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Discussione: La poesia del ricordo

          
  1. #76
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    Quote Originariamente inviato da Andrea Visualizza il messaggio
    Sette polaroid da Campoformido
    Francesco Tomada
    x Andrea
    Una più bella dell'altra. Io ADORO questo poeta! grazie e ciao
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  2. #77
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    Prova anche tu

    "Prova anche tu,
    una volta che ti senti solo
    o infelice o triste,
    a guardare fuori dalla soffitta
    quando il tempo è così bello.
    Non le case o i tetti, ma il cielo.
    Finché potrai guardare
    il cielo senza timori,
    sarai sicuro
    di essere puro dentro
    e tornerai
    ad essere Felice."

    Anna Frank
    Due cose mi hanno sempre sorpreso: l'intelligenza degli animali e la bestialità degli uomini. Bertrand Russell

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  4. #78
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    Senza una data da ricordare
    né un luogo ben preciso da indicare
    ecco che arriva la dimenticanza.

    Silenziosa
    come un morto che galleggia sul fiume,
    lontana, ineluttabile
    come può essere solo il destino:

    come un’ampia zona buia,
    o una scultura perfetta,
    come una faccia senza lineamenti,
    senza sguardo. E’ così che arriva.

    Si crea una sera, all’improvviso,
    lasciandoci stupefatti,
    senza un’esclamazione, senza un grido.
    Ci rendiamo conto semplicemente che è nata.

    E ora mi chiedo:
    in quale istante, fra i molti istanti,
    in quale giorno, fra i molti giorni
    tu mi hai dimenticato?

    Eduardo Mitre
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

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  6. #79
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    La mia scuola


    La scuola che mi vide bambino
    non aveva nome.
    Una scuola sospesa tra terra e l’azzurro
    di un cielo infinito,
    un’unica stanza coi banchi anneriti
    e un retro più piccolo che non si sapeva a cosa servisse
    le scritte intagliate, un’unica penna e un pennino macchiato,
    cartelli sui muri, l’amico seduto al suo posto,
    tre classi soltanto,
    (le crepe lasciavano un senso di attesa)
    la piccola scuola di Pietra dell’Uso.
    Non era la Frank, la Pascoli o l’Alighieri,
    la nostra nemmeno portava il suo nome,
    ma solo quel numero uno trascritto sul muro,
    accanto alla chiesa, la nostra piccola scuola.


    Tremavo dal freddo, le mani arrossate, chiudevo l’astuccio,
    pensavo a mia madre.
    Ed ora mia madre con altri cammina, il filo è spinato, non hanno giardini,
    ma solo una strada che sale al mattino.


    E vennero i giorni del freddo, ben presto si incontra il dolore,
    assenze e partenze, le strade si incrociano a monte
    c’è sempre una lapide al segno del passo,
    una lapide bianca e solo quel nome.

    Bruno Bartoletti
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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  8. #80
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    Un giorno, meravigliosa creatura

    Un giorno, meravigliosa creatura,
    io per te diventerò un ricordo

    là, nella tua memoria occhi-turchina
    sperduto – così lontano lontano.

    Tu dimenticherai il mio profilo col naso a gobba,
    e la fronte nell’apoteosi della sigaretta,

    e il mio eterno riso, che tutti intriga,
    e il centinaio – sulla mia mano operaia –
    di anelli d’argento – la soffitta-cabina,
    la divina sedizione delle mie carte…

    e come, in un anno tremendo, innalzate dalla sventura,
    tu piccola eri ed io – giovane.

    Marina Cvetaeva
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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  10. #81
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    FOGLIA

    Io sono come quella foglia – guarda -
    sul nudo ramo, che un prodigio ancora
    tiene attaccata.
    Negami dunque. Non ne sia rattristata
    la bella età che a un’ansia ti colora,
    e per me a slanci infantili s’attarda.
    Dimmi tu addio, se a me dirlo non riesce.
    Morire è nulla; perderti è difficile.

    - Umberto Saba -
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  12. #82
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    Cercavo un inizio ad effetto,
    qualcosa di poetico e vero allo stesso tempo,
    qualcosa di grandioso.
    Non ci sono riuscita.
    Poi ho capito,
    ricordando ciò che non avevo mai saputo:
    che per i grandi cuori che muoiono nel corpo
    ma che continuano a battere nel respiro della notte,
    non ci sono canoni o bellezze regolari,
    armonie esteriori,
    ma tuoni e temporali devastanti
    che portano ad illuminare un fiore, nascosto, di struggente bellezza.

