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Discussione: La poesia del giorno

          
  1. #181
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    La coltura degli alberi di Natale

    Vari gli atteggiamenti verso il Natale,
    e possiamo alcuni trascurarne:
    il mondano, l’apatico e quello commerciale,
    il triviale (le bettole aperte tutta la notte),
    e il bambinesco – ma non quello del bambino
    per cui la candelina è una stella e l’angelo
    dorato ad ali tese in cima all’albero
    non è ornamento soltanto, ma è un angelo.

    Guarda il bambino all’albero di Natale:
    fate che in lui continui questo spirito
    del Prodigio, evento e non pretesto;
    sicché il fulgente rapimento, il fascino
    di quando lo scoprì la prima volta,
    le sorprese, delizia dei suoi nuovi
    possessi (ognuno col suo proprio odore).
    l’attesa dell’anatra e del tacchino
    e il previsto stupore quando apparvero,

    sicché la deferenza e la gaiezza
    non dimentichi nell’età adulta
    nella grigia abitudine, nel logorio, nel tedio,
    nel sapere la morte, nel conoscere
    d’esser fallito,
    o nella devozione del convertito
    che può guastarsi d’una vanità
    che spiace a Dio e offende i bambini
    (e qui io ricordo pure con dolcezza
    Santa Lucia, la sua canzone e la corona di fuoco);

    sicché prima della fine, al Natale ottantesimo
    (intendendo per tale quello ultimo)
    l’emozione degli anni accumulata
    nella memoria si raccolga in una
    grande gioia che sia grande timore,come nell’occasione [che discese
    il timore nell’anima di tutti:
    perché il principio ci farà ricordare della fine
    e il primo avvento del secondo avvento.

    T. S. Elliot, da "Ariel Poems"
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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  3. #182
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    Quando sento cantare:
    “Gloria a Dio e Pace sulla terra”
    mi domando dove oggi
    sia resa gloria a Dio
    e dove sia pace sulla terra.
    Finchè la pace
    sarà una fame insaziata
    a finchè non avremo sradicato
    dalla nostra civiltà la violenza,
    il Cristo non sarà nato.

    Mahatma Gandhi
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

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  5. #183
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    Il mondo fa paura
    ma in esso nuotano
    in un immenso acquario
    betulle volpi
    torrenti di fiori
    strade di campagna
    e case di legno
    e ancora i concerti di Brahms
    e i valzer di Chopin.

    Jaroslaw Iwaszkiewicz
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

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  7. #184
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    Non aver paura, sono io. Non senti
    che su te m’infrango con tutti i sensi?
    Ha messo ali il mio cuore
    e ora vola candido attorno al tuo viso.

    Non vedi la mia anima innanzi a te
    adorna di silenzio?
    E la mia preghiera di maggio
    non matura al tuo sguardo come su un albero?
    Se sogni, sono il tuo sogno
    ma se sei desto sono il tuo volere;
    padrone d’ogni splendore
    m’inarco, silenzio stellato,
    sulla bizzarra città del tempo.

    Rainer Maria Rilke
    morto il 29 dicembre 1926
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  9. #185
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    UN PADRENOSTRO LATINOAMERICANO

    Padre nostro che sei nei cieli
    con le rondini e con i missili
    voglio che torni prima che ti scordi
    come si arriva a sud del Río Grande

    Padre nostro che sei in esilio
    quasi mai ti ricordi della mia gente
    in ogni caso ovunque tu sia
    sia santificato il tuo nome
    non quelli che santificano il tuo nome
    mentre chiudono un occhio per non vedere le unghie
    sporche della miseria

    nell’agosto del millenovecentosessanta
    non serve più chiederti
    venga il tuo regno
    perché il tuo regno è anche quaggiù
    nei rancori e nella paura
    nelle incertezze e nella sporcizia
    nella disillusione e nell’indolenza
    in quest’ansia di vederti a ogni costo

    quando hai parlato del ricco
    l’ago e il cammello
    e ti abbiamo votato tutti
    all’unanimità per la Gloria
    ha alzato la mano anche l’indio silenzioso
    che ti rispettava però non si arrendeva
    a pensare sia fatta la tua volontà

