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"Interno argentino"

Sinossi

“Quando riceve dall’Argentina la notizia che l’ultimo affittuario del suo appartamento di Buenos Aires è morto d’infarto proprio in casa sua, Nico sente l’impulso di tornare dopo anni d’assenza nella città dove ha lavorato e vissuto prima di fuggirne alla vigilia della Guerra sporca. Le prime persecuzioni politiche erano state non la causa, bensì l’alibi della sua partenza improvvisa: ciò da cui Nico era scappato davvero era l’amore. Sidney, la bella bionda intensa Sidney, la donna che aveva strappato con facilità dalle braccia del marito per stringerla fra le sue, dopo quattro anni glielo aveva letto negli occhi che era finita, ma aveva distolto lo sguardo. Perché, se lui una mattina si era svegliato scoprendo di non amarla più, lei invece lo sentiva più che mai al centro del proprio cuore, della propria vita. E Nico, partendo, non aveva avuto il coraggio di dirle la verità: meglio raccontarle che era in pericolo, meglio lasciarsi rimpiangere che farsi odiare.
Ora, riaprendo la porta dell’appartamento di calle Eduardo Costa e sentendo risuonare nella memoria l’esclamazione disperata di Sidney – «Oh God! Qué voy a hacer yo?» –, Nico scoperchia il vaso dei ricordi e comincia a intesserli con mille indizi e supposizioni. In un viaggio dell’anima che è anche una confessione, ripercorre con l’immaginazione i mesi e gli anni che Sidney ha trascorso senza di lui, dopo di lui. Seguendo la rotta della disperazione, costeggiando il vuoto, l’agonia, la rabbia, la disillusione, lo sconforto e la pena della fine di un amore assoluto, approda al come e perché Sidney sia morta e, inconsapevolmente, prepara il terreno alla propria espiazione.”

Mio commento

“Le veneziane erano abbassate, la luce era stata staccata: sembrava che il buio di una notte remota fosse rimasto imprigionato nell’appartamento mentre fuori passavano i giorni”.
Negli anni in cui Nico si è allontanato da Sidney in realtà nella sua vita era calato il buio, inconsapevolmente aveva abbassato le veneziane del suo amore, fuori passavano i giorni e lui non era più capace di amare come aveva amato Sidney. La sua morte era arrivata nel suo cuore inaridito non trovandovi posto. Per rivivere è stato necessario un ritorno nei luoghi della memoria e della passione. Struggente e devastante. Come struggente e ossessivamente devastante era stato l'amore di Sidney.

La scrittura di Ongaro è come sempre efficace, elegante senza essere forbita, diretta senza essere scarna.
Grande è la sua capacità di scandagliare l’animo umano, largo spazio viene lasciato all’analisi dei comportamenti , senza bisogno di tanti dialoghi, ma con molta narrazione.
Come sempre sogno e realtà si mescolano in un gioco di fantasia portato all’estremo, gioco in cui Ongaro è maestro, avendolo dimostrato nel tempo con molti suoi romanzi.


Ciao