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Discussione: Poesie per la madre, poesie per il padre

          
  1. #76
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    Sogno il mio sogno preferito
    e la notte non finisce mai.
    Gli alberi rivelano il loro alfabeto
    e stelle che
    parlano dell'infinito
    di ogni soffio del vivere.
    Costruisco madri passate
    con la mano affondata nella notte.
    Che bello era il suo angolo
    dove echi vaghi la nominavano!
    Così, di spalle a me,
    fuggiva ad un paese baciato
    dalla sua gelida gioventù.
    Madre che
    cucinavi distanze
    nelle pentole del giorno.
    Mi parli ancora
    dalle crepe del tempo.

    Juan Gelman
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

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  3. #77
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    Cinque,
    o dell’indifferenza dei padri



    - E basta che pigi questo tastino, vedi?
    – Vedo
    – E comincia a scaldare


    Tasto pigiato. Il forno a microonde manda
    una corrente d’aria e sussurra. Il piatto gira.


    - Gira!
    – Sì. Appena scatta il timer pigi lo stop. Ok?
    – Ma….
    – Cosa?


    Un raggio di sole, tramonta, un
    raggio di sole dalla finestra, dritto negli occhi.
    Lei li chiude un po’. Poi li riapre e guarda suo
    Padre che la fissa.


    - Che c’è? Qualcosa che non hai capito? E’ facile
    – Ma tu
    – Io cosa?
    – Ma tu hai gli occhi verdi!
    – Papà!


    Lucia Piombo
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

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  5. #78
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    A mia madre


    Prenderemo anche noi il volo
    quando la polvere ci asciugherà i capelli
    e sulle labbra salirà odore di terra,
    ma dietro queste ombrose mani
    saremo per sempre, tu ed io, risorti.


    Non ci saranno distinzioni allora
    perché ogni granello è identico,
    non si separa dall’insieme,
    tante gocce formano il mare
    e nessuna sopravvive
    senza appoggiarsi all’altra.


    Sarà questo l’infinito canto, il mistero
    che ci separa dal nulla, sarà
    come d’incanto il tutto, l’insieme
    che ci raccoglie.


    E quando tutto sarà finito, sarà
    un’unica grande vela,
    l’acqua la pioggia e il mare,
    un’unica grande forza il nostro pianto.

    Bruno Bartoletti
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  6. #79
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    Smile

    CORTILE

    Avevo giurato di scordare i tuoi gesti in mezzo ai miei
    versi, lo sai bene. Mi aveva detto che era ora di parlare
    di farfalle; di Joana, la piccola che si nasconde nell’orto
    della nonna. Ma ci sei, come tutti i giorni, talvolta un breve
    ricordo, altre un dardo nel punto in cui dicono io abbia

    un cuore
    . Oggi è stato un giorno tanto triste. Il tuo nome
    sulla targa d’argento che il signor Albino dell’oreficeria
    fece più di quindici anni fa. Era necessario dare alle
    auto il nome del proprietario e tu, diligente, scrivesti
    sulla Rover il tuo, inciso in argento e verità. Ci sei

    perché oggi abbiamo venduto la tua auto. È sparito un altro

    pezzo di te e ha fatto tanto male. Non bastavano il corpo e la
    memoria con gli anni – papà, se un giorno ti scorderò per il
    dolore, mi perdonerai? – anche le cose che ti davano
    uno status si vanno perdendo a una a una.
    Gli abiti, dentro
    l’armadio dell’ingresso, che mamma, quasi in silenzio, disse
    d’aver dato via perché i vermi che ti smangiano la carne
    inondano il tessuto che per anni la protesse. L’auto.Venduta,

    che svaniva nella curva della strada. La vidi l’ultima volta
    quando la portai fuori dal garage e piansi. Era te che stavo
    perdendo un’altra volta. Restò il pezzo d’argento dove giace
    il tuo nome e che custodisco come fa un figlio orfano con

    la memoria del padre. Con il tuo corpo smangiato sotto al
    marmo e il nostro pianto, mamma ha comprato un piccolo
    baule per custodirti. C’è un pacchetto di tabacco, l’ultimo
    che fumasti e che finì per ucciderti; i tuoi occhiali; la
    tua vita in miniatura. Manca la tua fede che porto

    al dito e che un giorno metterò là. (Papà, se un
    giorno ti scorderò per il dolore, mi perdonerai?)

