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Discussione: Poesie per la madre, poesie per il padre

          
  1. #16
    Senior Member L'avatar di Aleciccio
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    Mio padre
    Ho già quasi un ritratto
    del mio buon padre, nel tempo,
    ma il tempo se lo porta via.

    Mio padre, cacciatore, -sulla riva
    del Guadalquivir, un giorno, luminoso!-
    ecco la canna azzurra del fucile
    e del tiro sicuro il fumo bianco!

    Mio padre nel giardino della nostra casa,
    mio padre, tra i suoi libri, che lavora.

    Gli occhi grandi, l'alta fronte,
    il viso carno, i baffi lisci.
    Mio padre scrive -caratteri minuti-
    medita, sogna, soffre, parla forte.

    Passeggia - Oh padre mio , ancora,
    sei lì, e il tempo non ti ha cancellato!
    Sono più vecchio di quanto eri tu,
    padre mio, quando mi baciavi.
    Ma nel ricordo, sono anora il bambino
    che tu portavi nella mano.
    Molti anni passarono senza che io ti ricordassi,
    padre mio!
    Dove stavi tu in quegli anni?


    Antonio Machado
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

  2. #17
    Master Member L'avatar di Claire
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    I PASSI LONTANI


    Mio padre dorme. Il suo aspetto augusto
    delinea un cuore mansueto ;
    è ora tanto dolce…
    se vi è qualcosa in lui di amaro, sarò io.

    Vi è solitudine nel focolare; si prega;
    e non vi sono notizie dei figli oggi.
    Mio padre si sveglia, ausculta
    La fuga in Egitto, il ristagnante addio.
    E’ ora così vicino;
    Se vi è qualcosa in lui di lontano, sarò io.

    E mia madre passeggia là negli orti,
    assaporando un sapore già senza sapore.
    E’ ora tanto dolce,
    tanto animo, tanta capacità, tanto amore.

    Vi è solitudine nel focolare senza rumore,
    Senza notizie, senza verde, senza fanciullezza.
    E se vi è qualcosa di rotto in questo pomeriggio,
    e che scivola e che scricchiola,
    sono due vecchi sentieri bianchi, curvi.
    Lungo quelli va il mio cuore a piedi.

    César Vallejo

    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  3. #18
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    DOMANDE

    Dimmi papà, com’è morire?
    sei ancora apprendista o veterano? in nove anni
    hai sostenuto degli esami,
    oppure non c’è molto da imparare?
    m’insospettisce che nessuno si lamenti, forse è un bel posto,
    si può passeggiare? organizzare gite? andare in barca?
    servono le tabelline? e le carte geografiche?
    la vita di società contempla le stesse disinvolture?
    si può spettegolare?
    E tu come stai? mi puoi parlare? Puoi
    leggere il giornale, o ricordare?
    Qui seguitiamo a fare quello che facevamo, che è
    semplicemente sguazzare nella vita, starcene aggrappati
    ai desideri, alle paure.
    Io cerco uno spiraglio per spiarti di là, per controllare
    se ancora fumi le super senza filtro, se vai talvolta
    in bicicletta, se ti piacciono sempre i libri di fantascienza,
    se sei triste e avverti nostalgia.
    Ma ho la sensazione che sarà difficile parlarci.
    E il trattamento? I cibi sono a scelta? Si può fare
    la mezza pensione? C’è qualcosa che ancora somiglia
    a questa vita?
    Perché tanta paura, tutti ci passano, nessuno,
    nessuno che abbia protestato, che sia tornato indietro
    per dirci: attenzione! è uno schifo di posto.
    Mai nessuno ci ha detto queste cose. E tu,
    puoi dirmi tu qualcosa che m’illumini?
    Forse morire è così dolce che non vuoi dividerlo con nessuno?
    Ci si abitua di fretta?

    Paolo Polvani (da Compagni di Viaggio)
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

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  5. #19
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    MADRE

    Sortii solo, nell’asettico meandro di una corsia:
    fu l’introduttivo travaglio avviante all’inevitabile dipartita.
    Nacqui, madre, inconsapevole che, con lo strazio dell’atto,
    sgravasti col frutto anche l’anima per il mio futuro:
    c’eri, madre, a malincuore, alla mia nascita.
    Alcuna traccia lasciasti di premure materne,
    fievole d’ascolto al mio respiro.
    Ci fosti, madre,
    in quel solo momento: un ruolo per sventura
    indifferibile nel mio asperrimo cammino......
    ma più imperdonabile fu andartene
    senza avermi offerto l’occasione di piangerti....

