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Il mio commento

Molto inquietante questo romanzo uscito agli inizi degli anni ’80 e che ora sarà riproposto con il titolo, tradotto dall’originale, La fabbrica delle vespe. Non lascia spazio all’immaginazione e non suscita alcun sentimento nei confronti del giovane protagonista nonostante Frank,dotato di una perfida intelligenza, commetta, nel corso di riti sacrificali molto complicati e originali atti efferati nei confronti di piccoli animali e di bambini. Né simpatia né antipatia, né ostilità né complicità dicevo ed è questa una caratteristica che si riscontra raramente nei romanzi thriller. Spesso anche per i serial killer della letteratura -siano essi frutto dell’immaginazione dell’autore o di una minuziosa ricerca su fatti reali- si tende, inconsciamente, a voler trovare una sorta di giustificazione (abbandonato in un orfanotrofio, violato, ecc.) come se l’uomo rifiutasse la violenza fine a se stessa. Ma non c’è solo Frank; sulla scena apparirà, in un climax ascendente, anche suo fratello Eric diventato pazzo aver assistito ad un fatto raccapricciante, credetemi veramente raccapricciante.
Assolutamente inaspettata, sorprendente, geniale, spiazzante, la rilevazione finale!

Un imprevisto : aggiungo dopo alcune interessanti recensioni trovate in rete