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Discussione: Baricco batte Aristotele 10 a 1

          
  1. #1
    Member L'avatar di Standbyme
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    Exclamation Baricco batte Aristotele 10 a 1

    Leggo sul Corriere della Sera di ieri un articolo, a firma di Pierluigi Battista, imperniato sul
    fatto che il noto scrittore Alessandro Baricco ha trovato scandaloso che si siano vendute
    150 mila copie di un’opera di Aristotele a 1 euro!
    Non mi dilungherò sul tenore dell’articolo che troverete più avanti o se preferite andarvelo
    a leggere sul sito, questo è il link

    http://www.corriere.it/opinioni/12_m...-bene-lettori-mercato_34d79464-7719-11e1-93b9-89336e75ab45.shtml

    Cosa vuol dimostrare Baricco? Che se un’opera letteraria costa poco non ha un valore
    culturale? Ma scherziamo! A me sembra che questo “esimio” scrittore se la tiri parecchio.
    La Cultura è solo qualcosa per ricchi? I meno ambienti non hanno diritto a leggere
    un’opera classica? A me sembra che Baricco sia un po’ confuso: come nel medioevo
    vuol tenere soggiogato il “popolino”, non permettendo loro di affrancarsi, il “Sapere” è
    all’appannaggio di pochi eletti.
    Potrei continuare ma lascio un po’ di spazio agli amici per un loro intervento.
    Mi piacerebbe conoscere anche il parere di Andrea Novelli & Gianpaolo Zarini come colleghi di Baricco.
    Ed ora vi devo una spiegazione sul titolo dell’intervento:
    il prezzo dell’ultimo libro di Baricco, "Tre volte all'alba", 96 pagine viene venduto a 10 Euro La Costituzione degli Ateniesi di Aristotele di pagine ne ha 166 (almeno in un'edizione vista su IBS) e grazie all’iniziativa del Corriere è stato venduto ad 1 euro.
    Seguendo il ragionamento di Baricco lui vale dieci volte Aristotele: mi viene in mente una frase del grande Totò “Ma mi faccia il piacere!

    PS
    Non ho letto nessun romanzo di Baricco ma dopo questo suo intervento cercherò di
    rimanere “ignorante”

    Ed ecco l'articolo
    Se Aristotele fa bene ai lettori e al mercato
    LIBRI A BASSO COSTO
    Se Aristotele fa bene ai lettori e al mercato


    Alessandro Baricco trova scandaloso che si vendano 150 mila copie di un'opera di Aristotele, per
    di più a un euro. Non c'è da stupirsi. I sacerdoti dell'intoccabile (e costosa) Tradizione hanno sempre
    tuonato contro la perversione dei nuovi tempi quando hanno inventato: la stampa a caratteri mobili,
    i giornali, il pianoforte a muro, la fotografia, il treno, il romanzo, il fonografo e il grammofono, i
    dischi, le automobili, la radio, il cinema, la televisione, la penna a biro, il rock, l'hi-fi, il registratore,
    le videocassette, i poster con Van Gogh, il computer, l'iPod, il tablet. Figurarsi se l'anatema non
    doveva essere scagliato anche contro i libri in edizione tascabile. La Cultura alla portata di tutti. «Che
    volgarité», come direbbe la Carla Bruni crudelmente caricaturizzata da Fiorello.

    Su Repubblica, commentando il successo in edicola di un libro di Aristotele allegato al
    Corriere della Sera, «La Costituzione degli Ateniesi», Baricco si fa prendere infatti da un sentimento
    che definisce, malinconicamente, «tristezza». E perché Aristotele a un euro sarebbe triste? Perché
    è «come piazzarsi in un luna park con uno Stradivari e per un euro farlo suonare per cinque minuti a chi
    è disposto a pagare quella cifra (lo zucchero filato è più caro)». Il paragone, anche a non voler
    soffermarsi sul riferimento un po' frusto alle nefandezze del luna park (la cultura di massa dipinta come
    fenomeno «da baraccone») appare tuttavia molto azzardato: leggere un libro non è come suonare uno
    Stradivari, e leggere un libro di Aristotele non significa contaminare, con l'uso di un testo da parte di
    cervelli meno esperti, la purezza aristotelica. Inoltre, leggere lo stesso testo di Aristotele in edizione
    lussuosa a quaranta euro o leggerlo in edizione molto economica (solo a un euro, che vergogna) non
    comporta, per via della differenza di prezzo, esperienze spiritualmente molto diverse. Un poderoso
    luogo comune racconta che in passato lo spirito fosse più coltivato e raffinato dei tempi che viviamo. È

