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Discussione: Alle donne, dalle donne, per le donne

          
  1. #61
    Master Member L'avatar di Claire
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    Lettere


    Brevi erano le tue lettere, precise, tutte muscolo e nervo,
    di mano più usa al compasso, alla squadra, al gesto del duro comando.
    Dicevan le semplici cose con semplici nude parole;
    ma due ne portavano in fine, due, sempre le stesse: "Sei mia".
    E quando ella giungeva, leggendo, al termine noto,
    s'abbandonava all'indietro, vuotata del sangue, morente d'amore.
    Ombre violacee intorno alla socchiusa bocca, all'affilato naso
    precipitoso palpito delle vene gonfiate alle tempie alla gola
    cecità delle palpebre, tensione delle mascelle nel desiderio
    faccia di donna agonizzante in estasi, tu non la vedesti,
    nessuno la vide. Era sola.

    Ora, ogni notte, la donna che più non vorrebbe esser viva
    nel vuoto della sua casa che ha odore di cenere spenta
    scioglie un pacco di lettere legato con un nastro nero.
    E legge; e, giunta al termine ben noto che a ognuna è sigillo,
    ancor s'abbandona all'indietro, vuotata del sangue, morente d'amore.
    Così, dalla tomba, con dura predace potenza di sillabe scritte
    tu l'imprigioni, o scomparso, tu la possiedi così.

    Ada Negri
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  2. #62
    Senior Member L'avatar di Aleciccio
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    Sempre

    Sempre questa sensazione di inquietudine
    ... Di attesa d’altro.
    Oggi sono le farfalle e domani sarà la
    tristezza inspiegabile,
    la noia o l’ansia sfrenata
    di rassettare questa o quella stanza,
    di cucire, andare qua e là a fare commissioni,
    e intanto cerco di tappare l’Universo con un dito,
    creare la mia felicità con
    ingredienti da ricetta di cucina,
    succhiandomi le dita di tanto in tanto,
    di tanto in tanto sentendo che mai potrò essere sazia,
    che sono un barile senza fondo,
    sapendo che “non mi adeguerò mai”,
    ma cercando assurdamente di adeguarmi
    mentre il mio corpo e la mia mente si aprono,
    si dilatano come pori infiniti
    in cui si annida una donna che avrebbe
    voluto essere
    uccello, mare, stella,
    ventre profondo che dà alla luce Universi
    splendenti stelle nove...
    e continuo a far scoppiare Palomitas nel cervello,
    bianchi bioccoli di cotone,
    raffiche di poesie che mi colpiscono
    tutto il giorno e
    mi fanno desiderare di gonfiarmi come un
    pallone per contenere
    il Mondo, la Natura, per assorbire tutto e stare
    ovunque, vivendo mille e una vita differente...
    Ma devo ricordarmi che sono qui e che
    Continuerò
    ad anelare, ad afferrare frammenti di chiarore,
    a cucirmi un vestito di sole,
    di luna, il vestito verde color del tempo
    con il quale ho sognato di vivere
    un giorno su Venere.

    Gioconda Belli
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

  3. #63
    Master Member L'avatar di daniela
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    Sempre

    Sempre questa sensazione di inquietudine
    ... Di attesa d’altro.
    Oggi sono le farfalle e domani sarà la
    tristezza inspiegabile,
    la noia o l’ansia sfrenata
    di rassettare questa o quella stanza,
    di cucire, andare qua e là a fare commissioni,
    e intanto cerco di tappare l’Universo con un dito,
    creare la mia felicità con
    ingredienti da ricetta di cucina,
    succhiandomi le dita di tanto in tanto,
    di tanto in tanto sentendo che mai potrò essere sazia,
    che sono un barile senza fondo,
    sapendo che “non mi adeguerò mai”,
    ma cercando assurdamente di adeguarmi
    mentre il mio corpo e la mia mente si aprono,
    si dilatano come pori infiniti
    in cui si annida una donna che avrebbe
    voluto essere
    uccello, mare, stella,
    ventre profondo che dà alla luce Universi
    splendenti stelle nove...
    e continuo a far scoppiare Palomitas nel cervello,
    bianchi bioccoli di cotone,
    raffiche di poesie che mi colpiscono
    tutto il giorno e
    mi fanno desiderare di gonfiarmi come un
    pallone per contenere
    il Mondo, la Natura, per assorbire tutto e stare
    ovunque, vivendo mille e una vita differente...
    Ma devo ricordarmi che sono qui e che
    Continuerò
    ad anelare, ad afferrare frammenti di chiarore,
    a cucirmi un vestito di sole,
    di luna, il vestito verde color del tempo
    con il quale ho sognato di vivere
    un giorno su Venere.

