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Discussione: Poesie per la madre, poesie per il padre

          
  1. #61
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    BENEDETTO TU SIA PADRE


    Benedetto tu sia padre per i giorni
    che hai dedicato a me per i giocattoli
    fatti con le tue mani e col tuo ingegno
    gli strani aggeggi che imitavano
    quelli che gli altri compravano nei negozi
    per la fiaba che tante volte
    mi hai raccontato con pazienza
    quella degli animali nella casa
    il gatto il cane il gallo e dei ladri
    bambino come me sempre disposto
    a fare insieme i giochi
    per sparare sulla terrazza
    col fucile a pallini o la balestra
    e grazie soprattutto per il giorno
    luminoso e lontano perduto ormai per sempre
    che facesti ballare la carota
    davanti allo stupore dei miei occhi
    un eroe fui quel giorno a scuola
    arrotolando il filo intorno
    a quella strana trottola
    e adesso che mi sforzo di trovare
    un senso ai mondi che mi accerchiano
    mi volgo a quel momento
    e lì mi riconosco in quel centro
    girando su me stesso
    eseguendo lo stesso ballo assurdo
    essendo io adesso la carota
    che inizia il giro appena lascia il filo.


    JESÚS DIAZ ARMAS


    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

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  3. #62
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    Papà, radice e luce, portami ancora per mano
    nell’ottobre dorato del primo giorno di scuola.
    Le rondini partivano, strillavano:
    fra cinquant’anni ci ricorderai.


    MARIA LUISA SPAZIANI
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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  5. #63
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    Smile

    EPIGRAFE ALLA MADRE

    Quando la sera tornavano dai campi
    Sette figli ed otto col padre
    Il suo sorriso attendeva sull’uscio
    per annunciare che il desco era pronto.
    Ma quando in un unico sparo
    caddero in sette dinanzi a quel muro
    la madre disse
    non vi rimprovero o figli
    d’avermi dato tanto dolore
    l’avete fatto per un’idea
    perché mai più nel mondo altre madri
    debban soffrire la stessa mia pena.
    Ma che ci faccio qui sulla soglia
    se più la sera non tornerete.
    Il padre è forte e rincuora i nipoti
    Dopo un raccolto ne viene un altro
    ma io sono soltanto una mamma
    o figli cari
    vengo con voi.

    Piero Calamandrei
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

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  7. #64
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    Anch'io trovo struggente questa poesia DEI SETTE FRATELLI CERVI.
    Vediamoci il video....

    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  8. #65
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    Mia madre

    Una domenica verso sera
    ha preso con due mani la tazza,
    sorrise e stava là, seduta
    nel crepuscolo, tranquilla.

    Dai signori portava a casa
    in un pentolino la nostra cena;
    siamo andati a letto, e pensai
    che loro mangiano assai.

    Era mia madre, piccola, morì presto,
    perchè le lavandaie muoiono presto,
    i loro piedi tremano dalla fatica,
    e la stiratura fa male alla testa.

    Per montagna e nuvole
    c'è il bucato e il vapore,
    e per cambiare aria
    puoi salire in soffitta!

    Si ferma mentre stira,
    la sua esile figura
    venne infranta dal Capitale,
    pensateci proletari!

    Si è incurvata dal lavare,
    non sapevo che fosse giovane;
    nei sogni portava grembiule pulito
    e la salutò il postino.


    Attila József

    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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  10. #66
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    Fammi essere ancora figlio. Solo una volta. Una volta sola.
    Poi ti lascio andare.
    Ma per una volta, ancora, fammi sentire sicuro.
    Proteggimi dal mondo.
    Fammi dormire nel sedile dietro il tuo.
    Guida tu. Che io sono triste e stanco.
    Ho voglia che sia tu a guidarmi, papà.
    Metti la musica che ti piace. Che sarà quella che una volta cresciuto piacerà a me.
    Fammi essere piccolo.
    Pensa tu per me.
    Decidi tu per me.
    Mettimi la tua giacca, che a me sembra enorme, perché ho freddo.
    Prendimi in braccio e portami a letto perché mi sono addormentato sul divano.
    Raccontami storie.
    E se sei stanco non farlo. Ma non te ne andare.
    Ho voglia di rimanere figlio per sempre.
    Abbracciami forte come dopo un gol.
    Dormi ancora, come hai fatto, per una settimana su una sedia accanto al mio letto in ospedale.
    Rassicurami.
    Carezzami la testa.
    Lo so che per tutti arriva il momento in cui devi fare da padre a tuo padre.
    Ma io non voglio.
    Non ora.
    Voglio vederti come un gigante. Non come un uccellino.
    Non andare, papà.
    Ti prego.
    Fammi essere ancora figlio.
    Fammi essere per sempre tuo figlio.

    Gabriele Corsi
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

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  12. #67
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    Febbre

    Di prima notte,
    i grilli elettrizzati
    a strofinarmi, ad arroventarmi le tempie
    e la luna sanguigna
    a bollare di spettri rossi
    il mio corpo maturo.

    Più tardi, la mamma, entrata
    camminando piano,
    con una fioca oscillante stellina
    a farle rosa il cavo della mano:
    la mamma che portava una lucciolina
    alla sua bambina malata.


