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Discussione: Wislawa Szymborska

          
  1. #61
    Master Member L'avatar di daniela
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    Ritratto di donna

    Deve essere a scelta.
    Cambiare, purché niente cambi.
    È facile, impossibile, difficile, ne vale la pena.
    Ha gli occhi, se occorre, ora azzurri, ora grigi,
    neri, allegri, senza motivo pieni di lacrime.
    Dorme con lui come la prima venuta, l'unica al mondo.
    Gli darà quattro figli, nessuno, uno.
    Ingenua, ma ottima consigliera.
    Debole, ma sosterrà.
    Non ha la testa sulle spalle, però l'avrà.
    Legge Jaspers e le riviste femminili.
    Non sa a che serve questa vite, e costruirà un ponte.
    Giovane, come al solito giovane, sempre ancora giovane.
    Tiene nelle mani un passero con l'ala spezzata,
    soldi suoi per un viaggio lungo e lontano,
    una mezzaluna, un impacco e un bicchierino di vodka.
    Dove è che corre, non sarà stanca?
    Ma no, solo un poco, molto, non importa.
    O lo ama, o si è intestardita.
    Nel bene, nel male, e per l'amor del cielo.

    Wislawa Szymborska
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  2. #62
    Master Member L'avatar di Claire
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    Qui

    Non so come dove,
    ma qui sulla Terra c’è parecchio di tutto.
    Qui si producono sedie e tristezze,
    forbicette, violini, sensibilità, transistor,
    dighe, scherzi, tazzine.

    Forse altrove c’è di tutto di più,
    soltanto per ovvie ragioni là mancano dipinti,
    cinescopi, ravioli, fazzoletti per lacrime.

    Qui ci sono tanti posti con dintorni.
    Alcuni puoi amarli in modo speciale,
    chiamarli a modo tuo
    e proteggere dal male.

    Forse altrove ci sono luoghi simili,
    però nessuno li ritiene belli.

    Forse come in nessun luogo, o in pochi luoghi,
    hai qui un tronco separato,
    e con esso le cose occorrenti,
    affinché ai bimbi altrui tu aggiunga i tuoi.
    Inoltre hai braccia, gambe e una testa stupita.

    L’ignoranza qui viene lavorata,
    continuamente qualcosa calcola, confronta, misura,
    estrae con ciò deduzioni e radici.

    Lo so, lo so, che cosa pensi.
    Niente qui di solido,
    perché da sempre per sempre siamo in balìa della furia degli elementi.
    Ma osservi – gli elementi si stancano facilmente
    e debbono talvolta lungamente riposare
    fino alla volta successiva.

    E so che cosa pensi ancora.
    Guerre, guerre, guerre.
    Pure tra di esse capitano delle pause.
    Attenti! – gli uomini sono cattivi.
    Calma! – gli uomini sono buoni.
    Stando sull’attenti non si produce nulla.
    Nella calma col sudore della fronte si costruiscono le case
    e presto vi si abita.

    La vita sulla terra viene fuori abbastanza a buon mercato.
    Per i sogni per esempio qui non paghi un centesimo.
    Per le illusioni – solo quando svaniscono.
    Per il possesso del corpo – soltanto con il corpo.

    E se questo è ancora poco,
    giri senza biglietto nella giostra dei pianeti,
    insieme con essi, gratuitamente, nella bufera galattica,
    in epoche così vertiginose,
    che nulla qui sulla Terra ha neppure il tempo di tremare.

    Allora osserva bene:
    il tavolo sta dove stava,
    sul tavolo il foglio, così come fu messo,
    per la finestra socchiusa soltanto un buffo d’aria,
    e nella parete nessuna grossa crepa,
    per la quale dovunque ti soffierebbe.

    Wislawa Szymborska
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  3. #63
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    Un tempo sapevamo il mondo a menadito

    Un tempo sapevamo il mondo a menadito

    - era così piccolo da stare fra due mani,
    così facile che per descriverlo bastava un sorriso,
    semplice come l’eco di antiche verità nella preghiera.

    La storia non accoglieva con squilli di fanfara:
    ha gettato negli occhi sabbia sporca.
    Davanti a noi strade lontane e cieche,
    pozzi avvelenati, pane amaro.