    Frida Kahlo
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  14. #83
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    Da qui a sera
    avrò tempo per dimenticarti,
    o tutto il tempo
    per uccidermi in un ricordo.
    Da qui a sera,
    saranno ore di primavera,
    di solitudini composte
    come fosse vero che eri e sei
    il tempo che non torna.
    Un pensiero a forma di te
    muove, come fosse vento,
    i rami e le foglie.
    Starti dentro in eterna distanza,
    osservarti andare
    mentre io, solo per sopravviverti,
    a me,
    solo a me,
    nel silenzio della pietra
    e nel dove dell’acqua
    ritorno.

    Beatrice Niccolai
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  16. #84
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    DOVE L’ACQUA CON ALTRA ACQUA SI CONFONDE

    Adoro i torrenti e la musica che fanno.
    E i ruscelli, nelle radure e nei prati, prima
    che diventino torrenti.
    Forse li adoro soprattutto
    per la loro segretezza. A momenti dimenticavo
    di dire qualcosa sulle sorgenti!
    Può esserci una cosa più meravigliosa di una fonte?
    Ma anche i grandi corsi d’acqua hanno il loro cuore.
    E i luoghi in cui confluiscono nei fiumi.
    Le foci aperte dei fiumi che sfociano nel mare.
    I luoghi dove l’acqua con altra acqua
    si confonde. questi luoghi mi si stagliano
    nella mente come luoghi sacri.
    Ma questi fiumi lungo la costa!
    Li amo come alcuni amano i cavalli
    o le donne affascinanti. ho un debole
    per questa acqua veloce e fredda.
    Mi basta guardarla perché il sangue scorra più veloce
    e un brivido mi percorra la pelle. Potrei stare
    a guardarli per ore questi fiumi.
    Non ce n’è uno che somigli a un altro.
    Oggi compio quarantacinque anni.
    Chi ci crederebbe ora se dicessi
    che una volta ne avevo trentacinque?
    E che avevo il cuore freddo e vuoto, a trentacinque anni!
    Sarebbero passati altri cinque anni
    prima che ricominciasse a scorrervi del sangue.
    Mi prenderò tutto il tempo che voglio oggi pomeriggio
    prima di lasciare questo posto accanto al fiume.
    Mi piace amare i fiumi.
    Amarli a monte fino
    alla sorgente.
    Amare tutto quello che mi fa crescere.

    Raymond Carver (1938-1988)
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  18. #85
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    Il tempo e l'oblio hanno cancellato - Emily Bronte

    Il tempo e l'oblio hanno cancellato
    ormai quel sorriso d'incanto
    gli anni hanno spento la freschezza
    muffa e umidità sfigurano il volto.

    Ma la ciocca di capelli di seta
    ancora intrecciata sotto il ritratto
    dice quale fosse un tempo quel viso
    ne ritrae l'immagine alla memoria.

    Bianca la mano che ha vergato quel verso
    "Amore sappimi sempre fedele"
    veloci correvano le belle dita
    quando la penna tracciava quel motto.
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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  20. #86
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    Kostas G. Kariotakis - L’ombra delle ore


    Sono il giardino un tempo fragrante dei suoi fiori,
    e pieno d’un grazioso cinguettìo d’uccellini:
    qui, nell’ombra, la notte, tra colloqui segreti
    e un sussurìo di baci, camminava l’amore.

    Sono il giardino a lungo rimasto nello stesso
    posto, mentre aspettava qualche ritorno, invano.
    Ora è stato sepolto da rovi, non da fiori;
    i suoi usignoli tacciono, e i serpenti lo soffocano
    .

    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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  22. #87
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    Per te sono stato la fermata d'autobus

    che non arriva mai

    ma che permette al viaggiatore di guardare il paesaggio.



    Il nostro amarci non è mai stato amore



    tu lo hai desiderato e hai creduto

    che poteva essere un fiore.



    Avevi ragione, era una rosa.



    Già nel seme aveva tutte le sue spine.



