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26-December-2012, 15:10
#151
Master Member
C'è un incantesimo per ogni disgrazia
che nasce senza permesso nella solitudine.
Se tu m'avessi chiesto
cosa avrei voluto dalla vita,
t'avrei detto che avrei voluto il rumore dell'acqua
che accarezza inquietudini e rimuove certezze,
che inonda e cancella rughe di tempo
in cui ha la sua eternità l'anima.
Se tu m'avessi chiesto un sogno,
t'avrei detto quanto sarebbe stato bello
ascoltare con te accanto il rumore dell'acqua,
nell'inquietudine di una vita che passa.
Di tutto quel che è stato
rimane soltanto il rumore di un fiume che scorre.
Beatrice Niccolai
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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26-December-2012, 18:12
#152
Master Member
" Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
M.Medeiros
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28-December-2012, 18:56
#153
Senior Member
Ci sono donne gonfie d’amore
sono spade e forcelle
e assi nella manica.
Vitalità si sporge
dai capezzoli per un latte piccolo
all’infante.
Le condiziona la struttura celeste
quel tessere l’enigma
fino al velo scostato per pochissimo
fino alle sonde acute
di concentrazione.
Non sono donne in verità
ma passeri sporgenti su nidiate
inermi.
L’estate entra
nei vestiti
e s’infila
in un sudore d’ossa delicate.
Sono qui.
Portano parte del peso
una polvere di stelle primarie.
Soccorrono ridendo
le sponde d’un cielo
imperfetto che a volte cade.
Piangono. Ogni tanto.
Quel guastarsi del pane
il grave precipizio del tempo.
Sono che non c’è al mondo
bocca che rida meglio
di quella loro fiamma.
O leggerezza
in sponda d’infante.
Niente c’è che perfori
come l’incendio a festa
di quel riso.
Sono capanne
dove lo stanco pellegrino
piange un poco
in sere cupe di gravità terrestre.
Dicono “Si nasce in avanti. Verso la fonte
di tutta una luce. Al qui.
Al tempo. Al niente. Càlmati ora”.
Sono qui per questo.
Portare la parola.
Ridere. Stare senza pensiero.
Dare da mangiare.
Essere geniale svolta.
Pulire dove si sporca.
Miracolare.
Sono opera intera d’un amore
trapuntato di stelle.
Mariangela Gualtieri
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
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17-January-2013, 22:25
#154
Master Member
Tu sei la somiglianza
Ti levi: l'acqua si spiega
Ti stendi: l'acqua si schiude.
Tu sei l'acqua distolta dai gorghi
Sei la terra che prende radice
E dove ogni cosa si fonda
Fai bolle di silenzio nel silenzio dei fragori
Canti inni notturni su corde dell'arcobaleno
Sei dovunque abolisci ogni strada
Tu sacrifichi il tempo
Alla gioventù eterna della fiamma esatta
Che vela la natura ricreandola
Donna, tu metti al mondo un corpo sempre eguale
Il tuo
Tu sei la somiglianza.
Paul Eluard
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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23-January-2013, 22:40
#155
Master Member
E Dio mi fece donna
E Dio mi fece donna,
con capelli lunghi,
occhi,
naso e bocca di donna.
Con curve
e pieghe
e dolci avvallamenti
e mi ha scavato dentro,
mi ha reso fabbrica di esseri umani.
Ha intessuto delicatamente i miei nervi
e bilanciato con cura
il numero dei miei ormoni.
Ha composto il mio sangue
e lo ha iniettato in me
perché irrigasse tutto il mio corpo;
nacquero così le idee,
i sogni,
l’istinto
Tutto quel che ha creato soavemente
a colpi di mantice
e di trapano d’amore,
le mille e una cosa che mi fanno donna
ogni giorno
per cui mi alzo orgogliosa
tutte le mattine
e benedico il mio sesso.
Gioconda Belli
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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04-February-2013, 13:10
#156
Senior Member
Elena di Troia balla sul balcone
Il mondo è pieno di donne
pronte a dirmi che dovrei vergognarmi
se solo potessero: Smetti di ballare.
Ritrova il tuo contegno
e un lavoro normale.
