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Discussione: Alle donne, dalle donne, per le donne

          
  1. #346
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    Rupi Kaur
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  3. #347
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    Grazie Daniela, sono bellissime!

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  5. #348
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    Grazie Daniela, sono bellissime!
    Anch'io sono rimasta molto colpita!
    Molti ovviamente non le considerano poesie nel vero senso del termine.
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  6. #349
    Logopedista nei sogni L'avatar di Estella
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    Lo spirito ha bisogno del finito
    per incarnare slanci d'infinito.
    Parlo con l'angelo, e le tue braccia d'uomo
    soltanto lo traducono ai miei sensi.
    Dove comincia l'ala? Dove nascono
    musiche di tamburi di tempesta?
    Amarti è sprofondare, è una foresta
    sfumante in cieli altissimi.

    Maria Luisa Spaziani
    Non avere mai paura di essere un papavero in un campo di giunchiglie.


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  8. #350
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    Prima che sia troppo tardi, alza la cornetta –
    telefonami – fa’ presto – il tempo si muove…
    L’amore può diventare odio molto in fretta.
    Sì, presto comincerò a cercare altrove.
    Uomini come te non li trovi in ogni dove –
    buoni, vecchio stile… non il tipo che si affretta
    per conoscermi. Quest’attesa è un tormentone.
    Prima che sia troppo tardi, alza la cornetta –
    Ho un’idea. Quest’amicizia ti alletta
    consumarla insieme prima dell’invecchiagione?
    Hai quarantotto anni e l’età non aspetta.
    Telefonami – fa’ presto – il tempo si muove…
    Un’altra storia d’amore-kamikaze che piove
    su di me? No! Ad aspettare mi sono costretta,
    stavolta… ma non un giorno in più: è atroce!
    L’amore può diventare odio molto in fretta.
    Dicono che esagero. Dovrei dar retta
    agli amici, non drammatizzare. Ma come?
    Pensate sia piacevole sentirmi negletta?
    Sì, presto comincerò a cercare altrove.
    So che ti piaccio, ma per richiamarti non troverei
    il coraggio. Però… sì, un’idea perfetta:
    concentrandomi telepaticamente proverò
    a raggiungerti, pensandoti più in fretta –
    Prima che sia troppo tardi…

    Wendy Cope
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  10. #351
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    CREPUSCOLO TRA LE ROVINE

    Davanti alla casa senza tetto il lillà nel pieno

    della sua fioritura

    cerca

    con la sua cascata di fiori di ricoprire le rovine

    Il profumo viola si spande raggiunge i muri rimasti

    e passa tra i mattoni spezzati

    Gli spettri che di notte si aggirano tra quelle case

    profumano di lillà

    e passando scuotono il polline viola dai mantelli

    Per questo la notte tra le rovine è spettrale

    e viola.


    Jozefina Daubegović
    (Plehan, 15 aprile 1999)
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  12. #352
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    Noi siamo sardi

    Noi siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi,
    romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi.

    Siamo le ginestre d'oro giallo che spiovono
    sui sentieri rocciosi come grandi lampade accese.

    Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo,
    lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto.

    Siamo il regno ininterrotto del lentisco,
    delle onde che ruscellano i graniti antichi,
    della rosa canina,
    del vento, dell'immensità del mare.

    Siamo una terra antica di lunghi silenzi,
    di orizzonti ampi e puri, di piante fosche,
    di montagne bruciate dal sole e dalla vendetta.

    Noi siamo sardi.

    Grazia Deledda

    Il 10 dicembre 1927 le venne conferito il premio Nobel per la letteratura, «per la sua potenza di scrittrice, sostenuta da un alto ideale, che ritrae in forme plastiche la vita quale è nella sua appartata isola natale e che con profondità e con calore tratta problemi di generale interesse umano».
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  14. #353
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    La cascata

    Quello che persuade nella cascata è il coraggio
    con cui affronta il vuoto.
    Così è generata la bellezza:
    nell’assoluta indifferenza dell’economia di sé.
    Come tutto ciò che è pronto a perdersi, incute timore.
    Al di là dei suoi velari
    intravvediamo non più la misura del Tempo
    ma la sua sostanza.

    Donatella Bisutti
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  16. #354
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    I GHIACCIOLI

    Ogni mattina mi congratulo
    coi ghiaccioli per il loro rigore.
    Penso che abbiano coraggio, carattere,
    i loro cuori duri non cederanno mai.

    Poi verso le dieci, dieci e mezza,
    sentendo le gocce d'acqua cadere regolari
    guardo la grondaia. Vedo
    attuarsi la solita vecchia storia invernale
    — i ghiaccioli che piangono le loro lacrime innate,
    e, se solo lo sapessero, la loro identità.

    Janet Frame
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  18. #355
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    Canto

    Provati estate primavera autunno inverno,
    datemi il grande freddo per sempre,
    ghiaccioli su tetti muri finestre il sogno
    marmoreo perpetuo integrale di un mondo e di persone ghiacciati
    nella più nera delle notti, così nera da non riuscire a distinguere
    il sogno perpetuo integrale marmoreo.
    Gli occhi ciechi sono ora padroni di sé.

