Lo stato delle cose

È possibile che in questa poesia tu abbia le ali,
che a Wounded Knee almeno i bambini si siano salvati,
che l’inverno non sia ancora arrivato,
che un pugnale sia solo il nome di un fiore.
È possibile che almeno in questa poesia
Bohumil non abbia ancora toccato terra
(o che volesse solo salutarci),
e che in ogni caso quei cuori siano i nostri,
e i campi elisi un campo di calcio.
È possibile che, fosse solo per un’unica volta, in questa poesia
tesch e stabenow siano delle brave persone tutte intente
a lavorare la terra e produrre miele -
che le formiche siano ancora formiche
è possibile che almeno (dai, ti prego) all’ufficio degli oggetti
smarriti
abbiano ritrovato il mio cuore -
Che a Srebenica, nello stesso cuore degli anni novanta (gli
anni novanta!),
si giochi a pallone;
che un buon soldato serva solo a raccogliere pesche;
è possibile (d’altronde perché impedirlo) che proprio in
questa poesia
tu abbia già imparato a volare – che l’undici luglio sia solo il
tuo compleanno -
che non si debba aspettare la notte per incontrare
chi ci è caro -
Che non ci serva né il carro né la ruota o capire perché
cadano le foglie.
È possibile (oserei dire, ne sono certo) che adesso
in questa poesia posso
descrivervi la graziosa cittadina di Chelmno, e che sono lieto
di presentarvi il buon Simon, cantante popolare,
o che Brodskj scriva ancora un discorso.
È possibile che ancora adesso,
solo in questa poesia, mentre tu ormai sai perfettamente volare,
io possa dare ancora un bacio a mio padre e mia madre.


Carmine Vitale
(Salerno, 1965), da Alcune cose (L’Arcolaio, 2010)