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Discussione: Da un poeta all'altro

          
  1. #31
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    A 3000 miglia di distanza dall’unica che amo


    Sul mio letto di lenzuola rosse
    c’è un libro di cinquecento pagine
    con tutte le tue poesie
    e la copertina verde.
    Mi fai compagnia, Carver, da giorni in questi giorni grigi
    ci dormo assieme al tuo libro
    e so
    che ogni volta che voglio
    lo posso aprire
    leggerne tre o quattro
    stare bene.
    Invidio
    il tuo modo di dire l’amore
    senza strafare
    nessun effetto speciale.
    Io sono ancora lontano dal far centro
    e tu
    alla mia età
    avevi solo sei anni davanti.
    Eppure
    sei qui a farmi compagnia, Carver
    – e invidio il tuo modo di sapere l’amore –
    sei un buon amico
    capace di raccontare in silenzio
    poco a poco e lentamente
    in modo che duri di più.


    Guido Catalano
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

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  3. #32
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    Biglietto di Natale a M.L.S.

    Maria Luisa quante volte
    raccoglieremo questa nostra vita
    nella pietà di un verso, come i Santi
    nel loro palmo le città turrite?
    La primavera quante volte
    turbinerà i miei grani di tristezza
    dentro le piogge, fino alle tue orme
    sconsolate – a Saint Cloud, sulla Giudecca?
    Non basterà tutto un Natale
    a scambiarci le favole più miti:
    le tuniche d’ortica, i sette mari,
    la danza sulle spade.
    “Mirabilmente il tempo si dispiega…”
    ricondurrà nel tempo questo minimo
    corso, una donna, un àtomo di fuoco:
    noi che viviamo senza fine.

    Cristina Campo
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

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  5. #33
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    Pasolini a Rafìna

    Non son venuto a insegnare
    cinema, filosofia o l’arte della poesia
    cerco le teste degli alunni di Cristo
    in questi russi del Pontio
    nei ragazzi dell’Epiro.
    Mi hanno detto di un ragazzo
    che fa il cameriere in una trattoria
    e che Gli somiglia.
    Non vedrò
    le lacrime di sua madre.
    Non ne sentirò il lamento.
    Echi dalle navi che partono
    sguardi di viaggiatori mattutini
    e Maria Callas che scende
    dalla Mercedes.
    Benvenuta, Maria!
    Ecco la tua terra.
    Ecco il tuo popolo, che non ti conosce.
    Non dispiacerti. Riposa.
    Cammina con me sulla spiaggia.
    Lascia l’autista in macchina.
    Le prendo io, le valige.
    Com’è andato il viaggio?
    Guarda le case, dietro il dirupo
    i gabbiani
    ora sali in barca
    c’è molta strada fino a Petalùs.
    io camminerò sulle acque
    e tu mi vedrai
    la sabbia che ci accoglierà
    sarà bollente
    la sera parleremo di ciò che più ti va
    mangiando, alla luce delle candele,
    alla tavola dell’ospitalità
    ascolteremo i nostri amici greci.
    Le musiche che cerchiamo
    non sono ancora state scritte
    i vini che beviamo ubriacano
    stappare lo champagne suonerà come uno sparo
    per gli eserciti di affamati
    per gli elefanti cacciati del Kenya.
    Lo schiavo di Dio Pietro Paolo Pasolini sposa
    la schiava di Dio Maria.
    Maria, piena di grazia
    e pieno di grazia il frutto del ventre tuo.
    No, no, non è per noi
    noi siamo nati per soffrire,
    mi aveva detto.
    Non sono le parole di un’opera
    ma di qualche opera di Euripide.
    Voglio il più umile volto
    per servirlo
    per umiliarmi, Maria.
    Perché, Pier Paolo?

    Yòrgos Chronàs
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  6. #34
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    QUASI ALLA MANIERA DELL’ACHMATOVA, PER LEI

    Un poeta dice che un poeta è un passero
    che ripete tutta la vita le stesse note.
    Le tue sono le note di un passero che crede
    che la sua vita sia tutta la vita.

    Nessuno va a disilludere un passero, perché
    un passero non può farsi disilludere:
    la sua sicurezza è come la presenza -
    sulla terra - del paese di Carskoe Selò.

    È passata su Carskoe Selò la rivoluzione?
    Certo, è passata, ma semplicemente come
    “un evento che non ha l'eguale”:
    e il passero ha continuato a cantare.

    Nulla esiste se non si misura col mistero:
    che testimonianza avremmo degli “eventi”
    se non cantasse
    prima e dopo di loro
    un passero col suo canto lieve e severo?