    Gioconda Belli
    WOW! Che meraviglia! Una bomba...
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  4. #64
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    E la donna sta là dove ferve
    il fogliame dei prugni e dei meli
    e il vento forse si sente
    uno scultore felice.


    Stephan Scipacev
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

  5. #65
    Senior Member L'avatar di Andrea
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    In ascensore fino al cielo

    Come dicono i pompieri,
    non prendete mai camere oltre
    il quinto piano
    negli hotel di New York:
    ci sono scale che vanno piú su
    ma nessuno ci salirebbe.
    Come dice il "New York Times",
    l'ascensore cerca sempre da sé
    il piano in fiamme
    e si apre automaticamente
    e non si chiude piú.
    Sono questi gli avvisi
    che dovete dimenticare
    se volete uscire da voi stessi
    fino a catapultarvi in cielo.

    Sono andata spesso oltre
    il quinto piano
    salendo a manovella,
    ma solo una volta
    andai fino in cima.
    Sessantesimo piano:
    cigni e pianticelle piegàti
    verso la propria tomba.
    Duecentesimo piano:
    montagne con la pazienza di un gatto,
    il silenzio in scarpe da tennis.
    Cinquecentesimo piano:
    messaggi e lettere millenari,
    uccelli da bere,
    una cucina di nuvole.
    Seicentesimo piano:
    le stelle,
    scheletri in fiamme
    con le braccia che cantano.
    E una chiave,
    una chiave enorme,
    che apre qualcosa
    (qualche utile uscio)
    da qualche parte,
    lassú.

    Anne Sexton
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  6. #66
    Senior Member L'avatar di Andrea
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    Non mi pento di niente

    Dalla donna che sono,
    mi succede, a volte,
    di osservare, nelle altre, la donna che potevo essere;
    donne garbate, laboriose, buone mogli,
    esempio di virtù,
    come mia madre
    avrebbe voluto.
    Non so perchè
    tutta la vita
    ho trascorso a
    ribellarmi a loro.
    Odio le loro minacce
    sul mio corpo
    la colpa che le loro vite
    impeccabili,
    per strano maleficio
    mi ispirano;
    mi ribello contro le loro buone azioni,
    contro i pianti di nascosto
    del marito,
    del pudore della sua nudità
    sotto la stirata e inamidata biancheria intima.
    Queste donne,
    tuttavia, mi guardano
    dal fondo dei loro specchi;
    alzano un dito accusatore
    e, a volte, cedo al loro sguardo di biasimo
    e vorrei guadagnarmi il consenso universale,
    essere "la brava bambina", essere la "donna decente",
    la Gioconda irreprensibile,
    prendere dieci in condotta
    dal partito, dallo Stato,
    dagli amici,
    dalla famiglia, dai figli
    e da tutti gli esseri
    che popolano abbondantemente
    questo mondo.
    In questa contraddizione inevitabile tra quel che doveva essere
    e quel che è,
    ho combattuto numerose
    battaglie mortali,
    battaglie a morsi, loro contro di me
    - loro contro di me che sono me stessa -
    con la psiche
    dolorante,
    scarmigliata,
    trasgredendo progetti ancestrali, lacero le donne che vivono in me
    che, fin dall'infanzia, mi guardano torvo
    perchè non riesco nello stampo perfetto dei loro sogni,
    perchè oso essere quella folle, inattendibile, tenera e vulnerabile
    che si innamora come una triste puttana
    di cause giuste,
    di uomini belli
    e di parole giocose
    Perchè, adulta, ho osato vivere l'infanzia proibita
    e ho fatto l'amore sulle scrivanie nelle ore d'ufficio,
    ho rotto vincoli inviolabili
    e ho osato godere
    del corpo sano e sinuoso
    di cui i geni di tutti i miei avi mi hanno dotata.
    Non incolpo nessuno. Anzi li ringrazio dei doni.
    Non mi pento di niente, come disse Edith Piaf:
    ma nei pozzi scuri in cui sprofondo al mattino,
    appena apro gli occhi,
    sento le lacrime che premono,
    nonostante la felicità che ho finalmente conquistato,
    rompendo cappe e strati di roccia terziaria e quaternaria,
    vedo le altre donne che sono in me,
    sedute nel vestibolo
    che mi guardano con occhi dolenti e mi sento in colpa per la mia felicità.
    Assurde brave bambine mi circondano e danzano musiche infantili
    contro di me;
    contro questa donna fatta, piena,
    la donna dal seno sodo
    e i fianchi larghi,
    che, per mia madre e contro di lei, mi piace essere.

