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Discussione: BRUNO MORCHIO: noir...genovese.

          
  1. #16
    Master Member L'avatar di Rosy
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    Quote Originariamente inviato da Mauro Visualizza il messaggio
    L'ordine cronologico sarebbe decisamente preferibile ed è questo:

    Bacci Pagano. Una storia da carruggi
    , Fratelli Frilli Editori, 2004.
    Maccaia
    , Fratelli Frilli Editori, 2004.
    La crêuza degli ulivi - Le donne di Bacci Pagano
    , Fratelli Frilli Editori, 2005.
    Con la morte non si tratta
    , Garzanti, 2006.
    Le cose che non ti ho dett
    o
    , Garzanti, 2007.
    Rossoamaro
    , Garzanti, 2008.
    Colpi di coda
    , Garzanti, 2010.

    Il primo libro dà già un'idea chiara ed esauriente del personaggio (l'investigatore Bacci Pagano, appunto) e dello stile di scrittura di Morchio, per cui se ti dovesse piacere hai già trovato un serial writer da seguire .
    Io finora ho letto i primi quattro e forse l'unico che ho trovato meno bello (ma mai brutto!) è "Maccaia" che comunque è di gran lunga superiore a tanti altri noir che ho letto.
    A me è piaciuto molto Maccaia, credo di averlo anche già scritto...
    Anche se... i successivi, in cui si parla di giallino chiaro ( non veri gialli) ma anche molto di sentimenti, a 360 gradi, sono ancora migliori. LETTI IN ORDINE EH!!!! COME DICE MAURO.
    CIAO Rosy
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  2. #17
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    ROSSOAMARO.
    Trama.

    In una corsia d'ospedale Bacci Pagano sta vegliando Jasmìne Kilamba: è riuscito a stento a liberarla da una gang di sadici assassini e ora la donna sta lottando tra la vita e la morte. Lo avvicina un anziano tedesco di nome Kurt Hessen, arrivato a Genova alla ricerca del fratellastro italiano, del quale sa soltanto che la madre era di Sestri Ponente e si faceva chiamare Nicla... Hessen vuole affidare l'indagine all'investigatore dei carruggi, che d'istinto rifiuta. Ma a convincerlo basta un assegno molto, troppo generoso e, forse, qualche altro oscuro motivo. Inizia così un viaggio nel passato che riporta Bacci alla Genova del 1944 popolata di soldati tedeschi, fascisti, partigiani e spie, dove i suoi genitori e il nonno Baciccia lavoravano come operai e Nicla serviva alla mensa dell'Ansaldo Fossati. L'immagine della giovane, informatrice della Resistenza infiltrata presso i nazisti, si sovrappone a quella di Jasmìne, prostituta nera fuggita da una terra senza speranza. E anche la città dilaniata dalla guerra, dalla miseria e dalla fame si confonde con la metropoli contemporanea, investita dal vento della globalizzazione.


    Ecco il commento che ne avevo scritto a suo tempo.

    Ottimo!
    Penultima storia con protagonista l'investigatore genovese Bacci Pagano.
    L'ultima è Colpi di coda.
    Ricordo che per essere apprezzato va letto rigorosamente in ordine temporale, perchè le sue vicende seguono di pari passo le storie poliziesche...

    Questo caso è un pò diverso dai precedenti, perchè affonda le sue radici in un passato neppure troppo lontano...
    ROSSOAMARO prende il nome da un aperitivo bevuto in passato da alcuni protagonisti della storia.
    E' sicuramente l'opera migliore di questo autore, che mostra di avere raggiunto una piena maturità come scrittore.

    In questo romanzo, che si svolge a cavallo fra due epoche, il 1944 ed oggi, Morchio narra con maestria una storia dolorosa , che parte con apparente leggerezza: la ricerca di una persona del passato.
    Le radici di questa ricerca si riveleranno ben più profonde di quanto non appaia a prima vista...e in un flash back continuo, si snoderà una vicenda ricca di risvolti umani.


    Un romanzo come i precedenti non tanto "giallo", ma che si legge tutto d'un fiato.
    L'unico appunto che potrei fare al suo autore è che in questa storia le sue vicende "private" sono quasi del tutto ignorate.
    Al di là dei suoi sentimenti per Jasmine, la prostituta di colore, per cui Bacci Pagano si dà da da fare, e si angoscia nell'attesa della ripresa...non vi è cenno dellle sue varie donne, di sua figlia, della ex moglie.

    Però Morchio esplora e racconta magistralmente l'italia di allora e di oggi, i suoi mille volti, i suoi segreti , intrecciando passato e presente con un ritmo incalzante , regalandoci una pagina drammatica della nostra storia recente.

    Consigliato a genovesi e non! e amanti del noir mediterraneo.
    Rosy
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    M.Medeiros

  3. #18
    Senior Member L'avatar di Fosca
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    Grazie Rosy
    ho preso nota della lista
    appena vado alla biblioteca vedo cosa trovo...

