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Discussione: Anacreonte

          
  1. #1
    Master Member L'avatar di Sir Galahad
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    Lightbulb Anacreonte

    Anacreonte

    Tra i lirici greci, Anacreonte si distinse per la leggera profondità del tema. Dalla Anacreontee oggi leggo:


    Un'ape che dormiva tra le rose,
    non la vide Eros, che ne fu trafitto in un dito:
    lanciò un grido percuotendosi le mani
    e di corsa e a volo venne dalla bella Citerea:
    "Madre, son finito, son finito e sto morendo,
    mi hacolpito un serpentello con le ali,
    che è chiamato qui dai villici la pecchia ".
    E lei disse:
    "Se si soffre per un pungiglion d'ape,
    quanto pensi che si soffra
    per i colpi che tu infliggi?"

  2. #2
    Senior Member L'avatar di silvia77
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    Re: Anacreonte

    Con una palla purpurea, di nuovo,
    Eros chioma d'oro mi colpisce,
    e mi invita a giocare
    con una fanciulla dal sandalo variegato.
    Ma lei - è di Lesbo
    ben costruita - disprezza
    la mia chioma che è bianca,
    e di fronte a un'altra sta a bocca aperta.
    "...she lives for the written word, and people come second or possibly third..." Morrissey

  3. #3
    Senior Member L'avatar di silvia77
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    Re: Anacreonte

    Porta l'acqua, porta il vino, ragazzo,
    e portami corone di fiori
    che voglio fare a pugni con Eros.
    "...she lives for the written word, and people come second or possibly third..." Morrissey

  4. #4
    Master Member L'avatar di Sir Galahad
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    Re: Anacreonte

    Puledra tracia, perchè dunque tu, lanciandomi occhiate di traverso ,
    senza pietà mi sfuggi? Credi forse che io sia un buono a nulla ?
    Sappilo bene, io potrei facilmente metterti il morso,
    e tenendo le briglie potrei farti girare attorno alle mète del tracciato;
    adesso invece tu pascoli nei prati e ti diverti saltellando leggera.
    ...Perché tu non hai un cavaliere esperto che ti monti.

  5. #5
    Master Member L'avatar di Sir Galahad
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    Re: Anacreonte

    Della collocazione storico-letteraria di Anacreonte


    (Anacreonte ritratto nell'atto di cantare e suonare la lira - da Wikipedia)

    Anacreonte di Teo (570-485 a.C.n.) fu poeta itinerante, ed è inserito tra i poeti della cosiddetta Età classica della lewtteratura greca. Autore prolificodi versi melici, giambici ed elegiaci,delle sue opere ci sono giunti, però, circa duecento frammenti, giambici.
    A.scrisse in lingua jonica, ed il suo stile è (passatemi il termine) segnato da profonda leggerezza, nel senso che dipinse i tratti più nascosti dell'animo umano con tratto e parole facilmente intuibili ed usate dal parlato comune. Lo stile è quindi semplice, limpido, vivace. Il tono a volte è anche satirico.
    In A. son frequenti i poliptoti (stesse parole, ma con diverse terminazioni), le anafore, le personae loquentes (personaggi volutamente inseriti da Anacreonte ed esprimentesi in prima persona).
    I temi sono: il simposio, l'amore etero- ed omosessuale, il vino, la politica, le vicende della vita della persona (ed è qui che lo preferisco, pittore come pochi dell'animo umano).

  6. #6
    old crone L'avatar di Indigowitch
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    Quote Originariamente inviato da Sir Galahad Visualizza il messaggio
    Puledra tracia, perchè dunque tu, lanciandomi occhiate di traverso ,
    senza pietà mi sfuggi? Credi forse che io sia un buono a nulla ?
    Sappilo bene, io potrei facilmente metterti il morso,
    e tenendo le briglie potrei farti girare attorno alle mète del tracciato;
    adesso invece tu pascoli nei prati e ti diverti saltellando leggera.
    ...Perché tu non hai un cavaliere esperto che ti monti.
    Sempre adorato questa poesia,sembra quasi di vedere la fanciulla sdegnosa che gira le spalle al poeta un po' attempato!
    Sai che in un'altra versione il "lanciare occhiate di traverso" viene tradotto con "guardare storto, con aria torva"?
    E' interessante perché a seconda della scelta di traduzione il senso cambia, anche se di poco .
    La vita morde forte alle spalle e quando sorride ti fa solo del male (Mauro Berchi)

  7. #7
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    Sovra i mirti e fra le rose (trad.di Ugo Foscolo, 1821)



    Sovra i mirti e fra le rose,
    Sovra molli erbe odorose
    Adagiato io voglio ber.
    Deh, t'annoda al collo il manto,5
    Bell'Amore! e mentr'io canto,
    Corri a farmi da coppier.
    Ahi! l'umana vita fugge
    Come ruota che si strugge
    Più che gira, e sempre va.10
    Sonno eterno in poca fossa
    Sulla polvere e fra l'ossa
    Il mio corpo dormirà.
    A che i balsami e i conforti
    Sulle tombe? A che su' morti15
    Tanto vino e tanti fior?
    A me il nappo e la corona
    Or ch'io spiro, or che risuona
    La mia lira e m'arde il cor.
    Vieni e meco ti trastulla;20
    Qui m'invita la fanciulla
    Che sa ridere e trescar.
    Ah, Cupido! è meglio, innanzi
    Che fra' morti ignudo io danzi,25
    Dar gli affanni ai venti e al mar.

  8. #8
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    Biancheggiano già le mie tempie
    e calvo è il capo;
    la cara giovinezza non è più,
    e devastati sono i denti.
    Della dolce vita ormai
    mi resta breve tempo.
    E spesso mi lamento
    per timore dell’Ade.
    Tremendo è l’abisso di Acheronte
    e inesorabile la sua discesa:
    perché chi vi precipita
    è legge che più non risalga.






    Anacreonte dipinge con crudo realismo accompagnata da amarezza il timore per l'avvicinarsi dell'età senile. La vecchiaia priva l’uomo della bellezza e concede poco tempo alla dolce vita (...mi resta breve tempo) . La vecchiaia, qui, è descritta con timore, è vero (Biancheggiano... le tempie... calvo è il capo),però dona sempre alla persona che si inoltra nel tempo la facoltà di pensare sul valore della vita; così, Anacreonte teme soprattutto la morte ed esprime sgomento per la paura della discesa nell'Acheronte, da cui è stabilito che chi scende non risalga. La consapevolezza della finitudine umana è, allora, un bene per l'uomo stesso perchè con essa prende ragione, pur manifestando sentimenti estremi, della vacuità del tempo e della necessità di sostanziare gli ultimi anni della propria vita. Ricordiamo che secondo la concezione della Grecia classica Ade e la sua sposa Persefone- Proserpina [divinità psicopompe] erano i sovrani delle anime dei morti: dall' Acheronte, ultimo baratro, non c’era possibilità di ritorno alla vita; le anime, ombre senza vita , conducevano nell’Oltretomba un’esistenza imprecisa, come un riflesso della vita terrena, però priva della materialità e della consistenza.

  9. #9
    Master Member L'avatar di Sir Galahad
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    Eros è come un fabbro:
    mi stronca col suo enorme maglio,
    poi mi lava il sangue
    in un gelido torrente.

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