    Giovanni Fierro
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

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  24. #88
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    Mio nonno Nino

    Faccio proprio fatica a pensare che il mio sangue
    proviene dal tuo sangue

    i miei capelli che rimangono ostinatamente neri
    i tuoi erano completamente bianchi prima che tu avessi trent’anni

    i miei occhi scuri dovrebbero nascondermi e invece mi svelano
    l’azzurro dei tuoi è il cielo che ti protegge.

    Io ho ancora mani da ragazzo
    hanno poca forza nella presa
    ancora non dicono qual’è il mio coraggio

    così guardo le tue mani

    i tuoi calli sono la soluzione
    di ogni algoritmo che la fame ti ha snervato nello stomaco
    la radice quadrata della tua bontà che non ti ha mai tradito
    la giusta approssimazione ad ogni tuo possibile sogno
    il suo esatto più vicino

    questa pelle sulle tue dita, asciugata a nocciolo di pietra, stretta a pugno
    o volata a carezza, dove è più consumata
    e quasi nascosta per vergogna

    lì riconosco il segno della tua matematica più precisa

    pala e piccone.

    Giovanni Fierro
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  26. #89
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    Questa e' una delle poesie di cui mi innamorai al liceo...il poeta ricorda i momenti felici con la sua donna, tornando sulle rive del lago per cercare di riviverli con la stessa intensita', mentre il tempo passa inesorabile.
    Sotto il testo originale.


    IL LAGO

    Alphonse de Lamartine

    Così, sempre sospinti a sponde nuove e rare
    e nella notte eterna tratti senza ritorno,
    nell’oceano del tempo potremo mai gettare
    l’ àncora un solo giorno?

    O lago! Ha terminato l’anno appena il suo volo
    e a quei flutti che lei rivedere sperava,
    torno a sedermi, guarda! su questa pietra, solo,
    dove anche lei posava!

    Muggivi allora sotto queste rocce profonde
    schiantandoti così, sui fianchi flagellati,
    così gettava il vento le schiumose tue onde
    su quei piedi adorati.

    Una sera, in silenzio vogavamo, ricordi?
    Sotto il cielo, e sull’acque s’udiva il ritmo lento
    dei remi che infrangevano, coi loro tonfi sordi,
    dell’onde tue il concento.

    D’un tratto, al mondo ignoti, sorsero degli accenti
    che attutirono gli echi della sponda incantata
    e la voce a me cara ( tacquero i flutti attenti )
    così parlò, ispirata:

    “ Propizie ore, fermatevi! Tempo devastatore,
    il volo tuo trattieni!
    Lasciateci godere il fugace sapore
    dei giorni più sereni!

    Tante anime infelici v’implorano; abbreviate
    ad esse vita e noia;
    per loro dileguatevi rapidi, e risparmiate
    chi invece è nella gioia!

    Ma inutilmente io chiedo qualche momento ancora,
    fugge il tempo, e si perde;
    io supplico la notte: “Va più lenta”, e l’aurora
    già la notte disperde.

    Amiamo, dunque, amiamo! E l’ora fuggitiva
    godiamo senza indugio!
    Noi passiamo, ed il tempo trascorre senza riva,
    l’uomo non ha un rifugio!”

    Geloso tempo, dunque i momenti d’ebbrezza,
    quando sorsi di gioia a noi versa l’amore,
    spariscono da noi con la stessa sveltezza
    dei giorni di dolore?

    Come! Non ne potremo fissare almeno un’orma?
    Son passati per sempre? Perduti totalmente?
    Il tempo che li ha dati, e che annulla e trasforma,
    non renderà più niente?

    O nulla, eternità, passato, abissi orrendi,
    che cosa fate voi dei giorni che inghiottite?
    Ci ridarete gli attimi estatici, stupendi
    che spietati rapite?

    O lago, o mute rocce, grotte, foresta oscura!
    Voi che il tempo non tocca, che anzi rinnovella!
    Di quella notte almeno conserva tu, o natura,
    ogni memoria bella!

    Sia quando posi placido, o sia fra gli uragani,
    caro lago, o nel tratto delle tue amene sponde,
    o nei tuoi neri abeti, o nelle rocce immani
    che sovrastano l’onde!

    Oppure nello zefiro che mormora, e che manca,
    nel fremito che corre da riva a riva, e muore,
    o nell’astro d’argento, che l’acque calme imbianca
    col suo blando chiarore!