    Pier Paolo Pasolini
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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  8. #35
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    Cambio dell’indirizzo


    I miei amici
    sempre più spesso
    cambiano i loro indirizzi.


    Ecco Alfonso Gatto, anche lui.


    Fino a ieri
    abitava nell’allegra via romana,
    via Margutta.


    Adesso abita
    nel cimitero
    a Salerno.


    Questo è il peggiore
    di tutti i ventotto indirizzi
    che fino adesso
    aveva cambiato.


    Migliore era perfino quello
    del tempo di Mussolini:
    Alfonso Gatto
    carcere centrale,
    Milano.


    Izet Sarajlic
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

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  10. #36
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    Poesia per Emily Dickinson

    Dall'altro lato della notte
    l'attende il suo nome,
    la sua ansia surrettizia di vivere,
    dall'altro lato della notte!

    Qualcosa piange nell'aria,
    i suoni disegnano l'alba.

    Lei pensa all'eternità.


    Alejandra Pizarnik
    Traduzione di Claudio Cinti
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  11. #37
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    A PASOLINI


    Che cielo azzurro guarda si è schierato
    per il tuo anniversario
    di assassinato.
    Proprio un giorno da partita
    di pallone vedi? O da lì
    non si vede proprio niente
    niente? Non senti che vento forte
    si è levato? Con un vento così
    il pallone ti sarebbe forse sfuggito
    volato come tu quel giorno a noi.
    E' un novembre con i colori di aprile
    Siamo qui soli con te Pasolini
    con quel tuo morire
    .

    Vivian Lamarque
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  12. #38
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    Cesare Pavese, innamorato non corrisposto di Fernanda Pivano, scrive per lei tre poesie.
    Questa è la prima, piena di speranza:

    Mattino

    La finestra socchiusa contiene un volto
    sopra il campo del mare. I capelli vaghi
    accompagnano il tenero ritmo del mare.
    Non ci sono ricordi su questo viso.

    Solo un'ombra fuggevole, come di nube.
    L'ombra è umida e dolce come la sabbia
    di una cavità intatta, sotto il crepuscolo.
    Non ci sono ricordi. Solo un sussurro
    che è la voce del mare fatta ricordo.

    Nel crepuscolo l'acqua molle dell'alba
    che s'imbeve di luce, rischiara il viso.
    Ogni giorno è un miracolo senza tempo,
    sotto il sole: una luce salsa l'impregna
    e un sapore di frutto marino vivo.

    Non esiste ricordo su questo viso.
    Non esiste parola che lo contenga
    o accomuni alla cose passate. Ieri,
    dalla breve finestra è svanito come
    svanirà tra un istante, senza tristezza
    né parole umane, sul campo del mare.

    Cesare Pavese
    Agosto 1940
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  13. #39
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    Questa è la seconda poesia dedicata a Fernanda Pivano, in cui Cesare Pavese già teme dal suo silenzio il rifiuto che poi verrà alla sua proposta di matrimonio.

    Estate
    http://www.scompaginando.it/showthread.php?677-La-poesia-del-giorno&p=29539&viewfull=1#post29539

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  14. #40
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    Il rifiuto di Fernanda Pivano alla proposta di matrimonio di Pavese spezza definitivamente le speranze d'amore del poeta:

    Notturno

    La collina è notturna, nel cielo chiaro.
    Vi s'inquadra il tuo capo, che muove appena
    e accompagna quel cielo. Sei come una nube
    intravista tra i rami. Ti ride negli occhi
    la stranezza di un cielo che non è il tuo.


    La collina di terra e di foglie chiude
    con la massa nera il tuo vivo guardare,
    la tua bocca ha la piega di un dolce incavo
    tra le coste lontane. Sembri giocare
    alla grande collina e al chiarore del cielo:
    per piacermi ripeti lo sfondo antico
    e lo rendi più puro.


    Ma vivi altrove.
    Il tuo tenero sangue si è fatto altrove.
    Le parole che dice non hanno riscontro
    con la scabra tristezza di questo cielo.
    Tu non sei che una nube dolcissima, bianca
    impigliata una notte fra i rami antichi.

    Cesare Pavese
    Ottobre 1940
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  15. #41
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    Praticamente lui si è innamorato di una sua studentessa!
    Ho letto su Wiky che lui era il suo supplente di italiano al liceo classico.

    grazie Dany. Con i tuoi post imparo sempre qualcosa!