    Gioconda Belli
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  7. #67
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    Smile Come una pianta

    Toglimi l’erba che mi cresce intorno
    non vedi che mi soffoca
    ridammi l’aria il vento
    la luce che mi manca
    benché segreta e cupa
    ormai indispensabile
    annaffiami con l’acqua rigogliosa
    del fiume che conosci
    ritaglia i rami informi voluttuosi
    butta le foglie marce
    scava pota diserba
    fammi tornare slanciata e sicura
    come ero
    nella pura bellezza dell’inizio
    quando l’istante non era che assoluto
    e poi senza pietà
    ti prego
    tagliami le radici
    strappami dalla terra
    fammi volare nell’aria sospirata
    un giorno un’ora un attimo felice
    lasciami sognare
    non me ne importa niente
    se il respiro mi basterà appena
    per capire l’errore
    l’insidia la vertigine
    e poi precipitare
    nel sonno senza sogni
    del buio inafferrabile
    del vuoto senza te.

    Martha Canfield

    ( Montevideo, 1949)



    MMartha canfieldMartha
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  8. #68
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    Strade

    Inutile chiedersi che lago protetto da aironi
    si trovava nell'altra vallata,
    o rimpiangere i canti del bosco
    che non avevo attraversato.
    Inutile chiedersi dove potevano portare altre strade,
    dato che portavano altrove;
    poichè è solo qui e ora
    la mia vera destinazione.
    E' dolce il fiume nella tenera sera
    e tutti i passi della mia vita mi hanno portata a casa.

    Ruth Bidgood
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  9. #69
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    Nella Follia

    Catturare il firmamento e lambire le nubi


    Prendere in prestito la bufera

    Lasciandomi alle spalle le lacrime zampillanti

    Lacrime zampillanti

    E me ne andrò.

    Non inseguire l’equilibrio

    Non soffocare le grida

    Danzare sull’acqua

    Dirigendomi verso l’altra sponda

    Libera o schiava

    Non importa!

    Guadare il fiume.

    Quando verrà il momento

    farfalla notturna

    Deporre la dolcezza che ormai mi ha annoiata

    Deporre l’abito imbizzarrito invano

    E dare fuoco al passato

    Per ritornare liscia come la terra vista da lontano

    E girare da sola

    Intorno alla luna.

    Ridere e le mie risate non saranno tristi

    Non volere, camminare

    Accarezzare la strada

    Conversare tutta la notte con il selciato

    Fare sgorgare la poesia dalle pietruzze

    Il cielo piangerà e non mi preoccuperò

    Il vento consumerà il mio cuore ustionato dall’amore.

    Quando verrà il momento

    alba senza rugiada

    mi mostrerò con il viso rabbuiato

    e seppellirò i miei visi sereni

    diffonderò le ombra sul mio essere

    le farò gocciolare come il dolce miele

    punto dopo punto

    bacio dopo bacio

    affinché riemerge sulla superficie del fiume

    quella donna che ho serbato in me.