    E la brezza gemente, la canna che sospira,
    ogni effluvio che fluttui nel vento profumato,
    tutto ciò che si sente, si vede o si respira,
    tutto dica: “Hanno amato!”

    Testo originale

    Ainsi, toujours poussés vers de nouveaux rivages,
    Dans la nuit éternelle emportés sans retour,
    Ne pourrons-nous jamais sur l’océan des âges
    Jeter l’ancre un seul jour?

    Ô lac! l’année à peine a fini sa carrière,
    Et près des flots chéris qu’elle devait revoir,
    Regarde! je viens seul m’asseoir sur cette pierre
    Où tu la vis s’asseoir!

    Tu mugissais ainsi sous ces roches profondes,
    Ainsi tu te brisais sur leurs flancs déchirés,
    Ainsi le vent jetait l’écume de tes ondes
    Sur ses pieds adorés.

    Un soir, t’en souvient-il? nous voguions en silence;
    On n’entendait au loin, sur l’onde et sous les cieux,
    Que le bruit des rameurs qui frappaient en cadence
    Tes flots harmonieux.

    Tout à coup des accents inconnus à la terre
    Du rivage charmé frappèrent les échos ;
    Le flot fut attentif, et la voix qui m’est chère
    Laissa tomber ces mots :

    «Ô temps! suspends ton vol, et vous, heures propices!
    Suspendez votre cours:
    Laissez-nous savourer les rapides délices
    Des plus beaux de nos jours!

    «Assez de malheureux ici-bas vous implorent,
    Coulez, coulez pour eux;
    Prenez avec leurs jours les soins qui les dévorent;
    Oubliez les heureux.

    «Mais je demande en vain quelques moments encore,
    Le temps m’échappe et fuit;
    Je dis à cette nuit: Sois plus lente; et l’aurore
    Va dissiper la nuit.

    «Aimons donc, aimons donc! de l’heure fugitive,
    Hâtons-nous, jouissons!
    L’homme n’a point de port, le temps n’a point de rive;
    Il coule, et nous passons!»

    Temps jaloux, se peut-il que ces moments d’ivresse,
    Où l’amour à longs flots nous verse le bonheur,
    S’envolent loin de nous de la même vitesse
    Que les jours de malheur?

    Eh quoi! n’en pourrons-nous fixer au moins la trace?
    Quoi! passés pour jamais! quoi! tout entiers perdus!
    Ce temps qui les donna, ce temps qui les efface,
    Ne nous les rendra plus!

    Éternité, néant, passé, sombres abîmes,
    Que faites-vous des jours que vous engloutissez?
    Parlez: nous rendrez-vous ces extases sublimes
    Que vous nous ravissez?

    Ô lac! rochers muets! grottes! forêt obscure!
    Vous, que le temps épargne ou qu’il peut rajeunir,
    Gardez de cette nuit, gardez, belle nature,
    Au moins le souvenir!

    Qu’il soit dans ton repos, qu’il soit dans tes orages,
    Beau lac, et dans l’aspect de tes riants coteaux,
    Et dans ces noirs sapins, et dans ces rocs sauvages
    Qui pendent sur tes eaux.

    Qu’il soit dans le zéphyr qui frémit et qui passe,
    Dans les bruits de tes bords par tes bords répétés,
    Dans l’astre au front d’argent qui blanchit ta surface
    De ses molles clartés.

    Que le vent qui gémit, le roseau qui soupire,
    Que les parfums légers de ton air embaumé,
    Que tout ce qu’on entend, l’on voit ou l’on respire,
    Tout dise: Ils ont aimé!



    Io li odio i nazisti dell'Illinois...

  27. #90
    Master Member L'avatar di daniela
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    Non vi sarà mai cosa che non sia
    una nube. Lo son le cattedrali
    di vasta pietra e bibliche vetrate
    che il tempo spianerà. Lo è l’Odissea,
    che cambia come il mare. Se la riapri
    sempre cambia qualcosa. Anche il riflesso
    del tuo viso è già un altro nello specchio
    ed il giorno è un dubbioso labirinto.
    Siamo chi se ne va. La numerosa
    nuvola che si disfa all’occidente
    è nostra effigie. Incessantemente
    la rosa si tramuta in altra rosa.
    Sei nuvola, sei mare, sei l’oblio.
    Sei anche tutto quello che hai smarrito.


    J.L. Borges
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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