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Discussione: Una vita di domande

          
  1. #1
    Senior Member L'avatar di galloway
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    Post Una vita di domande

    Dò inizio ad una nuova sezione che spero attiri l'attenzione dei nostri naviganti. Proporrò una domanda periodicamente alla quale si potrà rispondere liberamente dando via a discussioni e considerazioni di vario genere. Non sono domande quiz, bensì domande che vogliono stimolare per maturare, approfondire, per conoscere, ed anche per divertirci. Domande di tutti i generi che ci permetteranno di scoprire argomenti, problemi ed idee. Salute, sopravvivenza, soldi, sesso, musica, arte, futuro, mistero, insomma tutta quanto fa ... vita! Io proporrò le mie domande, ma nulla vieta che anche voi facciate la stessa cosa. Ecco la mia prima forse banale domanda: "Accetteresti una ingente somma di danaro per lasciare il tuo Paese e non rimetterci più piede? Diciamo un milione di euro ...
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  2. #2
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    Col senno di poi risponderei: Di corsa. Basta che non mi mandino nei Paesi a regime autoritario

  3. #3
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    Col senno di poi risponderei: Di corsa. Basta che non mi mandino nei Paesi a regime autoritario
    Carissimo Sir, la tua risposta non mi sembra affatto esauriente. Quanto meno non stimola la discussione, non provoca reazioni, non sviluppa argomentazioni, insomma non dà ragione di quanto affermi categoricamente. Una risposta che si rispetti deve rispondere alle famose domande anglosassoni: chi-cosa-quando-dove-perché.
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  4. #4
    Master Member L'avatar di Sir Galahad
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    Carissimo Sir, la tua risposta non mi sembra affatto esauriente. Quanto meno non stimola la discussione, non provoca reazioni, non sviluppa argomentazioni, insomma non dà ragione di quanto affermi categoricamente. Una risposta che si rispetti deve rispondere alle famose domande anglosassoni: chi-cosa-quando-dove-perché.
    Hai ragione, sommo Antonio.
    Giornalisticamente, risponderò così:
    Chi uno studentello voleva fare ricerca seria, ma l'Università italiana glielo impediva (vedi baroni e soci)
    Cosa cosa pensavo o volevo fare? Pensavo di valere qualcosa e di realizzare me stesso (come si usa dire) nell'Università
    Quando Ehm, altra domanda, per piacere
    Dove Dove avrei voluto andare? Mi sarebbe piaciuto fare della ricerca scientifica negli Stati Uniti
    Perchè Mi sentivo portato allo studio delle Scienze e poi.... ero il migliore del mio corso di studi. Pensavo di poter mettere a frutto tutte queste cose. Mi sbagliavo.Oppure nonb avevo abbastanza santi in Paradiso. Oppure non sono stato abbastanza furbo

  5. #5
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    Hai ragione, sommo Antonio.
    Giornalisticamente, risponderò così:
    Chi uno studentello voleva fare ricerca seria, ma l'Università italiana glielo impediva (vedi baroni e soci)
    Cosa cosa pensavo o volevo fare? Pensavo di valere qualcosa e di realizzare me stesso (come si usa dire) nell'Università
    Quando Ehm, altra domanda, per piacere
    Dove Dove avrei voluto andare? Mi sarebbe piaciuto fare della ricerca scientifica negli Stati Uniti
    Perchè Mi sentivo portato allo studio delle Scienze e poi.... ero il migliore del mio corso di studi. Pensavo di poter mettere a frutto tutte queste cose. Mi sbagliavo.Oppure nonb avevo abbastanza santi in Paradiso. Oppure non sono stato abbastanza furbo
    Ecco, mi interessa approfondire il concetto di "furbizia". Che cos'è che fa di una persona un furbo? Una che sa cogliere un'occasione? uno che sa come fregare gli altri, uno che non si stanca mai di farsi avanti, uno che mente sapendo di mentire ... insomma indicatemi un ... furbo
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  6. #6
    Senior Member L'avatar di Wentworth
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    Allora siccome stasera sono un po' polemico dopo una giornata lavorativa farneticante (odio anche il Natale sapete...), risponderei: SUBITO!
    Non so...un buen ritiro in un cottage in Provenza pieno di libri?

  7. #7
    Senior Member L'avatar di elisabetta
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    Posso sottoscrivere parola per parola quanto appena detto da Wentworth? Aggiungerei solo un bel gattone provenzale per compagnia.

