Le mani delle donne

Le mani delle donne
intrecciano conchiglie di sorprese
e s’appuntano asterischi di luna
sulle brume dei capelli arrotolati.
Sciolgono silenzi di vetro
al crogiolo sempre acceso delle loro bocche,
intessendo arazzi d’accoglienza.
Le mani delle donne
sanno d’ago e di filo
e cuciono stupori d’aquiloni
da annodare tra le mani dei bambini.

Quelle mani hanno ore da sbucciare

nei riflessi dei mattini
e intingono le attese
in anfore sempre piene di speranza.

Sigillano pulviscolo di solitudini

in teche di madreperla, che,
fatate, sanno mutare in sorriso la malcelata pena.

Custodiscono battiti cadenzati come torchi

per spremiture di uvaspina
per propiziare vaghezze di sospiri,

Col punto d’erba e festoni

arredano tristezze di solitudini...
e schiudono segreti scrigni di sole
nei giorni di una pioggia inopportuna.

Se giovani, quelle mani,

sanno avere levità di ali
e sulle spalle incurvate dei vecchi
si chinano amorose,
per sollevare il duolo di ogni pena.
Le mani delle donne
spalmano carezze di nutella
su fette d’anima fragrante

Chiudono pietose

le palpebre dell’ultimo respiro
col tocco lieve delle loro dita

schiudendo tepori di placente.

aprendo varchi ad una nuova vita.

Anna Marinelli