    Jorge Reis-sà
    ( Portogallo)

    Questa poesia mi ha toccata profondamente.
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

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  8. #80
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    CORTILE


    Mette i brividi.
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  9. #81
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    Il bambino perduto

    Babbo, babbo, dove vai?
    Oh, non camminare così veloce.
    Parla, babbo, parla al tuo bambino,
    O io mi perderò.
    La notte era scura, nessun padre c’era;
    Il bimbo era bagnato di rugiada;
    il fango era profondo, e il bimbo pianse,
    e la nebbia svanì fugace.

    William Blake
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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  11. #82
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    Mette i brividi.
    allora ti scriverò perchè mi ha toccata profondamente...
    Queste parole:
    Ci sei

    perché oggi abbiamo venduto la tua auto. È sparito un altro
    pezzo di te e ha fatto tanto male.

    Mio padre , quando è morto ( tanti anni fa! ) aveva una Panda che teneva con amore. Diceva che gli bastava, non aveva bisogno di ...macchinoni.
    Il giorno della sua morte, nell'attesa di decisioni, la presi io, e iniziai a guidarla, invece della mia.
    Bene, lui era lì, sul sedile al mio fianco.
    Qualche volta mi sembrava di sentirne la presenza lieve, e gli dicevo delle cose, guidando.
    Quando l'abbiamo data indietro per prendere una nuova cinquecento, mi si è rotto un pezzetto di cuore.
    Ecco perchè a volte basta un verso di poesia a commuoverti.
    scusate l'OT. ciao a tutti
    Rosy
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

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  13. #83
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    A MIA MADRE

    Quando non ci fu più, la misero nella terra.
    Sopra di lei crescono i fiori, celiano le farfalle...
    Lei era leggera, premeva la terra appena.
    Quanto dolore ci volle per farla così leggera!

    Bertold Brecht
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

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  15. #84
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    E' TARDI


    Da otto giorni il pensiero di mia mamma
    m'accompagna ogni istante. La rivedo:
    la cesta del bucato pressata contro il seno,
    salire ansante su nella soffitta.

    Io, a quel tempo, ero ancora un essere
    sincero: piangevo, mi stizzivo:
    lasciasse stare quella cesta colma,
    portasse invece me nella soffitta.

    Ma lei, senza curarsi di quel pianto
    nè dei gridi, saliva cheta a stendere:
    e i panni, tutti brividi e riverberi,
    frusciavano e danzavano nel vento.

    Ora non piangerei: ma è tardi ormai
    Ora, sì, vedo quanto lei sia alta
    che coi grigi capelli tocca il cielo:
    e scioglie il turchino nell'acqua del cielo.

    Attila Jozséf
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  16. #85
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    MITO

    Molto tempo dopo Edipo, vecchio e accecato, camminava per le
    strade. Sentì un odore familiare. Era
    la Sfinge. Edipo disse, “Ho una domanda.
    Perché non ho riconosciuto mia madre?” “La tua risposta
    era sbagliata”, disse la Sfinge. “Ma era quella che ha reso
    tutto possibile”, disse Edipo. “No”, lei disse.
    “Quando ho chiesto: che cos’è che cammina a quattro zampe la mattina,
    due il giorno, e tre la sera, hai risposto:
    l’Uomo. Non hai parlato della donna.”
    “Quando si dice Uomo”, disse Edipo, “sono comprese anche
    le donne. Lo sanno tutti.”
    Lei disse, “È quello che pensi tu.”

    Muriel Rukeyser


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  18. #86
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    Isola

    Padre, io a te
    io inchiodato a te su questo scoglio
    divino che conosci la tua alba
    e allacci la tua potenza al fulmine
    da questo culmine di spasimo
    io vinto mando a te
    vincitore di padri
    la prora disorientata delle mie parole.
    Concedi a coloro che erano ciechi
    e a dismisura adesso vedono,
    rotto il sigillo della fiamma,
    l’ustione della carezza, il fragore
    del pugno, ora che sanno
    il tossico del palmo e delle nocche
    ed è notte, profonda notte
    a occidente di ogni immaginare
    ora che le iridi conoscono
    le costellazioni del dolore e del piacere;
    concedi loro di sopportare
    per ogni ciglio sospeso alle tenebre
    al tramonto di ogni palpebra sfinita
    la pronuncia dell’alba e del crepuscolo
    e il rombo immenso, che sale dall’uomo.

