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Discussione: La poesia del ricordo

          
  1. #16
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    Sventatezza


    Ricordo un pomeriggio di settembre,
    sul Montello. Io, ancora una bambina,
    col trecciolino smilzo ed un prurito
    di pazze corse su per le ginocchia.
    Mio padre, rannicchiato dentro un andito
    scavato in un rialzo di terreno,
    mi additava attraverso una fessura
    il Piave e le colline; mi parlava
    della guerra, di sè, dei suoi soldati.
    Nell'ombra, l'erba gelida e affilata
    mi sfiorava i polpacci: sotto terra,
    le radici succhiavan forse ancora
    qualche goccia di sangue. Ma io ardevo
    dal desiderio di scattare fuori,
    nell'invadente sole, per raccogliere
    un pugnetto di more da una siepe.


    Antonia Pozzi
    Che semplice meraviglia!
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

  2. #17
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    Sangue e piume

    Allodola del ricordo
    è tuo il sangue che scorre
    è tuo e non il mio
    Allodola del ricordo
    ho stretto il pugno mio
    Allodola del ricordo
    gentile uccello finito
    non saresti dovuto venire
    a beccare nella mia mano
    i semi della dimenticanza.

    Jacques Prévert



    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  3. #18
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    Sguinzagliare ricordi

    In questi giorni penso al vento fra i tuoi capelli,
    agli anni che fui nel mondo prima di te
    e all’eternità che prima di te andrò a incontrare,

    ai proiettili che non mi uccisero in battaglia
    ma uccisero i miei amici,
    di me migliori perché
    non vissero oltre come me,
    penso a te nuda davanti al fornello d’estate,
    sul libro curva per leggere meglio
    nella luce morente del giorno.

    Vedi, abbiam vissuto più di una vita,
    ora dobbiamo pesare ogni cosa
    sulla bilancia dei sogni e sguinzagliare
    ricordi che divorino ciò che fu il presente.

    Yehuda Amichai
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  4. #19
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    In me il tuo ricordo

    In me il tuo ricordo è un fruscìo
    solo di velocipedi che vanno
    quietamente là dove l'altezza
    del meriggio discende
    al più fiammante vespero
    tra cancelli e case
    e sospirosi declivi
    di finestre riaperte sull'estate.
    Solo, di me, distante
    dura un lamento di treni,
    d'anime che se ne vanno.
    E là leggera te ne vai sul vento,
    ti perdi nella sera.

    Vittorio Sereni
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  5. #20
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    3 DICEMBRE

    All’ultimo tumulto dei binari

    hai la tua pace, dove la città
    in un volo di ponti e di viali
    si getta alla campagna
    e chi passa non sa
    di te come tu non sai
    degli echi delle cacce che ti sfiorano.

    Pace forse è davvero la tua
    e gli occhi che noi richiudemmo
    per sempre ora riaperti
    stupiscono
    che ancora per noi
    tu muoia un poco ogni anno
    in questo giorno.

    Vittorio Sereni

    Antonia Pozzi aveva un amico, anzi, un grande amico, Vittorio Sereni. Insieme condividevano la poesia, la giovinezza, l’università. Questa è la poesia che lui scrisse dopo la morte di Antonia e il titolo porta la data del suo suicidio.
    Chissà se anche in quella postata da Daniela pensava a lei quando l'ha scritta...
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

  6. #21
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    Elogio dell'infanzia


    Quando il bambino era bambino,
    camminava con le braccia ciondoloni,
    voleva che il ruscello fosse un fiume,
    il fiume un torrente
    e questa pozzanghera il mare.


    Quando il bambino era bambino,
    non sapeva di essere un bambino,
    per lui tutto aveva un’anima
    e tutte le anime erano un tutt’uno.


    Quando il bambino era bambino
    non aveva opinioni su nulla,
    non aveva abitudini,
    sedeva spesso con le gambe incrociate,
    e di colpo si metteva a correre,
    aveva un vortice tra i capelli
    e non faceva facce da fotografo.


    Quando il bambino era bambino,
    era l’epoca di queste domande:
    perché io sono io, e perché non sei tu?
    perché sono qui, e perché non sono lì?
    quando comincia il tempo, e dove finisce lo spazio?
    la vita sotto il sole è forse solo un sogno?
    non è solo l’apparenza di un mondo davanti al mondo
    quello che vedo, sento e odoro?
    c’è veramente il male e gente veramente cattiva?
    come può essere che io, che sono io,
    non c’ero prima di diventare,
    e che, una volta, io, che sono io,
    non sarò più quello che sono?


    Quando il bambino era bambino,
    si strozzava con gli spinaci, i piselli, il riso al latte,
    e con il cavolfiore bollito,
    e adesso mangia tutto questo, e non solo per necessità.


