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Discussione: Natura e poesia

          
  1. #1
    Master Member L'avatar di Sir Galahad
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    Lightbulb Natura e poesia

    Rampicante selvaggio


    Il rampicante selvaggio sale
    verso l’alto e a lui vicino
    un rovo segna i suoi steli spinosi
    sulla scura argilla.

    Il rampicante selvaggio riversa
    su di lui i suoi germogli, per nascondere
    le spine del rovo
    con i suoi virgulti brillanti.

    Smette di graffiare
    nell’argilla scura, si snoda,
    e si piega verso il rampicante selvaggio
    man mano che si riversa su di lui.

    Ero una ginestra spuntata
    prima che tu mi amassi,
    dolce selvaggio rampicante,
    dolce germoglio di latte.

    Le tue braccia bianche
    hanno liberato le mie spine di rovo
    e mi hanno ingentilito
    dentro i nuovi virgulti.

    Questa insolita compagnia
    abbiamo mantenuto:
    la tua facile bellezza
    e la mia bruttezza.


    Georgias Drosines (1859-1951)

  2. #2
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    IL CONFINE DEL VENTO

    Questa campagna esatta e laboriosa tenere tra le braccia,
    masticarla piano, assaporare tra i denti una gioia
    assoluta e senza credi, diventare lo sguardo fisso delle vigne,
    essere i sentieri che corrono a perdifiato tra gli ulivi, vene
    che ingurgitano i verbi della luce, la grammatica breve
    degli insetti, le vite infinite e sconosciute, le chiome
    nebulose dove si frange il volo della gazza, le aperte
    geometrie, se potessi questa terra ingoiarla, digerirne
    le masserie lucide di calce e di silenzi, essere il brusio
    delle finestre, il richiamo misterioso dei pozzi, se potessi
    essere la memoria di tutti i fili d'erba, essere io lo sguardo
    il suono, il confine del vento.

    Paolo Polvani
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

  3. #3
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    Hanno arato i campi stamattina
    e nel sole freddo dell’inverno
    il dorso delle zolle brilla lucido
    come un diamante estratto dal profondo
    io credevo che il dentro della terra fosse buio:
    non capivo dove i semi prendessero il coraggio
    e i crochi
    il colore della loro fioritura.

    Francesco Tomada
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

  4. #4
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    Non una nuvola in cielo


    Cielo azzurro
    Azzurro elettrico
    Soffice serico
    Azzurro delfinia!


    Azzurro
    Sì ecco il cielo questo
    Mattino d'agosto
    Ed estovestnordsud
    Ho guardato tutti gli
    Orizzonti
    Completamente senza nubi
    No nemmeno il brandello d'una
    Nuvola bianca


    Azzurro
    Nient'altro che
    Azzurro spazio
    Azzurro specchio d'eternità
    Les anges passent
    In alto un battito d'ali d'angeli
    Tenue azzurro
    Liscio come il culo d'un bimbo
    Avvolgente cantante azzurro!


    Sì in questo mattino
    Non c'è una nuvola in
    tutto il cielo


    Irving Stettner
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  5. #5
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    Giardino

    L'iridato
    getto che il vento obliqua e sfrangia, vela
    per un istante il paesaggio
    lo appanna come una memoria.
    Poi di colpo s'imprimono
    nella stillante acqua il fico, il nespolo
    del Giappone, arde il chiaro
    deliquio delle rose. A sommo
    del muro gli archi del loggiato, le
    persiane verdi e nere
    s'inseguono, più su la fuga ilare
    dei meli scende a picco, scendono
    monti e ombre di monti.
    Bellezza un poco cruda, non mia forse,
    e troppo mia,
    come una spada lampeggiante un giorno
    mi feristi nel sonno adolescente,
    dentro t'ebbi a non farmi più dormire.

    Sergio Solmi
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  6. #6
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    UN’ALTRA ROSA

    È da giorni sul tavolo. Un’amica
    me l’ha regalata senza alcun motivo,
    come viene e va la felicità,
    senza alcuna intenzione che potesse
    farla simbolo di qualcosa.
    Ora che ha perso il colore
    e che sono seccati i suoi petali
    e ha l’odore delle cose perdute
    ora dice che non se ne vanno solo
    la felicità o l’amore,
    ma che passano anche i giorni vuoti,
    che non c’è modo di nascondersi dalla vita,
    che la fine è la stessa,
    che quello che non è neppure cominciato tuttavia finisce.
    E la vita, è già compiuta? È tardi per riviverla?

    MARTÍN LÓPEZ-VEGA

    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

  7. #7
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    In un angolo del giardino, tra schiuma di sapone,
    alcune rose si sono piegate sotto il peso del loro profumo.
    Nessuno ha sentito l’odore di queste rose.
    Nessuna solitudine è piccola.


    Ghiannis Ritsos
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  8. #8
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    Viene il vento.
    Non ha in sé domande.
    Non l’hanno invitato a venire.


    Accarezza come sa,
    come ha sempre fatto, come fosse
    ancora possibile, anche qua.


    Natan Zach
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  9. #9
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    Agave

    Non sono utile nè bella,
    non ho colori lieti nè profumi;
    le mie radici rodono il cemento,
    e le mie foglie, marginate di spine, mi
    fanno guardia, acute come spade.

    Sono muta. Parlo solo il mio linguaggio di
    pianta, difficile da capire per te uomo.
    E un linguaggio desueto,
    esotico, poichè vengo di lontano,
    da un paese crudele
    pieno di vento, veleni e vulcani.