    eppure una volta ogni
    tanto la tua volontà si mescola alla mia
    la domina
    la accende
    la raddoppia
    più arduo è sapere quale sia la mia volontà
    quando credo davvero a ciò che dico di credere
    come nella tua onnipresenza così nella mia solitudine
    come in cielo così in terra
    sempre
    sarò più sicuro della terra che calpesto
    che del cielo impervio che mi ignora

    eppure chi lo sa
    non deciderò
    che il tuo potere si faccia o si disfi
    magari la tua volontà si sta facendo nel vento
    nelle Ande di neve
    nell’uccello che feconda la sua femmina
    nei cancellieri che mormorano yes sir
    in ogni mano che diventa un pugno

    ovvio, non sono sicuro che mi piaccia il modo
    che la tua volontà sceglie per farsi
    lo dico con irriverenza e gratitudine
    due emblemi che presto saranno la stessa cosa
    lo dico soprattutto pensando al pane nostro
    di ogni giorno e di ogni pezzetto di giorno

    ieri ce l’hai tolto
    daccelo oggi
    o almeno il diritto di darci il nostro pane
    non solo quello che era simbolo di Qualcosa
    ma quello di crosta e mollica
    il pane nostro
    visto che ci restano poche speranze e debiti
    perdonaci se puoi i nostri debiti
    però non perdonarci la speranza
    non perdonarci mai i nostri crediti

    al massimo domani
    andremo a riscuotere ai falsi
    tangibili e sorridenti banditi
    a quelli che usano gli artigli per suonare l’arpa
    e con un tremore panamericano si asciugano
    l’ultimo sputo che pende dal loro viso

    non importa che i nostri creditori rimettano a noi
    i nostri debiti come noi
    una volta
    per errore
    li abbiamo rimessi ai nostri debitori

    ancora
    ci devono qualcosa come un secolo
    di insonnie e di bastoni
    come tremila chilometri di ingiurie
    come venti medaglie a Somoza
    come una sola Guatemala morta

    non ci indurre in tentazione
    di scordare o vendere questo passato
    o affittare un solo ettaro del suo oblio
    ora che è l’ora di sapere chi siamo
    e devono attraversare il fiume
    il dollaro e l’amore in contrassegno
    strappaci dall’anima l’ultimo mendicante
    e liberaci da ogni male della coscienza
    amen.

    Mario Benedetti
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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  11. #186
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    Bellissima!
    Rosy
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  12. #187
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    Né la minuzia simbolica
    di sostituire un quattro con un cinque
    né quella metafora inutile
    che convoca un attimo che muore e un altro che sorge
    né il compimento di un processo astronomico
    sconcertano e scavano
    l’altopiano di questa notte
    e ci obbligano ad attendere
    i dodici e irreparabili rintocchi.
    La causa vera
    è il sospetto generale e confuso
    dell’enigma del Tempo;
    è lo stupore davanti al miracolo
    che malgrado gli infiniti azzardi,
    che malgrado siamo
    le gocce del fiume di Eraclito,
    perduri qualcosa in noi:
    immobile.

    Borges
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  13. #188
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    UN PADRENOSTRO LATINOAMERICANO

    Padre nostro che sei nei cieli
    con le rondini e con i missili
    voglio che torni prima che ti scordi
    come si arriva a sud del Río Grande

    Padre nostro che sei in esilio
    quasi mai ti ricordi della mia gente
    in ogni caso ovunque tu sia
    sia santificato il tuo nome
    non quelli che santificano il tuo nome
    mentre chiudono un occhio per non vedere le unghie
    sporche della miseria

    nell’agosto del millenovecentosessanta
    non serve più chiederti
    venga il tuo regno
    perché il tuo regno è anche quaggiù
    nei rancori e nella paura
    nelle incertezze e nella sporcizia
    nella disillusione e nell’indolenza
    in quest’ansia di vederti a ogni costo

    quando hai parlato del ricco
    l’ago e il cammello
    e ti abbiamo votato tutti
    all’unanimità per la Gloria
    ha alzato la mano anche l’indio silenzioso
    che ti rispettava però non si arrendeva
    a pensare sia fatta la tua volontà