    vero il contrario. La società in cui molti lettori possono leggere Aristotele è migliore di quella in cui
    Aristotele è conosciuto solo da una casta esclusiva di sapienti. La democrazia è migliore
    dell'aristocrazia. Ascoltare Bach o Mozart con gli strumenti della riproduzione tecnica non
    necessariamente scalfisce l'«aura» di un'opera, ma la rende più accessibile a chi prima non avrebbe
    avuto modo di conoscerla. Chi ha inventato le edizioni paperback è un benemerito del progresso e della
    civiltà. E l'Italia è un Paese migliore e più colto da quando la Bur e gli Oscar Mondadori hanno portato i
    classici alla portata di tutte le tasche, mettendo a disposizione di un gran numero di persone artisti e
    scrittori che, quando i barbari non erano ancora alle porte, erano appannaggio di una cerchia ristretta di
    devoti della grande Cultura.

    I libri a buon mercato dimostrano che sono buoni i libri ed è buono anche il mercato.
    E che il mercato non è contro la cultura. Con la diffusione del libro, le donne, mentre le élites
    imparruccate bofonchiavano indignate, hanno cominciato a leggere romanzi e i romanzi sono stati
    un dono spirituale e culturale per l'intera società. La diffusione della cultura a basso prezzo, nella
    letteratura come nella musica e nell'arte, è un fattore di civilizzazione e di arricchimento sociale. Se si
    ha fastidio delle mostre affollate, c'è un rimedio: non frequentarle. Se procurano sofferenze i libri a un
    euro, c'è un rimedio altrettanto poderoso: non comprarli. Se si odia la tv, non la si accende. Se si odia
    una trasmissione, si usa il telecomando. Questa è la democrazia, che non è solo conta delle teste e dei
    voti, ma anche costume di una società mobile, in cui chi non ha mai affrontato Aristotele può esserne
    invogliato grazie a un prezzo molto accessibile. E Aristotele, forse, non si sarebbe nemmeno offeso.

    Pierluigi Battista26 marzo 2012 | 17:46
    I libri sono come le fanciulle ti affascinano, non ti fanno dormire, ti fanno ridere, ti fanno piangere, ti prendono, dimentichi tutto per loro, ne sei geloso, ti abbagliano con la solarità, ti tradiscono ma alla fine le/li perdoni sempre.

  2. #2
    Member L'avatar di Novelli e Zarini
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    Baricco è sempre pervaso da un esibizionismo culturale pro domo sua ed altamente masturbatorio. Non c'è altro da aggiungere.

  3. #3
    old crone L'avatar di Indigowitch
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    Sarò perfida: che aspettarsi da uno scrittore che dirige una scuola di scrittura come scuola Holden,
    dove i costi di iscrizione sono proibitivi?
    A parte la mia esternazione quotidiana all'acido solforico, non vedo neanch'io dove stia lo squallore.
    Mi meraviglia anche Battista: cita la Bur e gli Oscar Mondadori...Che dire della Newton?
    E' stata una delle prime a promuovere quelle offerte tipo...5 classici 10.000 lire e via dicendo.
    E grazie a questo tipo di offerte gli studenti meno abbienti hanno conosciuto Hesse, Flaubert, Balzac,Lawrence, Pirandello...MAH!
    La vita morde forte alle spalle e quando sorride ti fa solo del male (Mauro Berchi)