  8. #8
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    Allora la nuova domanda potrebbe essere: Ma perché tutti vogliono fuggire? Tutto è inutile perché tanto poi bisogna ritornare ... Solo un viaggio è senza ritorno ...
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  9. #9
    Administrator L'avatar di Mauro
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    Anche la fuga da un luogo può essere senza ritorno. Tu stesso hai avanzato un'ipotesi simile con la prima domanda, e le motivazioni per cui qualcuno possa desiderare di partire e non tornare più son tante.
    L'esempio più eclatante che ti posso fare è di una persona settantenne che conosco da anni che mi meravigliò molto, date le sue origini meridionali, quando agli albori del fenomeno Lega Nord mi disse che ne era un convinto sostenitore. Quando gli esposi le mie perplessità mi disse: "La mia è una Terra finita dove lo Stato non esiste e comanda la criminalità organizzata. Io se potessi la brucerei quella terra ma mi limito a far finta che non esista più".
    Una decisione alimentata dall'odio.

    Io non sono, per fortuna, in quelle condizioni, ma se domani qualcuno mi regalasse un milione passerei la frontiera la sera stessa, con la speranza di poter crescere le mie figlie in un Paese non dominato dalla mediocrità corrotta.
    Forse nel mio caso un atto d'amore.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

  10. #10
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    La vita è e deve essere "movimento", tutto il resto è solo fatalistica resistenza. Il grande poeta inglese T. S. Eliot, mio poeta preferito, ebbe a dire: "Noi non cesseremo l’esplorazione / E la fine di tutte le nostre ricerche / Sarà di giungere là dove siamo partiti, / E conoscere il luogo per la prima volta."
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  11. #11
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    La vita è e deve essere "movimento", tutto il resto è solo fatalistica resistenza. Il grande poeta inglese T. S. Eliot, mio poeta preferito, ebbe a dire: "Noi non cesseremo l’esplorazione / E la fine di tutte le nostre ricerche / Sarà di giungere là dove siamo partiti, / E conoscere il luogo per la prima volta."
    La citazione di Eliot è tratta da "The Waste Land" e mi offre l'occasione per pensare che indipendentemente da dove nasciamo, dove viviamo, di che colore, cultura o razza siamo, dovremo comunque ritornare là dove siamo venuti. Sembrerebbe essere Madre terra o Natura, è possibile che sia altra cosa, puro Spirito, resta il fatto inoppugnabile che dovremo ritornarci. Ogni resistenza sarà vana, come anche ogni tentativo di fuga. Potremo amare oppure odiare l'Italia, sognare di vivere in Giappone o in Groenlandia, a Taiti o alle Bermuda fa lo stesso. Sempre Terra, Natura o Spirito è. La nostra libertà, la nostra prigione. Quel milione di euro sarà il segno materiale del nostro destino, prendere o lasciare ...
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  12. #12
    Senior Member L'avatar di elisabetta
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    A proposito di fughe e spostamenti mi è rimasta in mente una bella frase di Orazio:
    Caelum non animum mutant qui trans mare currunt
    Muta orizzonti non animo chi fugge oltremare
    Della serie: ovunque si vada dobbiamo portare comunque dietro noi stessi.

    Poi sarebbe da vedere se c'è in noi un nucleo duro che a qualsisia latitudine ci ripropone gli stessi problemi, per es. depressione, difficoltà di rapporti con gli altri, etc. etc. oppure se il "noi stessi" anche più profondo sia plasmabile dalle situazioni esterne.

    Comunque quanta gente c'è che è costretta ad emigrare, senza speranza di ritorno, non perché ha ricevuto un milione ma per sfuggire a condizioni di estrema miseria!

    Dolores, cosa ti dissuase in particolare dall'accettare il prestigioso incarico in Belgio, se non la consideri una domanda indiscreta?

  13. #13
    Senior Member L'avatar di Cecilia (Teresa)
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    Un milione di euro sarebbe molto allettante, ma lo utilizzerei sicuramente in altri modi perché, parliamoci chiaro, se uno arriva alla condizione di voler fuggire, vuol dire che ha davvero sbagliato tutto nella vita, che tutte le scelte che ha fatto non erano quelle giuste, che ciò che ha costruito non funziona..
    Io penso che la voglia di fuga, sia solo uno "status" mentale, come a voler immaginare che da qualche parte, a chilometri e chilometri di distanza, ci sia una vita migliore che ci aspetta..ma ne siamo così sicuri? O proprio per questo motivo, riusciamo a vivere la vita che abbiamo con minore ansia?

