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19-November-2011, 15:43
#16
Master Member
Wole Solinka (Nigeria 1934)
Premio Nobel per la letteratura 1986
Poeta e drammaturgo nigeriano, considerato uno dei più importanti esponenti della letteratura dell'Africa sub-sahariana, nonchè il maggiore drammaturgo africano.
Nel corso della guerra civile nigeriana, viene incarcerato dal 1967 al 1969 per un articolo in cui chiedeva " un cessate il fuoco".
Ha insegnato in numerose università, fra cui Yale, Cornell, Harvard, Sheffield e Cambridge, ed è membro delle più prestigiose associazioni letterarie internazionali. Ha ricevuto diversi riconoscimenti in tutto il mondo e il premio Nobel per la letteratura nel 1986.
Perseguitato e condannato a morte dal dittatore nigeriano Sani Abacha, Soyinka vive ora negli Stati Uniti.
Conversazione telefonica
Il prezzo sembrava ragionevole, il luogo
indifferente. L'affittuaria aveva giurato di vivere
fuori sede. Non rimaneva nulla
se non la confessione. "Signora" avvisai,
"detesto buttar via tempo in viaggi inutili - sono africano."
Silenzio. Trasmissione zittita di
buone maniere pressurizzate. La voce, quando venne,
spalmata di rossetto, pigolio di lungo
bocchino dorato. Ero stato beccato, che imbecille.
"QUANTO SCURO?"... Non avevo sentito male... "LEI È CHIARO
O MOLTO SCURO?" Bottone B. Bottone A. Tanfo
di respiro rancido di pubblico nascondino telefonico.
Cabina rossa. Cassetta rossa. Autobus rosso
a due piani che schiaccia l'asfalto. Era vero! Svergognata
dal silenzio scortese, la resa
spinse lo stupore a pregare semplificazione.
Lei era piena di riguardo, variando l'enfasi -
"LEI È SCURO? O MOLTO CHIARO?"
Venne la rivelazione.
"Lei intende - come cioccolato semplice o al latte?"
Il suo assenso era clinico, schiacciante nella propria leggera
impersonalità. Rapidamente, regolatomi a quella lunghezza d'onda,
scelsi. "Seppia Africano occidentale" e come pensiero aggiunto,
"Come dice il mio passaporto." Silenzio per spettroscopico
volo di fantasia, fino che la sincerità fece risuonare il suo duro
accento sulla cornetta. "COS'E'?" concedendo
"NON HO IDEA DI COSA SIA." "Tipo castano."
"È SCURO, GIUSTO?" "Non del tutto.
Di faccia, sono castano, ma signora, dovrebbe vedere
il resto di me. Il palmo della mia mano, le piante dei miei piedi
sono di un biondo ossigenato. Lo sfregamento, dovuto -
che stupido pazzo - allo starmene seduto, ha reso
il mio sedere nero corvino - un momento, signora!"- percependo
il suo ricevitore rizzarsi in un fragore di tuono
fin nelle orecchie: "Signora," supplicai, "non vorrebbe piuttosto
controllare di persona?"
Wole Soyinka
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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02-December-2011, 22:48
#17
Master Member
Thànatos athànatos
E dovremo dunque negarti, Dio
dei tumori, Dio del fiore vivo,
e cominciare con un no all'oscura
pietra "io sono", e consentire alla morte
e su ogni tomba scrivere la sola
nostra certezza: "thànatos athànatos"?
Senza un nome che ricordi i sogni
le lacrime i furori di quest'uomo
sconfitto da domande ancora aperte?
Il nostro dialogo muta; diventa
ora possibile l'assurdo. Là
oltre il fumo di nebbia, dentro gli alberi
vigila la potenza delle foglie,
vero è il fiume che preme sulle rive.
La vita non è sogno. Vero l'uomo
e il suo pianto geloso del silenzio.
Dio del silenzio, apri la solitudine.
Salvatore Quasimodo
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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06-December-2011, 22:32
#18
Master Member
William Butler Yeats
1865-1939
Poeta, drammaturgo, scrittore e mistico irlandese, premio Nobel per la letteratura nel 1923.
Tre tempi
I pesci shakespeariani nuotavano in mare, lontano dalla terra;
I pesci romantici nuotavano in reti che facevano capo a una mano;
Che cosa sono tutti quei pesci che boccheggiano sulla spiaggia?