    Pierluigi Cappello
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  20. #87
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    Versi di un ragazzo proletario

    Mio padre dalla mattina alla sera

    È indaffarato, suda, sfacchina,
    Uomo migliore di mio padre non esiste,
    No, non esiste.

    Mio padre porta un mantello consumato,
    Ma a me compra vestiti nuovi
    E mi parla di un bel futuro
    Con passione.

    Mio padre è prigioniero dei ricchi,
    Lo feriscono, umiliano il pover'uomo,
    Ma la sera ci porta a casa
    La buona speranza.

    Mio padre è combattivo, un grande uomo,
    Per noi mostra forza ed orgoglio,
    Ma mai si umilia
    Davanti al denaro.

    Mio padre è uomo mesto, povero,
    Ma se non guardasse a suo figlio,
    Arresterebbe questa grande, terrena
    Commedia.

    Mio padre, se solo lo volesse,
    Eliminerebbe i ricchi,
    Ogni mio compagnuccio sarebbe
    Come sono io.

    Mio padre, se solo parlasse,
    Ah!, in molti tremerebbero,
    Spensierati tanti non vivrebbero
    E felicemente.

    Mio padre lavora e combatte,
    Più forte di lui forse non ce n'è,
    Anche di un re più potente è
    Mio padre.

    Ady Endre
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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  22. #88
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    Il padre

    Il padre brusco torna
    dai suoi treni:
    riconoscemmo
    nella notte
    il fischio
    della locomotiva
    che forava la pioggia
    con un ululo errante,
    un lamento notturno,
    e poi
    la porta che tremava:
    una raffica di vento
    entrava con mio padre
    e sotto il doppio spingere e pestare
    la casa
    traballava,
    le porte spaventate
    sbattevano con secchi
    spari di pistola,
    le scale gemevano
    e una voce tonante
    sgridava, risentita,
    mentre la tempestosa
    ombra, la pioggia a cateratte
    rovesciate sui tetti
    annegava a poco a poco
    il mondo
    e non si udiva nient'altro che il vento
    in lotta con la pioggia.

    Ciò nondimeno, era diurno.
    Capitano del suo treno, dell'alba fredda,
    appena spuntava
    il sole incerto, Il c'era la sua barba,
    c'erano le sue bandiere
    verdi e rosse, pronti i fanali,
    il carbone nell'inferno della macchina,
    la stazione coi treni nella bruma
    e il suo dovere verso la geografia.
    Il ferroviere è un marinaio a terra
    e nei piccoli porti senza mare
    borghi del bosco - il treno corre e corre
    sfrenando la natura,
    navigando per terra.
    Quando riposa il lungo treno
    gli amici si ritrovano,
    entrano, si apre la porta dell'infanzia,
    la tavola vacilla,
    all'urto di una mano ferroviaria
    squillano i grossi bicchieri fraterni
    e, fulgidi,
    sfavillano
    gli occhi del vino.

    Il mio povero padre aspro di modi
    era Il, nel fulcro della vita,
    l'amicizia virile, pieno il bicchiere.
    La sua vita fu una rapida milizia
    e tra le sue levatacce e i suoi viaggi,
    tra un rincasare e un ripartir di corsa,
    un giorno più piovoso di altri giorni,

    il macchinista José del Cannen Reyes
    salì sul treno della morte e finora non è tornato.

    Pablo Neruda





    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  23. #89
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    Treno - Giorgio Caproni

    Ahi treno lungo e lento
    (nero) fino a Benevento.
    Mio padre piangeva sgomento
    d'essere cosi vecchio.

    Piangeva in treno, solo,
    davanti a me, suo figliolo.
    Che sole nello scompartimento
    vuoto, fino a Benevento!

    Io nulla gli avevo detto
    standogli di rimpetto.
    Per Bari prosegui solo:
    lo lasciai li: io, suo figliolo.
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  24. #90
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    Paura - Andrea Cote Botero


    Madre,

    raccogli per me il suono della pioggia sul tetto del nonno
    raccontami delle notti in cui scoprii la sete giù per le
    scogliere
    e di come separasti il fuoco dalla luce
    per permetterci d’incontrare i nostri primi demoni.
    Ricorda il nostro eterno stare negli angoli della casa
    quando ancora piovevano pomeriggi grigi sulla sabbia
    e la pioggia ammuffita veniva con Aprile
    e ancora non avevo paura.


    Tratta da “Puerto calcinado”, traduzione di Alessandro Prusso.
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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