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Discussione: Parlatemi d'Amore

          
  1. #706
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    C’è il verbo snaturare, ci dev’essere pure innaturare,
    con cui sostituisco il verbo innamorare
    perchè succede questo: che risento il corpo,
    mi commuove una musica, passa corrente sotto i
    polpastrelli,
    un odore mi pizzica una lacrima, sudo, arrossisco,
    in fondo all’osso sacro scodinzola una coda che s’è
    persa.
    Mi sono innaturato: è più leale.
    M’innaturo di te quando t’abbraccio.

    Erri De Luca
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  2. #707
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    Così,
    rimango in te,
    passeggio a lungo per le tue braccia e le tue gambe,
    salgo fino alla tua bocca,
    mi affaccio all’orlo dei tuoi occhi,
    ti giro intorno al collo,
    ti scendo lungo la schiena,
    cambio rotta per percorrere i tuoi fianchi,
    ricomincio da capo,
    riposo sul tuo costato,
    guardo le nuvole che ti passano sulle labbra rosse,
    saluto gli uccelli che ti attraversano la fronte,
    e se chiudi gli occhi anch’io li chiudo
    e dormo alla tua ombra come se fosse estate
    per sempre,
    amore,
    pensando vagamente
    al mondo inquietante
    che si stende – impossibile – dietro il tuo sorriso.
    Angel Gonzàlez
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  3. #708
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    Finché tu esisti,

    finché il mio sguardo

    ti cerca oltre le colline,

    finché nulla

    mi riempie il cuore

    che non sia la tua immagine, e ci sia

    una remota possibilità che sia viva

    in qualche luogo, illuminata

    da una luce – qualsiasi...

    Finché

    sento che tu esisti e ti chiami

    così, con quel tuo nome

    così piccolo,

    continuerò come ora,

    mia amata,

    affranto dalla distanza,

    sotto questo amore che cresce e non muore,

    sotto questo amore che continua e mai finisce.

    Ángel González
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  4. #709
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    CONCHIGLIA


    Davanti allo specchio
    nella camera da letto dei miei genitori
    c’era una conchiglia rosa.
    Mi avvicinavo in punta di piedi
    e con un movimento improvviso
    la portavo all’orecchio.
    Volevo coglierla in quel momento,
    quando non si sente la nostalgia
    con il suo monotono sussurro.
    Sebbene fossi piccolo, sapevo che,
    anche quando si ama molto qualcuno,
    talvolta sopraggiunge l’oblio.


    ZBIGNIEW HERBERT
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  5. #710
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    Tutto ho raccolto di te:
    briciole, frammenti, polvere,
    tracce, supposizioni,
    accenti restati in voci altrui,
    qualche grano di sabbia,
    una conchiglia,
    il tuo passato immaginato da me,
    il nostro supposto futuro,
    ciò che avrei voluto da te,
    ciò che mi avevi promesso,
    i miei sogni infantili,
    certe sciocche rime della mia giovinezza,
    un papavero sul ciglio di una strada polverosa.



    Antonio Tabucchi
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  7. #711
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    Certe volte parlo da solo, così.
    Nomino certe cose:
    argano, gomna limo, foglia, fornace.
    Il tuo volto, la tua bocca, le tue spalle
    ora sono per me inconcepibili!
    Che fine hanno fatto?
    E’come se li avessi sognati.
    I sassi che abbiamo portato
    a casa dalla spiaggia se ne stanno lì
    sul davanzale a raffreddarsi. Torna a casa. Mi senti?
    I miei polmoni sono pieni del fumo
    della tua assenza.
    -Raymond Carver
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  8. #712
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    Il suo sorriso era un atto di pace
    con le brutture della vita,
    un tagliente dolore che
    annebbiava la mia intelligenza,
    colorando il mio sangue fino a farne
    inchiostro per le partiture stonate
    che scandirono il ritmo dissonante
    della mia esistenza.
    Il sapore di quei suoi baci
    non mi abbandonò per molti giorni
    e riempì di fantasmi disperati le mie notti,
    una ferita sulla pelle,
    una bruciatura,
    un marchio a fuoco
    E chiudendo gli occhi
    ricordavo le mie mani sul suo viso
    e le punte delle sue dita
    mentre sfioravano le mie labbra
    in una danza scandita dal ritmo tribale
    del mio cuore intorpidito.
    SI! Vivrò in eterno,
    in quella parte di cuore
    che ti ho donato per sempre


    Giovanni Scafoglio



    Io li odio i nazisti dell'Illinois...

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  10. #713
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    Tu tienimi
    e io mi trasformerò in meraviglia
    tra le tue mani,
    al caldo,
    quel caldo che di notte fa crescere il grano.
    Porta
    il corpo amato,
    come vita segreta –
    preservata –
    sotto lo spesso ghiaccio
    della memoria.
    Tu tienimi
    come guscio di noce
    nel pugno
    fessura tra i mondi.
    C’è silenzio tra te e me
    c’è perla.
    Ti tengo.