    Janet Frame
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  20. #356
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    Di ora in ora più selvatica.
    Lo so.
    Da tanti anni divorata,
    tagliata, ritagliata,
    I rami costretti a destra e a manca,
    MI slanciai, fiorendo minuti fiori bianchi,
    sopra gli steccati fisso in viso le persone.
    Mi guardano le api,
    mi ha preso il manto il vento.
    Forte e aspro è il mio gusto,
    rigogliose le mie fronde.
    Si acciglia la gente, se vede che metto ancora una radice.

    Janet Frame
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  22. #357
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    Ti ha portata novembre. Quanti mesi
    durerà la dolceamara
    vicenda di due sguardi, di due voci?
    Se io avessi una leggenda tutta scritta
    direi che questo tempo che ci sfiora
    ci appartiene da sempre. Ma non sono
    che un uomo fra mille e centomila
    ma non sei
    che una donna portata da novembre
    e un mese dona e un altro ci saccheggia.
    Sei una donna
    che adesso tiene un naufrago impaziente
    dimmi tu
    sei scoglio
    o continente?

    Luciano Erba
    Non avere mai paura di essere un papavero in un campo di giunchiglie.


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  24. #358
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    Senza titolo
    A quei tempi
    non valevo niente
    e mi consumavo gli occhi

    Mettevo il cuore
    nel fango
    e ci giocavo a palla

    Imparai a scrivere, a leggere
    e a tacere
    In questi tempi invece
    non valgo niente (talvolta)
    ma ora so dove
    ho messo il cuore
    e mi si riempie di canzoni.

    María Saucedo
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

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  26. #359
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    La donna mancina

    Lei saliva con altri da una stazione del metro
    mangiava con altri a una tavola calda
    aspettava con altri in una lavanderia
    ma una volta l'ho vista da sola
    davanti a un giornale murale

    Usciva con altri da un grattacielo d'uffici
    si pigiava con altri ad una bancarella
    era seduta con altri presso un campo-giochi di sabbia
    ma una volta l'ho vista dalla finestra
    giocare a scacchi da sola

    Era sdraiata con altri su un prato del parco
    rideva con altri in un labirinto di specchi
    gridava con altri sull'ottovolante
    e poi sola la vidi soltanto
    camminare nei miei desideri

    Ma oggi nella mia casa aperta:
    la cornetta era girata dall'altra parte
    la matita era a sinistra dell'agenda
    a sinistra la tazza del tè
    e il manico pure a sinistra
    e vicino la mela sbucciata in senso inverso
    (e non finita di sbucciare)
    le tende raccolte a sinistra
    e la chiave della porta di casa
    nella tasca sinistra della mia giacca
    Ti sei tradita, o mancina!
    O era per lasciarmi un messaggio?

    Vederti in un continente straniero io vorrei
    perche' finalmente in mezzo agli altri ti vedrei sola
    e tu fra mille altri vedresti me
    e finalmente ci verremmo incontro.

    Peter Handke
    Non avere mai paura di essere un papavero in un campo di giunchiglie.


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  28. #360
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    So che stai leggendo questa poesia
    tardi, prima di lasciare il tuo ufficio
    che ha una sola intensa luce gialla e una finestra che rabbuia
    nella spossatezza dell’edificio dissolto nella quiete
    quando l’ora di punta è da molto passata. So che stai leggendo
    questa poesia in piedi, in una libreria lontana dall’oceano,
    in un giorno grigio all’inizio della primavera,
    languidi fiocchi di polline mulinano
    attraverso gli immensi spazi delle pianure intorno a te.
    So che stai leggendo questa poesia
    in una stanza in cui è accaduto troppo per poterlo sopportare,
    spirali di lenzuola ristagnano sul letto
    e la valigia aperta parla di fuga
    ma non puoi andartene ancora. So che stai leggendo questa poesia
    mentre il metrò rallenta la corsa, prima di lanciarti su per le scale,
    verso un amore diverso
    che la vita non ti ha mai concesso.
    So che stai leggendo questa poesia alla luce
    della televisione, dove scorrono sussulti d’immagini mute,
    mentre aspetti le ultime notizie sull’intifada.
    So che stai leggendo questa poesia in una sala d’aspetto
    di occhi incontrati e mai incontrati, di identità con estranei.
    So che stai leggendo questa poesia sotto al neon
    nella noia stanca dei giovani che sono esclusi,
    che si escludono, troppo presto. So
    che stai leggendo questa poesia con la tua vista incerta:
    le tue lenti spesse dilatano le lettere oltre ogni significato
    e tuttavia continui a leggere
    perché anche l’alfabeto è prezioso.
    So che stai leggendo questa poesia in cucina,
    mentre riscaldi il latte, con un bambino che ti piange sulla spalla
    e un libro in mano,
    perché la vita è breve e anche tu hai sete.
    So che stai leggendo questa poesia che non è nella tua lingua:
    di alcune parole non conosci il significato, mentre altre ti fanno continuare a leggere
    e io voglio sapere quali sono.
    So che stai leggendo questa poesia in attesa di udire qualcosa, divisa tra amarezza e speranza,
    per poi tornare ai doveri che non puoi rifiutare.
    So che stai leggendo questa poesia perché non c’è altro da leggere,
    qui dove sei approdata, nuda come sei.

    Adrienne Rich

    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

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