Thanks Thanks:  1
Likes Likes:  1
Pagina 2 di 2 primaprima 12
Visualizzazione dei risultati da 16 a 17 su 17

Discussione: Mitologia in Mi minore

          
  1. #16
    Master Member L'avatar di Sir Galahad
    Registrato dal
    Oct 2011
    residenza
    Firenze
    Messaggi
    1,572
    Post Thanks / Like
    Ed ecco le rime "incriminate":

    Ritornata di poco era la diva
    Dal Saturníde onnipossente padre
    Nel conjugale albergo; e Marte, entrando,
    La trovò, che posava, e lei per mano390
    Prese, e a nome chiamò: Venere, disse,
    Ambo ci aspetta il solitario letto.
    Di casa uscì Vulcano: altrove, a Lenno Vassene, e ai Sintii di selvaggia voce.
    Piacque l’invito a Venere, e su quello395
    Salì con Marte, e si corcò: ma i lacci
    Lor s’avvolgean per cotal guisa intorno,
    Che stendere una man, levare un piede,
    Tutto era indarno; e s’accorgeano al fine,
    Non aprirsi di scampo alcuna via.400
    S’avvicinava intanto il fabbro illustre,
    Che volta diè dal suo viaggio a Lenno:
    Perocchè il Sole spiator la trista
    Storia gli raccontò. Tutto dolente
    Giunse al suo ricco tetto, ed arrestossi405
    Nell’atrio: immensa ira l’invase, e tale
    Dal petto un grido gli scoppiò, che tutti
    Dell’Olimpo l’udîr gli abitatori:
    O Giove padre, e voi, disse, beati
    Numi, che d’immortal vita godete,410
    Cose venite a rimirar da riso,
    Ma pure insopportabili: Ciprigna,
    Di Giove figlia, me, perchè impedito
    De’ piedi son, cuopre d’infamia ognora,
    Ed il suo cor nell’omicida Marte415
    Pone, come in colui, che bello, e sano
    Nacque di gambe, dove io mal mi reggo.
    Chi sen vuole incolpar? Non forse i soli,

    Che tal non mi dovean mettere in luce,
    Parenti miei? Testimon siate, o Numi,420
    Del lor giacersi uniti, e dell’ingrato
    Spettacol, che oggi sostener m’è forza.
    Ma infredderan nelle lor voglie, io credo,
    Benchè sì accesi, e a cotai sonni in preda
    Più non vorranno abbandonarsi. Certo425
    Non si svilupperan d’este catene,
    Se tutti prima non mi torna il padre
    Quei, ch’io posi in sua man, doni dotali
    Per la fanciulla svergognata: quando
    Bella, sia loco al ver, figlia ei possiede,430
    Ma del proprio suo cor non donna punto.
    Disse; e i Dei s’adunaro alla fondata
    Sul rame casa di Vulcano. Venne
    Nettuno, il Dio, per cui la terra trema,
    Mercurio venne de’ mortali amico,435
    Venne Apollo dal grande arco d’argento.
    Le Dee non già: chè nelle stanze loro
    Riteneale vergogna. Ma i datori
    D’ogni bramato ben Dei sempiterni
    Nell’atrio s’adunâr: sorse tra loro440
    Un riso inestinguibile, mirando
    Di Vulcan gli artifici; e alcun, volgendo
    Gli occhi al vicino, in tai parole uscia:

    Fortunati non sono i nequitosi
    Fatti, e il tardo talor l’agile arriva.445
    Ecco Vulcan, benchè sì tardo, Marte,
    Che di velocità tutti d’Olimpo
    Vince gli abitator, cogliere: il colse,
    Zoppo essendo, con l’arte; onde la multa
    Dell’adulterio gli può torre a dritto.450
    Allor così a Mercurio il gajo Apollo:
    Figlio di Giove, messaggiero accorto,
    Di grate cose dispensier cortese,
    Vorrestu avvinto in sì tenaci nodi
    Dormire all’aurea Venere da presso?455

    Oh questo fosse, gli rispose il Nume
    Licenzïoso, e ad opre turpi avvezzo,
    Fosse, o Sir dall’argenteo arco, e in legami
    Tre volte tanti io mi trovassi avvinto,
    E intendessero i Numi in me lo sguardo460
    Tutti, e tutte le Dee! Non mi dorria
    Dormire all’aurea Venere da presso.

  2. #17
    Master Member L'avatar di Sir Galahad
    Registrato dal
    Oct 2011
    residenza
    Firenze
    Messaggi
    1,572
    Post Thanks / Like
    Quote Originariamente inviato da Sir Galahad Visualizza il messaggio
    Afrodite, simbolo della bellezza e dell'Amore

    Attendo con ansia la primavera....
    La Primavera risveglia sensazioni di Amore e di Bellezza. Nell'antica Grecia la bellezza sensuale era rappresentata da Afrodite, emersa nuda dalla spuma del mare: cavalcando una conchiglia, giunse prima all'isola di Citèra ( Creta o Candia ) e poi nel Peloponneso a Paso, isola di Cipro. Sotto i suoi piedi sbocciano i primi fiori primaverili e le Stagioni, figlie di Temi, la vestono come una regina e la adornano per far risaltare la sua già stupenda bellezza.
    Afrodite era simbolo dello sbocciare della Bellezza: il suo santuario, a Cnosso, era pavimentato con gusci di conchiglie. E ad Afrodite erano sacri il riccio e la seppia.
    L'antica Grecia, dunque, in questa meravigliosa stagione ci parla - tramite la dea Afrodite - della Bellezza che è anima della Natura. Lo fa ancora, se abbiamo orecchie per ascoltar lo stormir delle fronde e il risciacquìo delle onde. Lo fa ancora se abbiamo occhi per vedere e amare il sorgere del sole o il suo tramonto.
    Questo ci tramanda l'antica Grecia tramite la dea Afrodite.

    Così il grande Esiodo descrive la nascita di Afrodite nella Teogonia.


    "la notte venne il grande Cielo e desideroso d’amore s’attaccò a Terra, stendendosi dappertutto… il figlio allungò la mano sinistra, con la destra afferrò l’enorme lunga falce dai denti aguzzi e pronto segò via i genitali del padre suo e dietro li gettò, alla ventura… nel mare molto agitato e così andavano a lungo sul mare. Bianca schiuma uscì dalla carne immortale, e in essa crebbe una fanciulla; ella stette dapprima nella sacra Citera, e quindi andando via di là giunse a Cipro circondata da flutti; così venne fuori una Dea piena di grazia e di fascino ed attorno a lei cresceva l'erba sotto ai piedi ben fatti"

Segnalibri

Permessi di invio

  • Non puoi inserire discussioni
  • Non puoi inserire repliche
  • Non puoi inserire allegati
  • Non puoi modificare i tuoi messaggi
  •