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19-December-2011, 12:24
#1
Senior Member
Poesie per la madre, poesie per il padre
La cosa carina di scompaginando è che molti dei "vecchi" thread ritornano, quasi ne sentissimo la mancanza ma ognuno ripropone quelli di altri.
Allora in onore di Rosy, inserisco quello sulle poesie dedicate alla mamma e ci aggiungo pure il papà (nulla di nuovo neppure qui direte voi).
A me mancava molto.
Non posso che partire da Tomada, poeta che adoro...
Come tutti gli anziani raccontavi
cento volte lo stesso episodio
di quando andavi a scuola in bici sotto le nevicate
di quando ti sei ammalata di difterite
un poco abbiamo avuto pazienza ma dopo
abbiamo detto basta
è da allora che hai cominciato a prepararci ogni settimana
un piatto diverso di cucina friulana
polenta frico gnocchi di zucca
quel cibo povero che un giorno era l’unico possibile
e sarà che passi sempre la domenica mattina
ma la tua non sembra una semplice gentilezza
piuttosto una comunione: questo è il mio corpo
prendete e mangiatene tutti.
Francesco Tomada
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
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19-December-2011, 12:25
#2
Senior Member
Le feste comandate
Oggi è Natale così tu mi dici
“telefona a tuo padre e chiedi come sta”
e mi sento come a diciott’anni
quando sono andato via di casa
per la prima volta
padre
quanta fatica per accettare che
mi hai generato al cinquanta per cento
e che in fondo somigliamo agli alberi
per metà radici e
per metà vento
Francesco Tomada
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
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Rosy thanked for this post
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19-December-2011, 12:29
#3
Senior Member
La neve che sei stato
Chiusaforte è le tue mani rovinate,
le sue case in fila lungo una strada che
conduce al nord
e le sue pietre e gli azzurri, sottilissimi dopo
che è nevicato
Chiusaforte è tutti i ritorni che mi allontanano
mentre nevica il tempo sulla neve che sei
stato
sui passi contati e poi coperti dal bianco
e c’è un piangere nascosto nel celeste
nelle pigne ai piedi degli abeti
nel silenzio che sgretola gli animi e qualche
volta
ci spinge in alto, in alto
dove ci sono parole che erano sassi
dette di punto in bianco, nel freddo
lasciate alla confidenza delle nuvole;
ho fatto un buon tratto di strada, ormai,
e sono stato tuo figlio e sono stato tuo padre
e conosco i gesti che non si spezzano davanti
al dolore
l’incandescenza dell’istante che li ha generati
la tua mano sulla mia fronte
il palmo della mia sul dorso della tua
che non so come, non so dove
mi portano ancora con te.
Pierluigi Cappello
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
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28-December-2011, 10:51
#4
Senior Member
QUESTI ESSERI DIVERSI
Una donna e un uomo
che si guardano sul finire del 1957,
e sulla soglia di una casa con la luna
si chiedono come sarà il mio volto.
Qualcuno che sorprende
nel fiore freddo dell’arancio il suo destino.
Che non è nato.
Che ignora ogni cosa.
Che attraversa la piazza di notte
e nella pioggia incontra
il volto dei suoi genitori.
Che ha conosciuto una vigna,
un cortile, un pozzo
che sono ancora nel grembo.
Che ha amato una via.
Che ha amato una donna
come se stesso.
Che è solo.
Che sta scrivendo questi versi.
Sono questi esseri diversi
e se ne sono andati.
RAFAEL ADOLFO TÉLLEZ
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
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01-January-2012, 23:52
#5
Master Member
AMO DI TE
Amo di te,
le mani mai stanche
con disegni di sabbia
fissati dal tempo.
La borsa pesante
di spiccioli, Santi,
di foto sbiadite
di eterne bambine.
Il trucco un po’ antico,
di mare e corallo.
L’abbraccio che sfalda
i miei giorni di bruma.
L’eco di fiabe incantate,
arcobaleni inseguiti,
lucciole vaghe,
agrumati Natali.
Ferma, ora,
il tuo e il mio momento
e cullami ancora,
madre mia,
scarlatta
in incendiar di giorno,
argentea
in vagabondar di stella.
Sospesa
su sentieri d’infinito…
Marina Pratici
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
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01-January-2012, 23:55
#6
Master Member
SEI
Sei nella ruga ritorta
che segna confine nel mio sguardo,
nel mio labbro imbronciato
che si rappacifica e distende lento.
Nella mia ansia di mangiare la vita
a mestolate, nel mio sbattere di porta
su verità ammorbata, ideale imbrattato,
valore profanato.
Nella mia mano dall’unghia mandorlata,
ferrea e temibile nell’atto decisivo,
di velluto guantata nella carezza serale
su lanuginosi sonni bambini.
Nella mia destrezza a ammainar la vela
nel fiutar bufera in familiari oceani,
nel mio spegnermi in mattini assolati
e nel mio rinascere in pomeriggi impolverati.
Sono, padre mio,
somiglianza riflettente di te
in giorni cangianti
sfogliati sulla soglia di reincontro
senza fine.
Marina Pratici
"...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"
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02-January-2012, 15:11
#7
Master Member
Straordinarie queste poesie! Che meraviglia di versi, che intensità...
Brava Claire per l'ottima scelta!
A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.
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08-January-2012, 21:35
#8
Master Member
A mio padre, in sogno
Sorridi un poco e te vai pensoso.
E ad un tratto con lacrime mi chiedo
quanto tempo è che al petto non ti stringo
non afferro da amico quelle braccia.
La memoria ha insensibili naufragi.
Scolora come il cielo di settembre
sotto il vento si popola di nubi.
Te ne vai. Quante cose all'improvviso
mi ritrovo da dirti... E resto muto.
Ma perché nell'istante che mi volto
non sei più là? Ci sono tante cose
da dirsi... Ed io ti chiamo ancora, e credo
che non può certo, questo, essere sogno.
Alessandro Parronchi

" Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
M.Medeiros
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08-January-2012, 21:43
#9
Master Member
A mia madre lavandaia
Teneva tra le mani una scodella.
La rivedo così, una domenica sera.
Sorrideva in silenzio, esitando
un po' nella penombra.
Portava a casa la sua cena
guadagnata sotto i padroni
e a letto, più tardi, io pensavo
che quelli ne mangiavano pentole piene.
Mia madre era gracile e morì giovane:
le lavandaie muoiono presto,
le gambe tremano sotto i carichi
e la testa fa male dallo stirare.
Dense nuvole di vapore,
montagne di biancheria sporca
e per cambiare aria
il solaio.
La rivedo mia madre, piegata sul ferro da stiro.
il suo esile corpo, sempre più sottile,
fu spezzato dal capitale.
Pensateci, o proletari!
A furia di lavare s'era fatta curva
e io non sapevo che ancora fosse giovane.
Sognava d'avere un grembiule pulito
e che il postino le dicesse buon giorno.
Attila Jòzsef

" Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
M.Medeiros
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08-January-2012, 22:22
#10
Senior Member
E ora che sei nel tempo assoluto,
disperdi il mio orologio
e nevica forte
anche sulle lunghe ore d'estate.
Fatti acqua per la mia sete
e accarezzami i capelli
prima di dormire.
Ora che puoi,
respira senza lottare
in questo bilancio
troppo peso per le mie mani.
Ora che sei, ora che sai,
che vedi senza guardare,
imparami di nuovo
nei lunghi silenzi di figlia
e fermati dove ho smarrito la virgola,
dove nulla mente e tutto torna.
Tutto.
Prima o poi, torna
come verità, dolore, bugia
nella schiuma bianca
che nulla disperde
della neve o del mare.
Beatrice Niccolai
C'è una piega in ogni cosa
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10-January-2012, 14:25
#11
Senior Member
Frà, ti adoro!