    Quando il bambino era bambino,
    una volta si svegliò in un letto sconosciuto,
    e adesso questo gli succede sempre.
    Molte persone gli sembravano belle,
    e adesso questo gli succede solo in qualche raro caso di fortuna.


    Si immaginava chiaramente il Paradiso,
    e adesso riesce appena a sospettarlo,
    non riusciva a immaginarsi il nulla,
    e oggi trema alla sua idea.


    Quando il bambino era bambino,
    giocava con entusiasmo,
    e, adesso, è tutto immerso nella cosa come allora,
    soltanto quando questa cosa è il suo lavoro.


    Quando il bambino era bambino,
    per nutrirsi gli bastavano pane e mela,
    ed è ancora così.


    Quando il bambino era bambino,
    le bacche gli cadevano in mano come solo le bacche sanno cadere,
    ed è ancora così,
    le noci fresche gli raspavano la lingua,
    ed è ancora così,
    a ogni monte,
    sentiva nostalgia per una montagna ancora più alta,
    e in ogni città,
    sentiva nostalgia per una città ancora più grande,
    ed è ancora così,
    sulla cima di un albero prendeva le ciliegie tutto euforico,
    com’è ancora oggi,
    aveva timore davanti a ogni estraneo,
    e continua ad averlo,
    aspettava la prima neve,
    e continua ad aspettarla.


    Quando il bambino era bambino,
    lanciava contro l’albero un bastone come fosse una lancia,
    che ancora continua a vibrare.


    Peter Handke
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  7. #22
    Senior Member L'avatar di silvia77
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    Uhh...che meraviglia rileggere questa poesia Claire, mi fa ricordare uno dei miei film preferiti in assoluto, 'Il cielo sopra Berlino'...grazie!
    "...she lives for the written word, and people come second or possibly third..." Morrissey

  8. #23
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    Elogio dell'infanzia


    Quando il bambino era bambino,
    camminava con le braccia ciondoloni,
    voleva che il ruscello fosse un fiume,
    il fiume un torrente
    e questa pozzanghera il mare.


    Quando il bambino era bambino,
    non sapeva di essere un bambino,
    per lui tutto aveva un’anima
    e tutte le anime erano un tutt’uno.


    Quando il bambino era bambino
    non aveva opinioni su nulla,
    non aveva abitudini,
    sedeva spesso con le gambe incrociate,
    e di colpo si metteva a correre,
    aveva un vortice tra i capelli
    e non faceva facce da fotografo.


    Quando il bambino era bambino,
    era l’epoca di queste domande:
    perché io sono io, e perché non sei tu?
    perché sono qui, e perché non sono lì?
    quando comincia il tempo, e dove finisce lo spazio?
    la vita sotto il sole è forse solo un sogno?
    non è solo l’apparenza di un mondo davanti al mondo
    quello che vedo, sento e odoro?
    c’è veramente il male e gente veramente cattiva?
    come può essere che io, che sono io,
    non c’ero prima di diventare,
    e che, una volta, io, che sono io,
    non sarò più quello che sono?


    Quando il bambino era bambino,
    si strozzava con gli spinaci, i piselli, il riso al latte,
    e con il cavolfiore bollito,
    e adesso mangia tutto questo, e non solo per necessità.


    Quando il bambino era bambino,
    una volta si svegliò in un letto sconosciuto,
    e adesso questo gli succede sempre.
    Molte persone gli sembravano belle,
    e adesso questo gli succede solo in qualche raro caso di fortuna.


    Si immaginava chiaramente il Paradiso,
    e adesso riesce appena a sospettarlo,
    non riusciva a immaginarsi il nulla,
    e oggi trema alla sua idea.


    Quando il bambino era bambino,
    giocava con entusiasmo,
    e, adesso, è tutto immerso nella cosa come allora,
    soltanto quando questa cosa è il suo lavoro.


    Quando il bambino era bambino,
    per nutrirsi gli bastavano pane e mela,
    ed è ancora così.


    Quando il bambino era bambino,
    le bacche gli cadevano in mano come solo le bacche sanno cadere,
    ed è ancora così,
    le noci fresche gli raspavano la lingua,
    ed è ancora così,
    a ogni monte,
    sentiva nostalgia per una montagna ancora più alta,
    e in ogni città,
    sentiva nostalgia per una città ancora più grande,
    ed è ancora così,
    sulla cima di un albero prendeva le ciliegie tutto euforico,
    com’è ancora oggi,
    aveva timore davanti a ogni estraneo,
    e continua ad averlo,
    aspettava la prima neve,
    e continua ad aspettarla.


    Quando il bambino era bambino,
    lanciava contro l’albero un bastone come fosse una lancia,
    che ancora continua a vibrare.