Gli uomini migliorano con gli anni
Sono logoro di sogni;
Un tritone di marmo, roso dalle intemperie
Tra i fiutti;
E tutto il giorno guardo
La bellezza di questa signora
Come avessi trovato in un libro
Una bellezza dipinta,
Lieto d'aver riempito gli occhi
O l'orecchio sapiente,
Felice d'essere saggio e non altro,
Perché gli uomini migliorano con gli anni;
Eppure, eppure,
E' un mio sogno questo, o è la verità?
Oh, ci fossimo incontrati
Quando avevo la mia ardente giovinezza!
Ma io invecchio tra i sogni,
Un tritone di marmo, roso dalle intemperie
Tra i flutti.
Dopo un lungo silenzio
Parole dopo lungo silenzio; è giusto
Ogni altro amante allontanato o morto,
La luce ostile della lampada velata,
Le tendine abbassate sopra la notte ostile,
Giusto che discutiamo e discettiamo
Sul tema supremo dell'Arte e del Canto:
Decrepitezza del corpo è saggezza;
Giovani ci amavamo e eravamo ignoranti.
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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06-December-2011, 22:37
#19
Master Member
Se avessi il drappo ricamato del cielo,
intessuto dell'oro e dell'argento e della luce,
i drappi dai colori chiari e scuri del giorno e della notte
dai mezzi colori dell'alba e del tramonto,
stenderei quei drappi sotto i tuoi piedi:
invece, essendo povero, ho soltanto i sogni
e i miei sogni ho steso sotto i tuoi piedi;
cammina leggera, perché cammini sui miei sogni.
William Butler Yeats
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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06-December-2011, 22:51
#20
Master Member
Branduardi ha musicato 10 poesie di Yeats
Eccone una
Il violinista di Dooney:
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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07-December-2011, 08:05
#21
Eugenio Montale
Non chiederci la parola
Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.
Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!
Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti:
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo
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07-December-2011, 08:08
#22
"Piove" di Eugenio Montale, sapida parodia della celebre poesia di D'Annunzio "La pioggia nel pineto".
Piove. È uno stillicidio
senza tonfi
di motorette o strilli
di bambini.
Piove
da un ciclo che non ha
nuvole.
Piove
sul nulla che si fa
in queste ore di sciopero
generale.
Piove
sulla tua tomba
a San Felice
a Ema
e la terra non trema
perché non c'è terremoto
né guerra.
Piove
non sulla favola bella
di lontane stagioni,
ma sulla cartella
esattoriale,
piove sugli ossi di seppia,
e sulla greppia nazionale.
Piove
sulla Gazzetta Ufficiale
qui dal balcone aperto,
piove sul Parlamento,
piove su via Solferino,
piove senza che il vento
smuova le carte.
Piove
in assenza di Ermione
se Dio vuole,
piove perché l'assenza
è universale
e se la terra non trema
è perché Arcetri a lei
non l'ha ordinato.
Piove sui nuovi epistèmi
del primate a due piedi,
sull'uomo indiato, sul cielo,
ottimizzato, sul ceffo
dei teologi in tuta
o paludati,
piove sul progresso
della contestazione,
piove sui works in regress,
piove
sui cipressi malati
del cimitero, sgocciola
sulla pubblica opinione.
Piove, ma dove appari
non è acqua né atmosfera,
piove perché se non sei
è solo la mancanza
e può affogare.
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07-December-2011, 08:13
#23
Pablo Neruda, poeta cileno Premio Nobel per la Letteratura nel 1971.
Il tuo sorriso
Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l’aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.
Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l’acqua che d’improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d’argento che ti nasce.
Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d’aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.
Amor mio, nell’ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d’improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.
Vicino al mare, d’autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.
Riditela della notte,
del giorno, della luna,
riditela delle strade
contorte dell’isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l’aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.
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07-December-2011, 21:15
#24
Master Member
Hermann Hesse
1677 - 1962
Scrittore e poeta tedesco naturalizzato svizzero e Premio Nobel per la Letteratura nel 1946.
Il Poeta
Più respira puro il giardino nella rugiada della notte
più s'allunga silenziosa la città verso la valle,
come usciti da un sogno
luccicano i fiori nel buio, pallidi e spettrali.
Soltanto a me, che del sole son stanco,
nemmeno la sera rinfresca la fronte ardente,
si struggono i sensi
più che nel giorno assetati.
Mi divora la passione inappagata
che di giorno ho domato con astuzia,
mentre ora dal breve stordimento
risorge disperata.