    eppure una volta ogni
    tanto la tua volontà si mescola alla mia
    la domina
    la accende
    la raddoppia
    più arduo è sapere quale sia la mia volontà
    quando credo davvero a ciò che dico di credere
    come nella tua onnipresenza così nella mia solitudine
    come in cielo così in terra
    sempre
    sarò più sicuro della terra che calpesto
    che del cielo impervio che mi ignora

    eppure chi lo sa
    non deciderò
    che il tuo potere si faccia o si disfi
    magari la tua volontà si sta facendo nel vento
    nelle Ande di neve
    nell’uccello che feconda la sua femmina
    nei cancellieri che mormorano yes sir
    in ogni mano che diventa un pugno

    ovvio, non sono sicuro che mi piaccia il modo
    che la tua volontà sceglie per farsi
    lo dico con irriverenza e gratitudine
    due emblemi che presto saranno la stessa cosa
    lo dico soprattutto pensando al pane nostro
    di ogni giorno e di ogni pezzetto di giorno

    ieri ce l’hai tolto
    daccelo oggi
    o almeno il diritto di darci il nostro pane
    non solo quello che era simbolo di Qualcosa
    ma quello di crosta e mollica
    il pane nostro
    visto che ci restano poche speranze e debiti
    perdonaci se puoi i nostri debiti
    però non perdonarci la speranza
    non perdonarci mai i nostri crediti

    al massimo domani
    andremo a riscuotere ai falsi
    tangibili e sorridenti banditi
    a quelli che usano gli artigli per suonare l’arpa
    e con un tremore panamericano si asciugano
    l’ultimo sputo che pende dal loro viso

    non importa che i nostri creditori rimettano a noi
    i nostri debiti come noi
    una volta
    per errore
    li abbiamo rimessi ai nostri debitori

    ancora
    ci devono qualcosa come un secolo
    di insonnie e di bastoni
    come tremila chilometri di ingiurie
    come venti medaglie a Somoza
    come una sola Guatemala morta

    non ci indurre in tentazione
    di scordare o vendere questo passato
    o affittare un solo ettaro del suo oblio
    ora che è l’ora di sapere chi siamo
    e devono attraversare il fiume
    il dollaro e l’amore in contrassegno
    strappaci dall’anima l’ultimo mendicante
    e liberaci da ogni male della coscienza
    amen.

    Mario Benedetti
    Davvero toccante.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

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    Il primo gennaio

    So che si può vivere
    non esistendo,
    emersi da una quinta, da un fondale,
    da un fuori che non c’è se mai nessuno
    l’ha veduto.
    So che si può esistere
    non vivendo,
    con radici strappate da ogni vento
    se anche non muove foglia e non un soffio increspa
    l’acqua su cui s’affaccia il tuo salone.
    So che non c’è magia
    di filtro o d’infusione
    che possano spiegare come di te s’azzufino
    dita e capelli, come il tuo riso esploda
    nel suo ringraziamento
    al minuscolo dio a cui ti affidi,
    d’ora in ora diverso, e ne diffidi.
    So che mai ti sei posta
    il come – il dove – il perché,
    pigramente rassegnata al non importa,
    al non so quando o quanto, assorta in un oscuro
    germinale di larve e arborescenze.
    So che quello che afferri,
    oggetto o mano, penna o portacenere,
    brucia e non se n’accorge,
    né te n’avvedi tu animale innocente
    inconsapevole
    di essere un perno e uno sfacelo, un’ombra
    e una sostanza, un raggio che si oscura.
    So che si può vivere
    nel fuochetto di paglia dell’emulazione
    senza che dalla tua fronte dispaia il segno timbrato
    da Chi volle tu fossi…e se ne pentì.
    Ora,
    uscita sul terrazzo, annaffi i fiori, scuoti
    lo scheletro dell’albero di Natale,
    ti accompagna in sordina il mangianastri,
    torni indietro, allo specchio ti dispiaci,
    ti getti a terra, con lo straccio scrosti
    dal pavimento le orme degli intrusi.
    Erano tanti e il più impresentabile
    di tutti perché gli altri almeno parlano,
    io, a bocca chiusa.

