Eccomi qua, cara Cecilia!
Ho letto Il bacio della Vedova di André Héléna. Dopo di che ho acquistato: Il gusto del sangue e I viaggiatori del venerdì, che mi stanno aspettando nella mia libreria, e ho messo nella mia Lista dei desideri tutti gli altri titoli di Héléna. Dici che mi è piaciuto?


Il bacio della vedova

Maxence sta per ricevere “il bacio della Vedova”, cioè sta per essere ghigliottinato. Non conosciamo nulla di lui, se non la gamma dei sentimenti che prova durante il breve percorso che lo conduce verso la Vedova.
Dopo il racconto della tragica fine di Maxence, la narrazione diventa rapida e cruda, trascinandoci dentro l'azione e la psicologia dei protagonisti, sviluppando gli avvenimenti e le ragioni che hanno condotto Maxence a meritarsi la condanna a morte, e per farlo ci porta nei bassifondi di una Parigi notturna e piovosa, tra bistrot, poliziotti duri, ragazze all'apparenza ingenue, e ci racconta una storia di squallore, grettezza e miseria.
Ma protagonista di questa storia è anche l'ineluttabilità del proprio destino. Forse è per questo motivo che il romanzo incomincia rivelandoci l’epilogo della vicenda: questo toglie suspense al racconto, ma lascia intatta la curiosità di scoprire perché Maxence fa quella fine. Così, pagina dopo pagina, in un crescendo di partecipazione, ci troviamo a sperare che Maxence non riconosca quella persona che vede passare, oppure che non imbocchi proprio quella via ma la successiva, che non entri proprio in quel bar... E proseguendo nella lettura ci scopriamo a combattere tra la coscienza di quello che è già accaduto e la speranza che, a dispetto di tutto, non smette di sperare.
Davvero una bella scoperta André Héléna, un autore che consiglio e di cui approfondirò la conoscenza.

“Maxence era rimasto seduto sul letto, a testa bassa. Non riusciva ancora a stabilire una frontiera tra il sogno e la realtà. Era stato strappato troppo velocemente a quel sogno ottimista.
Perciò non voleva crederci. Non era possibile, andiamo, non gli avrebbero tagliato la testa! C’era ancora speranza, si poteva ancora fare qualcosa! Un miracolo, Dio mio, un miracolo! Potevano succedere cose straordinarie, una guerra, una rivoluzione, la prigione presa d’assalto, un rimorso del Presidente, un ammutinamento dei detenuti! Ma non questo, Signore, non questo; voleva vivere!
Ma più sperava in un cataclisma che lo salvasse, più si rendeva conto che non c’era nulla da fare. Il dado era tratto. Aveva perso”.


Molto bello. Grazie per avermelo fatto conoscere, Cecilia!