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  17. #42
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    Praticamente lui si è innamorato di una sua studentessa!
    Ho letto su Wiky che lui era il suo supplente di italiano al liceo classico.

    grazie Dany. Con i tuoi post imparo sempre qualcosa!
    Non lo sapevo nemmeno io, Pavese non lo conoscevo! Lui era un giovane supplente, lei una sua studentessa del liceo. Grazie al commento di Indigowitch sulla poesia Estate, ho provato ad approfondire l'argomento, trovandolo molto interessante.

    Pavese inciderà sul frontespizio di «Feria d'agosto» le date dei due rifiuti opposti da Fernanda alle sue proposte di matrimonio: il 26 luglio 1940 e il 10 luglio 1945.

    "Le parole dell' amore non si pubblicano con leggerezza. Sono una parte dell' anima che non merita lo sgarbo della notorietà." Più di quarant' anni fa Fernanda Pivano rispondeva con questi argomenti a Italo Calvino e Lorenzo Mondo che le chiedevano di poter inserire nell'epistolario di Cesare Pavese le lettere appassionate scritte dal poeta alla «signorina Fernanda»

    A FERNANDA PIVANO Roma, Domenica 9 maggio, 1943
    Cara Fern,
    […]Ieri era molto scorbutica, e scommetto che era perfino brutta. Invece di escogitare scuse e complici a tutt’andare, studi ché sarà meglio.
    […] Il sesso è la rovina della vita. Ma anche una gran consolazione. Fernanda, apprezzi il sesso che è quello che suscita le lettere e le arti e fornisce di cittadini la patria. Lo apprezzi.
    Mi scriva se lo apprezza. Suo
    Pavese

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    A FERNANDA PIVANO Roma, 25 maggio, 1943
    Cara Fernanda,
    che lei è cattiva ed egoista l’ho sempre saputo, ma neanche io non scherzo e quindi sono disposto a correre il rischio. Ma parliamo di cose più decenti, si è decisa o no a studiare?
    Cara Fernanda, quando ci si rifiuta di sposarmi, almeno si ha il dovere di risarcirmi facendosi una cultura e imparandola più lunga di me.[…] O sposi subito il capostazione e smetta!
    […]Fernanda, si mangia poco a casa nostra e, su cinque, tre hanno preso la tosse asinina. L’attendo anch’io, e in questa certezza La saluto caramente, non senza augurarmi che noi due siamo insieme, in una casetta di mare, entrambi con la tosse asinina, a darci i colpetti sulla schiena e confondere i nostri ruggiti.
    Suo Cesarino

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  19. #43
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    A Pier Paolo Pasolini

    Voce umana
    vestita di bellezza
    era quella che ci davi
    Umana e bella
    anche se duramente accusava

    Amore semplice umano
    la tua vita
    Amore e paura per l’Uomo
    per il progresso fede
    e lo sviluppo insopportabile per te

    V’erano momenti in cui ascoltando
    le parole scorrere dalle tue labbra
    riudivo i versi di Rimbaud
    “Sono nato troppo presto o troppo tardi?
    Cosa sto a fare qui?
    Ah, tutti voi,
    pregate Iddio per l’infelice”

    No Pier Paolo
    non sei nato né presto né tardi
    ma peccato che tu sia partito
    mentre la verità si combatte
    mentre tanti si scontrano
    senza sapere perché
    senza sapere dove vanno.

    Mentre le religioni cambiano faccia
    e le ideologie diventano religioni
    e molti vestono i paraocchi di nuovo
    tu non dovevi andare via.

    Alekos Panagulis, Dicembre 1975
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  20. #44
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    Ad Alejandra Pizarnik
    Il futuro

    E so molto bene che non ci sarai.
    Non ci sarai nella strada,
    non nel mormorio che sgorga di notte
    dai pali che la illuminano,
    neppure nel gesto di scegliere il menù,
    o nel sorriso che alleggerisce il “tutto completo” delle sotterranee,
    nei libri prestati e nell’arrivederci a domani.

    Nei miei sogni non ci sarai,
    nel destino originale delle parole,
    nè ci sarai in un numero di telefono
    o nel colore di un paio di guanti, di una blusa.
    Mi infurierò, amor mio, e non sarà per te,
    e non per te comprerò dolci,
    all’angolo della strada mi fermerò,
    a quell’angolo a cui non svolterai,
    e dirò le parole che si dicono
    e mangerò le cose che si mangiano
    e sognerò i sogni che si sognano
    e so molto bene che non ci sarai,
    nè qui dentro, il carcere dove ancora ti detengo,
    nè la fuori, in quel fiume di strade e di ponti.
    Non ci sarai per niente, non sarai neppure ricordo,
    e quando ti penserò, penserò un pensiero
    che oscuramente cerca di ricordarsi di te.


    Julio Cortazar
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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