    Peter Handke
    E' straordinaria, mi piace tantissimo, non la conoscevo.
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  9. #24
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    Ricordami

    Tu ricordami quando sarò andata
    lontano, nella terra del silenzio,
    né più per mano mi potrai tenere,
    né io potrò il saluto ricambiare.

    Ricordami anche quando non potrai
    giorno per giorno dirmi dei tuoi sogni:
    ricorda e basta, perché a me, lo sai,
    non giungerà parola né preghiera.

    Pure se un po' dovessi tu scordarmi
    e dopo ricordare, non dolerti:
    perché se tenebra e rovina lasciano

    tracce dei miei pensieri del passato,
    meglio per te sorridere e scordare
    che dal ricordo essere tormentato.

    Christina Rossetti
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  11. #25
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    Siamo ciò che ricordiamo....

    FILM

    Siamo ciò che ricordiamo
    Ti chiedi che sarà stato di quella ragazza
    che seguiva la sua ombra
    sotto un sole inclemente
    sulle pietre consunte di una piazza deserta
    remota scena di un film degli anni cinquanta
    Tu non eri neanche nato ma hai avuto modo di conoscere
    l’espressione dei suoi occhi
    la smorfia delle labbra
    Era lei nella sua forma naturale
    o l’interpretazione che faceva
    obbedendo alle indicazioni
    Dove si separavano e dove confluivano
    la ragazza reale e il personaggio del film
    Hai dimenticato il titolo, la musica, la trama
    l’unica scena che ritorna è il pavé
    della piazza e la ragazza solitaria
    che prova invano a raggiungere
    la propria ombra calpestandola
    Poi su un altro piano un volto che ti guarda
    che era e non era il suo
    Giovane enigmatica in un ambito
    enigmatico che è andata perdendosi
    nello scorrere degli anni e che ora esiste
    non più come era – se davvero era -
    ma come tu la ricordi
    La ragazza del film e la ragazza reale
    erano due e la stessa
    ma solo quella del film sopravvive
    nella fantasticheria di queste parole
    La ragazza vera non esiste più
    Sarà in pensione o forse morta
    continuando a rincorrere la sua ombra.

    XULIO L. VALCÁRCEL
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  12. #26
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    Corni da caccia


    Nobile è la nostra storia e tragica
    Come la maschera di un tiranno
    Nessun dramma fortunoso o magico
    Nessun particolare indifferente
    rende il nostro amore patetico


    E Thomas de Quincey nel bere
    L'oppio veleno dolce e casto
    La povera Anna andava sognando
    Passiamo passiamo poiché tutto passa
    Indietro io mi volterò sovente


    I ricordi sono corni da caccia
    Il cui clamore smuore nel vento


    Guillaume Apollinaire
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  13. #27
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    Ricordo una stagione

    Ricordo una stagione in mezzo ai colli
    immensi, affaticata dal soffiare
    della notturna tramontana. Un gelso
    gemeva negli strappi, così alto
    che talora il suo grido mi svegliava.

    Ieri nel ritornarvi non sembrava
    passato altro che un giorno.
    La tramontana ci infuriava intorno.
    Contro il cancello, intatta, era restata
    una mia antica rosa morsicata.

    Maria Luisa Spaziani
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  14. #28
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    Cos'è rimasto dei momenti belli?

    Il brillare degli occhi,
    una goccia d’essenza,
    un sospiro sul bàvero,
    il respiro sul vetro,
    di lacrime una briciola
    e un’unghia di tristezza.
    E poi, credetemi, quasi più nulla.
    Fumo di sigarette
    e sorrisi fuggevoli,
    e un pugno di parole
    che volano in un angolo
    come rifiuti lievi
    che il vento porta via.
    E ancora non vorrei dimenticare
    quei tre fiocchi di neve.
    Solo questo, ed è tutto.

    Jaroslav Seifert
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  15. #29
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    I ricordi mi vedono

    Una mattina di giugno in cui era troppo presto
    Per svegliarmi ma troppo tardi per riprendere sonno,
    Devo uscire nel verde che è colmo
    Di ricordi, e mi seguono con lo sguardo.
    Non si vedono, si fondono completamente
    Al paesaggio, perfetti camaleonti.
    Sono così vicini che li sento respirare
    Benché il canto degli uccelli dia stupore.

    Tomas Tranströmer
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  16. #30
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    Il tempo corrode le immagini, i ricordi
    Senza i quali noi pensiamo di non poter vivere
    Esso non ci lascia che un'amarezza triste
    E qualche punto sensibile, da non toccare
    Ci dispiace, talvolta, d'aver smesso di soffrirne
    Talmente meritavano di esser ricordati
    E' la vita che se ne va da noi, è un'assenza
    Che ci lascia più soli, senza pena, senza amore.


    Louis Brauquier
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

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