  4. #4
    Io L'avatar di dolores
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    Quote Originariamente inviato da Standbyme Visualizza il messaggio
    Leggo sul Corriere della Sera di ieri un articolo, a firma di Pierluigi Battista, imperniato sul
    fatto che il noto scrittore Alessandro Baricco ha trovato scandaloso che si siano vendute
    150 mila copie di un’opera di Aristotele a 1 euro!
    Non mi dilungherò sul tenore dell’articolo che troverete più avanti o se preferite andarvelo
    a leggere sul sito, questo è il link

    http://www.corriere.it/opinioni/12_m...6e75ab45.shtml

    Cosa vuol dimostrare Baricco? Che se un’opera letteraria costa poco non ha un valore
    culturale? Ma scherziamo! A me sembra che questo “esimio” scrittore se la tiri parecchio.
    La Cultura è solo qualcosa per ricchi? I meno ambienti non hanno diritto a leggere
    un’opera classica? A me sembra che Baricco sia un po’ confuso: come nel medioevo
    vuol tenere soggiogato il “popolino”, non permettendo loro di affrancarsi, il “Sapere” è
    all’appannaggio di pochi eletti.
    Potrei continuare ma lascio un po’ di spazio agli amici per un loro intervento.
    Mi piacerebbe conoscere anche il parere di Andrea Novelli & Gianpaolo Zarini come colleghi di Baricco.
    Ed ora vi devo una spiegazione sul titolo dell’intervento:
    il prezzo dell’ultimo libro di Baricco, "Tre volte all'alba", 96 pagine viene venduto a 10 Euro La Costituzione degli Ateniesi di Aristotele di pagine ne ha 166 (almeno in un'edizione vista su IBS) e grazie all’iniziativa del Corriere è stato venduto ad 1 euro.
    Seguendo il ragionamento di Baricco lui vale dieci volte Aristotele: mi viene in mente una frase del grande Totò “Ma mi faccia il piacere!

    PS
    Non ho letto nessun romanzo di Baricco ma dopo questo suo intervento cercherò di
    rimanere “ignorante”
    BARICCO??? Chi è??? Aristotele lo conosco, questo sì. Ma Baricco???
    “Non ho bisogno di tempo per sapere come sei: conoscersi è luce improvvisa” (P. Salinas)

  5. #5
    Master Member L'avatar di Sir Galahad
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    Quote Originariamente inviato da dolores Visualizza il messaggio
    BARICCO??? Chi è??? Aristotele lo conosco, questo sì. Ma Baricco???
    Aristotele? Certo, chi non lo conosce? Addirittura per secoli la filosofia è stata bipartita tra dottrine aristoteliche e dottrine platoniche. Baricco? Boh!
    Non sono invece d'accordo sulle righe seguenti, che cito testualmente:

    La Cultura è solo qualcosa per ricchi? I meno ambienti non hanno diritto a leggere
    un’opera classica? A me sembra che Baricco sia un po’ confuso: come nel medioevo
    vuol tenere soggiogato il “popolino”, non permettendo loro di affrancarsi, il “Sapere” è
    all’appannaggio di pochi eletti.


    Il pensare che il Medioevo sia un "secolo buio" è , questo si, da retrogradi e ignoranti della Storia e della Filosofia, nonchè delle arti.
    Non starò qui a discettare sul contrario, tant'è evidente e tanto è stato sviscerato e messo in luce . Vorrei solo far presente che le dottrine Aristoteliche informarono larga parte del pensiero, non solo occidentale ma anche arabo.

  6. #6
    Administrator L'avatar di Mauro
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    Io, per parte mia, rimpiango solo le iniziative, peraltro già citate, come questa e mi limito a pensare con sollievo che, vivaddio, in un elenco di grandi scrittori come questo, uno come Baricco non ci entrerà mai.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