    Ho aspettato molti anni prima di
    esprimere questo mio fiore altissimno e
    disperato, brutto, legnoso, rigido, ma teso
    al cielo.

    E' il nostro modo di gridare che
    morrò domani. Mi hai capito adesso?

    10 settembre 1983
    Primo Levi

    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  10. #10
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    La valle silenziosa

    Si è scatenato il silenzio.
    Presso la valle, un salice dal corpo maestoso.
    Nel cielo, la tinta del tramonto
    il passaggio d'una nuvola bianca.

    Nelle vene di ogni foglia scorre silenziosa la brezza.
    Dietro ogni roccia c'è un panico in agguato.
    Dietro un sasso, una lucertola ha allungato il collo.
    Per timore della valle silenziosa
    ha nascosto il movimento del corpo.
    Guarda la strada: fredda, secca, amara, triste.

    Come una serpe sul corpo del monte,
    striscia una strada
    [e] sulla strada, un viandante.
    Il pensiero della valle e della solitudine
    ha fatto scorrere timore nelle sue vene
    la vista in ogni angolo ha disegnato la sorgente dell'immaginazione:
    da ogni varco del corpo del monte
    è strisciato una serpe.
    Dietro ogni sasso la spina con ira
    ha sguainato un pugnale.

    Il tramonto è volato via dal monte.
    Alla vista, è smarrita l'immagine della strada e del viandante.
    Una grande malinconia colma d'immaginazione
    è posata sulle rocce.
    All'interno della valle buia
    il silenzio si è scatenato.

    Sohrab Sepehri
    The creatures outside looked from pig to man, and from man to pig, and from pig to man again: but already it was impossible to say which was which.

  11. #11
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    GLI ALBERI

    Guardavamo i nostri alberi, era dall’alto
    della terrazza che ci fu cara, il sole
    si teneva vicino noi quella volta ancora
    ma ritirandosi, ospite silenzioso
    sulla soglia della casa in rovina,
    che gli lasciavamo immensa, illuminata.

    Vedi, ti dicevo, fa scivolare sulla pietra
    disuguale, incomprensibile, dove siamo appoggiati,
    l’ombra delle nostre spalle confuse,
    quella dei mandorli vicini
    e quella dell’alto dei muri che si unisce alle altre,
    bucata, barca bruciata, prua che va alla deriva
    come un sovrappiù di sogno o di fumo.

    Ma laggiù le querce sono immobili,
    neppure l’ombra si muove, nella luce,
    sono le rive del tempo che scorre qui dove noi siamo
    e il suolo è inavvicinabile tanto è rapida
    la corrente gonfia di speranza della morte.

    Abbiamo guardato gli alberi un’ora intera.
    Il sole aspettava tra le pietre
    poi distese pietosamente
    verso gli alberi, più giù nel burrone,
    le nostre ombre che sembravano raggiungerli
    come allungando le braccia si può toccare,
    a volte, nella distanza tra due persone
    un istante del sogno dell’altra, che non ha fine.

    Yves Bonnefoy
    traduzione di Mario Benedetti
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  13. #12
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    Agave

    Non sono utile, né bella,
    non ho colori lieti né profumi;
    le mie radici rodono il cemento,
    e le mie foglie, marginate di spine,
    mi fanno guardia, acute come spade.

    Sono muta. Parlo solo il mio linguaggio
    di pianta. Difficile a capire per te uomo.

    E un linguaggio desueto,
    esotico, poiché vengo di lontano,
    da un paese crudele
    pieno di vento, veleni e vulcani.

    Ho aspettato molti anni prima di esprimere
    questo mio fiore altissimo e disperato,
    brutto, legnoso, rigido ma teso al cielo.

    E' il nostro modo di gridare che
    morrò domani. Mi hai capito adesso?

    10 settembre 1983
    Primo Levi

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    (l'agave produce nella sua vita un solo fiore, dopodiché muore)
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  15. #13
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    Un tempo gli alberi avevano occhi

    Un tempo gli alberi avevano occhi,

    posso giurarlo,
    so di certo
    che vedevo quando ero albero,
    ricordo che mi stupivano
    le strane ali degli uccelli
    hemi sfrecciavano davanti,
    ma se gli uccelli sospettassero
    i miei occhi,
    questo non lo ricordo più.
    Invano ora cerco gli occhi degli alberi.
    Forse non li vedo
    perché albero non sono più,
    o forse sono scivolati lungo le radici
    nella terra,
    o forse,
    chissà,
    solo a me m'era parso
    e gli alberi sono ciechi da sempre...
    Ma allora perché
    quando mi avvicino
    sento che
    mi seguono con gli sguardi,
    in un modo che conosco,
    perché, quando stormiscono e occhieggiano
    con le loro mille palpebre,
    ho voglia di gridare -
    Cosa avete visto?...

    Ana Blandiana
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  16. #14
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    La rosa

    La rosa
    che l'inverno dischiuse,
    svolse, innervò, arricciò,
    vetrificò
    d'incarnatini zuccheri, venò
    d'impercettibile sangue. Fissata
    nel suo gelo oltrevita, la penso
    perfetto emblema d'un giorno, a disfarsi
    non destinata foglia
    dopo foglia nel molle
    sfacelo delle stagioni, ma come
    aereo, spettrale cristallo, di colpo
    a frangersi.


    Sergio Solmi
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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