    (Chandra Livia Candiani)
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  12. #714
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    "Guardami"
    I sottili lacci di fumo
    che si dipanano dalle tue pupille
    disegnano nell'aria azzurre spirali.
    Sfiorando la mia pelle
    mi avviluppano in un vortice di trame irregolari.
    Si estingue in un fiato il mio grido disperato
    sognante
    mi avvolgo nel tepore spento
    di un amore immaginato.

    Saffo
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  14. #715
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    Spegni i miei occhi
    Spegni i miei occhi: io ti vedrò lo stesso,
    sigilla le mie orecchie: io potrò udirti,
    e senza piedi camminare verso te
    e senza bocca tornare a invocarti.
    Spezza le mie braccia e io ti stringerò
    con il mio cuore che si è fatto mano,
    arresta i battiti del cuore, sarà il cervello
    a pulsare e se lo getti in fiamme
    io ti porterò nel flusso del mio sangue.

    Rainer Maria Rilke
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  16. #716
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    Quel mattino
    ero il primo uomo
    che ti annunciava il sorgere del sole
    guardando i tuoi occhi accendersene

    il primo a dirti
    che sei dolce
    che dirlo
    è troppo poco

    che eri la fortuna della giornata
    che preparavo in cucina

    Era lunga per noi
    Andava fino al fiume
    fino al bosco
    fino all’albero e alle radici

    Il primo a dirti che la vita è bella
    qualunque cosa siamo

    Quel mattino
    era nato dalla sua notte
    e noi eravamo i primi
    a cui sorrideva

    Yvon Le Men

    Io li odio i nazisti dell'Illinois...

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  18. #717
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    Spegni i miei occhi
    Spegni i miei occhi: io ti vedrò lo stesso,
    sigilla le mie orecchie: io potrò udirti,
    e senza piedi camminare verso te
    e senza bocca tornare a invocarti.
    Spezza le mie braccia e io ti stringerò
    con il mio cuore che si è fatto mano,
    arresta i battiti del cuore, sarà il cervello
    a pulsare e se lo getti in fiamme
    io ti porterò nel flusso del mio sangue.

    Rainer Maria Rilke
    Questa poesia di Rilke mi piace moltissimo e mi permetto di proporvela recitata in lingua originale. Anche chi non mastica il tedesco può apprezzare le sonorità e, magari, rivedere qualche luogo comune sul tedesco.

    Ecco il testo originale:


    Lösch mir die Augen aus


    Lösch mir die Augen aus: ich kann dich sehn,
    wirf mir die Ohren zu: ich kann dich hören,
    und ohne Füße kann ich zu dir gehn,
    und ohne Mund noch kann ich dich beschwören.
    Brich mir die Arme ab, ich fasse dich
    mit meinem Herzen wie mit einer Hand,
    halt mir das Herz zu, und mein Hirn wird schlagen,
    und wirfst du in mein Hirn den Brand,
    so werd ich dich auf meinem Blute tragen.



    Rainer Maria Rilke, 1899



    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

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  20. #718
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    Vuoi che facciamo il bagno
    assieme una volta ancora?
    Possiamo di nuovo essere due corpi
    bagnati e sorpresi,
    e verificare che non mi fa male
    che l’acqua ci separi.
    Sentire che solo l’acqua si frappone
    tra la tua pelle e me,
    come dal principio dei tempi,
    e questa certezza è dolce,
    calda e luminosa.
    Come mai lo è stata.

    Amalia Bautista


    Io li odio i nazisti dell'Illinois...

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  22. #719
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    Dopo di te
    sono spopolata,
    una nuvola senza popolo delle nuvole,
    un’anima senza angoli,
    spazzata da vento impetuoso.
    Un nòcciolo senza frutto.
    Respiro forte
    sotto cielo duro.
    sovraesposta
    e schiusa,
    mi aggiro appena nata
    per la città fragorosa
    e tocco muri con dita vegetali,
    li conto,
    come prove numeriche
    di essere al mondo,
    lo stesso mondo.

    Chandra Livia Candiani
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  24. #720
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    Pesa essere amore grande?
    non essere luce sorvegliata
    ma squarcio abbagliante,
    pesa? essere la sorte
    di un deserto la sua improvvisa
    ignota a tutti eppure evidente
    fioritura, è pesante?
    Pesa reggere leggerezza,
    petalo stracciato senza gambo?
    fa sentire soli essere
    assolutamente
    amati
    con decisione ferma
    con assenza di volontà e precisione
    di funambola,
    fa sentire la solitudine
    abdicata dell’amore grande?
    bisogna spiantare il centro,
    traslocare e sgomberare
    l’amare grande,
    notare il colore del cielo
    offrirgli spogliato
    il volto, il corpo allungarlo
    come erba selvatica
    alla luce. Bisogna
    chiedere grazia al ghepardo del cuore
    alla sua falcata che disegna
    la profondità del fitto
    l’altitudine paga del vuoto.
    Bisogna che io muoia
    che becchetti nella mano
    tua
    i semi della sparizione
    bisogna che resti solo
    quel leggero senza-nome
    che fa l’aria
    innamorata
    della stanza.

    Chandra Livia Candiani
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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