Amore respira l'albero e amore la luna,
amore sognano i fiori tra il fogliame nero,
io solo rimango assetato,
non amato in un mondo che ride.
Ragazze incantate e uomini restano in ascolto
quando tra i cespugli risuona il mio liuto solitario
e si dissangua nei canti,
non tra le braccia dell'amore, il mio cuore.
Come sono difficili...
Come sono difficili i miei giorni!
Non c'è fuoco che mi riscaldi,
non c'è sole che mi sorrida,
tutto è vuoto,
tutto è freddo e senza pietà,
anche le amate e luminose stelle
mi guardano sconsolate
da quando ho scoperto nel mio cuore
che può morire anche l'amore.
Ti Prego
Quando mi dai la tua piccola mano
che tante cose mai dette dice,
ti ho forse chiesto una sola volta
se mi vuoi bene?
Non pretendo infatti che tu mi ami,
voglio soltanto saperti vicina
e che, silenziosa e lieve,
tu mi dia talvolta la tua manina.
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
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07-December-2011, 22:23
#25
Master Member
Non sapevo che Hermann Hesse fosse anche pittore:
"Tra la mia pittura e la mia poesia non c'è discrepanza,
cerco sempre la verità poetica, non quella naturalista."
Gioia del pittore
I campi portano grano e costano denaro,
sono insidiati i prati dal filo spinato,
bisogno e avidità hanno allignato,
tutto appare murato e corrotto.
Ma qui nei miei occhi alberga
un ordine diverso di ogni cosa,
si estingue il violetto, la porpora troneggia,
di lei io canto la canzone innocua.
Giallo su giallo, e giallo unito a rosso,
fresco azzurrino velato di rossore
luce e colore balza di mondo in mondo,
s'inarca e risuona in onde d'amore.
Regna lo spirito che ogni morbo guarisce,
risuona verde da rinata sorgente,
nuovo e ricco di senso il mondo si spartisce
e il cuore si fa lieto e lucente.
Hermann Hesse
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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07-December-2011, 22:26
#26
Master Member
Farfalla Azzurra
Piccola, azzurra aleggia
una farfalla, il vento la agita,
un brivido di madreperla
scintilla, tremola, trapassa.
Così nello sfavillio d'un momento,
così nel fugace alitare,
vidi la felicità farmi un cenno
scintillare, tremolare, trapassare.
Hermann Hesse
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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07-December-2011, 22:28
#27
Master Member
Io ti chiesi
Io ti chiesi perché i tuoi occhi
si soffermano nei miei
come una casta stella del cielo
in un oscuro flutto.
Mi hai guardato a lungo
come si saggia un bimbo con lo sguardo,
mi hai detto poi, con gentilezza:
ti voglio bene, perché sei tanto triste.
Hermann Hesse
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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08-December-2011, 22:28
#28
Master Member
[QUOTE=daniela;4308]Non sapevo che Hermann Hesse fosse anche pittore:
Neanche io sapevo. Utilizzava gli acquarelli.pare che per lui dipingere fosse un modo per distaccarsi dalla letteratura.
Nel 1925 scrive: "Non è che mi ritenga un pittore, ma dipingere è bellissimo. Dopo, le dita non sono nere come nel caso dello scrivere, ma rosse e blu."
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
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12-December-2011, 21:56
#29
Master Member
ancora una poesia del grande Hesse.
Sull'amore
Si chiama amore ogni superiorità,
ogni capacità di comprensione,
ogni capacità di sorridere nel dolore.
Amore per noi stessi e per il nostro destino,
affettuosa adesione
a ciò che l’Imperscrutabile
vuole fare di noi
anche quando
non siamo ancora in grado di vederlo
e di comprenderlo.
Hermann Hesse
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
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12-December-2011, 22:39
#30
Master Member
Gabriela Mistral (Cile 1889 - 1957)
Fu la prima donna latinoamericana a vincere il Premio Nobel per la letteratura nel 1945.
Il giorno dell'incontro
Giorno nostro, per quale strada
senza piedi, senza vento
che non sapemmo, che non vegliammo
nulla ce lo prediceva
non fischiammo alle colline
e senz'orma esso veniva!
Sembravano tutti uguali
e di colpo maturò un Giorno
era come tutti gli altri,
come le canne e le olive
ma a nessuno dei suoi fratelli,
come Giuseppe, assomigliava.
GABRIELA MISTRAL
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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