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Discussione: Un libro al giorno

          
  1. #121
    Senior Member L'avatar di Cecilia (Teresa)
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    Grazie del suggerimento, walt. Se dovessi cambiare idea, ti avviso sicuramente!

  2. #122
    lettore L'avatar di walt
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    sicuramente il film ha il potere di aumentare l'intensità del racconto, ma pure l'angoscia si moltiplica, eppoi per uno come me che si irrigidisce alla vista di una siringa.........
    adoro parlare del nulla, è l'unico argomento di cui so tutto

  3. #123
    Master Member L'avatar di daniela
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    Anche per me è uno dei pochi casi in cui il film mantiene la stessa drammatica intensità del libro.
    Sconvolgente il libro, sconvolgente il film, anche a distanza di tanti anni l'impatto per me è sempre molto forte.
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  4. #124
    lettore L'avatar di walt
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    la corsa nella metropolitana con il sottofondo di "Heroes"......
    adoro parlare del nulla, è l'unico argomento di cui so tutto

  5. #125
    Outsider Member L'avatar di Tregenda
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    We can be heroes just for one day...


  6. #126
    Administrator L'avatar di Mauro
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    Per me è stato sicuramente un libro di formazione, non direi educativo perché per assistere a certe scene nella Milano degli anni '70/'80 non c'era granchè bisogno di andare al cinema (e purtroppo non solo nelle zone più periferiche e degradate).
    L'ho riletto almeno un paio di volte ma credo che non avrei difficoltà a rileggerlo ancora e credo che manterrebbe intatto tutto il suo potenziale narrativo anche a distanza di tanti anni.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

  7. #127
    Outsider Member L'avatar di Tregenda
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    Volevo precisare che quello che ho trovato esaltante non sono - ovviamente - le "spade", unico aspetto messo in risalto dal film. Nel fim si perdono necessariamente tutte le riflessioni di Christiane sulla vita, sulla società. Lei che leggeva L'arte di amare di Fromm... Lei e tutta la sua consapevolezza, i suoi sogni... E la sua insofferenza.
    La sentenza la definì una ragazza "con un'intelligenza superiore alla media". Grande Christiane.
    So che bisognerebbe dire "Non riesco proprio a capire...", ma io, pur non avendo mai fumato neppure uno spinello in vita mia, capisco, eccome.

  8. #128
    Io L'avatar di dolores
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    Il LIBRO DEL GIORNO del 7 maggio 2012 è "Pinocchio.2112" di Silvio Donà (Leone Editore)

    Oggi vi presento il libro di uno sconosciuto scrittore italiano, che ho conosciuto su aNobii (sia il libro che lo scrittore ), che mi è piaciuto davvero molto.




    "Quando ho quei libri tra le mani io sono fuori. Sono libero. Sono vivo".

    Un cataclisma, non si sa di che natura, ha costretto l'umanità a cercare rifugio sotto terra, mille metri sotto terra: "Né buio né luminoso: incerto. La luce artificiale, in molti quartieri insufficiente, viene convogliata dalla superficie e immagazzinata in pannelli che la rilasciano con intensità costante nelle ventiquattr'ore, per illuminare la rete sconfinata di cunicoli e sale che compongono questa città sotterranea da topi di taglia forte. (...) Qui non c'è differenza tra notte e giorno. Forse c'è ancora all'esterno, sulla crosta terrestre, ma nessuno può sopravvivere abbastanza a lungo là fuori per tornare a raccontarlo".
    La storia è raccontata in prima persona dal protagonista - Angelo - che cerca di sopravvivere, ma con il passare degli anni la speranza e il desiderio di vita si fanno sempre più flebili in lui. Violenza, droga, alcol sono i suoi compagni abituali in questo inferno in cui vige la legge del più forte.
    "Io procuro gli oggetti più assurdi che si possano desiderare in un mondo in cui il vizio è regola e l'eccesso non è punito, in cui chi ha la forza può tutto e chi è debole non ha che se stesso da vendere. E se non vale molto agli occhi di nessuno, allora può solo fuggire e subire. O scegliere di smettere di soffrire. E morire. (...) Io, infatti, procuro il passato".Angelo è un cercatore di libri, merce rara, unica memoria del mondo come era, e proprio la sua fama di cercatore infallibile lo porterà a scoprire la verità sul mondo che lo circonda.
    L'incontro con un bambino e l'amore per una donna gli ridaranno la voglia di vivere e la capacità di fare scelte coraggiose.

