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Discussione: Il decreto "Salva Italia"

          
  1. #1
    Administrator L'avatar di DarkCoffee
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    Il decreto "Salva Italia"

    http://it.peacereporter.net/articolo/31930/Ecco+il+decreto+'salva+Italia'

    Due ore di conferenza stamp precedute da un messaggio agli italiani. Mario Monti annuncia tagli alla politica, divieto di doppio stipendio per i ministri che raddoppino la propria posizione nel pubblico, e che lui stesso rinuncierà allo stipendio da presidente del Consiglio. Dopo un messaggio che parla a diverse generazioni di italiani, una squela di provvedimenti che che valgono 24 miliardi, 20 al netto della delega fiscale, con una correzione lorda di 30 mld, considerando gli interventi di spesa a favore della crescita, del sistema produttivo e del lavoro per oltre 10 miliardi.

    -IVA: L'aumento dell'Iva è deliberato in 2 punti percentuali a decorrere dal primo settembre 2012, a copertura della clausola di salvaguardia e da attuare solo nel caso in cui sia necessario.


    - ICI: viene anticipata l'introduzione sperimentale dell'Imu. Secondo l'ultima bozza del provvedimento, torna l'Ici anche sulla prima casa. L'imposta municipale ha un'aliquota ordinaria dello 0,76 percento, che scende allo 0,4 percento nel caso dell'abitazione principale.


    - TASSA LUSSO: arriva il superbollo per le auto di potenza superiore ai 170 chilowatt; le barche sopra i 10 metri pagano una tassa di stazionamento giornaliera. Gli aerei privati sono tassati in base al peso.

    - CAPITALI SCUDATI: una tantum con una aliquota dell'1,5 percento a carico dei capitali rientrati in Italia con lo scudo fiscale


    -USO CONTANTI: è fissato a 1000 euro il tetto massimo per l'utilizzo del contante. La misura punta a favorire la tracciabilità dei pagamenti. Inoltre, le operazioni di pagamento delle spese delle pubbliche amministrazioni centrali e locali e dei loro enti sono disposte mediante l'utilizzo di strumenti telematici. L'eventuale opzione relativa ad un pagamento per cassa deve essere evidenziata nella disposizione di pagamento trasmessa al tesoriere o al cassiere dell'ente pagatore.

    -NUOVE PENSIONI: estensione del metodo contributivo per tutti. Sarà flessibile la scelta delle pensioni nel settore privato da un'età minima di 62 anni a 70 calibrata su incentivi per chi resta e disincentivi per chi va via prima. Per le donne la fascia andrà da 62 a 70 anni, per gli uomini da 66 a 70. Le fasce entrano in vigore nel 2012 ed è prevista la convergenza tra l'età di uomini e donne nel 2018, a 66 anni. Saranno abolite le finestre di uscita. Inoltre è previsto l'aumento delle aliquote dei lavoratori autonomi ed un contributo di solidarietà per regimi speciali.
    - PENSIONI ANZIANITÀ: per l'anzianità le quote di uscita previste dalla legge attualmente in vigore saranno abolite: dal 2012, dunque, per andare in pensione di anzianità si potrà uscire solo con 42 anni di contributi per gli uomini e 41 per le donne.

    -ADEGUAMENTO PENSIONI: le pensioni in essere, per il 2012 e il 2013, non saranno adeguate all'inflazione. Sono fatte salve le pensioni più basse: l'indicizzazione è al 100 percento solo per le pensioni fino a 486 euro; sarà al 50 percento per quelle fino a 936 euro ed esclusa del tutto per importi di pensione superiori.

    - LIBERALIZZAZIONI: arriva un insieme di liberalizzazioni per la vendita di farmaci, per i trasporti, e per gli orari degli eserciti commerciali; vengono potenziale le funzioni dell'Antitrust.

    -SUPER-INPS: vengono soppressi l'Inpdap e l'Enpals e le funzioni dei due enti passano all'Inps.