  7. #7
    Senior Member L'avatar di silvia77
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    Leggendo questa discussione ho fatto istintivamente un collegamento mentale con un'altra discussione apparsa pochi giorni fa sul forum, quella relativa all'articolo di Citati che lamentava il calo nella qualità delle letture degli Italiani. Con le parole di Citati io ero anche sostanzialmente d'accordo, se pure con dei distinguo...a me personalmente è capitato di dire, da prof. simpaticamente snob , ai miei allievi adolescenti: 'ok ragazzi, se dovete leggere Moccia, piuttosto non leggete proprio!!' Naturalmente con un tono provocatorio, lo scopo ultimo era quello di far capire che non tutte le letture hanno lo stesso peso e che per i 'classici' vale la pena di fare uno sforzo un più (tutto questo detto da una persona che riconosce il medesimo diritto di asilo sul proprio comodino a Platone e a Hornby, a Flaubert e a Mark Simpson). Ora, scopriamo che in tanti comprano la "Costituzione degli Ateniesi" di Aristotele e che cosa dobbiamo aspettarci? Ma naturalmente Baricco che si lamenta, logico, no? (chissà se almeno Citati è contento...?!)Gli fa tristezza, al genio Baricco, che in tanti abbiano comprato la cultura a buon mercato...oh mio Dio. L'esempio dello Stradivari sembra voler dire che Baricco dà per scontato che chi legge un Aristotele comprato a 1 euro lo legga necessariamente senza capirlo, mentre chi lo compra in edizione superlusso abbia gli strumenti intellettuali per comprenderne la scienza. Non commento neanche, salvo aggiungere che leggere Aristotele, anche eventualmente non capendolo nella sua interezza, vale la pena, a prescindere dal prezzo, mentre sforzarsi di comprendere le astrusità di Baricco...uhm
    "...she lives for the written word, and people come second or possibly third..." Morrissey

  8. #8
    Administrator L'avatar di Mauro
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    Se Citati è coerente con quello che ha affermato nel suo intervento, allora dovrebbe essere ben contento di questa larga diffusione di Aristotele (magari a scapito di Faletti).
    Lo avevo già scritto nell'altro thread ... la cosa importante è la lettura come attività in sè e non è necessario che sia incentrata solo e soltanto su letture "alte" (sennò sai che noia).
    La cosa importante è che il tempo passato a leggere ci tiene lontani dalle riviste patinate di Signorini o dai programmi trash della De Filippi (così faccio il paio con lo snobismo di Silvia ) quelli che, probabilmente, Baricco ritiene essere il cibo dello spirito più adatto a chi non vive nel suo empireo di intellettualismo egocentrico.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

  9. #9
    Member L'avatar di Standbyme
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    Quote Originariamente inviato da Sir Galahad Visualizza il messaggio
    Aristotele? Certo, chi non lo conosce? Addirittura per secoli la filosofia è stata bipartita tra dottrine aristoteliche e dottrine platoniche. Baricco? Boh!
    Non sono invece d'accordo sulle righe seguenti, che cito testualmente:

    La Cultura è solo qualcosa per ricchi? I meno ambienti non hanno diritto a leggere
    un’opera classica? A me sembra che Baricco sia un po’ confuso: come nel medioevo
    vuol tenere soggiogato il “popolino”, non permettendo loro di affrancarsi, il “Sapere” è


    Forse non avrò fatto degli esempi calzanti ma non è questo il punto. È sufficiente leggere "Uno specchio lontano" di Barbara W. Tuchman per comprendere che non è stata un'epoca buia. Quello che sostengo fermamente è che non si può, come vorrebbe Baricco, dare una scala di valori ad un'opera culturale basandosi sul valore (scusa il gioco di parole) venale.
    Faccio questo esempio: un concerto di musica classica diretto da un prestigioso maestro alla Scala, magari la "prima", vale di più dello stesso concerto, con lo stesso maestro in un parco pubblico dove si può accedere gratuitamente?
    Aurelio
    all’appannaggio di pochi eletti.


    Il pensare che il Medioevo sia un "secolo buio" è , questo si, da retrogradi e ignoranti della Storia e della Filosofia, nonchè delle arti.
    Non starò qui a discettare sul contrario, tant'è evidente e tanto è stato sviscerato e messo in luce . Vorrei solo far presente che le dottrine Aristoteliche informarono larga parte del pensiero, non solo occidentale ma anche arabo.
    Forse non avrò fatto degli esempi calzanti ma non è questo il punto. È sufficiente leggere "Uno specchio lontano" di Barbara W. Tuchman per comprendere che non è stata un'epoca buia. Quello che sostengo fermamente è che non si può, come vorrebbe Baricco, dare una scala di valori ad un'opera culturale basandosi sul valore (scusa il gioco di parole) venale.
    Faccio questo esempio: un concerto di musica classica diretto da un prestigioso maestro alla Scala, magari la "prima", vale di più dello stesso concerto, con lo stesso maestro in un parco pubblico dove si può accedere gratuitamente?
    I libri sono come le fanciulle ti affascinano, non ti fanno dormire, ti fanno ridere, ti fanno piangere, ti prendono, dimentichi tutto per loro, ne sei geloso, ti abbagliano con la solarità, ti tradiscono ma alla fine le/li perdoni sempre.

