Sulla via di Taormina
Tra uliveti e azzurro pelago
il cammin serpeggia al lito;
scosta Aurora al nevi-candido
Etna il vel col roseo dito.
Su la via protende il mandorlo
entro il cocchio i rami in fiore,
scherza al par di lieta driade
da l’amabile rossore.
Sovra il ritmo de l’Oceano,
i suoi miti Grecia invia;
urla immensa, al lido classico
versa il mar la melodia,
e sussurra in lingua ionica,
fra il tremor de l’aura etnea,
ondi-fresche, eterno-giovani
rapsodie de l’Odissea.


Carl Snoilsky