  4. #19
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    Quote Originariamente inviato da Fosca Visualizza il messaggio
    Grazie Rosy
    ho preso nota della lista
    appena vado alla biblioteca vedo cosa trovo...
    Peccato non abitare più vicine, ti prestavo l'intera opera! ciao
    Rosy
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  5. #20
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    Una bella intervista a Bruno Morchio sul blog:
    http://contornidinoir.blogspot.it/20...o-morchio.html

    Ciao!
    Cecilia

  6. #21
    Senior Member L'avatar di zio fred
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    Brava Cecilia, buone domande ad un autore a cui mi lega la professione e la città di Genova dove ho studiato e che mi pare una delle poche che in fondo è migliorata negli ultimi anni, se penso alla mia via Prè e tutta la zona portuale certamente allora più folcloristica ma anche molto più desolata.
    Devo dire che mi è piaciuto molto il primo Bacci e meno l'ultimo e lascerei perdere Le Carrè e la Thailandia di Montalban caro Morchio non facciamo paragoni disdicevoli.
    Leggo che cita tra i moderni il nome di tale Fois che non conosco, andrò a vedere sulla fiducia.
    Attendiamo dunque l'ultimo Bacci e vedo che non gli hai chiesto niente o forse sì ma non l'hai scritto, che fa Bacci? si impigrisce? viaggia? va al salone della nautica? paga l'Imu? diventa nonno?
    ci dica, ci dica.....

  7. #22
    Administrator L'avatar di Mauro
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    Non avendo mai letto Le Carrè e Montalbàn non saprei addentrarmi in confronti di ziesco livello, fra gli italiani citati da Morchio conosco solo Camilleri che considero un gradino sotto al nostro. Devo aggiornarmi su De Cataldo e Fois, mentre trovo strano non sia citato Carlotto.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

  8. #23
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    Quote Originariamente inviato da Mauro Visualizza il messaggio
    Non avendo mai letto Le Carrè e Montalbàn non saprei addentrarmi in confronti di ziesco livello, fra gli italiani citati da Morchio conosco solo Camilleri che considero un gradino sotto al nostro. Devo aggiornarmi su De Cataldo e Fois, mentre trovo strano non sia citato Carlotto.
    Mi conosci , Mauro: lungi da me innescare polemiche.Però....
    A me piacciono un sacco entrambi. Però non credo siano paragonabili fra loro: troppo diversi, come stile, genere, personaggi...
    Anch'io non conosco DE Cataldo e Fois; nè sono in grado di fare confronti...
    ciao! ( non ho ancora letto l'intervista: ci arrivo Cecilia! ma ho avuto giorni di inizio scuola, di fuoco!) Rosy
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  9. #24
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    Nessuna polemica ovviamente, ma sai bene che io esprimo sempre il mio personale parere in modo aperto, infatti ho ancora un contenzioso aperto con i fan di Elizabeth George , per cui io che mi sento meno vicino di te alla sicilianità in generale probabilmente lo sono anche da un punto di vista letterario.
    Comunque sia chiaro che se è di gradini che si parla, alti o bassi che siano, ci si riferisce sempre a quelli di un ipotetico podio.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

  10. #25
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    Quote Originariamente inviato da Mauro Visualizza il messaggio
    Comunque sia chiaro che se è di gradini che si parla, alti o bassi che siano, ci si riferisce sempre a quelli di un ipotetico podio.

    Lo avevo capito!

    Buona notte,
    Rosy
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  11. #26
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    Ritorniamo a parlare dello scrittore a cui è dedicata la discussione visto che ho finito da un po' di leggere "Con la morte non si tratta" e, come al solito, mi sono deciso a scriverne un parere con la dovuta (alla mia pigrizia) calma.


    Il titolo potrebbe essere di per sè un'ovvietà poco accattivante, ma basta pensare alla tenacia con cui chiunque di noi cerca di allontanare il più possibile nel tempo il giorno della propria dipartita, per capire che la narrazione di una simile lotta può essere una gran bella lettura.
    Così ci ritroviamo un Bacci Pagano in trasferta in Sardegna, coinvolto nelle vicende che si susseguono nell'arco temporale che separa un uomo da quello che dovrebbe essere il momento della sua morte.
    Morte che potrebbe venire da un passato oscuro o da un presente incomprensibile o, forse, non presentarsi mai, ma ciò che conta non è tanto l'evento in sè quanto la battaglia che questo uomo combatte per allontanre da sè lo spettro incombente dell'aldilà.
    Il romanzo vive di un buono spunto narrativo che però viene in alcuni tratti penalizzato da complicazioni nella trama che, secondo me, lo rendono un po' pesante senza aggiungere valore alla vicenda e più in generale a distogliere attenzione dal caso c'è la presenza della figlia di Pagano, Aglaja, con la quale ricostruire un normale rapporto padre-figlia, costa forse all'investigatore genovese più fatica che inseguire i loschi figuri che popolano il romanzo.


    Puntualizzo per dovere di chiarezza, che anche le piccole critiche che muovo ai suoi lavori, non rendono meno interessante e piacevole la lettura di un qualsivoglia lavoro di Morchio.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

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