  10. #10
    Member L'avatar di setaab
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    Salve, scusate se partecipo solo ora a questa conversazione ma mi sono iscritta al forum poche ore fa! Vi siete schierati tutti contro Baricco... In parte condivido quanto detto ma perdonatemi il dover essere in disaccordo con voi sulla sua posizione nei confronti di Aristotele a 1 euro. Pur non conoscendo Baricco di persona ho letto talmente tanto che credo di poter dare un buon contributo alla conversazione, da ciò che comprendo tutti voi attribuite a Baricco il concetto di: Aristotele è solo per grandi lettori, e i lettori occasionali non dovrebbero aver la possibilità di leggerlo. Non credo sia la versione giusta, Baricco non vuole allontanare il "popolino" dalle grandi opere altrimenti non si capirebbe perchè ha messo su Pickwick... credo piuttosto che voglia sottolineare che anche chi non leggerà mai Aristotele ha comprato quel testo perchè costava soltanto 1 euro. Il prezzo non influisce sul contenuto, ma un prezzo così basso fa si che tutti comprano il libro in questione (al posto di Aristotele potrebbe esserci Kant, Virgilio, Pirandello o Moccia) pur senza essere interessati al contenuto e un titolo vale l'altro, cosa fare con questi libri? Si mettono in libreria a prender la polvere però chi entra vede dei libri, considerati il simbolo della cultura.

  11. #11
    Moderator L'avatar di kaipirissima
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    non vedo cosa ci sia di male se qualcuno compra un libro, costi questo un euro o venti, venga letto o meno, prenda o no la polvere. che ci sia ancora l'istinto a comprare libri è a mio avviso consolante e di buon auspicio.

  12. #12
    Administrator L'avatar di Mauro
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    Quote Originariamente inviato da setaab Visualizza il messaggio
    Il prezzo non influisce sul contenuto, ma un prezzo così basso fa si che tutti comprano il libro in questione (al posto di Aristotele potrebbe esserci Kant, Virgilio, Pirandello o Moccia) pur senza essere interessati al contenuto e un titolo vale l'altro, cosa fare con questi libri? Si mettono in libreria a prender la polvere però chi entra vede dei libri, considerati il simbolo della cultura.
    Sinceramente (e purtroppo) credo che ormai ci siano poche persone che si preoccupano di avere dei libri in casa per dimostrare di possedere una cultura. In un Paese dove l'arte della furbizia è considerata prerogativa fondamentale per avere successo, la Cultura diventa un orpello inutile e se proprio si deve mettere in mostra qualcosa si preferisce esibire megaschermi televisivi, gadget tecnologici vari e grossi macchinoni davanti casa.
    No, credo semplicemente che i libri a un euro (come lo furono i mitici 100pagine1000lire) siano semplicemente l'ancora di salvezza per quelle persone che pur anelando a nutrire lo spirito con pagine preziose, sono spesso costrette a rinunciarvi a causa del costo proibitivo dei libri.

    Comunque, giusto per completezza di dibattito segnalo l'articolo completo di Baricco così che ognuno possa leggerselo con calma senza il filtro di Battista.
    Articolo sul quale io ribadisco la mia idea di fondo: la cosa importante è che nella gente ci sia voglia di impiegare del tempo in attività culturali e se ci sono iniziative che favoriscono in qualche modo queste attività, ben vengano, con o senza il beneplacito dei maitre-a-penser del momento.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

  13. #13
    Member L'avatar di setaab
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    la cosa importante è che nella gente ci sia voglia di impiegare del tempo in attività culturali e se ci sono iniziative che favoriscono in qualche modo queste attività, ben vengano, con o senza il beneplacito dei maitre-a-penser del momento.
    Sono d'accordo con te, questo è assolutamente vero e sacrosanto! Ben vengano questo tipo di iniziative o simili, come quelle poche che avvengono nell'ambito scolastico e quindi che si rivolgono ai giovani! Es. quando ho fatto le medie ricordo che ad ogni studente veniva dato un buono spesa per acquistare uno o più romanzi, non male come idea... almeno io l'ho apprezzata molto! Ora torniamo a noi, secondo me non tutti quelli che hanno comprato il testo poi hanno provato a leggerlo, molti lo hanno comprato semplicemente per il prezzo e questo è un male proprio perchè cultura non è mercificazione!!!

