TRAMA:
...ABBAZIA DI LUCEDIO,ANNO DEL SIGNORE MILLESIMO DUECENTESIMO SESTO...un enigma,celato da una scritta vergata nel medioevo da un monaco,è lo spunto per un'avventura coinvolgente,vissuta a cavallo dei secoli. I protagonisti sono immersi in un tempo lontano,dove i giorni sono lenti e ricchi di pensieri. Le nebbie di Lucedio, che da sempre occultano i suoi misteri, per un attimo paiono diradarsi ma è soltanto un'illusione: la foschia dei secoli ricopre l'Abbazia e la selva intorno. Una figura inquietante,il volto nascosto da un cappuccio di monaco, compare fra le rive di questa terra d'acque,forse a volerci ricordare la pochezza della nostra condizione.

Una premessa; quando sono entrata nel forum, avevo principalmente due interessi da condividere:la poesia ed i gialli.
Meraviglia: in questo romanzo inaspettato, a me sconosciuto...ho trovato entrambi!
Così mi sono ritrovata- io, che non amo i romanzi storici- a leggere, leggere, quasi stregata da una storia suggestiva e densa di atmosfere misteriose.
La storia si sviluppa su due piani temporali: l'anno 1206 ed i giorni nostri.
Come in ogni giallo che si rispetti, la vicenda inizia con un indizio apparentemente banale ...un coccio: un pezzetto di piatto, di quelli che nel passato venivano murati nelle pareti degli edifici.
Ma è un coccio speciale, che smuove subito la fantasia della giovane e la incoraggia a cercare oltre, per sapere quali segreti nasconda....
Ed i segreti saranno molti, e di una portata ben superiore all'immaginazione più fervida.

Sull'altro piano temporale, la vita che scorre lenta , con preghiera e studio, tra i monaci dell'Abbazia di Lucedio.
Padre Ugo, uno dei personaggi-chiave del racconto, riscuote più di tutti le mie simpatie.
Un bravissimo erborista, desideroso di conoscere e sperimentare nuove cure, ma prima di tutto un monaco, soggetto all'obbedienza totale , anche quando non sarebbe d'accordo con i suoi superiori.
Che deve rinunciare alla sua missione, ma trova il coraggio di disobbedire per occultare le sue preziose ricerche.
E chissà che molti secoli dopo, proprio una testarda ragazza riesca a trovare quelle preziose pergamene...

La parte che si svolge nel Medioevo è densa di mistero, affascinante: ci si trova proiettati in quell'epoca quasi senza rendersi conto....
Il passaggio da un periodo all'altro -capitolo dopo capitolo- è fluido; l'autore è riuscito ad unire,con un filo invisibile , due vicende lontanissime nel tempo ma strettamente legate fra loro .

AQVA BONA. Queste due brevi parole saranno il "Leit motiv " di tutta la vicenda. Cosa avrà voluto significare la scritta trovata sul coccio?
E l'altra parte, AB INFERIS...dall'inferno?
E la frase inquietante, che ricorre spesso:-Abbi di queste cose il giusto timore...?
Da una parte si snoda la lunga e meticolosa ricerca della giovane- che la porterà a scoperte inquietanti ;dall'altra , seguendo le vicende del monaco Ugo, si arriva a conoscere che cosa avvenne in quel lontano tempo, finchè tutti i fili si ricongiungono in un finale a sorpresa.

Storia avvincente al massimo e scritta con ottimo stile.
Ultimo, una poesia che pervade ogni riga, ogni pagina.
Sembra di entrare in un mondo di magia, dove l'atmosfera è rarefatta e tutto è possibile...anche sentire dei passi felpati di sandali che ti seguono, mentre la nebbia avvolge tutto come un velo....
Ecco, la nebbia: elemento che accompagna tutta la storia come una presenza viva. Che dà un tocco di poesia in più.

Se dovessi citare i brani significativi, le descrizioni poetiche..trascriverei tutto il libro.
Una sola..pennellata.
"Una luna macchiata di nubi d'afa si alzò adagio sopra l'ultima corda di risaia, mentre una figura col cappuccio sembrò muoversi, come soffio di vento, sulla riva della roggia Lamporo, a pochi sandali dal poss dal diav (=pozzo del diavolo)."
Consigliatissimo, anche a chi- come me- non ama i romanzi storici.
Rosy

Nome:   il dono dell'acqua.jpg
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