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Discussione: La poesia del ricordo

          
  1. #46
    Master Member L'avatar di daniela
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    Questi bambini senza campagna

    Questi bambini senza campagna nascono tristi.
    Non hanno visto la bava del bue,
    non han sentito l'odore dell'erba
    al bacio dell'aurora.
    Credono che il latte nasca
    da barattoli coltivati.
    Non hanno bevuto la rugiada dal calice delle rose.

    I cavalli non han lasciato nel loro orecchio.
    lo scalpiccìo dal suono rotondo
    che mai non muore.

    Le rozze pietre .
    non entrarono in contatto con le loro mani,
    e l'usignolo tace tra le foglIe
    dIpinte del libri.

    Non hanno mai bagnato ;
    i piedi nel ruscello,
    i piedi prigionieri
    che non conoscono l'erba né la polvere.

    Mangiano la frutta .
    comprata sul mercato ,
    senza la gioia
    del desiderio sull'albero.

    Mai hanno visto nascere le foglie tenere,
    né il sole spuntare tra la bruma.

    Un panorama senza orizzonte
    gli serra il passo, sempre.

    Irrimediabilmente tristi,
    questi bambini senza cielo e senza campo.

    José Augustin Balseiro
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  2. #47
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    Oblio, oblio, oblio
    una scia d’oblio,
    pietosa, aspettava
    sui suoi fianchi delicatissimi,
    dolce sudario
    bordato dalla rugiada carnale
    che alimentò l’ora
    estrema
    della mia carne,
    solco dell’invisibile
    che attraversò il cuore.


    Clara Janés
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  3. #48
    Master Member L'avatar di daniela
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    Arrivederci, o magari addio.

    Non è necessario che tu mi ascolti, non è importante che tu senta le mie parole,
    no, non è importante, ma io ti scrivo lo stesso (eppure sapessi com'è strano, per me, scriverti di nuovo,
    com'è bizzarro rivivere un addio...)
    Ciao, sono io che entro nel tuo silenzio.

    Che vuoi che sia se non potrai vedere come qui ritorna primavera
    mentre un uccello scuro ricomincia a frequentare questi rami,
    proprio quando il vento riappare tra i lampioni, sotto i quali passavi in solitudine.
    Torna anche il giorno e con lui il silenzio del tuo amore.

    Io sono qui, ancora a passare le ore in quel luogo chiaro che ti vide amare e soffrire...

    Difendo in me il ricordo del tuo volto, così inquietamente vinto;
    so bene quanto questo ti sia indifferente, e non per cattiveria, bensì solo per la tenerezza
    della tua solitudine, per la tua coriacea fermezza,
    per il tuo imbarazzo, per quella tua silenziosa gioventù che non perdona.

    Tutto quello che valichi e rimuovi
    tutto quello che lambisci e poi nascondi,
    tutto quello che è stato e ancora è, tutto quello che cancellerai in un colpo
    di sera, di mattina, d'inverno, d'estate o a primavera
    o sugli spenti prati autunnali - tutto resterà sempre con me.

    Io accolgo il tuo regalo, il tuo mai spedito, leggero regalo,
    un semplice peccato rimosso che permette però alla mia vita di aprirsi in centinaia di varchi,
    sull'amicizia che hai voluto concedermi
    e che ti restituisco affinché tu non abbia a perderti.

    Arrivederci, o magari addio.
    Librati, impossessati del cielo con le ali del silenzio
    oppure conquista, con il vascello dell'oblio, il vasto mare della dimenticanza.

    Josif Aleksandrovic Brodskij
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  4. #49
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    BELLISSIMA. salvata nella mia cartella speciale..
    ciao
    Rosy
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  5. #50
    Senior Member L'avatar di Aleciccio
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    Cuci una federa

    Cuci una federa per ogni ricordo, mettili a dormire,
    dai loro il sonno di un lenzuolo di lino.
    L’edera rende la notte verde.
    Una mela cade sull’erba ma tu imbastisci e cuci.
    Servono aghi e forbici. Serve precisione.


    Antonella Anedda
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

  6. #51
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    Sono tornata bella
    e forse è questo l’ultimo mio autunno.
    Bella più di quando gli piacqui nel sole,
    bella, e vana ai suoi assenti occhi,
    come una foglia d’ombra…

    Ma certe notti,
    nel silenzio che più non turba il pianto,
    invocata mi sento
    con disperata sete
    dalla sua bocca lontana…

    Sibilla Aleramo
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  8. #52
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    Non so se la vita è poco o è molto per me.