    Questo libro mi è piaciuto molto: il protagonista è affascinante (bellissima la descrizione del suo desiderio di paternità) e la storia è appassionante dall'inizio alla fine (anche se a un certo punto si intuisce quale sarà l'epilogo).
    “Non ho bisogno di tempo per sapere come sei: conoscersi è luce improvvisa” (P. Salinas)

  9. #129
    Io L'avatar di dolores
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    Il libro di oggi, venerdì 8 giugno è: Libero chi legge di Fernanda Pivano.


    Segnalo in questa rubrica un libro che non ho ancora letto, ma che mi ha incuriosito e penso possa interessare a molti. L'ho trovato nella libreria di una mia amica su aNobii. Io l'ho ordinato su IBS e mi arriverà a giorni.



    Ecco la descrizione del libro:

    Herman Melville, Edgar Lee Masters, Jack Kerouac, Ernest Hemingway, Charles Bukowski, J.D. Salinger. Ma anche Raymond Carver, John Fante, Kurt Vonnegut. Fino a Philip Roth, Chuck Palahniuk, Don DeLillo, Bret Easton Ellis, David Foster Wallace, Jonathan Safran Foer... Questo è un libro sulla libertà, la libertà che si conquista attraverso la lettura. E questi sono i suoi alfieri disarmati, i suoi profanissimi santi protettori. Questo è un libro sui libri, un'ultima lezione di Fernanda Pivano a tutte le nuove generazioni, un testamento di speranza proiettato verso il futuro. È la biblioteca ideale della Nanda, i cento titoli che i ragazzi di tutte le età dovrebbero leggere per scoprire, godere, crescere, ognuno descritto da una scheda introduttiva. In alcuni casi sono riprodotti gli originali (e inediti) giudizi di lettura.
    Era il 1957 quando Fernanda Pivano, giovane come è sempre stata, in un giudizio di lettura caldeggiò con forza e passione la pubblicazione di "On the Road", scritto da un allora sconosciuto Jack Kerouac. Da allora la mitica Nanda non ha mai smesso di combattere per promuovere tutto quello che sapeva di nuovo, di libero, di rivoluzionario, per contagiare tutti con la sua passione. Con un progetto sempre chiaro in testa, che questo libro riassume e realizza: "Tutti i miei testi sono soltanto lettere d'amore; se scuotono dall'indifferenza qualcuno e lo inducono a interessarsi ad almeno uno dei libri descritti e al loro autore hanno raggiunto il loro scopo".
    “Non ho bisogno di tempo per sapere come sei: conoscersi è luce improvvisa” (P. Salinas)

  10. #130
    old crone L'avatar di Indigowitch
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    Interessante! La metà degli autori citati dalla Pivano sono tra quelli che apprezzo di più.
    Mi è venuta voglia di leggerlo.
    La vita morde forte alle spalle e quando sorride ti fa solo del male (Mauro Berchi)

  11. #131
    Io L'avatar di dolores
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    Quote Originariamente inviato da Indigowitch Visualizza il messaggio
    Interessante! La metà degli autori citati dalla Pivano sono tra quelli che apprezzo di più.
    Mi è venuta voglia di leggerlo.
    Esattamente la stessa mia curiosità
    “Non ho bisogno di tempo per sapere come sei: conoscersi è luce improvvisa” (P. Salinas)

  12. #132
    Master Member L'avatar di daniela
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    Libertà di Jonathan Franzen

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    “Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”, recita l’indimenticabile incipit di Anna Karenina di Tolstoj, autore che Franzen ha particolarmente a cuore. Come ne Le correzioni, anche Libertà è la storia di una famiglia della borghesia urbana americana negli anni 2000, lungo il cammino dallo splendore dell’ascesa fino all’inevitabile e inarrestabile declino.
    Walter e Patty Berglund sono una giovane coppia apparentemente felice e arrivano a Ramsey Hill come i giovani pionieri di una nuova borghesia urbana. Sono colti, educati, progressisti, benestanti e adeguatamente simpatici. Entrambi provengono da famiglie nevrotiche e complicate, e fuggono da adolescenze difficili e tormentate. Ramsey Hill rappresenta per loro una frontiera da colonizzare e la possibilità di rinnovare il mito dell'America come terra di libertà, “dove un figlio poteva ancora sentirsi speciale”.

    Una riflessione sulla libertà e sulle cose cui siamo disposti a rinunciare per essa, sull'ambiguità di un diritto che a volte si fonda sulla sopraffazione dell'altro, sulle catene che ci imprigionano e su quelle che in realtà ci rendono più liberi. Ma questo è anche un romanzo sul matrimonio, su ciò che ci lega a un'altra persona, e sulla politica, che è ciò che ci lega a tutti gli uomini. Sul desiderio e il risentimento, sull'invidia che fonda le amicizie, sul conformismo della società di massa e sulle aspettative deluse: tutte cose che, a ben vedere, sono modi diversi di pensare la libertà.

