Voglio dedicare questa poesia

A tutte le donne amate

Per qualche istante segreto.

A quelle conosciute appena,

Che un destino diverso porta via

E che non si ritrovano più.

A quella che si vede apparire

Per un secondo alla finestra

E che, rapida, scompare via,

Però la sua sagoma snella

È tanto graziosa e sottile

Da rimanerne rasserenato.

Alla compagna di viaggio,

I cui occhi, affascinante paesaggio

Fan sembrare breve il cammino

E che si è il solo, forse, a capire

Ma che, però, si lascia scendere

Senza averle sfiorato la mano.

All’esile e leggera ballerina di walzer

Che vi è parsa così triste e nervosa

In una notte di carnevale,

Che è voluta rimanere ignota

E che non è più ritornata

A volteggiare in un altro ballo.

A quelle che sono già prese

E che vivendo delle ore grigie

Accanto a uno ormai troppo diverso

Vi hanno, inutile follia,

Fatto vedere la malinconia

D’un avvenire disperante.

A quelle timide innamorate

Che sono restate in silenzio

E che ancora vi rimpiangono,

A quelle che se ne sono andate

Lontane da voi, tristi, abbandonate,

Vittime d’uno stupido orgoglio.

Immagini care appena scorte,

Speranze d’un giorno deluse,

Domani sarete nell’oblio

Per quel poco di felicità che sopravvenga

E’ raro che ci si ricordi

Degli episodi del cammino.

Ma se la vita è andata male,

Si pensa con un po’ di rimpianto

A tutte quelle felicità intraviste,

Ai baci che non si osò prendere,

Ai cuori che forse vi attendono,

Agli occhi mai più rivisti

Allora, nelle sere di stanchezza

Mentre si popola la propria solitudine

Di fantasmi del ricordo

Si piangono le labbra assenti

Di tutte quelle belle passanti

Che non si è saputo trattenere.

(Antoine Pol)