    Antonia Pozzi



    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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  14. #68
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    Ricordo del padre

    Sempre che un giardino m’accolga
    io ti riveggo, Padre, fra le aiuole,
    lievi le mani su corolle e foglie,

    vivo riveggo carezzare tralci,
    allevi rose e labili campanule,
    silenzioso ti smemorano i giacinti,

    stai fra colori e caldi aromi, Padre,
    solitario trovando, ivi soltanto,
    pago e perfetto senso all’esser tuo.

    Sibilla Aleramo


    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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  16. #69
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    Le mani di mio padre

    Me le figuro ancora le belle mani
    di mio padre con lo stemma al dito:
    sapienti stilavano comparse
    (nella penombra pensosa dello studio)
    sicure potavano alberi
    (tra i fervori autunnali del frutteto)
    severe segnavano direzioni

    ma quanto tenere la sera nel
    rimboccarci – bambine – le coperte
    e quando a noi lontane
    scriveranno parole non vane.


    Vittoria Fonseca
    (Camerino), da Una giumella di senso (Supernova, 2013)
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

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  18. #70
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    Penso ancora ai rischi di essere
    perseguitato, le mosse
    per sfuggire i pericoli se ho amato
    non seguire le regole,
    ma no, basta! Lo prendo per mano
    il mio vecchio padre e ci mettiamo a correre,
    lui ride si scioglie in un riso pieno sereno, inciampa
    ma lo sostengo, vola, è leggero, un’anima
    esilarante la velocità aumenta il riso
    la stretta delle mani “portami con te”,
    ma non è lui a dirlo povero vecchio sono io
    che chiedo ancora
    “portami nel tuo cielo”.


    Cesare Viviani (Siena, 1947), Preghiera del nome (Mondadori, 1990)
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

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  20. #71
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    Bellissima! Rosy
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

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  22. #72
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    Quote Originariamente inviato da Aleciccio Visualizza il messaggio
    Penso ancora ai rischi di essere
    perseguitato, le mosse
    per sfuggire i pericoli se ho amato
    non seguire le regole,
    ma no, basta! Lo prendo per mano
    il mio vecchio padre e ci mettiamo a correre,
    lui ride si scioglie in un riso pieno sereno, inciampa
    ma lo sostengo, vola, è leggero, un’anima
    esilarante la velocità aumenta il riso
    la stretta delle mani “portami con te”,
    ma non è lui a dirlo povero vecchio sono io
    che chiedo ancora
    “portami nel tuo cielo”.


    Cesare Viviani (Siena, 1947), Preghiera del nome (Mondadori, 1990)
    P.S. ho perso mio padre tanti anni fa. Questa poesia mi ha fatto piangere. Grazie.
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

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  24. #73
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    Risveglio alla luce della grazia
    Mia madre è in piedi accanto al letto.
    Alzati, dormendo ti sei persa milleduecento mattine assolate
    e una quantità infinita di mattine nebbiose. Ti stanno aspettando.
    Ma non c’è nessuno. Non c’è più neanche lei.
    Accendo la radio per sopraffare il ricordo della sua voce.
    Sull’erba si vedono tracce di brina notturna.
    Durante la notte gli alberi si sono scrollati di dosso le ultime foglie.
    Ma come mai c’è in me felicità e dolore nello stesso tempo.

    Julia Hartwig (Lublino, 1921)
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

  25. #74
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    Noi siamo cresciuti senza padri

    Noi siamo cresciuti senza padri

    non avevamo punti di riferimento

    vagavamo senza meta

    da un punto all’altro della città.

    Noi siamo cresciuti soli

    senza domeniche sui laghi

    non sapevamo dove andare

    vagavamo senza scopo

    da un punto all’altro della città.

    Noi siamo cresciuti senza approvazione
    
senza giudizio, senza prati da

    calpestare. Noi

    siamo cresciuti senza voce

    in un mondo vuoto siamo cresciuti

    pieni di dolore vagando

    da un punto all’altro della città.
    
I nostri padri sono fuggiti

    si sono perduti in amori più importanti

    del nostro piccolo amore di bambini.
    
La notte pregavamo che tornassero

    ci aspettavamo che comparissero
    
sull’uscio con un sorriso nuovo.

    Mauro Fabi
    (Roma, 1959)
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

  26. #75
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    La ricompensa dell'armadio

    Appare una perfetta ricompensa
    
il lavoro speso assieme:

    un intero pomeriggio con mio padre

    a montare l’armadio grande,

    quello della stanza del sonno.
    Appare una perfetta ricompensa

    la gioia di puntellare assieme

    i chiodi come idee,

    di martellare forte a fissare i concetti;

    dentro l’armadio ci appenderemo i ricordi,

    vestiremo a festa

    durante le lunghissime memorie familiari.
    Intanto appare una perfetta ricompensa
    
aver imparato come far scorrere le ante:
    
vanno fissate salde come l’amore,
    
larghe abbastanza per respirare,

    ma prima a cercare le viti

    perché si avvita – a vita

    come a cercare ognuno il proprio corridoio

    penetrando i trucioli del tempo.

    L’armadio è pronto,

    va sollevato, messo in piedi:

    ci vuole forza,

    non basta un padre

    né un figlio,

    va alzato insieme

    quasi accarezzandolo.

    Simone Di Biasio
    (Fondi, 1988), da Assenti ingiustificati (Edilet, 2013)
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

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