    - TAGLI ENTI LOCALI: confermato il taglio di 5 mld alle Regioni e agli enti locali. Le regioni a statuto ordinario pagano per 2,1 mld, a decorrere dal 2012 mentre le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e Bolzano 1,035 mld. Per le Province il contributo richiesto è di 415 milioni di euro a decorrere dal 2012, per i Comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti è di 1.450 milioni di euro per il 2012 e per i Comuni con popolazione superiore a 1.000 abitanti è di 1.450 milioni di euro, a decorrere dal 2013.

    -TITOLI E FINANZA: arrivano nuovi interventi in materia di imposta di bollo su titoli, strumenti e prodotti finanziari.

    - LAVORO: nella manovra non ci sarà nulla per ora sul mercato del lavoro. È il settore, ha spiegato il premier Mario Monti, nel quale è più necessaria la concertazione. Concertazione, ha sostenuto, che è un pò meno necessaria nella previdenza e un pò meno ancora nella politica economica.

    - IMPRESE: nel pacchetto le misure per la patrimonializzazione, nuovo credito attraverso il fondo di garanzia alle pmi (piccole e medie imprese) che prevede a regime qualche decina di miliardi di euro, sostegno all'internazionalizzazione. Attraverso la deducibilità integrale dell'Irap-lavoro vengono favorite le imprese che assumono lavoratori e lavoratrici per un importo di 1,5 miliardi nel 2012, e 2 miliardi nel 2013 e nel 2014.

    -EFFICIENZA ENERGETICA: vengono resi duraturi nel tempo tutti gli incentivi per le ristrutturazioni e per il risparmio energetico (bonus 55%) estendendoli alle aree colpite da calamità naturali.



    (fonte adnkronos)
    (fonte PeaceReporter)
    The creatures outside looked from pig to man, and from man to pig, and from pig to man again: but already it was impossible to say which was which.

  2. #2
    Master Member L'avatar di daniela
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    “Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora ci vuole un grande consenso, una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi. Se questi elementi non ci sono, l’operazione non può riuscire”
    Enrico Berlinguer, La Questione Morale, intervista rilasciata ad Eugenio Scalfari
    La Repubblica, 28 Luglio 1981

    Personalmente ho un paio di riflessioni che scrivo di getto:

    - avrei preferito che fossero toccati in modo più significativo i redditi alti e altissimi, anche con un "una-tantum". E fossero esonerati dai sacrifici i redditi minimi.

    - avrei preferito che i privilegi dei nostri parlamentari fossero drasticamenti eliminati e i loro stipendi e pensioni fossero adeguati a quelli delle altre categorie di lavoratori (= in pensione a 67 anni, per esempio, e dopo almeno 42 anni di lavoro parlamentare) e, soprattutto, il loro numero fosse per lo meno dimezzato (che ce ne facciamo di 630 deputati e di 315 senatori? Anche la metà, sarebbero sempre troppi)


    Inoltre trovo che "il lavoro" sia l'argomento più importante che dovranno affrontare e risolvere, se no si arriva al paradosso che i giovani, nel pieno delle forze e con tanta energia e voglia di fare, sono a casa disoccupati, e i genitori pieni di acciacchi e mezzi rimb.... (senza offesa, ci sono dentro anch'io) sono costretti ad andare a lavorare all'infinito. Perchè se non ci sarà una ripresa del lavoro, anche questa manovra non sarà di certo sufficiente.

    Mi ha favorevolmente colpito la commozione di Elsa Fornero:
    http://www.youtube.com/watch?v=jB9S0...feature=g-logo









    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  3. #3
    Senior Member L'avatar di annaV
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    Quoto in pieno quanto detto da Daniela e aggiungo solo:ma una maestra d'asilo o di scuola elementare potrà mai tenere una classe di 28/30 bambini a 67 anni e per un fiabesco stipendio di 1400 euro? Possibile che non si capisca una cosa tanto elementare? Una p... o un imbecille come il trota devono guadagnare 12000 euro al mese come consiglieri comunali, provinciali o regionali che si voglia?!!!! Ma ci vogliamo INDIGNARE seriamente?