    Joumana Haddad
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  10. #70
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    Io sono quella che di notte

    Io sono quella che di notte
    ascolta tutti gli altri respirare,
    ho bisogno di vegliare sulla casa
    di girare frenetica su tutto...
    Ma il mio momento è con i primi voli in fronte
    dopo tutte le scale a piedi nudi
    una ringhiera tra la notte e l'alba...
    Ci siamo io, quell'uomo in bicicletta,
    gli urli strani dell'estate e un po' di freddo
    a portare fino a qui la nostra ansia.

    Isabella Leardini
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  11. #71
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    DUE PAROLE


    All’orecchio questa notte mi hai detto due parole
    comuni. Due parole stanche
    di essere dette. Parole
    che da vecchie si son fatte nuove.

    Due parole così dolci, che la luna che passava
    filtrando tra i rami
    nella mia bocca si è fermata. Due parole così dolci
    che una formica mi cammina sul collo e resto immobile
    non provo nemmeno a scacciarla.

    Due parole così dolci
    che senza volerlo esclamo: oh, che bella, la vita!
    Così dolci e così mansuete
    che oli profumati scorrono sul corpo.

    Così dolci e così belle
    che nervose, le mie dita,
    si muovono verso il cielo imitando una forbice.

    Vorrebbero le mie dita
    tagliare stelle.

    Alfonsina Storni


    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  12. #72
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    E Dio mi fece donna

    E Dio mi fece donna,
    con capelli lunghi,
    occhi,
    naso e bocca di donna.
    Con curve
    e pieghe
    e dolci avvallamenti
    e mi ha scavato dentro,
    mi ha reso fabbrica di esseri umani.
    Ha intessuto delicatamente i miei nervi
    e bilanciato con cura
    il numero dei miei ormoni.
    Ha composto il mio sangue
    e lo ha iniettato in me
    perché irrigasse tutto il mio corpo;
    nacquero così le idee,
    i sogni,
    l’istinto
    Tutto quel che ha creato soavemente
    a colpi di mantice
    e di trapano d’amore,
    le mille e una cosa che mi fanno donna
    ogni giorno
    per cui mi alzo orgogliosa
    tutte le mattine
    e benedico il mio sesso.

    Gioconda Belli
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

  13. #73
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    La bambola blu


    Stamattina ho sognato che ritornavi e lasciavi una bambola
    blu a faccia in giù sulla trapunta di mia madre. Mi allungai
    per girarla, quando un liquido nero colò da una fessura del
    muro e sanguinò in una pozza che si apriva sotto il letto. La
    bambola aveva i capelli e il volto blu. L'afferrai per le caviglie
    e la scossi come il sonaglio di uno sciamano. La scossi
    con tale forza che la testa roteò e sentii rimorso.

    Mi alzai e legai i capelli. La mia vestaglia sfiorò il bordo
    d'acqua nera. Il naso cominciò a sanguinarmi, dapprima
    lentamente, poi gocce della grandezza di lacrime mi scivolarono
    sulla gola, tingendo il colletto e il corpino. Il mio vestito era quello
    della bambola blu. Camminai sull'acqua attraverso
    la parete nella foresta fino a una collinetta rocciosa.
    Mi tagliai un sentiero e salii a piedi nudi.

    Mi distesi a faccia in giù sulla cima, canticchiando la musica
    di un sole flautato. Non ero più arrabbiata. Non ero altro
    che lo spazio di una nota cantata da un tordo nel bosco.

    Patti Smith
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  14. #74
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    Sei la donna che passa
    come una foglia.

    E lasci agli alberi
    un fuoco d'autunno
    Giuseppe Ungaretti

    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

  15. #75
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    Cercarmi.
    Ecco a cosa avrei dovuto abituarmi.
    Passare dentro al silenzio delle cose
    per comprenderne il significato.

    Assistere alla mia disfatta
    per diventare arbusto isolato
    lontano dal frastuono
    dell'indifferenza.

    Percepirmi fuori dall'ombra
    costruirmi grembo nel deserto
    e dissetare le mie radici
    come fossi io
    albero dei miei paesaggi.

    Mi consola in tutto questo
    la presenza di un sole che muore
    solo per rinascere.

    E' in quel suo esercizio costante ed eterno,
    la prova che di vita si può anche vivere
    e d'inerzia, come rami nel vento,
    danzare.
    Beatrice Niccolai
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

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