    No, credo semplicemente che i libri a un euro (come lo furono i mitici 100pagine1000lire) siano semplicemente l'ancora di salvezza per quelle persone che pur anelando a nutrire lo spirito con pagine preziose, sono spesso costrette a rinunciarvi a causa del costo proibitivo dei libri.
    Premetto che ho diversi testi di 100pagine1000lire e ho comprato testi (romanzi, enciclopedie, saggi) a pochi euro e usciti con i giornali, ma, purtroppo, non credo che questo tipo di vendite incrementi la cultura. Cerco di spiegarmi meglio: chi ha sente di cultura può trovar la sua oasi recandosi in una biblioteca comunale/provinciale, quindi aperta a tutti, e senza grandi spese può sfogliare, leggere, studiare tutto ciò di cui ha bisogno; beh venga se queste persone comprano anche il testo a 1euro e lo tengono nella loro libreria... il problema di fondo è che credo che queste persone siano poche, certo... anche solo per una vale la pena fare queste attività, ma non illudiamoci che tutti coloro che partecipano comprando questi libri si rendano conto di ciò che comprano, con "tristezza" credo che per molti Aritotele o Topolino fa lo stesso! Non viviamo in un paese che guarda molto alla cultura, e i giovani non hanno apsettative, molti stazionano per anni in università proprio perchè per poca voglia o per mancanza di possibilità non riescono a guardare al futuro, e credetemi ne ho conosciuti un bel pò!!! Prima di accendere un dibattito voglio chiarire che nella mia mente sono ben separate l'idea di cultura e l'istruzione a ogni livello... La scuola può dare l'imput poi deve esser la persona a coltivare le proprie passioni!

  14. #14
    Member L'avatar di setaab
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    ps spero di aver fatto bene le citazioni, è la prima volte che cito qualcuno e non vorrei aver fatto un disastro... in questo caso chiedo scusa a tutti e soprattutto a Mauro in quanto ho citato le sue parole!

  15. #15
    Junior Member L'avatar di Debs
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    Salve, scusate se partecipo solo ora a questa conversazione ma mi sono iscritta al forum poche ore fa! Vi siete schierati tutti contro Baricco... In parte condivido quanto detto ma perdonatemi il dover essere in disaccordo con voi sulla sua posizione nei confronti di Aristotele a 1 euro. Pur non conoscendo Baricco di persona ho letto talmente tanto che credo di poter dare un buon contributo alla conversazione, da ciò che comprendo tutti voi attribuite a Baricco il concetto di: Aristotele è solo per grandi lettori, e i lettori occasionali non dovrebbero aver la possibilità di leggerlo. Non credo sia la versione giusta, Baricco non vuole allontanare il "popolino" dalle grandi opere altrimenti non si capirebbe perchè ha messo su Pickwick... credo piuttosto che voglia sottolineare che anche chi non leggerà mai Aristotele ha comprato quel testo perchè costava soltanto 1 euro. Il prezzo non influisce sul contenuto, ma un prezzo così basso fa si che tutti comprano il libro in questione (al posto di Aristotele potrebbe esserci Kant, Virgilio, Pirandello o Moccia) pur senza essere interessati al contenuto e un titolo vale l'altro, cosa fare con questi libri? Si mettono in libreria a prender la polvere però chi entra vede dei libri, considerati il simbolo della cultura.
    assolutamente concorde con te. Ammetto di non aver partecipato prima a questa discussione per il semplice fatto che mi irritava. Conosco Baricco per averne letto tutti i libri e per averlo incontrato de visu ad una conferenza diversi anni fa, quando io ero una studentessa e lui uno scrittore esordiente.
    Può piacere o meno, come qualsiasi altro scrittore, ma sicuramente non può essere svilito ad autore di fogliacci!

