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Discussione: Alle donne, dalle donne, per le donne

          

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  1. #1
    Logopedista nei sogni L'avatar di Estella
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    In riva al mare
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    La donna mancina

    Lei saliva con altri da una stazione del metro
    mangiava con altri a una tavola calda
    aspettava con altri in una lavanderia
    ma una volta l'ho vista da sola
    davanti a un giornale murale

    Usciva con altri da un grattacielo d'uffici
    si pigiava con altri ad una bancarella
    era seduta con altri presso un campo-giochi di sabbia
    ma una volta l'ho vista dalla finestra
    giocare a scacchi da sola

    Era sdraiata con altri su un prato del parco
    rideva con altri in un labirinto di specchi
    gridava con altri sull'ottovolante
    e poi sola la vidi soltanto
    camminare nei miei desideri

    Ma oggi nella mia casa aperta:
    la cornetta era girata dall'altra parte
    la matita era a sinistra dell'agenda
    a sinistra la tazza del tè
    e il manico pure a sinistra
    e vicino la mela sbucciata in senso inverso
    (e non finita di sbucciare)
    le tende raccolte a sinistra
    e la chiave della porta di casa
    nella tasca sinistra della mia giacca
    Ti sei tradita, o mancina!
    O era per lasciarmi un messaggio?

    Vederti in un continente straniero io vorrei
    perche' finalmente in mezzo agli altri ti vedrei sola
    e tu fra mille altri vedresti me
    e finalmente ci verremmo incontro.

    Peter Handke
    Non avere mai paura di essere un papavero in un campo di giunchiglie.


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  3. #2
    Senior Member L'avatar di Andrea
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    Oct 2011
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    Milano
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    So che stai leggendo questa poesia
    tardi, prima di lasciare il tuo ufficio
    che ha una sola intensa luce gialla e una finestra che rabbuia
    nella spossatezza dell’edificio dissolto nella quiete
    quando l’ora di punta è da molto passata. So che stai leggendo
    questa poesia in piedi, in una libreria lontana dall’oceano,
    in un giorno grigio all’inizio della primavera,
    languidi fiocchi di polline mulinano
    attraverso gli immensi spazi delle pianure intorno a te.
    So che stai leggendo questa poesia
    in una stanza in cui è accaduto troppo per poterlo sopportare,
    spirali di lenzuola ristagnano sul letto
    e la valigia aperta parla di fuga
    ma non puoi andartene ancora. So che stai leggendo questa poesia
    mentre il metrò rallenta la corsa, prima di lanciarti su per le scale,
    verso un amore diverso
    che la vita non ti ha mai concesso.
    So che stai leggendo questa poesia alla luce
    della televisione, dove scorrono sussulti d’immagini mute,
    mentre aspetti le ultime notizie sull’intifada.
    So che stai leggendo questa poesia in una sala d’aspetto
    di occhi incontrati e mai incontrati, di identità con estranei.
    So che stai leggendo questa poesia sotto al neon
    nella noia stanca dei giovani che sono esclusi,
    che si escludono, troppo presto. So
    che stai leggendo questa poesia con la tua vista incerta:
    le tue lenti spesse dilatano le lettere oltre ogni significato
    e tuttavia continui a leggere
    perché anche l’alfabeto è prezioso.
    So che stai leggendo questa poesia in cucina,
    mentre riscaldi il latte, con un bambino che ti piange sulla spalla
    e un libro in mano,
    perché la vita è breve e anche tu hai sete.
    So che stai leggendo questa poesia che non è nella tua lingua:
    di alcune parole non conosci il significato, mentre altre ti fanno continuare a leggere
    e io voglio sapere quali sono.
    So che stai leggendo questa poesia in attesa di udire qualcosa, divisa tra amarezza e speranza,
    per poi tornare ai doveri che non puoi rifiutare.
    So che stai leggendo questa poesia perché non c’è altro da leggere,
    qui dove sei approdata, nuda come sei.

    Adrienne Rich

    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

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