    Il nostro bottino di guerra è la conoscenza del mondo:
    è così grande da stare fra due mani,
    così difficile che per descriverlo basta un sorriso,
    strano come l’eco di antiche verità nella preghiera.

    Wislawa Szymborska
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  4. #64
    Master Member L'avatar di daniela
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    Un tempo sapevamo il mondo a menadito

    Un tempo sapevamo il mondo a menadito

    - era così piccolo da stare fra due mani,
    così facile che per descriverlo bastava un sorriso,
    semplice come l’eco di antiche verità nella preghiera.

    La storia non accoglieva con squilli di fanfara:
    ha gettato negli occhi sabbia sporca.
    Davanti a noi strade lontane e cieche,
    pozzi avvelenati, pane amaro.

    Il nostro bottino di guerra è la conoscenza del mondo:
    è così grande da stare fra due mani,
    così difficile che per descriverlo basta un sorriso,
    strano come l’eco di antiche verità nella preghiera.

    Wislawa Szymborska
    Stupenda! Una meraviglia!
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  5. #65
    Senior Member L'avatar di Andrea
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    Autotomia


    Alla memoria di Alina Poswiatowska


    In caso di pericolo, l'oloturia si divide in due:
    dà un sé in pasto al mondo,
    e con l'altro fugge.


    Si scinde in un colpo in rovina e salvezza,
    in ammenda e premio, in ciò che è stato e ciò che sarà.


    Nel mezzo del suo corpo si apre un abisso
    con due sponde subito estranee.


    Su una la morte, sull'altra la vita.
    Qui la disperazione, là la fiducia.


    Se esiste una bilancia, ha piatti immobili.
    Se c'è giustizia, eccola.


    Morire quanto necessario, senza eccedere.
    Rinascere quanto occorre da ciò che si è salvato.


    Già, anche noi sappiamo dividerci in due.
    Ma solo in corpo e sussurro interrotto.
    In corpo e poesia.


    Da un lato la gola, il riso dall'altro,
    un riso leggero, di già soffocato.


    Qui il cuore pesante, là non omnis moriar,
    tre piccole parole, soltanto, tre piume di un volo.


    L'abisso non ci divide.
    L'abisso ci circonda.


    Wisława Szymborska
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  6. #66
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    MAPPA

    Piatta come il tavolo
    Su cui è posata.
    Sopra di lei niente si muove
    né muta posto.
    Sopra di lei il mio respiro umano
    Non crea vortici d'aria
    Né sfuma affatto i suoi nitidi colori.
    Perfino i mari sono sempre amichevolmente turchini
    sui suoi bordi sdruciti.
    Qui tutto è piccolo, accessibile, vicino.
    Con la punta dell'unghia posso schiacciare vulcani,
    accarezzare i poli senza spessi guanti,
    con una sola occhiata
    posso abbracciare ogni deserto
    assieme a un fiume proprio qui accanto.
    Le foreste sono indicate da pochi alberelli
    In mezzo a cui è impossibile perdersi.
    A est e a ovest
    Sopra e sotto l'equatore
    Si sgrana il silenzio,
    E dentro ogni seme nero
    Gente che vive.
    Niente fosse comuni e macerie improvvise
    in questo quadro.
    I confini tra i paesi sono appena visibili,
    come se esitassero: - essere o non essere?
    Amo le mappe perchè mentono
    Perchè non ammettono le verità aggressive
    Perchè con magnanimo e bonario humour
    Mi dispiegano sul tavolo un mondo
    Non di questo mondo.

    WISLAWA SZYMBORSKA

    tratta da "Basta Così"
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  7. #67
    Master Member L'avatar di daniela
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    C'è chi

    C’è chi meglio degli altri realizza la sua vita.
    E’ tutto in ordine dentro e attorno a lui.
    Per ogni cosa ha metodi e risposte.
    E’ lesto a indovinare il chi il come il dove
    e a quale scopo.
    Appone il timbro a verità assolute,
    getta i fatti superflui nel tritadocumenti,
    e le persone ignote
    dentro appositi schedari.
    Pensa quel tanto che serve,
    non un attimo in più,
    perché dietro quell’attimo sta in agguato il dubbio.
    E quando è licenziato dalla vita,
    lascia la postazione
    dalla porta prescritta.
    A volte un po’ lo invidio
    - per fortuna mi passa.

