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Discussione: L'Italia che mi sorprende

          
  1. #31
    Administrator L'avatar di Mauro
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    Io mi limito a constatare che siamo in un Paese dove un quarto del corpo elettorale ha dato il suo voto a una persona che negli ultimi vent'anni ha dimostrato di essere bravissimo a farsi solo ed esclusivamente gli affari suoi e quindi credo ci sia ben poco di che lamentarsi poi della classe politica che abbiamo in Parlamento.
    Per quanto riguarda il discorso del costo del latte ti cito una storia lombarda vecchia di qualche anno: quando alle elezioni per la Provincia di Milano si affrontarono Ombretta Colli (Forza Italia) e Filippo Penati (PDS) durante un confronto in TV un giornalista pose loro quella domanda e la Colli rispose serafica "Non sono io che mi occupo di far la spesa in casa" mentre Penati diede una risposta più che credibile. Alla prova delle urne la spuntò Penati che vantava anche un'esperienza di Sindaco di tutto rispetto in quella che era chiamata la "Stalingrado d'Italia" ovvero il comune di Sesto S. Giovanni alle porte di Milano.
    Alla fine del suo mandato lasciò alla Provincia di Milano quest'eredità
    Sinceramente ho poche speranze nei confronti di questo Paese
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

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  3. #32
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    Cosa stiamo diventando...
    quanta tristezza e rabbia

    http://video.corriere.it/botte-ragaz...a-c355fa4079e9
    The creatures outside looked from pig to man, and from man to pig, and from pig to man again: but already it was impossible to say which was which.

  4. #33
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    Ma dov'è finita l'educazione? Il senso? Il rispetto? Perchè nessuno l'aiuta?
    Addirittura un calcio in testa! La ragazza ci poteva anche morire! Ma le famiglie che fanno?
    Mi mette tanta rabbia e paura questa situazione.
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  6. #34
    Master Member L'avatar di Elvira Coot
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    A volte mi viene il pensiero di barricarmi in casa (c'è chi lo fa, perchè io non dovrei?) Ma poi penso che sarebbe una sconfitta e allora mi faccio forza e vado. E' impossibile non avere paura, basta aprire un giornale o vedere un tg per averne.
    Però al mondo ci sono ancora tante brave persone, tante davvero, si notano poco perchè non fanno notizia, ma ci sono! Ed è a questo che cerco di pensare, così mi sento meglio e il mondo mi pare un posto un pochino meno brutto

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  8. #35
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    Cosa stiamo diventando...
    quanta tristezza e rabbia

    http://video.corriere.it/botte-ragaz...a-c355fa4079e9
    ho visto questo video ieri alla Tv. E una volta mi è bastata.
    Al tg hanno detto che la ragazza non ha riportato lesioni gravi e gli altri ragazzi sono stati denunciati.
    La cosa strana del video è che la ragazza mora non si difende, come se "accettasse" la punizione per non incorrere in una punizione peggiore.

    Ps. Come sono contenta di non andare più a scuola, non so se sarei sopravvissuta.

  9. #36
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    Ieri è apparso sulla Gazzetta del Mezzogiorno un articolo di Michele Partipilo sul Ferragosto. Li leggo sempre con molto gusto e condivido le sue osservazioni...a denti stretti. Tempi duri pure a Ferragosto.



    FERRAGOSTO QUANDO C’ERANO BOLLINO NERO E CITTA’ DESERTE

    C’era una volta il mito di Ferragosto. Cominciava con la chiusura delle grandi fabbriche del nord. Fiat in testa. Le città si svuotavano e si riempivano le autostrade e i centri di villeggiatura. Per giorni e giorni centri urbani deserti, negozi chiusi e difficoltà persino a reperire pane e latte per i pochissimi – quasi tutti anziani – rimasti a casa. Anche salumerie. Macellerie e bar potevano permettersi di piazzare sulle saracinesche un bel cartello “chiuso per ferie".

    Sembrano tempi lontani, oggi che le città restano abitate, che i negozi fanno a gara per restare aperti anche fino a tardi pur di catturare uno dei sempre più rari clienti. Anche l’informazione è cambiata. Giornali e tv non hanno più da raccontare di esodi biblici, di code chilometriche e giornate con il “bollino nero”.

    All’inizio sembrava che fosse effetto delle “vacanze intelligenti”.