    Mio suocero, ora 81enne, ripete da quando lo conosco (e sono circa 28 anni), che lascia moglie e figli per fuggire a Marettimo, un isolotto della Sicilia, e non si fa più trovare. Sbraita, urla, fa i capricci (ogni tanto sembra davvero un bambino), ma dopo tanti anni è ancora a Milano. E io spesso mi sono chiesta il perché di queste minacce. Perché gli sta stretta la famiglia? Perché vuole sentirsi dire: "Ma dove vai? Stai con noi. Ti vogliamo bene."
    Stessa cosa anche un mio amico, che al contrario la famiglia se la porterebbe dietro, che vorrebbe trasferirsi a Cuba, perché secondo lui i cubani conducono una vita migliore e perché con il poco che hanno sono felici.
    Ma anche qui, siamo sicuri?

    Perché tanti vorrebbero fuggire? Ci facciamo uccidere dalla monotonia, dallo stress, dalla quotidianità, ma sono convinta che succederebbe in qualsiasi paese del mondo. Spezzo una lancia a favore di Mauro, sul fatto che forse per chi si affaccia ora nel mondo del lavoro, l'Italia non sia un granché ma, ripeto, non credo che la maggioranza di chi vuole scappare sia davvero per questo.

    Come ho scritto all'inizio, il milione di euro, lo terrei, ma non per fuggire.

    Ciao!
    Cecilia

  14. #14
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    "Accetteresti una ingente somma di danaro per lasciare il tuo Paese e non rimetterci più piede? Diciamo un milione di euro ..."

    Questa era la domanda di partenza. Mi sembra di capire che il danaro ha la sua attrazione, ma la realtà regola il gioco. Resta dopo tutto la naturale instabilità che caratterizza ogni essere umano in un modo o altro. Siamo sempre condizionati da elementi interni ed esterni a noi stessi. Sia il tempo che lo spazio ci condizionano senza che noi possiamo fare alcunché, e addirittura, senza accorgercene, prendiamo decisioni che non sono nostre e che non vorremmo prendere e che pure prendiamo. Io penso che tutti seguiamo un filo invisibile che ci accompagna e a volte, forse spesso, ci lega e ci condiziona. Noi crediamo di essere liberi ma non lo siamo. Noi pensiamo di essere liberi nel rendere ragione al nostro comportamento, eppure non ci rendiamo conto che man mano che procediamo ci inoltriamo nel mistero in cui siamo costantemente inviluppati. E contro questo mistero credo che nessuno può fare qualcosa.
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  15. #15
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    "Accetteresti una ingente somma di danaro per lasciare il tuo Paese e non rimetterci più piede? Diciamo un milione di euro ..."

    Questa era la domanda di partenza. Mi sembra di capire che il danaro ha la sua attrazione, ma la realtà regola il gioco. Resta dopo tutto la naturale instabilità che caratterizza ogni essere umano in un modo o altro. Siamo sempre condizionati da elementi interni ed esterni a noi stessi. Sia il tempo che lo spazio ci condizionano senza che noi possiamo fare alcunché, e addirittura, senza accorgercene, prendiamo decisioni che non sono nostre e che non vorremmo prendere e che pure prendiamo. Io penso che tutti seguiamo un filo invisibile che ci accompagna e a volte, forse spesso, ci lega e ci condiziona. Noi crediamo di essere liberi ma non lo siamo. Noi pensiamo di essere liberi nel rendere ragione al nostro comportamento, eppure non ci rendiamo conto che man mano che procediamo ci inoltriamo nel mistero in cui siamo costantemente inviluppati. E contro questo mistero credo che nessuno può fare qualcosa.
    E' verissimo, anche perché quando si cerca di fare qualcosa per evitare questi condizionamenti, per essere più liberi, se ne pagano le conseguenze. E' il sistema che forse è sbagliato.
    Comunque senza voler essere drastici, una volta presa consapevolezza di ciò, si può anche vivere decentemente, e i libri aiutano molto... più che il milione di euro, che per carità...un cottage in Provenza me lo compro lo stesso, anche con un cagnolino Elisabetta!

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