    Wisława Szymborska
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  8. #68
    Senior Member L'avatar di Andrea
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    Ombra


    La mia ombra è come un buffone
    dietro la regina. Quando lei si alza,
    il buffone sulla parete balza
    e sbatte nel soffitto col testone.


    Il che forse a suo modo duole
    nel mondo bidimensionale.
    Forse al buffone non va la mia corte
    e preferirebbe un diverso ruolo.


    La regina si sporge dal balcone
    e dal balcone lui si butta giù.
    Così hanno diviso ogni azione,
    però a uno ne tocca assai di più.


    Si è preso il merlo i gesti liberali,
    il pathos con la sua impudenza
    e tutto ciò per cui non ho la forza
    - corona, scettro, mantello regale.


    Lieve sarò, ah, nell’agitare il braccio,
    ah, lieve nel voltare indietro il capo,
    sire, nell’ora del nostro commiato,
    sire, alla stazione ferroviaria.


    Sire, in quel momento sarà il buffone
    a sdraiarsi sui binari alla stazione.


    Wisława Szymborska
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  9. #69
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    Ti ringrazio, cuore mio:
    non ciondoli, ti dai da fare
    senza lusinghe, senza premio,
    per innata diligenza.

    Hai settanta meriti al minuto.
    Ogni tua sistole
    è come spingere una barca
    in mare aperto
    per un viaggio intorno al mondo.

    Ti ringrazio, cuore mio:
    volta per volta
    mi estrai dal tutto,
    separata anche nel sonno.

    Badi che sognando non trapassi in quel volo,
    nel volo
    per cui non occorrono le ali.

    Ti ringrazio, cuore mio:
    mi sono svegliata di nuovo
    e benché sia domenica,
    giorno di riposo,
    sotto le costole
    continua il solito viavai prefestivo.

    Wislawa Szymborska
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  10. #70
    Senior Member L'avatar di Aleciccio
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    Epitaffio

    Qui giace come virgola antiquata
    l'autrice di qualche poesia.
    La terra l'ha degnata
    dell'eterno riposo, sebbene la defunta
    dai gruppi letterari stesse ben distante.
    E anche sulla tomba di meglio non c'è niente
    di queste poche rime, d'un gufo e la bardana.
    Estrai dalla borsa il tuo personal, passante,
    e sulla sorte di Szymborska medita un istante.

    Wislawa Szymborska
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

  11. #71
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    Torture

    di Wislawa Szymborska

    Nulla è cambiato.
    Il corpo prova dolore,
    deve mangiare e respirare e dormire,
    ha la pelle sottile, e subito sotto – sangue,
    ha una buona scorta di denti e di unghie,
    le ossa fragili, le giunture stirabili.
    Nelle torture di tutto ciò si tiene conto.

    Nulla è cambiato.
    Il corpo trema, come tremavaprima e dopo la fondazione di Roma,
    nel ventesimo secolo prima e dopo Cristo,
    le torture c’erano e ci sono, solo la Terra è più piccola
    e qualunque cosa accada, è come dietro la porta.

    Nulla è cambiato.
    C’è soltanto più gente,
    alle vecchie colpe se ne sono aggiunte di nuove,
    reali, fittizie, temporanee e inesistenti,
    ma il grido con cui il corpo
    ne rispondeera, è
    e sarà un grido di innocenza,
    secondo un registro e una scala eterni.
    Nulla è cambiato.
    Tranne forse i modi, le cerimonie, le danze.
    Il gesto delle mani che proteggono il capo
    è rimasto però lo stesso,
    il corpo si torce, si dimena e si divincola,
    fiaccato cade, raggomitola le ginocchia,
    illividisce, si gonfia, sbava e sanguina.