Certo. E il minimo sindacale,
e le vene varicose a stare in piedi per otto ore
dietro al solito bancone di vetro
imbacuccata fino al collo, anziché
nuda come un hamburger.
A vendere guanti, o cose del genere
invece di quel che vendo io.
Ci vuole talento
a spacciare qualcosa di così nebuloso
e senza forma materiale.
Sfruttata, direbbero. Certo, senza ombra
di dubbio, ma perlomeno posso scegliere
il modo, e poi mi prendo i soldi.
Il mio è un buon rapporto qualità-prezzo.
Come i predicatori, vendo visioni,
come la pubblicità del profumo, desiderio
o il suo facsimile. Come nelle barzellette
o in guerra, è tutta questione di tempismo.
Rivendo agli uomini i loro peggiori sospetti:
che tutto abbia un prezzo,
un pezzo per volta. Mi guardano e vedono
un massacro con la motosega appena prima che avvenga,
quando coscia, culo, macchia, fessura, tetta, e capezzolo
sono ancora uniti insieme.
Quanto odio gli batte dentro,
i miei adoratori gonfi di birra! Odio, o un ebbro
disperato amore. Vedendo la fila di teste
e occhi rovesciati, imploranti
ma pronti ad azzannarmi le caviglie,
capisco i diluvi e i terremoti, e l'impulso di pestare
le formiche. Mi muovo a ritmo,
e danzo per loro, perché
non lo sanno fare. La musica ha un odore volpino,
crepita come metallo riscaldato
e brucia le narici
o afosa come l'agosto, caliginoso e languido
come una città il giorno dopo il saccheggio,
quando lo stupro è fatto,
e la carneficina,
e i sopravvissuti vanno in giro
a cercare cibo
fra i rifiuti, e c'è solo un cupo sfinimento.
A proposito, è il sorriso
che mi estenua di più.
Il sorriso, e il far finta
di non sentirli.
Non li sento, infatti, perché dopo tutto
sono straniera per loro.
La loro parlata è ispida e gutturale,
ovvia come una fetta di spalla cotta,
ma io vengo dalla provincia degli dèi
dove i significati sono lirici e obliqui.
Io non mi svelo a tutti,
se ti avvicini all'orecchio te lo sussurro:
Mia madre fu stuprata da un sacro cigno.
Ci credi? Mi puoi portare fuori a cena.
È quello che diciamo a tutti i mariti.
Davvero, ci son tanti uccelli pericolosi in giro.
Certo che qua dentro solo tu
mi puoi capire.
Gli altri vorrebbero guardare
senza sentire nulla. Ridurmi alle componenti
come in una fabbrica di orologi o un mattatoio.
Spremere fuori il mistero.
Murarmi viva
nel mio stesso corpo.
Vorrebbero leggermi dentro,
ma non c'è niente di più opaco
della trasparenza totale.
Guarda - i miei piedi nemmeno toccano il marmo!
Come fiato o aerostato, mi sollevo,
lèvito a quindici centimetri da terra
nella mia luce di fiammeggiante uovo di cigno.
Pensi che non sia una dea?
Mettimi alla prova.
È una canzone-torcia* la mia.
Se mi tocchi bruci.
Margaret Atwood
*Torch song è la definizione di certe canzoni melodiche sentimentali cantate in particolare da donne nei pianobar.
L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.
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04-February-2013, 13:13
#157
Senior Member
Su
Ti svegli col terrore in petto.
Senza un vero motivo.
La luce del mattino filtra dalla finestra,
gli uccelli cantano,
non riesci a scendere dal letto.
C'è qualcosa nelle lenzuola gualcite
che sporgono dai bordi come foglie
di giungla, le pantofole di spugna
aprono le scure fauci rosa per i tuoi piedi,
la colazione invisibile - ce n'è un po'
nel frigorifero che non ti azzardi
ad aprire - che non ti azzarderai a mangiare.
Cosa te lo impedisce? Il futuro. Il tempo futuro,
immenso come il firmamento.
Ti ci potresti perdere.
No. Non è così semplice. Il passato, la sua densità
e avvenimenti annegati che ti spingono giù,
come acqua del mare, come gelatina
che ti riempie i polmoni invece dell'aria.
Ma lascia perdere, alziamoci.
Prova a muovere il braccio.
