Ho iniziato questo 2012 con una lettura davvero piacevole, "Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve" di Jonas Jonasson.

Trama: "Allan Karlsson compie cento anni e per l'occasione la casa di riposo dove vive intende festeggiare la ricorrenza in pompa magna. Allan, però, decide, di punto in bianco, di darsela a gambe. Con le pantofole ai piedi scavalca la finestra e si dirige nell'unico luogo dove la megera direttrice dell'istituto non può riacciuffarlo, alla stazione degli autobus, per allontanarsi anche se non sa bene verso dove. Nell'attesa del primo pullman in partenza, Allan si imbatte in un ceffo strano, giovane, biondo che, non potendo entrare nella piccola cabina della toilet pubblica insieme all'ingombrante valigia cui si accompagna, chiede ad Allan, con una certa scortesia, di vigilare bene che nessuno se ne appropri mentre disbriga le sue necessità. Mai avrebbe pensato, il biondo, quanto gli sarebbe costata questa fiducia malriposta e quella necessità fisiologica. La corriera per-non-si-sa-dove sta partendo, infatti. Allan non può perderla se vuole seminare la megera che ha già dato l'allarme, e così vi sale, naturalmente portando con sé quella grossa, misteriosa valigia. E non sa ancora che quel biondino scialbo è un feroce criminale pronto a tutto per riprendersi la sua valigia e fare fuori l'arzillo vecchietto."

Il libro si snoda su due piani temporali: la fuga e l'incontro con altri strambi personaggi e la storia della vita di Allan, piena di esilaranti e improbabili avventure. Il centenario in pantofole si attira immediatamente le simpatie del lettore fino all'ultima pagina, in un finale che lascia tutti soddisfatti.


Continuo con "Il bambino che fumava le prugne" di Luca Ciarabelli

Trama: "Il tenente Santo Ateo Miserino Bonarroti vive e lavora a Ravenna da 16 anni e 7 mesi, vive da solo e non è mai riuscito ad integrarsi nella città abbattuta da un'afa che non dà tregua, esalata dall'intrico delle vicine paludi. Dorme pochissimo e all'alba fa visita al vecchio Porfirio, pescatore stregone-eremita che vive in una baracca sugli acquitrini. Frequenta in solitudine un circolo filosofico. Passa le giornate in un ufficio dimenticato, dove insieme al brigadiere Taroni, attende vanamente uno squillo di telefono che lo sottragga all'umida immobilità. Finché un giorno, dopo 16 anni e 7 mesi di questa vita, viene trovato il cadavere di Asmodeo Baldini, archeologo dilettante, precipitato da un'impalcatura eretta nella chiesa di Sant'Apollinare mentre furtivamente era intento a picconare il mosaico che raffigurava il palazzo del re goto Teodorico. L'autopsia rivelerà che a uccidere Baldini è stato un misterioso veleno ottenuto dal seme delle prugne."

Non mi ha convinto. Il linguaggio locale ha dato una bella nota di simpatia alla narrazione, ma i frequenti inserti di filosofia non mi sono piaciuti, la filosofia non è il mio forte, proprio per niente!