che bene espresse nel saggio intitolato La semplice arte del delitto scritto nel 1944 per la nota rivista The Atlantic Montly di Boston.
La semplice arte del delitto, come scrivono Massimo Bonfantini e Carlo Oliva[1], resta un testo molto interessante. Esprime idee sensate sul come costruire un romanzo giallo e su quali sono il significato e la funzione di questa forma di letteratura. E contiene, soprattutto, una durissima polemica contro il giallo "classico" degli anni venti e trenta (e naturalmente i suoi prodotti tardivi)."
Chandler si dimostra molto critico nei confronti dei romanzi di grande successo popolare, come quelli di Freemann Crofts, Doroty Sayers, Agatha Christie e il suo giudizio diventa ancor più duro verso i seguaci americani di questo genere letterario, soprattutto S. S. Van Dine. Si distingue da loro non solo per la trama dei suoi romanzi e racconti, ma anche per lo stile originale, accurato, efficace soprattutto nell'uso del discorso diretto, che ricorda per certi versi scrittori più considerati dalla critica, come ad esempio Hemingway.
Chandler seguì la strada della narrativa hard boiled, iniziata da Dashiell Hammett. Il suo personaggio di gran lunga più famoso è l'investigatore duro ma onesto, riflessivo, tormentato Philip Marlowe, portato sullo schermo con interpretazioni di vario calibro da attori come Dick Powell, Robert Mitchum, James Garner, Elliott Gould; indimenticabile nei panni di Marlowe soprattutto Humphrey Bogart.
Considerato a lungo niente più di un brillante artigiano, Chandler comincia a essere rivalutato come scrittore a tutto tondo; si è dedicata maggiore attenzione alla sua complessa biografia, che ne fa un vero e proprio intellettuale prestato al giallo, il suo forte legame culturale con la Gran Bretagna (dove aveva studiato); sono state notate numerose affinità tematiche e simboliche con il modernismo. Man mano che l'accettazione del giallo nell'ambito della letteratura in generale si fa sempre più diffusa, Raymond Chandler viene sempre più considerato un eccentrico esponente marginale del modernismo.
Nel 1955 con il libro The Long Goodbye (Il lungo addio) ha vinto il Premio Edgar Award.