    Gli italiani erano infatti bombardati da inviti ad andare in ferie anche negli altri mesi estivi, a non partire in auto tutti insieme nei fine settimana, a percorrere itinerari alternativi. Altro che vacanze intelligenti, forse era il tarlo della crisi che già cominciava a rosicchiare il nostro benessere. Oggi dubbi nion ce ne sono. Piangono gli albergatori, i ristoratori, gli autisti, i gestori di lidi, i camerieri e tutto lo sterminato esercito di persone che vive dalle vacanze. I numeri sono in rosso ovunque e per fortuna che ogni nostra città ha molte bellezze:almeno attirano un po’ di stranieri. Così sono loro a tenere ancora in piedi la baracca, mentre gli italiani riscoprono la vacanza tutta nella seconda casa: la loro o di qualche parente/amico. In molti tornano a fare i pendolari con la spiaggia vicina vicina pur di godersi un po’ di mare e di sole.

    All’improvviso quel boom che sembrava dovesse crescere all’infinito portando sempre più benessere e soldi si è fermato ed è cominciato il percorso inverso. Con i prezzi che anziché aumentare diminuiscono perché acquistiamo sempre meno merci: dai vestiti alle auto, si rinuncia perfino al pane e alla frutta. Gli esperti faticano a trovare i termini di paragone: siamo tornati ai livelli di 20 anni fa; no, del 1984; macchè, stavamo così nel 1975.

    Sui giornali e in tv le analisi e le ricette per uscire dalla crisi abbondano. Nel Palazzo scarseggiano. Ogni rimedio adottato si rivela peggiore del male. Aumentano le accise sulla benzina? Si viaggia di meno e non si acquistano più auto, in crisi il gettito Iva e le aziende automobilistiche. Tartassano la casa? Crolla il mercato immobiliare, falliscono le aziende edili, va in miseria addirittura una categoria – i notai – ritenuta il simbolo stesso della sicurezza economica.

    Potremo continuare a lungo con questo moderno martirologio. Anche il bonus di 80 euro, a parte qualche “mi piace” in più a Renzi, non ha smosso la nostra economia. Anzi, proprio quando sembrava che stavamo uscendo dal tunnel ci siamo ritrovati in un’altra galleria. Non sappiamo quanto lunga, ma certamente buia. Con l’Europa che è tornata ad alitarci sul collo e con il buon Draghi, che meglio di tutti conosce le nostre magagne, che pensa di commissariarci. Non si dia pena il presidente della Bce, neppure una Troika di commissari riuscirebbe a mettere in riga l’Italia, come dovette ammettere scornato Mussolini, nonostante gli stivaloni.

    Renzi continua a riempirci di promesse e cerca di spostare l’obiettivo sui “gufi”, che è un modo – qualcuno glielo dica – tutto meridionale (Pirandello docet) e per nulla efficace di affrontare i guai.

    Ora si preparano provvedimenti dal nome altisonante, ma che non si capisce dove ci porteranno. Di sicuro - dicono in coro dal Palazzo – non ci saranno nuove tasse. Con qualche sforzo potremmo pure crederci, ma vorremmo sapere se per caso aumenteranno le vecchie. Come è successo nel balletto di nomi dei balzelli sulla casa: Ici, Imu, Tari, Tasi, Sic e non sappiamo che altro verrà. Siccome alla fine è la somma che fa il totale, secondo il noto teorema di Totò, per ogni casa di proprietà oggi ci troviamo a pagare il doppio rispetto a qualche anno fa. E così, oltre all’economia, si uccide anche il sogno dell’italiano medio di sentirsi realizzato quando ha quattro muri tutti suoi.

    Fra qualche giorno conosceremo meglio quello che ci aspetta, sempre che si riesca a fare la tara di propaganda e di falsi obiettivi, vedi il poderoso quanto anacronistico dibattito sull’abolizione dell’art. 18. Chi ne parla no si è accorto che è stato superato dai fatti: le aziende non licenziano più. Chiudono e basta. Vedremo. Per ora godiamoci questa giornata di riposo che quei saggi degli antichi romani avevano inventato apposta. Magari sarà utile per riflettere e recuperare un po’ di silenzio in questo paese in cui con le chiacchiere e i tweet si cambiano i governi (#enricostaisereno). Buon Ferragosto.

