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Discussione: Un libro al giorno

          
  1. #46
    lettore L'avatar di walt
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    dai aiutatemi, oggi ha proposto qualcosa Rosy, domani mi aspetto qualcun'altro, invece di suggerire, vorrei mi venisse suggerito.....

    Grazie comunque per l'attenzione che prestate alla discussione.
    adoro parlare del nulla, è l'unico argomento di cui so tutto

  2. #47
    Senior Member L'avatar di Wentworth
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    Io i russi li ho letti quando ero ragazzo e conservo dei ricordi meravigliosi e Anna Karenina è uno dei migliori. E' una grande storia d'amore e a parte qualche lunga digressione sulla condizione della società agraria che caratterizza il personaggio di Levin, se non ricordo male, il resto è una passeggiata che non deve spaventare!

  3. #48
    Master Member L'avatar di maureen
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    IL LIBRO DEL GIORNO DEL 3 FEBBRAIO è: "Il deserto dei tartari" di Dino Buzzati.

    Pubblicato nel 1940, “Il deserto dei tartari”, terzo romanzo di Buzzati, è un magistrale esempio della rappresentazione della vita come attesa, come sconfitta e rinuncia, tema caro al Nostro, che, senza perdere di vista l’elemento reale, sviluppa le sue storie nel clima rarefatto dell’allegoria e della favola didascalica. Forze oscure guidano l’esistenza, coincidenze assurde ne determinano il corso, e l’uomo, preda dell’angoscia, condannato dall’ineluttabilità del tempo alla solitudine, può essere liberato solo dalla morte che, con dignità, lo consegni ad una dimensione eterna ed eroica. Giovanni Drogo è un giovane tenente ventunenne destinato ad un avamposto isolato, il Forte Bastiani, un’immensa fortezza gialla ai confini del deserto, un tempo regno dei mitici nemici, i Tartari. In un’atmosfera di mistero, sospesa nel tempo, in un clima eroico di gloria e speranza pietrificato, i soldati aspettano l’arrivo dei nemici da Nord. E’ un’attesa perenne e illogica che contagia anche Drogo: arrivato con l’idea di andarsene subito, sente l’obbligo di restare, anche lui motivato da quella vana, grandiosa aspettativa d’uno scontro, e si rende conto del tempo che è passato solo dopo quindici anni, quando improvvisamente - “la prima sera che fece le scale a un gradino per volta” - realizza che la giovinezza se ne è andata, e resta “il battito del tempo” a “scandire avidamente la vita” fino alla fine, fino all’estrema rinuncia. E proprio quando i Tartari sbucano dal deserto e prendono d’assalto la Fortezza, Drogo, vecchio soldato ormai incapace di combattere, troverà nella morte una solitaria vittoria. In uno stile onirico, di misteri e visioni, Buzzati conduce il lettore in uno spazio fantastico, con una narrazione che si adegua all’atmosfera surreale, dalla lentezza iniziale della vita monotona e ripetitiva che occupa i primi venti capitoli, al ritmo accelerato che la vicenda assume dal momento in cui il protagonista si rende conto che l’esistenza è fuggita via. Un’avventura che si fa riflessione profonda e lucida.

    Un libro, che ogni volta, mi ricorda che non bisogna sprecare neanche un attimo della propria vita.

  4. #49
    Administrator L'avatar di Mauro
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    E' il trionfo del mito inseguito fino alla fine, al quale si è sacrificata un'intera esistenza rinunciando via via a tutte le offerte che spesso la vita fa una volta sola, come quella di un grande amore.

    Lettura quasi obbligata per chi riesce, in tempi frenetici come i nostri, ad annoiarsi.
    Persone per cui è perfetta la chiosa di maureen.

    Quote Originariamente inviato da maureen Visualizza il messaggio
    Un libro, che ogni volta, mi ricorda che non bisogna sprecare neanche un attimo della propria vita.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

  5. #50
    lettore L'avatar di walt
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    la mia ignoranza riguardo la letteratura italiana è sconfinata, del libro di Buzzati ne ho sempre sentito parlare ma non lo conosco affatto.
    adoro parlare del nulla, è l'unico argomento di cui so tutto

  6. #51
    Master Member L'avatar di Rosy
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    Quote Originariamente inviato da walt Visualizza il messaggio
    la mia ignoranza riguardo la letteratura italiana è sconfinata, del libro di Buzzati ne ho sempre sentito parlare ma non lo conosco affatto.
    Questo è un classico, imperdibile. Io sono ignorante di molto altro ( TROPPO!)
    Forse vado OT ma di Buzzati sono altrettanto validi i RACCONTI, che gli hanno portato un premio Strega.
    Il mio volume è consumato!
    Racconti di un fascino unico.
    Alcuni sono notissimi; ma tutti valgono la pena di essere letti.( te lo presto?)
    ciao
    Rosy

    P.S. NON mi piacciono i racconti in genere: perciò questi devono essere veramente speciali!
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  7. #52
    Io L'avatar di dolores
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    IL LIBRO DEL GIORNO DEL 4 FEBBRAIO E': "L'ombra del padre" di Jan Dobraczynski.



