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Discussione: Una vita da Utore

          
  1. #1
    Junior Member L'avatar di Giovanni Monte
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    Una vita da Utore

    ciao. frequentai questo forum per qualche mese nel 2008 quando si chiamava in un altro modo. oggi torno con questa robaccia. se avete un caminetto, una stufetta a legna o un tavolino zoppo saprete certamente come utilizzarlo.
    4 anni fa conobbi una tipaccia, si faceva chiamare Guerriglia. la odiavo, perché odiava J.T Fante. poi incappai in una sua foto e scoprii che era dotata di una candida maglietta GONFIA di intelligenza e splendore. cambiai idea su di lei e presi a STIMARLA follemente. (in fondo un gentiluomo è sempre disposto a tollerare le idee degli altri). sapete dirmi se bazzica ancora questi angoli del web?
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    "L'homme c'est rien, l'oeuvre c'est tout"
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  2. #2
    Master Member L'avatar di Rosy
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    E' un giallo? Parlacene; se l'hai già fatto in ...quell'altra vita precedente, io non me lo ricordo.

    Per l'altra domanda, la privacy ci impone di tacere. Se l'interessata vuole, ti risponderà. ciao!
    Rosy
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  3. #3
    Junior Member L'avatar di Giovanni Monte
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    un giallo.. nero... tendenzialmente multicolor...

    Filippo Pisano, protagonista e narratore della storia è uno sfaccendato di quasi quarant’anni, sedicente scrittore e autore di un unico romanzo, pubblicato dieci anni prima. Filippo, che non scrive una pagina nuova da dieci anni, e conduce una vita priva di ambizioni, è improvvisamente accusato dell’omicidio della vedova Parmentieri, la dirimpettaia mangiabambini che trent’anni prima bucava impietosamente i palloni da calcio di Filippo e i suoi fratelli. Scagionato, il nostro eroe continuerà a essere guardato con sospetto dagli inquilini del palazzo, memori del mai sopito rancore di Filippo nei riguardi della vedova, mentre le indagini della polizia si spostano su un contadino che vive alle porte del paese, un piccolo coltivatore di pomodori ossessionato dal vicino fattore, colpevole di rovinargli il raccolto con le sue pecore. Filippo, sempre più impantanato in un precariato lavorativo ed esistenziale, si trasferisce nella casa di campagna, per trovare la pace necessaria a scrivere il lavoro teatrale, commissionatogli da un misterioso regista romano, su cui medita da tempo. Qui farà conoscenza con il supposto killer della vedova, il numero uno tra gli indiziati della polizia, che finirà per coinvolgerlo in una assurda, macabra disavventura, una vendetta violenta, fino al ribaltamento di un finale che scompone i sottili equilibri dell’intera narrazione.
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  4. #4
    Outsider Member L'avatar di Tregenda
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    Folle chi non lo legge...

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