    Per tornare sull’oggetto della contesa, non penso affatto che Baricco si sia voluto esprimere contro i libri al popolino! Ma quando mai.
    Cito a tal proposito una relazione sul suo intervento al salone del libro 2012 di Torino:


    «Io mi chiedo sempre, quando vedo il libro di Del Piero primo in classifica, come si sentirà a pensare di aver scalzato autori che si dedicano alla scrittura da una vita, lo fanno di mestiere, si applicano. E tac, arriva lui che fa il calciatore ed è primo. Ma poi mi guardo le scarpe».
    Che cosa c'entrino le sue Adidas scure con le classifiche letterarie, Alessandro Baricco lo spiega solo alla fine.
    Al Salone del Libro di Torino viene da venticinque anni, dai tempi della prima edizione, e il suo discorso è un bilancio delle «Sette cose che ho imparato in questi venticinque anni». Che poi in realtà «sono tre. Ho scritto sette perché mi piaceva il numero. Ma la verità è che impariamo sempre troppo poco».

    Prima lezione: la metamorfosi da scrittori a prezzemolini. «Ai tempi del primo Salone, gli scrittori non parlavano. Io ero arrivato a ventott'anni senza averne mai visto uno. Ora li rivediamo ovunque, in tutte le salse. Le conseguenze? Alcune ottime. Il mestiere di scrittore ha una componente narcisistica molto forte, e indispensabile. Oggi è molto facile da placare. Lati negativi: diciamo un sacco di puttanate, su qualunque cosa. Tempo fa un giornale titolava ''Orhan Pamuk: In amore si mente sempre''. Potrebbe dirlo chiunque, da Fabio Volo a Daniela Santanché».

    Seconda lezione: «La scrittura è più amata di venticinque anni fa. Erano i tempi della società dell'immagine, credevamo che la scrittura sarebbe morta. E invece, contro ogni profezia, il mondo ha scelto di scrivere. Sulla rete, col telefonino, su Twitter. Voi direte: ma scrivere con le 'k' degli sms non è scrivere. Certo, ''un po''' è bello scriverlo con l'apostrofo. Ma non è questo che ucciderà la scrittura. Scrivendo, abbiamo scelto un gesto». Fin qui, ancora nessuna menzione di scarpe da ginnastica, e nemmeno, ancor più raro in questa edizione del Salone dedicata alla «primavera digitale», di Twitter.

    Arrivano entrambi nella terza lezione: «Oggi compriamo un numero spaventoso di libri». Ma come, la crisi? «Si sente un po', ma negli ultimi 15 o 20 anni il fatturato dei libri è sempre cresciuto. Dal boom dei tascabili in poi, chi non comprava libri, ora li compra. Eravamo in 50, oggi siamo in 350. E i trecento nuovi hanno portato i loro gusti». Sembra di sentirlo parlare dei «barbari» di cui ha scritto negli ultimi anni. «E le classifiche si sono riempite di cuochi, cantanti, casi umani. Amano il calcio, amano Del Piero. Sembra grottesco, ma è il segno di una civiltà. Magari da Del Piero passeranno ad Agassi, e al suo Open, più letterario. Vi scandalizzate? Facciamo un gioco. Quanti di voi indossano scarpe sportive?».

    Eccoci alle scarpe. Quasi tutti, nel pubblico, alzano la mano. «Quelle scarpe lì, qualcuno le ha progettate per correre, non fare attrito, non scivolare. E noi le usiamo per andare alle conferenze. È quello che è successo per i libri. Erano un genere alto, non lo sono più». Ma chi si aspetta proprio da lui un'invettiva snob contro l'editoria dei «barbari» sbaglia. In un silenzio che l'Auditorium del Lingotto ha conosciuto solo nei concerti classici più da puristi, sfodera un racconto di Fenoglio e attacca a leggerlo. «Oggi usiamo le scarpe da tennis per giocare a tennis». Lettura, un minuto di applausi, poi Baricco scende dal palco per firmare gli autografi.
    Fly away on my Zephyr, I feel it more than ever. And in this perfect weather we'll find a place together (RHCP)

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