    Eugenio Montale
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  17. #190
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    RONDO'

    Sai la malinconia, quella che viene
    improvvisa a sfiorarti ed è la luce
    colma che ti discioglie ed è il segreto
    svolgersi delle foglie...
    Sai la malinconia che t’avviluppa...

    Elio Pecora
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

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  19. #191
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    Oggi è l'Epifania. Di che cosa?
    Io non sono mai stata così sola.
    Anche l'angelo tace. Tu da un mese,
    angelo rinnegato.
    La vita è un filo rosso. Ci attraversa
    da alfa e omèga il battito del cuore.
    Per tessere che cosa? Inutilmente
    il filo cerca la sua cruna.


    Maria Luisa Spaziani
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

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  21. #192
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    Dipingi un Maometto glorioso, e muori.
    Disegna un Maometto divertente, e muori.
    Scarabocchia un Maometto ingobile, e muori.
    Gira un film di merda su Maometto, e muori.
    Resisti al terrorismo religioso, e muori.
    Lecca il culo agli integralisti, e muori.
    Prendi un oscurantista per un coglione, e muori.
    Cerca di discutere con un oscurantista, e muori.
    Non c'è niente da negoziare con i fascisti.
    La libertà di ridere senza alcun ritegno la legge ce la dà già,
    la violenza sistematica degli estremisti ce la rinnova.

    Grazie, banda di imbecilli.


    Charb
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

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  23. #193
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    Caminante, no hay camino
    (Viandante non esiste cammino)


    Tutto passa e tutto resta,
    ma a noi non resta che passare,
    passare facendo cammini,
    cammini sul mare.
    Viandante, sono le tue impronte
    Il cammino e nulla più;
    viandante, non c’è un cammino
    Il cammino si fa camminando.

    Camminando si fa il cammino
    e a voltar lo sguardo indietro
    si vede il sentiero che mai
    si deve tornare a calcare.

    Viandante non c’è un cammino
    ma scie nel mare…

    Colpo dopo colpo, verso dopo verso…
    Quando il cardellino non può cantare.
    Quando il poeta è un pellegrino,
    Quando a nulla serve pregare.
    “Viandante non c’è un cammino
    Il cammino si fa camminando…”

    Colpo dopo colpo, verso dopo verso.
    Perché chiamare cammini
    i solchi tracciati dal caso?
    Tutto ciò che cammina va
    come Gesù, sul mare.

    Viandante, son le tue impronte
    il cammino e nulla più;
    Viandante, non c’è un cammino
    Il cammino si fa camminando.
    Camminando si fa il cammino
    e a voltar lo sguardo indietro
    si vede il sentiero che mai
    si deve tornare a calcare.

    Viandante non c’è un cammino
    ma scie nel mare…

    Antonio Machado
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

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  25. #194
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    L'odore dei limoni

    Ed io, se a volte
    di sì aspra vita soffro,
    che i sensi ne son tutti
    offesi; credi, non è la
    gravezza dei pesi,
    è l'inutilità della fatica.

    E tu questo lo sai,
    mia bella amica;
    sai come in breve
    a consolarmi appresi.
    Lina, cui poco detti
    e molto chiesi, penso
    e rinnovo la querela antica.

    Saperti amante e
    non poterti avere,
    star lontano da te
    quando in cor m'ardi,
    aver la lingua e
    non poter parlare,

    udir quest'acqua e
    non chinarsi a bere,
    correre in riga quando
    a lenti e tardi passi vorrei
    pensosamente andare.

    "Umberto Saba, Durante una marcia"
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  26. #195
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    Mezza estate, Tobago


    Spiagge larghe lastricate dal sole


    Calore bianco.
    Un fiume verde


    Un ponte,
    palme gialle bruciacchiate


    dalla casa in letargo estivo
    appisolata lungo un Agosto.


    Giorni che ho stretto,
    giorni che ho perduto


    giorni diventati troppo grandi, come figlie,
    per il porto delle mie braccia.


    Derek Walcott
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

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