    Nulla è cambiato.
    Tranne il corso dei fiumi,
    la linea dei boschi, del litorale, di deserti e ghiacciai.
    Tra questi paesaggi l’anima vaga,
    sparisce, ritorna, si avvicina, si allontana,
    a se stessa estranea, inafferrabile,
    ora certa, ora incerta della propria esistenza,
    mentre il corpo c’è, e c’è, e c’è
    e non trova riparo.
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  12. #72
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    C’è chi meglio degli altri realizza la sua vita.
    E’ tutto in ordine dentro e attorno a lui.
    Per ogni cosa ha metodi e risposte.
    E’ lesto a indovinare il chi il come il dove
    e a quale scopo.
    Appone il timbro a verità assolute,
    getta i fatti superflui nel tritadocumenti,
    e le persone ignote
    dentro appositi schedari.
    Pensa quel tanto che serve,
    non un attimo in più,
    perché dietro quell’attimo sta in agguato il dubbio.
    E quando è licenziato dalla vita,
    lascia la postazione
    dalla porta prescritta.
    A volte un po’ lo invidio
    - per fortuna mi passa.


    Wisława Szymborska
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  13. #73
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    E vedo solo un chiodo, senza il quadro

    Con uno sguardo mi ha resa più bella,
    e io questa bellezza l'ho fatta mia
    Felice, ho inghiottito una stella.

    Ho lasciato che mi immaginasse
    a somiglianza del mio riflesso
    nei suoi occhi. Io ballo, io ballo
    nel battito di ali improvvise.

    Il tavolo è tavolo, il vino è vino
    nel bicchiere che è un bicchiere
    e sta lì dritto sul tavolo.
    Io invece sono immaginaria,
    incredibilmente immaginaria,
    immaginaria fino al midollo.
    Gli parlo di tutto ciò che vuole:
    delle formiche morenti d'amore
    sotto la costellazione del soffione.
    Gli giuro che una rosa bianca,
    se viene spruzzata di vino, canta.

    Mi metto a ridere, inclino il capo
    con prudenza, come per controllare
    un'invenzione. E ballo, ballo
    nella pelle stupita, nell'abbraccio
    che mi crea.

    Eva dalla costola, Venere dall'onda,
    Minerva dalla testa di Giove
    erano più reali.

    Quando lui non mi guarda,
    cerco la mia immagine
    sul muro. E vedo solo
    un chiodo, senza il quadro.

    Wisława Szymborska





    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  14. #74
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    Numero al momento invariato

    Su cento persone:

    che ne sanno sempre più degli altri
    - cinquantadue;

    insicuri a ogni passo
    - quasi tutti gli altri;

    pronti ad aiutare,
    purché la cosa non duri molto
    - ben quarantanove;

    buoni sempre,

    perché non sanno fare altrimenti
    - quattro, be’, forse cinque;

    propensi ad ammirare senza invidia
    - diciotto;

    viventi con la continua paura
    di qualcuno o qualcosa
    - settantasette;

    dotati per la felicità,
    - al massimo non più di venti;

    innocui singolarmente,
    che imbarbariscono nella folla
    - di sicuro più della metà;

    crudeli,
    se costretti dalle circostanze
    - è meglio non saperlo
    neppure approssimativamente;

    quelli col senno di poi
    - non molti di più
    di quelli col senno di prima;

    che dalla vita prendono solo cose
    - quaranta,
    anche se vorrei sbagliarmi;

    ripiegati, dolenti
    e senza torcia nel buio
    - ottantatré
    prima o poi;

    degni di compassione
    - novantanove;

    mortali
    - cento su cento.

    Numero al momento invariato.

    Wisława Szymborska
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  15. #75
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    Nuvole

    Dovrei essere molto veloce
    nel descrivere le nuvole –
    già dopo una frazione di secondo
    non sono più quelle, stanno diventando altre.

    La loro caratteristica è
    non ripetersi mai
    in forme, sfumature, pose disposizione.

    Non gravate dalla memoria di nulla,
    si librano senza sforzi sui fatti.

    Ma quali testimoni di alcunché –
    si disperdono all’istante da tutte le parti.

    In confronto alle nuvole
    la vita sembra solida,
    pressoché duratura e quasi eterna.

    Di fronte alle nuvole
    perfino un sasso sembra un fratello
    su cui si può contare,
    loro invece sono solo cugine lontane e volubili.

    Gli uomini esistano pure, se vogliono,
    e poi uno dopo l’altro muoiano,
    loro, le nuvole, non hanno niente a che vedere
    con tutta questa faccenda
    molto strana.

    Al di sopra di tutta la tua vita
    e della mia, ancora incompleta,
    sfilano fastose così come già sfilavano.

    Non devono insieme a noi morire,
    né devono essere viste per fluttuare.

    Wislawa Szymborska
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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