    (commenti tratti dal web)
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  13. #133
    Member L'avatar di setaab
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    Il libro della Pivano deve esser davvero interessante, ho incontrato alcuni degli autori citati durante le ricerche per la mia tesi di laurea... sono curiosa, lo prenderò!!!!

  14. #134
    lettore L'avatar di walt
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    Il LIBRO DEL 8 DICEMBRE "NOTRE DAME DE PARIS" DI VICTOR HUGO

    Riconosco essere un post molto lungo, ma chi non conosce l'opera vale la pena la legga, è molto precisa, magari invoglierà qualcuno allla lettura di questo bellissimo romanzo


    Una tribù di zingari (della quale fa parte Esmeralda) si è stabilita nella periferia di Parigi occupando un territorio preciso chiamato La Corte dei Miracoli. I gitani incantano la popolazione del luogo con trucchi e magie cercando contemporaneamente di guadagnarsi da vivere, spesso derubando o raggirando la gente.
    Quasimodo, un giovane uomo deforme e di mostruosa bruttezza suona le campane della cattedrale di Notre Dame. Nonostante tutti provino disgusto e paura nei suoi confronti, Quasimodo (più comunemente detto Il gobbo di Notre Dame) è di animo buono ma non lo manifesta. È triste per il fatto di essere diventato sordo a causa della continua esposizione al suono delle campane. La sua sordità e l'assenza di persone con cui parlare lo rendono anche muto. Solamente il suo "padrone", l' arcidiacono Claude Frollo, comunica con lui tramite un linguaggio a gesti. Frollo lo aveva salvato da bambino, quando, abbandonato dai genitori per il suo aspetto deforme, era stato portato in chiesa per essere venduto, o nel peggiore dei casi, ucciso.
    Frollo si invaghisce della zingara Esmeralda, che è solita danzare tra le vie di Parigi, in particolare davanti alla grande cattedrale. A causa della sua posizione religiosa e dei suoi princìpi morali che lo portano a detestare profondamente tutti i gitani, Frollo non può manifestare i suoi sentimenti e, per questo motivo, decide di rapire la fanciulla con l'aiuto di Quasimodo. I suoi piani tuttavia vanno a monte perché il capitano delle guardie di Parigi, Phoebus de Châteaupers, li coglie sul misfatto, salvando così la ragazza. Quest'ultima si innamora perdutamente del suo cavaliere.
    Quasimodo viene invece fustigato ed Esmeralda è l'unica che provi pietà per lui e che lo disseti durante l'esecuzione. Quasimodo se ne innamora perdutamente.
    In seguito al "salvataggio" della piccola zingara, il capitano Phoebus la nota fra canti e balli gitani nelle piazze di Parigi e riesce a strapparle un incontro serale. Phoebus, che appariva dapprima eroico e galante, si rivela semplicemente un uomo in cerca di dolce compagnia e privo di sentimenti. Dà infatti appuntamento alla ragazza in una squallida camera affittata ad ore e la seduce. Esmeralda, dapprima insicura ed impaurita, credendolo innamorato di lei, sta per cedere al volere dell'uomo per paura di perderlo.
    In quel momento però entra in scena Frollo che si era prima inoltrato nella stanza con Phoebus stesso, dopo averlo pregato di poter assistere al suo incontro con la ragazza. L'Arcidiacono, nascosto dentro l'armadio, non riesce a trattenere la sua immensa gelosia dovuta alla passione per la zingara, esce all'improvviso dal suo nascondiglio pugnalando alle spalle il capitano e si getta dalla finestra lasciando la giovane da sola con il corpo privo di sensi di Phoebus.
    In una situazione del genere la colpa va certo alla ragazza che viene definita un'assassina. A questa accusa si aggiunge quella di stregoneria dovuta alla testimonianza della padrona dell'alberghetto in cui si era svolta la vicenda, che afferma di aver visto entrare tre persone in quella stanza e non due. Lo scomparso (Frollo), dato anche il suo aspetto molto sinistro, viene creduto il demonio e lei la sua aiutante.
    La zingara viene imprigionata ed interrogata, ma lei, convinta che il suo Phoebus sia morto, non dice niente se non qualche vaneggiamento sul suo profondo amore per il cavaliere. Si arriva dunque al punto della tortura e qui Esmeralda in preda alla disperazione confessa di aver assassinato l'uomo e di aver aiutato il demonio.
    Nelle segrete della prigione Frollo la va a trovare offrendole un accordo: se Esmeralda gli si concederà egli le salverà la vita. Esmeralda, apprendendo che è Frollo ad aver tentato di uccidere Phoebus rifiuta sdegnata. Viene condannata all'impiccagione. Tuttavia quando la processione che dovrebbe portarla alla forca passa davanti alla cattedrale di Notre Dame, Quasimodo la rapisce e la porta in chiesa dove gode del diritto d'asilo.
    Davanti alla chiesa si raduna una grande folla di zingari che chiede la grazia per la zingara. Tuttavia sia Quasimodo che il re (Luigi XI), fraintendono le richieste della folla, credono che essa chieda l'esecuzione. Il primo lancia pietre e sassi e il secondo invia i gendarmi per sedare la rivolta e giustiziare la "strega". Avutane notizia, Frollo, senza svelare la sua identità, la fa uscire da una porta sul retro e la fa navigare lungo la Senna. Li si svela e le rinnova le sue profferte. Esmeralda rifiuta ancora e Frollo furioso la consegna ai gendarmi. Nella fuga Esmeralda, mantenuta la sua purezza, ritrova la madre perduta nella reclusa della Tour Rouland che tanto l'odiava quando la vedeva danzare: ella odiava gli zingari in quanto gli avevano portato via anni addietro la sua bambina, non sapendo che la bella danzatrice era proprio la sua figlia perduta. Da questa inaspettata scoperta tenta di proteggerla, invano, dal suo tragico destino. Esmeralda viene impiccata, la madre tenta di impedire l'accaduto e perde la vita anche lei. Frollo assiste all'esecuzione da una delle torri della cattedrale provando un piacere sadico. Quasimodo in preda alla rabbia scaraventa Frollo dalla torre, uccidendolo. Phoebus, totalmente disinteressato alla vicenda e senza alcun senso di colpa, si sposa con Fleur-de-Lys, una ricca ragazza di città.
    Esmeralda, in seguito all'impiccagione, viene portata in una sorta di cimitero e Quasimodo, innamorato, si lascia morire accanto al suo corpo senza vita. La scena (denominata significativamente "Il matrimonio di Quasimodo") è forte e ci viene presentata con queste parole dall'autore:
    « Trovarono tra tutte quelle orribili carcasse due scheletri, uno dei quali abbracciava singolarmente l'altro. Uno di quegli scheletri, che era quello di una donna, era ancora coperto di qualche lembo di una veste di una stoffa che era stata bianca, ed era visibile attorno al suo collo una collana di adrézarach con un sacchettino di seta, ornato da perline verdi, che era aperto e vuoto. Quegli oggetti erano di così poco valore che di certo il boia non li aveva voluti. L'altro, abbracciava stretto questo, era lo scheletro di un uomo. Notarono che aveva la colonna vertebrale deviata, la testa incassata tra le scapole e una gamba più corta dell'altra. D'altronde non aveva alcuna vertebra cervicale rotta ed era evidente che non fosse stato impiccato. L'uomo al quale era appartenuto era quindi giunto lì, e lì era morto. Quando fecero per staccarlo dallo scheletro che abbracciava, cadde in polvere. »