  4. #4
    Master Member L'avatar di Claire
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    Presidente grazie a nome di tutti noi-neo ricchi

    Questo è il titolo di un articolo in forma di lettera rivolta al Presidente Monti pubblicato stamane sulla Gazzetta del Mezzogiorno. L'autore è Michele Partipilo, redattore capo del quotidiano.
    Riassume efficacemente il concetto che a pagare saranno sempre i soliti: coloro che si sudano quei quattro soldi di uno stipendio, di un salario, di una magra pensione...e gli altri? Ne riporto integralmente il testo.


    PRESIDENTE GRAZIE A NOME DI TUTTI NOI NEO - RICCHI


    Egregio Presidente Monti,
    faccio il giornalista da 26 anni e ho scoperto in questi giorni di potermi fregiare del titolo di "ricco", io che sono nato da padre operaio e da madre casalinga. La ringrazio per l'emozione, ma francamente non ne sentivo il bisogno. Guadagnando ogni anno una somma attorno ai 70mila euro sono tra coloro che più dovranno sacrificarsi per evitare il fallimento del Paese.
    Sono lusingato di partecipare a questa missione, guarda caso la stessa cui siamo stati chiamati dai governi che l'hanno preceduta. Un privilegio che mi confonde.
    Non vorrei apparirle ingrato, ma sento il bisogno di farle due conticini. Cominciamo col dire che quei 70.000 euro fanno giusto 5.500 euro - lordi s'intende - al mese per 13 mensilità.
    Prima ne lasciavo al fisco meno di duemila, adesso ne dovrò lasciare circa 2.100, avendo lei dato agli enti locali la possibilità di aumentare le addizionali, a cominciare dall'Irpef. A questa somma vanno aggiunti gli oneri previdenziali: diciamo che mi restano in tasca 2.600 euro al mese. In tutta onestà, credevo che la ricchezza viaggiasse su altre cifre.
    Tempo fa ho contratto un muto per acquistare la prima casa. Dovrò rinunciare alle detrazioni di cui godevo e dovrò anche pagare l'Ici: non si sa bene quanto, ma posso ragionevolmente stimare altri 400 euro l'anno. Pago anche le rate per l'auto comprata due anni fa dopo averne rottamata una di dieci anni. Naturalmente poiché sono ricco e non ho nessuna possibilità di evadere, pago anche tutti i ticket del mondo e le aliquote più alte delle tasse universitarie per mia figlia. I privilegi, si sa, hanno i loro costi.
    Io non mi lamento, egregio Presidente, perché sono conscio del valore della missione che lei ha affidato a me e a tutti quelli nelle mie condizioni: salvare il Paese. So anche che c'é gente che è in una situazione peggiore della mia e me ne dispiaccio sinceramente. Come fare lo so già: sono nato in una famiglia avvezza ai sacrifici e a misurare ogni passo. Per prima cosa a Natale niente regali: né il golf che piaceva tanto a mia moglie, né le scarpe alla moda per mia figlia, né la settimana a sciare, che poi non è un gran danno visto che non nevica. Per il cenone risparmieremo: lo spumante aziendale e i gamberi surgelati del supermercato andranno bene lo stesso, è il calore della famiglia che conta.
    Anche per tutto il prossimo anno il programma di austerity di un giornalista ricco non cambierà: nessun regalo, vacanze estive ridotte a due bagni a "Pane e Pomodoro" qui a Bari, spesa controllata e visite frequenti al discount. Per le scarpe e vestiti ci sono sempre gli outlet e i saldi e dunque si può risparmiare benissimo. Anche al cinema andremo meno, vuol dire che mi rivedrò i Dvd del "Commissario Montalbano" - ce li ho tutti sa, Presidente - e per i libri penseremo prima a quelli universitari di mia figlia. Del resto in giro c'è così poco d'interessante da leggere.
    Seguendo i consigli del medico che mi rimprovera di fare poco moto, userò di più la bicicletta e meno l'auto, così darò anche il mio contributo a difendere l'ambiente: E se piove o fa freddo prenderò il bus, promettendo sin da ora di pagare sempre il biglietto: un ricco deve dare l'esempio.
    Come vede ce la potremo fare anche questa volta. L'unica cosa è che non vorrei che qualcuno mi accusasse, a causa di tutte queste rinunce, che ho contribuito a far crollare i consumi facendo peggiorare la situazione: perché questo rischio c'è, vero Presidente?
    Prima di lasciarla al suo ingrato compito, mi tolga solo una curiosità: ma quelli che hanno liquidazioni milionarie, quelli che in un mese di feste e coca party spendono i miei stipendi di dieci anni, quelli che girano con Suv che costano quanto una casa, quelli che mantengono villa, yacht e cinque camerieri, quelli che possiedono decine di appartamenti e hanno l'esonero dal ticket, quelli pagheranno mai? O continueranno a vivere sulle spalle di noi ricchi?
    La saluto cordialmente e la ringrazio ancora per l'emozione che mi ha immeritatamente regalato.
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  5. #5
    Master Member L'avatar di Rosy
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    QUESTA LETTERA NON HA BISOGNO DI COMMENTO. Rosy
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  6. #6
    Master Member L'avatar di Claire
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    Sono pienamente d'accordo. Ciao
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  7. #7
    Member L'avatar di Tess
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    Quoto pienamente Daniela e Anna...per la lettera non c'è davvero altro da aggiungere.
    Sono talmente amareggiata...
    Un libro è un paio d'ali che portano lontano...