    Maurizio Romanelli
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

  6. #20
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    L’ultima nata: coro

    Padre che non vedrai mai
    Luce, ti perdono. Padre che
    mi hai amata, non so come
    dove e quando, ti ricordo.
    Hai cercato il mio nome
    tra mille e l’hai trovato.
    Hai pagato il tuo tributo
    a una figlia senza dirlo.
    Padre che non mi hai
    abbandonata, apro le mani
    e ti lascio andare. Sorridi
    a questo frutto del mio seno
    tardivo e accompagnalo
    nel deserto, come sei bravo
    a fare, tra cardi e sabbia
    e oasi di rigenerazione.
    A onore della vita
    e del vero.

    Paola Loreto
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

  7. #21
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    Il moto della vita

    Il grembo si prepara al nuovo parto.
    Quanto duole. Come si muove tutto
    dove non decido io. Amo questo
    dolore, questa transizione dalle cose
    che stan ferme a quelle che vanno,
    che diventano, che so che saranno
    e non so cosa. Appoggio una mano
    sulla pancia dove appena si gonfia
    nel suo segno essenziale. Devo aver cura
    del risveglio, del suo lavoro, della fatica.
    È la vigilia. Devo custodirla.

    Paola Loreto
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

  8. #22
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    IN QUESTI GIORNI DI MARZO


    In questi giorni di marzo
    mio padre torna ragazzo.
    Sale in soffitta, gira per le stanze,
    rovista sottoscale e ripostigli
    alla ricerca affannosa
    e disperata di non sa che cosa.
    Come un animale dal letargo
    mio padre in questi giorni
    esce dalla sua vecchia età.
    Le rughe gli si spianano, non ha
    più bisogno d’occhiali,
    il suo bastone è come un ramo fiorito
    con tanta leggerezza lo porta.
    Mia madre (pure è da tanto che ne sopporta
    questi bruschi ritorni giovanili
    scandalizzata e felice) sbalordisce
    davanti a certe sue imprevedibili uscite
    e si chiede se ancora non lo conosce.
    Non vuole rassegnarsi, benedetta,
    ad avere un marito
    in meno e un figlio in più.
    E mentre traffica in cucina
    sussulta a una voce che le viene
    dalla strada, dal fondo del cuore:
    quel nuovo figlio discute col più grande
    e vuole avere per forza ragione.
    Scandalizzata e felice
    fa di no con la testa ma dice
    con tutta se stessa di sì:
    prega e spera che sia sempre così.

    Tommaso Lisi
    Da Liturgia familiare, Rebellato, 1969
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

  9. #23
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    Dimmi papà, com’è morire?
    sei ancora apprendista o veterano? in nove anni
    hai sostenuto degli esami,
    oppure non c’è molto da imparare?
    m’insospettisce che nessuno si lamenti, forse è un bel posto,
    si può passeggiare? organizzare gite? andare in barca?
    servono le tabelline? e le carte geografiche?
    la vita di società contempla le stesse disinvolture?
    si può spettegolare?
    E tu come stai? mi puoi parlare? Puoi
    leggere il giornale, o ricordare?
    Qui seguitiamo a fare quello che facevamo, che è
    semplicemente sguazzare nella vita, starcene aggrappati
    ai desideri, alle paure.
    Io cerco uno spiraglio per spiarti di là, per controllare
    se ancora fumi le super senza filtro, se vai talvolta
    in bicicletta, se ti piacciono sempre i libri di fantascienza,
    se sei triste e avverti nostalgia.
    Ma ho la sensazione che sarà difficile parlarci.
    E il trattamento? I cibi sono a scelta? Si può fare
    la mezza pensione? C’è qualcosa che ancora somiglia
    a questa vita?
    Perché tanta paura, tutti ci passano, nessuno,
    nessuno che abbia protestato, che sia tornato indietro
    per dirci: attenzione! è uno schifo di posto.
    Mai nessuno ci ha detto queste cose. E tu,
    puoi dirmi tu qualcosa che m’illumini?
    Forse morire è così dolce che non vuoi dividerlo con nessuno?
    Ci si abitua di fretta?