    (wikipedia)
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  15. #135
    lettore L'avatar di walt
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    IL LIBRO DEL 9 DICEMBRE 2012 E': "Il medaglione di Tristan da cunha" di Marco Fezzardi

    Oggi voglio proporvi il libro di un amico, a chi non conoscesse la storia e l'esistenza dell'isola di Tristan da Cunha, immagino quasi tutti, li invito a cercarla su internet, una storia sicuramente affascinante, ed una realtà incredibile ai giorni nostri.




    Nell'ottobre 1892, sulle ostili coste di Tristan da Cunha, un'isola sperduta nel mezzo dell'Oceano Atlantico, più o meno a metà strada tra la Terra del Fuoco e Città del Capo, naufraga il brigantino a palo Italia. Quando, dopo oltre un anno, si presenta l'occasione del rimpatrio, due dei sedici uomini componenti l'equipaggio, entrambi camoglini, decidono di restare e di unirsi definitivamente alla piccola ed ostinata comunità di balenieri e naufraghi che popola l'isola. Ma Tristan da Cunha è l'isola dell'anomalia, il luogo dove il senso delle cose non coincide esattamente con quello del mondo. Un geometra e un professore di storia, già protagonisti dell'intrico raccontato ne "La Pietra dei Fieschi", si trovano, loro malgrado, coinvolti in un'originale ricerca di un medaglione le cui origini sono strettamente legate ai misteri dell'isola e al naufragio del brigantino Italia. Tra Genova, Camogli e Tristan da Cunha, l'improvvisata coppia di investigatori tenterà di rintracciare il prezioso monile.

    (da ibs)
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