    Dio che decide di nascere uomo, in una famiglia umana, di certo non fa le sue scelte a caso. Sappiamo tutti che si è scelto (anzi si è creato) la più perfetta delle madri, la più bella, la più santa.
    Ma una famiglia non è soltanto una mamma. A cullare tra le braccia il Dio bambino, a proteggerlo, a difenderlo, a portarlo in salvo, a cercarlo con angoscia nel Tempio, a vederlo crescere, accanto a Maria c’era un uomo, il suo sposo, Giuseppe. Un uomo silenzioso, misterioso: sogna. medita, obbedisce e tace. Il vangelo non ci riferisce nemmeno una sua parola. Ci dice solo che era “un giusto”.
    Su san Giuseppe sono fiorite tante leggende. Le più note ci vengono dai “vangeli apocrifi”, quelli che la Chiesa non riconosce come autentici.
    Che cosa pensa, che cosa sente nel cuore un “uomo giusto” che si trova a vivere quell’incredibile avventura di essere lo sposo terreno della Madre di Dio, il padre terreno del Figlio di Dio? A questa domanda tenta di rispondere L’ombra del padre del polacco Jan Dobraczynski.
    E’ un romanzo tutto di fantasia. Quando non si sa, si è costretti ad inventare. Ma c’e modo e modo di inventare. L’ombra del padre è un libro serio, meditato, verosimile.
    Dobraczynski non sfrutta le leggende poetiche e improbabili degli apocrifi (bastoni fioriti di gigli, alberi che si piegano a offrire frutti sulla via dell’Egitto. passerotti di fango che si mettono a volare), ma ci dà il ritratto di un uomo, un uomo in apparenza comune, tranquillo e devoto, ma in realtà “speciale”, come doveva ben esserlo il “giusto” scelto da Dio per quel compito inaudito. Un uomo più sensibile, più attento degli altri alla verità delle cose, alla voce del divino; un uomo vero, che sogna una famiglia, una donna, ma che non si accontenta finché non trova quella donna che gli è destinata da Dio, quella ragazza straordinariamente “speciale”.
    E come non innamorarsi di Maria? Giuseppe lo sente subito: sono fatti l’uno per l’altra, ma in una modalità che lui non immagina e che richiederà tutta la sua fede e tutto il suo amore.
    Il romanzo è la descrizione di questo amore che non somiglia a nessun altro. Una storia delicata, umanissima, commovente.

    Fonte - Elena Cristina Bolla
    “Non ho bisogno di tempo per sapere come sei: conoscersi è luce improvvisa” (P. Salinas)

  8. #53
    lettore L'avatar di walt
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    Sono strafelice del tuo ritorno ( anche se parziale, perchè non riesco a "conversare con te?), e che hai proposto tu il libro di oggi, mi sentivo un po' in colpa per tutto ciò, in fondo il thread era stato proposto da me.....
    un libro davvero particolare........
    adoro parlare del nulla, è l'unico argomento di cui so tutto

  9. #54
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    Bella recensione di un libro che non conoscevo per niente.
    Grazie, Dolores, e bentornata!

  10. #55
    Master Member L'avatar di Rosy
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    Smile 5 febbraio

    IL LIBRO AL GIORNO DI DOMENICA 5 FEBBRAIO E' LA LUNA E I FALO', di Cesare Pavese.

    trama:
    Pubblicato nell'aprile del 1950 e considerato dalla critica il libro più bello di Pavese, "La luna e i falò" è il suo ultimo romanzo. Il protagonista, Anguilla, all'indomani della Liberazione torna al suo paese delle Langhe dopo molti anni trascorsi in America e, in compagnia dell'amico Nuto, ripercorre i luoghi dell'infanzia e dell'adolescenza in un viaggio nel tempo alla ricerca di antiche e sofferte radici. Storia semplice e lirica insieme, "La luna e i falò" recupera i temi civili della guerra partigiana, la cospirazione antifascista, la lotta di liberazione, e li lega a problematiche private, l'amicizia, la sensualità, la morte, in un intreccio drammatico che conferma la totale inappartenenza dell'individuo rispetto al mondo.