Prova a muovere la testa.
Fa' finta che la casa sia in fiamme
e che se non fuggi bruci.
No, non serve a nulla.
Non ha mai funzionato.
Da dove arriva, questa eco,
questo enorme No che ti circonda,
silenzioso come le pieghe delle tende gialle
muto come il vivace
vaso messicano col suo carico
di fiori mummificati?
(Li hai scelti tu i colori solari,
non i toni secchi, neutri, dell'ombra.
Dio sa se ci hai provato).
Eccone una buona:
sdraiata sul letto di morte.
Ti resta un'ora da vivere.
Chi, di preciso, hai avuto bisogno
di tutti questi anni per perdonare?
Margaret Atwood
L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.
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08-February-2013, 15:37
#158
Senior Member
È bello tornare
Togliersi le scarpe
Lavare via con l’acqua la polvere del lungo giorno
Toccare nuda le pareti nude della casa
Camminare come cieca tra i mobili, i libri, le lampade
come una cieca che possiede solo queste povere cose
Dovrei sistemare le porte, ridipingere il soffitto
smerigliare gli specchi dove mi smarrisco
dove guardo una che non può scappare da nessuna parte
perché la casa è una torre che nessuno conosce
Meglio così
Mi basta quello che ho
Mie sono le formiche assorte
il percorso brillante delle lumache
la rana appena nata nel bagno di mia figlia
e questo lungo blues per dire il tuo nome
come un trofeo.
Soledad Álvarez
L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.
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10-February-2013, 18:11
#159
Senior Member
Nudo di donna in piedi
Sei ore così per pochi franchi.
Pancia capezzoli culo alla luce della finestra,
mi succhia il colore. Un po’ più a destra,
Madame. E cerca di stare ferma.
Sarò rappresentata analiticamente e starò appesa
in grandi musei. I borghesi andranno in solluchero
di fronte a una tale immagine di puttana di strada. La chiamano Arte.]
Forse. Lui si preoccupa di volume, spazio.
Io del prossimo pasto. Stai dimagrendo,
Madame, non va bene. I miei seni pendono
un po’ verso il basso, lo studio è freddo. Nelle foglie del tè
posso vedere la regina d’Inghilterra che fissa
le mie forme. Magnifiche, mormora,
andando avanti. Mi fa ridere. Si chiama
Georges. Mi dicono che è un genio.
Ci sono volte in cui non si concentra
e si irrigidisce in cerca del mio calore.
Mi possiede sulla tela mentre intinge il pennello
ripetutamente nel colore. Bello mio,
non puoi permetterti le arti che vendo.
Tutti e due poveri, ci guadagniamo da vivere come possiamo.
Gli chiedo. Perché lo fai? Perché
devo. Non c’è scelta. Non parlare.
Il mio sorriso lo confonde. Questi artisti
si prendono troppo sul serio. Di notte mi riempio
di vino e vado in giro nei bar a ballare. Quando è finito
me lo mostra con orgoglio, si accende una sigaretta. Dico
dodici franchi e prendo lo scialle. Non mi somiglia.
Carol Ann Duffy
L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.
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11-February-2013, 16:48
#160
Master Member
IL LAVORO DI VESTIRSI
Improvvisamente
quando mi sveglio la mattina
mi ricordo di me,
cautamente apro gli occhi
e inizio a vestimi.
Prima sistemo il mio gesto
di persona per bene.
Poi metto le buone
maniere, l'amore
filiale, il decoro, la morale,
la fedeltà coniugale:
ed alla fine lascio i ricordi.
Lavo accuratamente
il mio viso di buona cittadina
vista la mia deteriorata speranza,
mi metto in bocca le parole
spazzolo la bontà
e la indosso come un sombrero
e negli occhi
quello sguardo così affabile.
Maria Mercedes Carranza
" Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
M.Medeiros
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14-February-2013, 20:59
#161
Master Member
Ritratto del mio ex marito come un recinto per polli.
I recinti per polli sono la mia idea di paradiso.
Nessuno si accorge se crolla tutto;
e i polli dal cervello di gallina vagano in su e in giù
deponendo le uova nei posti sbagliati
e correndo sopra il cibo.
Ma chi se ne importa?
