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Discussione: Apollonio Rodio

          
  1. #1
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    Apollonio Rodio

    Modernità degli antichi


    Come mio solito, un brevissimo commento ad un frammento di un'opera grandiosa. Questa volta
    Le Argonautiche, di Apollonio Rodio. Una linea unisce l'antica cultura greca alla nostra, e certe produzioni eguagliano (se non superano) quelle contemporanee in sentimento. Quel sentimento che, immutato e non evoluto, ha toccato l'animo dei nostri padri.
    Da Le Argonautiche, Libro IV.
    (Eeta entra nel palazzo. Medea è triste. A lei, Era infonde nel cuore una paura penosa. L'uso di recidere una ciocca di capelli rimanda alle cerimonie nuziali e sicuramente ad esse pensa Medea a ricordo di una passata vita di vergine)


    ......... con le mani strappò un lungo ricciolo
    e lo lasciò nella stanza, per la madre, ricordo della sua vita di vergine,
    e gemette con voce convulsa:
    "Questa lunga ciocca ti lascio al mio posto, madre mia, e me ne vado;
    addio e sii felice, anche se vado tanto tanto lontano;

    addìo, Calciope, addìo a tutta la casa.
    Oh se il mare
    ti avesse sbranato, straniero, prima d'arrivare alla terra dei Colchi". Così disse, e versava dagli occhi copiose lacrime.

    Vorrei solo aggiungere questi piccoli brani: guardate, mi emoziona troppo rileggere queste opere immortali, cercare di cogliere l'animo dei protagonisti e, soprattutto, capire di essere come loro.
    Dal libro IV, vv 1141-1149. Si stanno preparando le nozze di Medea:

    Qui stesero il grande letto e sopra gettarono
    il vello d'oro fulgente, perchè le nozze
    fossero onorate e cantate. Nel candido
    seno le Ninfe portavano mazzi variopinti di fiori.
    Le circondava tutte come una luce di fuoco,
    tale era il lampo che si irradiava dai bioccoli d'oro;
    un dolce desiderio brillava nei loro occhi
    ma la vergogna trattenne tutte, per quanto volessero
    mettervi sopra le mani.

    Queste righe stupende furono scritte, insieme a tante altre, dal grandissimo Apollonio Rodio.

  2. #2
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    Perchè leggere le Argonautiche, di Apollonio Rodio.

    Le Argonautiche sono un poema epico in esametri, in quattro libri, di argomento mitologico. In esso, viene narrato il viaggio della nave Argo in Colchide, alla ricerca del Vello d'Oro, cioè della pelle del magico montone che aveva portato in salvo nel regno di Eeta (Colchide), il figlio del re beota Atamante, Frisso, minacciato di morte dalla matrigna Ino. Capo della spedizione è l'eroe tessalo Giasone, che la affronta per ordine dello zio Pelia, re di Iolco, che vuole sbarazzarsi del nipote; essa avviene sotto la protezione di Era, che nutre simpatia per Giasone ed è nemica di Pelia.

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