    Paolo Polvani (da Compagni di Viaggio)
    STRUGGENTE.
    Sono le domande che vorrei fare al mio, di padre, che mi ha lasciata tanti anni fa.E che ancora penso con infinito rimpianto.
    Grazie per questa poesia,
    Rosy
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  10. #24
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    MON PÈRE

    Mon père

    non so perché ti chiamo così,
    non parlavi francese,
    ma questo probabilmente l'avresti capito,
    forse mi esprimo in lingua straniera
    per ritegno,
    riuscivamo ad amarci
    soltanto così:
    non troppo da vicino.
    Sedevamo
    in vecchie osterie
    a bere il riesling
    o lo sipon
    o più spesso
    qualche vinello acre,
    parlavamo
    del più e del meno
    e la vita se ne stava
    dietro la porta,
    a debita distanza.
    Ci pareva
    troppo impetuosa
    per darle
    un nome.
    Le parole troppo grandi,
    mon père,
    ci facevano paura.
    Adesso sei solamente
    una foto alla parete
    e una tomba
    in un cimitero.
    Ti accendo un lumino,
    ti porto dei fiori.
    Non a te,
    alle tue ossa.
    Ti racconto
    tante cose.
    Ma tu taci.
    C'è solo la tua lapide.
    Con le date.
    Dal-al.
    Dio mio,
    cosa non dicono i figli
    oggigiorno ai padri.
    A quelli vivi e ai morti.
    Mon père
    nessuno era stato
    come te.
    Così solo,
    così mio,
    così padre,
    sperduto in questo mondo
    come me.


    KAJETAN KOVIC


    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

  11. #25
    Master Member L'avatar di Rosy
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    SARA' BELLO RIVEDERTI

    Ti vedrò,
    ci vedremo,
    quando sarà finito
    e la gioia piena
    guadagnerà la scena.
    Torneremo ad essere
    uguali a prima.
    E diversi da prima.

    Gianfranco Conforti ( in omaggio alla madre Emilia, morta 100 anni fa).
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  12. #26
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    A MIO PADRE

    Se mi tornassi questa sera accanto
    lungo la via dove scende l'ombra
    azzurra già che sembra primavera,
    per dirti quanto è buio il mondo e come
    ai nostri sogni libertà s'accenda
    di speranze di poveri di cielo,
    io troverei un pianto da bambino
    e gli occhi aperti di sorriso, neri
    neri come le rondini del mare.
    Mi basterebbe che tu fossi vivo,
    un uomo vivo col tuo cuore è un sogno.
    Ora alla terra è un'ombra la memoria
    della tua voce che diceva ai figli:
    "Com'è bella la notte e com'è buona
    ad amarci così con l'aria in piena
    fin dentro al sonno". Tu vedevi il mondo
    nel plenilunio sporgente a quel cielo,
    gli uomini incamminati verso l'alba.


    Alfonso Gatto
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

  13. #27
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    Papà, radice e luce, portami ancora per mano
    nell’ottobre dorato del primo giorno di scuola.

    Le rondini partivano, strillavano:
    fra cinquant’anni ci ricorderai.



    Maria Luisa Spaziani
    C'è una piega in ogni cosa

  14. #28
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    RICORDO TUTTO DI TE

    Ricordo tutto di te
    Anche le più piccole cose
    E ti rivedo
    E ti riconosco
    È come tu fossi ancora qui
    Ora so quanto mi hai amato
    Forte della tua esperienza di figlio
    Tutto mi hai insegnato
    Anche a soffrire
    Oggi te ne sono grato
    Non te l’ho detto subito
    Peccato.

    Sandrino Aquilani ( dedicata al padre)
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  15. #29
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    Venerdì Santo

    Lei credeva di stringere in quel corpo

    disincarnato, esangue, il suo ragazzo
    morto a trentatrè anni per oscure
    trame di tribunali.
    Se le avessero detto che stringeva
    a sè l'intero mondo e la sua Storia
    non l'avrebbe capito. Erano solo
    un figlio con sua madre.

    Maria Luisa Spaziani
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

  16. #30
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    Venerdì Santo

    Lei credeva di stringere in quel corpo

    disincarnato, esangue, il suo ragazzo
    morto a trentatrè anni per oscure
    trame di tribunali.
    Se le avessero detto che stringeva
    a sè l'intero mondo e la sua Storia
    non l'avrebbe capito. Erano solo
    un figlio con sua madre.

    Maria Luisa Spaziani
    Bellissima! Non la conoscevo: una vera perla!
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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