Originariamente inviato da
mancinerie
E ora che sei nel tempo assoluto,
disperdi il mio orologio
e nevica forte
anche sulle lunghe ore d'estate.
Fatti acqua per la mia sete
e accarezzami i capelli
prima di dormire.
Ora che puoi,
respira senza lottare
in questo bilancio
troppo peso per le mie mani.
Ora che sei, ora che sai,
che vedi senza guardare,
imparami di nuovo
nei lunghi silenzi di figlia
e fermati dove ho smarrito la virgola,
dove nulla mente e tutto torna.
Tutto.
Prima o poi, torna
come verità, dolore, bugia
nella schiuma bianca
che nulla disperde
della neve o del mare.
Beatrice Niccolai
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
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10-January-2012, 14:30
#12
Senior Member
Notte d'inverno
Sul paesino bianco bianco
scende la notte scura scura:
ma il cuor piccino non ha paura
anzi è preso da un dolce incanto.
Il bambino ha la sua mamma,
che gli fa nido con le. braccia,
che se lo stringe guancia guancia
e gli canta la ninna nanna.
Diego Valeri
Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery
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10-January-2012, 15:05
#13
Master Member

Originariamente inviato da
mancinerie
E ora che sei nel tempo assoluto,
disperdi il mio orologio
e nevica forte
anche sulle lunghe ore d'estate.
Fatti acqua per la mia sete
e accarezzami i capelli
prima di dormire.
Ora che puoi,
respira senza lottare
in questo bilancio
troppo peso per le mie mani.
Ora che sei, ora che sai,
che vedi senza guardare,
imparami di nuovo
nei lunghi silenzi di figlia
e fermati dove ho smarrito la virgola,
dove nulla mente e tutto torna.
Tutto.
Prima o poi, torna
come verità, dolore, bugia
nella schiuma bianca
che nulla disperde
della neve o del mare.
Beatrice Niccolai
Questa è struggente, Fra... e mi fa tornare vivo più che mai il ricordo di mio padre,che ho perduto da tanti anni ormai... e mi fa salire un nodo in gola.
Grazie
Rosy
" Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
M.Medeiros
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10-January-2012, 15:08
#14
Master Member
A mio padre
L'uomo che torna solo
a tarda sera dalla vigna
scuote le rape nella vasca
sbuca dal viottolo con la paglia
macchiata di verderame.
L'uomo che porta così fresco
terriccio sulle scarpe, odore
di fresca sera nei vestiti
si ferma a una fonte, parla
con l'ortolano che sradica i finocchi.
E' un uomo, un piccolo uomo
ch'io guardo di lontano.
E' un punto vivo all'orizzonte.
Forse la sua pupilla
si accende questa sera
accanto alla peschiera
dove si asciuga la fronte.
LEONARDO SINISGALLI

" Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
M.Medeiros
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14-January-2012, 00:30
#15
Senior Member
Fotografia di mio padre a ventidue anni
Ottobre. In questa cucina umida ed estranea
studio il giovane viso imbarazzato di mio padre.
Con un sorriso mansueto, tiene in mano un filo
di persici gialli e spinosi, nell’altra
una bottiglia di birra Carlsbad.
In jeans e maglietta, si appoggia
al paraurti di una Ford del 1934.
Vorrebbe apparire cordiale e sincero ai posteri,
porta il suo vecchio cappello alzato sull’orecchio.
Per tutta la vita mio padre ha cercato di essere spavaldo.
Ma gli occhi lo tradiscono, e le mani
il filo mollemente offerto dei pesci morti
la bottiglia di birra. Padre, ti voglio bene,
ma come faccio a dirti grazie, io che, come te, non reggo l’alcool,
e non conosco neppure i posti dove pescare.
Raymond Carver
L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.
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