    Porto dentro il mio cuore,
    come un cofanetto pieno che non si può chiudere,
    tutti i luoghi dove sono stato,
    tutti i porti a cui sono arrivato,
    tutti i paesaggi che ho visto da finestre o da oblò,
    o dai ponti di poppa delle navi, sognando,
    e tutto questo, che è tanto, è poco per quello che voglio.
    Ho viaggiato per più terre di quelle che ho toccato…
    Ho visto più paesaggi di quelli su cui ho posato gli occhi…
    Ho fatto esperienza di più sensazioni
    di tutte le sensazioni che ho sentito,
    perché, per quanto sentissi, sempre qualcosa mi mancava,
    e la vita sempre mi afflisse, sempre fu poco, e io infelice.
    Non so se la vita è poco o è molto per me.
    Non so se sento troppo o poco, non so
    Se mi manca lo scrupolo spirituale, il punto di
    Appoggio dell’intelligenza,
    la consanguineità con il mistero delle cose, scossa
    ai contatti, sangue sotto i colpi, fremito ai rumori,
    o se un altro significato più comodo e felice c’è per questo.
    Sia come si vuole, era meglio non essere nato,
    perché , per quanto interessante in ogni momento,
    la vita finisce per dolere, nauseare,
    tagliare, radere, stridere,
    a dar voglia di urlare, saltare, restare per terra, uscire
    fuori da tutte le case, da tutte le logiche
    e da tutte le pensiline,
    e andare a essere selvaggi verso la morte fra alberi e oblii,
    fra cadute, e pericoli e assenza del domani,
    e tutto ciò dovrebbe essere un’altra cosa
    più vicina a ciò che penso,
    a ciò che penso o sento, che non so nemmeno
    cosa tu sia, oh vita.

    Fernando Pessoa
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  9. #53
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    Ricorda


    E ricordati quando bussavi
    alla porta sbagliata
    quando ti correvano incontro
    animali stranei senza urla
    incubi di ombre
    eclissi di mistero.
    Ricorda inoltre
    i dolori equivoci
    la bava che colava dalla bocca
    la vendetta delle parole
    che accendevano collere
    il cristallo nero dell'orgoglio.
    Ricordati pure
    il tremore dell'aurora
    e i cieli erranti
    dove tornavi a soffrire
    avvolto dalle tenebre.
    nell'attesa di un sole riparatore.
    Memoria mia ricordati
    che non puoi ricordare.

    Carlos Sànchez
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  10. #54
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    Solo un angelo principiante
    vola al di sotto delle nuvole
    (è ancora tutto in se stesso
    e dall’uomo non abbastanza lontano)

    Se un’ala sfiora la tua fronte,
    è uno di questi,

    e anche tu, come lui,
    sei solo all’inizio

    (Reiner Kunze, trad. e cura di Gio Batta Bucciol, in POESIA n. 281, aprile 2013)
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  11. #55
    Master Member L'avatar di Claire
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    Bambini di Marzabotto


    Eravamo bambini dei monti
    con scarsi giochi e poche gioie
    gioco e gioia era stare dall'alba
    davanti alla casa di sassi
    ad aspettare il tramonto.
    Era gioco badare alla pastura,
    era gioia il frumento a mietitura.
    Verdi nudi pascoli,
    bagnati dalle nuvole d'autunno:
    un primo piovere sulle foglie,
    un odore amaro nella polvere.
    Noi non riconoscemmo facce d'uomini
    in quelli che ci uccisero
    sul petto delle madri uccise.
    Sperammo – e lo sperò tutto il mondo –
    che morissero per fiamme di fulmini
    dentro una bufera deserta.
    Furono invece mani di carne
    a dirigere il fuoco, ed occhi aperti.
    Noi non riconosciamo legge d'uomini
    in quelli che adoprarono le armi
    sopra le nostra ossa innocenti.
    Oggi veniamo dai prati
    strani della memoria,
    entriamo nelle lacrime stanche
    di chi piange ancora per noi:
    siamo antichi come la terra,
    giovane come le stagioni.
    Noi non riconosciamo atti di guerra
    a coloro che vennero soldati
    contro la nostra piccola infanzia.
    Viviamo nelle notti senza sonno
    di quelli che calarono i pugnali
    dentro la nostra forza.
    Ad essi noi neghiamo vita d'uomini,
    sguardo e amore di padri.


    Renata Viganò

    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  12. #56
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    RESIDUO

    Di tutto è rimasto un poco,
    Della mia paura. Del tuo ribrezzo.
    Dei gridi blesi. Della rosa
    è rimasto un poco.
    È rimasto un poco di luce
    captata nel cappello.
    Negli occhi del ruffiano
    è restata un po’ di tenerezza
    (molto poca)

    Poco è rimasto di questa polvere
    che ti copre le scarpe
    bianche. Pochi panni sono rimasti,
    pochi veli rotti,
    poco, poco, molto poco.
    Ma d’ogni cosa resta un poco.
    Del ponte bombardato,
    delle due foglie d’erba,
    del pacchetto
    – vuoto – di sigarette, è rimasto un poco.