    Michele Partipilo
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  11. #37
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    Col tempo ho imparato, nel fare acquisti, a verificare sulle etichette la provenienza di quello che compro. In questo modo mi sembra di avere la possibilità non dico di scegliere il meglio ma almeno di evitare il peggio! Sopratutto in campo alimentare. L'altro giorno i mass media hanno dato una notizia che la normativa sulle etichette alimentari(la 79/11/Cee) dal 13 dicembre viene sostituita dal nuovo regolamento europeo 1169/2011 che toglie l'obbligatorietà di indicare sulle confezioni lo stabilimento di lavorazione degli alimenti!
    Ma questa nuova normativa è stata pensata per tutelare l'interesse dei consumatori?
    Sigh!

    http://espresso.repubblica.it/attualita/2014/12/11/news/sparisce-l-origine-del-cibo-dalle-etichette-ce-lo-impone-l-unione-europea-1.191395

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  13. #38
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    Si, avevo sentito. Anche io lo trovo disonesto. Il prodotto deve essere trasparente di fronte al consumatore.
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  15. #39
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    Già da molto tempo, se non trovo scritto il luogo di fabbricazione e la provenienza degli ingredienti, non lo compro. Se un'etichetta è incompleta o insoddisfacente, lascio il prodotto e me ne cerco un altro.

    Non perdo inoltre l'occasione di fare opera di convincimento su Mr Boy, che quando prende in mano una cosa fa l'aria di leggere l'etichetta e assume un'espressione concentrata, come se ci capisse qualcosa ...




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  17. #40
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    Già da molto tempo, se non trovo scritto il luogo di fabbricazione e la provenienza degli ingredienti, non lo compro. Se un'etichetta è incompleta o insoddisfacente, lascio il prodotto e me ne cerco un altro.

    Non perdo inoltre l'occasione di fare opera di convincimento su Mr Boy, che quando prende in mano una cosa fa l'aria di leggere l'etichetta e assume un'espressione concentrata, come se ci capisse qualcosa ...
    Anch'io non compro se non riesco a risalire dove sia stato prodotto ma con questa normativa europea non sarà più obbligatorio indicare questo genere d'informazione e stando così le cose che alternativa ci rimane?

    Capisco Mr. Boy...é una vera giungla.
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  18. #41
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    Anch'io non compro se non riesco a risalire dove sia stato prodotto ma con questa normativa europea non sarà più obbligatorio indicare questo genere d'informazione e stando così le cose che alternativa ci rimane?

    Capisco Mr. Boy...é una vera giungla.
    Beh, l'alternativa è non comprare i prodotti che non hanno un'etichetta che riporti in modo chiaro ed inequivocabile la filiera di produzione, a partire dalle materie prime. In questo caso sarebbe semplicemente la legge del mercato a "far morire" i prodotti poco trasparenti ma, come ben sanno i furbetti che varano tali normative, questo succede difficilmente grazie al fatto che, spesso, la gente compra guidata più dalla suggestione pubblicitaria, dal (presunto) prestigio del marchio o dall'irresistibile offertona.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

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  20. #42
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    Beh, l'alternativa è non comprare i prodotti che non hanno un'etichetta che riporti in modo chiaro ed inequivocabile la filiera di produzione, a partire dalle materie prime. In questo caso sarebbe semplicemente la legge del mercato a "far morire" i prodotti poco trasparenti ma, come ben sanno i furbetti che varano tali normative, questo succede difficilmente grazie al fatto che, spesso, la gente compra guidata più dalla suggestione pubblicitaria, dal (presunto) prestigio del marchio o dall'irresistibile offertona.
    Già! Ormai quando si va a fare spesa tocca andare con gli occhi spalancati per evitare fregature camuffate.
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  21. #43
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    Questa notizia mi fa paura

    http://www.livegubbio.it/2015/07/Acq...no-troppo-poco

    Se questo è il destino di chi cerca di aiutare la gente, che speranze ci restano?

  22. #44
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    Da "La grande bellezza" a "La grande schifezza". Povera mia città. Anche il New York Times ne parla...
    http://roma.repubblica.it/cronaca/20...4/?ref=HREC1-8
    Due cose mi hanno sempre sorpreso: l'intelligenza degli animali e la bestialità degli uomini. Bertrand Russell

  23. #45
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    Quote Originariamente inviato da Serena-fundy Visualizza il messaggio
    Da "La grande bellezza" a "La grande schifezza". Povera mia città. Anche il New York Times ne parla...
    http://roma.repubblica.it/cronaca/20...4/?ref=HREC1-8
    E' tristissimo, non solo per i romani, ma per tutti gli italiani

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