Ogni volta che infilzano un vermetto
sanno che il mondo è fatto per loro diletto;
perché cosa c'è di più comodo e incantevole
che scivolare dietro una sfilza di campanule
sguazzare nella polvere calda e soffice come piuma di tortora
prima di tornare a un nido tranquillo?
Se solo avessi avuto il buonsenso, Signore,
di trasformare mio marito in un recinto per polli,
tutta questa storia angosciante
non sarebbe mai successa.
Selima Hill
" Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
M.Medeiros
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05-March-2013, 17:05
#162
Senior Member
Quante tu sono
Quante tu sono
in te,
come
chiodi sotto
strati di colore,
cicatrici
notate solo al
tatto, chiavi
rimaste
in fondo
ad un cassetto?
Elisa Biagini (Firenze, 1970), da L’ospite (Einaudi, 2004)
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
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08-March-2013, 10:46
#163
Master Member
Notte bianca
Luce a una finestra. Una donna è sveglia
in quest’ora immobile.
Noi che lavoriamo così abbiamo lavorato spesso
in solitudine. Ho dovuto immaginarla
intenta a ricucirsi la pelle come io ricucio la mia
anche se
con un punto
diverso.
Alba dopo alba, questa mia vicina
si consuma come una candela
trascina il copriletto per la casa buia
fino al suo letto buio
la sua testa
piena di rune, sillabe, ritornelli
questa sognatrice precisa
sonnambula in cucina
come una falena bianca,
un elefante, una colpa.
Qualcuno ha tentato di tenerla
tranquilla sotto una coperta afgana
intessuta di lane color erba e sangue
ma si è levata. La sua lampada
lambisce i vetri gelati
e si scioglie nell’alba.
Non la fermeranno mai
quelli che dormono il sonno di pietra del passato,
il sonno dei drogati.
In un attimo di cristallo, io lampeggio
un occhio attraverso il freddo
un aprirsi di luce fra noi
nel suo occhio che incide il buio
– questo è tutto. L’alba è la prova, l’agonia
ma dovevamo contemplarla:
Dopo di che potremo forse dormire, sorella mia,
mentre le fiamme si alzano sempre più alte, possiamo
dormire.
Adrienne Rich, 1974
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
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08-March-2013, 10:55
#164
Master Member
Riprenditi
Non cercare là.
Ciò che è, sei tu.
Sta in te.
In tutto.
La goccia è stata nella nuvola.
Nella linfa.
Nel sangue.
Nella terra.
E nel fiume che si è aperto nel mare.
E nel mare che si è coagulato in mondo.
Tu hai avuto un destino così.
Fatti a immagine del mare.
Datti alla sete delle spiagge.
Datti alla bocca azzurra del cielo.
Ma fuggi di nuovo a terra.
Ma non toccare le stelle.
Torna di nuovo a te.
Riprenditi.
Cecilia Meireles
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
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08-March-2013, 11:09
#165
Senior Member
Zitella
E così questa particolare ragazza
In una cerimoniosa passeggiata d'Aprile
Col suo più recete pretendente
Si trovò all'improvviso oltremodo sconvolta
Dalla sfrenata babele degli uccelli,
Da quel mare di foglie.
In preda a questo tumulto, osservava
I gesti del suo innamorato che sbilanciavano l'aria,
E il proprio passo vagante ineguale
In quel solitario rigoglio di felci e fiori,
Giudicava i petali in scompiglio,
E la stagione in generale, sciatta.
Come desiderò allora l'inverno! -
Scrupolosamente austero nel suo ordine
Di bianco e nero
Ghiaccio e roccia, ogni senso nei suoi limiti,
E la gelida disciplina del cuore
Esatta come fiocco di neve.
Ma ecco - un germogliare
Anormale abbastanza da mettere in scompiglio
Le sue regali cinque facoltà -
Un tradimento da non tollerare. Si, impazziscano pure
Gli idioti nel manicomio primavera:
Lei se ne tirò subito fuori.
E mise tutt'intorno alla sua casa
Tale una barricata di spine e impedimenti
Contro quella stagione sediziosa
Che nessun uomo all'assalto poté sperare d'infrangerla
Per anatemi, pugni o terrore
E nemmeno per amore.
Sylvia Plath
L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.
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