    Che di ogni cosa resta un poco.
    È rimasto un po’ del tuo mento
    nel mento di tua figlia.
    Del tuo ruvido silenzio
    un poco è rimasto, un poco
    sui muri infastiditi,
    nelle foglie, mute, che salgono.
    È rimasto un po’ di tutto
    nel piattino di porcellana,
    drago rotto, fiore bianco,
    di rughe sulla tua fronte,
    ritratto.

    Se di tutto resta un poco,
    perché mai non dovrebbe restare
    un po’ di me? Nel treno
    che porta a nord, nella nave,
    negli annunci di giornale,
    un po’ di me a Londra,
    un po’ di me in qualche dove?
    nella consonante?
    nel pozzo?
    Un poco resta oscillando
    alla foce dei fiumi
    e i pesci non lo evitano,
    un poco: non viene nei libri.

    Di tutto rimane un poco.
    Non molto: da un rubinetto
    stilla questa goccia assurda,
    metà sale e metà alcool,
    salta questa zampa di rana,
    questo vetro di orologio
    rotto in mille speranze,
    questo collo di cigno,
    questo segreto infantile...

    Di ogni cosa è rimasto un poco:
    di me; di te; di Abelardo.
    Un capello sulla mia manica,
    di tutto è rimasto un poco;
    vento nelle mie orecchie,
    rutto volgare, gemito
    di viscere ribelli,
    e minuscoli artefatti:
    campanula, alveolo, capsula
    di revolver... di aspirina.

    Di tutto è rimasto un poco.
    E di tutto resta un poco.
    Oh, apri il flacone di profumo
    e soffoca
    l’insopportabile lezzo della memoria.
    Ma di tutto, terribile, resta un poco,
    e sotto le onde ritmate,
    e sotto le nuvole e i venti
    e sotto i ponti e sotto i tunnel
    e sotto le fiamme e sotto il sarcasmo
    e sotto il muco e sotto il vomito
    e sotto il singhiozzo, il carcere, il dimenticato
    e sotto gli spettacoli e sotto la morte in scarlatto
    e sotto le biblioteche, gli ospizi, le chiese trionfanti
    e sotto te stesso e sotto i tuoi piedi già rigidi
    e sotto i cardini della famiglia e della classe,
    rimane sempre un poco di tutto.
    A volte un bottone. A volte un topo.

    Carlos Drummond de Andrade

    (traduzione di Antonio Tabucchi)
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  13. #57
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    Ricordi

    Sfoglia i tuoi ricordi
    cuci per loro una coperta di stoffa.
    Scosta le tende e cambia l'aria.
    Sii per loro cordiale, leggero.
    Questi ricordi sono tuoi.
    Pensaci mentre nuoti
    nel mare dei Sargassi della memoria
    e l'erba marina crescendo ti cuce la bocca.
    Questi ricordi sono tuoi,
    non li dimenticherai fino alla fine.

    Adam Zagajewski
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  14. #58
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    BEEEEEELLLLLLAAAAAAA!
    Rosy
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  15. #59
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    AFTER SUCH PLEASURES

    Questa notte, cercando la tua bocca in un’altra bocca,
    quasi credendoci, perché così da cieco è questo fiume
    che mi attira nella donna e mi sommerge fra le sue palpebre,
    che tristezza nuotare infine verso la sponda del sopore
    sapendo che il piacere è questo ignobile schiavo
    che accetta le false monete, e le fa circolare sorridendo.

    Dimenticata purezza, come vorrei riscattare
    questo dolore di Buenos Aires, questa
    attesa senza pause né speranza.
    Solo nella mia casa aperta sopra il porto
    un’altra volta ancora cominciare ad amarti,
    un’altra volta ancora trovarti nel caffè della mattina
    senza che tante cose irrinunciabili
    siano state.
    E non dover ricordare questa dimenticanza
    che sale per niente, per cancellare dalla lavagna i tuoi pupazzetti
    e non lasciarmi che una finestra senza stelle.

    Julio Cortàzar


    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  16. #60
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    Ardenti nell’ombra

    Tu eri lì,
    accanto all’arancio

    (perchè c’era
    un arancio a lato
    della casa)

    E tu lì, le mani
    illuminate
    la luce veniva dai frutti
    ardenti nell’ombra.

    L’arancio
    si trova ancora lì.
    E tu? Ci sei ancora?

    Lontano s’alzava la polvere
    quando il gregge
    sul fin della sera
    passava – era estate.

    Solo d’estate
    la polvere si solleva così
    senza che ci sia vento.

    Nella vasca, un filo esile
    d’acqua
    serviva per sederci
    sul bordo del suo mormorio.

    Io ero piccolo
    e tu donna triste.
    Quella tristezza è ancora mia.

    Ma solo essa.
    E l’arancio



    Eugenio de Andrade
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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