    Romanzo intenso, e ricco di figure simboliche.
    I falò, innanzitutto, del titolo .
    Dopo il ritorno di Anguilla al paese, nelle Langhe, i falò non sono più quelli della sua infanzia, accesi nei campi o nelle feste paesane, ma quelli della guerra, e quindi segno di dolore, disperazione.....
    Nuto, l'amico ritrovato, che ha rappresentato la saggezza, il suo modello per tanti anni; addirittura il luogo dove tornare.
    Cinto, il ragazzo povero e zoppo che ricorda ad Anguilla la sua infanzia..

    Un contorno di molte altre figure indimenticabili: Valino, che dà fuoco alla casa uccidendo la sua famiglia; Silvia, morta di aborto; Santa, uccisa dai partigiani per tradimento.
    La morte aleggia in tutta la storia; la più tragica è proprio questa ultima, unità al falò : infatti la ragazza, dopo essere stata uccisa, viene bruciata.
    Il romanzo per me più significativo di tutta l'opera di Pavese.

    OT.Posso andare Ot e dire che ho avuto l'onore di conoscere NUTO?
    Ero ragazzina e mi fu presentato da una vecchia zia che abitava nella strada tra Santo Stefano Belbo e Canelli. Lì, nella casa vicino, abitava il più caro amico di Pavese, NUTO, al secolo Pinolo Scaglione, falegname specializzato in botti e tini da vino.
    Pavese lo aveva voluto immortalare con questo personaggio nel suo romanzo.
    (Lo stesso romanzo è stato argomento della mia tesina di italiano all'esame di maturità!).
    Rosy
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  11. #56
    lettore L'avatar di walt
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    ti giuro che ieri sera avevo pensato proprio al capolavoro di Pavese come libro di oggi, e sono contento che lo abbia postato tu, lo hai fatto molto meglio di quanto avrei fatto io.
    Non saprei cosa aggiungere se non un parere personale, diversi anni fa lessi quasi tutta l'opera di Pavese, decisamente "La luna e i falò" è in assoluto quello che più mi è piaciuto ma non dimenticherei pure "Il diavolo sulle colline".
    adoro parlare del nulla, è l'unico argomento di cui so tutto

  12. #57
    Master Member L'avatar di Rosy
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    ti giuro che ieri sera avevo pensato proprio al capolavoro di Pavese come libro di oggi, e sono contento che lo abbia postato tu, lo hai fatto molto meglio di quanto avrei fatto io.
    Non saprei cosa aggiungere se non un parere personale, diversi anni fa lessi quasi tutta l'opera di Pavese, decisamente "La luna e i falò" è in assoluto quello che più mi è piaciuto ma non dimenticherei pure "Il diavolo sulle colline".
    Ci credi Walt? LO AVREI CITATO COME SECONDO!!!!!!!!!!!!! telepatia.
    Buona domenica, ciao
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    M.Medeiros

  13. #58
    lettore L'avatar di walt
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    evidentemente è l'aria di Genova.....

    Buona (fredda) domenica
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  14. #59
    Master Member L'avatar di Claire
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    IL LIBRO AL GIORNO DI DOMENICA 5 FEBBRAIO E' LA LUNA E I FALO', di Cesare Pavese.



    OT.Posso andare Ot e dire che ho avuto l'onore di conoscere NUTO?
    Ero ragazzina e mi fu presentato da una vecchia zia che abitava nella strada tra Santo Stefano Belbo e Canelli. Lì, nella casa vicino, abitava il più caro amico di Pavese, NUTO, al secolo Pinolo Scaglione, falegname specializzato in botti e tini da vino.
    Pavese lo aveva voluto immortalare con questo personaggio nel suo romanzo.
    (Lo stesso romanzo è stato argomento della mia tesina di italiano all'esame di maturità!).
    Rosy
    Cara Rosy,
    non potevi scegliere di meglio. Il libro di un grande,probabilmente il più grande di tutti. Almeno per me
    Mi sono avvicinata a Pavese con la silloge di poesie"Lavorare Stanca" che mi fu regalata da un amico di penna tanto tempo fa. Fu una rivelazione, un incendio, uno spasmo.Poi arrivò la luna e i falò e tutto il resto.
    Anch'io ho fatto tesina su Pavese all'esame di maturità...anche se parlare di lui mi mette sempre una grande soggezione. Hai conosciuto Nuto? Beata.
    Le langhe descritte da Pavese sono uno dei miei sogni a occhi aperti.
    Ciao
    Claire
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  15. #60
    lettore L'avatar di walt
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    Le Langhe descritte da Pavese, sono anche per me un sogno ad occhi aperti, ma mi fanno uno strano effetto, mi riflettono una serenità incredibile, e mettono addosso nello stesso tempo l'angoscia degli spazi sterminati e vuoti.
    adoro parlare del nulla, è l'unico argomento di cui so tutto

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