Era il tempo di Cartesio, il padre del razionalismo moderno, che aveva scelto di non considerare il gusto in quanto variabile troppo legata all’individuo. La sua sola ratione di giudizio della musica rispondeva a precise leggi percettive in cui intervalli e ritmi dovevano confluire nella perfezione della composizione. Altre componenti come il timbro e l’intensità, puramente soggettivi, erano considerate proprietà secondarie, imperfette. Nello stesso periodo anche Leibniz ribadiva il concetto di perfezione musicale dettato dalle leggi dell’armonia. Ma introduceva il concetto di sensibilità, cioè tendere all’equilibrio e alla risoluzione perfetta anche sperimentando la dissonanza, alla quale pur nella sua negatività viene riconosciuta una funzione vivificatrice. E’ il modo di distinguersi, il modo in cui la stessa identità di armonia produce il nuovo.
E’ il desiderio di fuga che proprio Bach avrebbe esaltato nella sua opera terminale, la straordinaria Arte della fuga.

Glenn Gould-J.S. Bach-The Art of Fugue




Arte della Fuga - Contrapunctus I-IV