  8. #8
    Senior Member L'avatar di elisabetta
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    Condivido le cose dette sopra, soprattutto da Daniela.

    È vero che l'equità scarseggia, che il lavoro per qualcuno che ha già dato molto diventa una condanna fino alla senilità mentre per tanti giovani continua ad essere una chimera (qui a livello personale e familiare sono molto colpita), che si chiedono sacrifici maggiori alle classi medio basse piuttosto che ai veri privilegiati. È vero che per far dimagrire la casta si può fare di più (v. per es. contributi ai partiti da eliminare).
    È anche vero però che c'è una vischiosità nella nostra società, per cui ognuno cerca il suo piccolo particulare: le grandi ingiustizie si alimentano da quelle minuscole di tanti piccoli uomini feroci, o solo meschini, e viceversa. Si saprebbe difficilmente da dove cominciare. Per uno, al 99 /100 un mascalzone, che ha riportato i capitali scudati, che certo avrebbero dovuto essere colpiti ben più di quanto ha fatto Monti, quanti idraulici, medici, etc. ci sono che non fanno la fattura? Centinaia di migliaia. Tutto si tiene.

    C'è chi ha detto che per risolvere un problema si dovrebbe utilizzare un pensiero diverso da quello che lo ha creato. E dunque, una rivoluzione? Uscire dal pan economismo? Dall'idolatria del mercato? Non mi farebbe paura.

    Se però si resta nell'ambito del pensiero vigente i paletti per il risanamento non sono poi così ampi, forse.

    Sono in una sorta di surplace mentale.

    L'unica cosa che mi rallegra infinitamente è che l'imbarazzante governo precedente sia andato a casa.
    In quest'ottica quanto diverse sono le lacrime della Fornero, consapevole di un compito doloroso, dalle barzellette delle passate conferenze stampa. E anche qui c'era non solo il padrone che le diceva ma anche il gregge che ci rideva.

  9. #9
    Senior Member L'avatar di Wentworth
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    Quote Originariamente inviato da elisabetta Visualizza il messaggio
    L'unica cosa che mi rallegra infinitamente è che l'imbarazzante governo precedente sia andato a casa.
    In quest'ottica quanto diverse sono le lacrime della Fornero, consapevole di un compito doloroso, dalle barzellette delle passate conferenze stampa. E anche qui c'era non solo il padrone che le diceva ma anche il gregge che ci rideva.
    Straquoto!

  10. #10
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    Io credo che bisognerebbe acquisire la freddezza necessaria per trattare il problema, nel frattempo imparare a separare i problemi di efficienza economica dai problemi di equità. Purtroppo non sempre la gente ci riesce; il risultato di questa incapacità è dire cose banali e di scarsa rilevanza, se non addirittura false.

    In questi ultimi mesi sto notando come la gente si stia concentrando, in maniera eccessiva, sulla questione dei costi della politica. Alcuni, addirittura, ritengono che i tagli alla politica siano la soluzione ai problemi di finanza pubblica. Invece dovrebbe essere chiaro, ma non lo è, che è superfluo concentrarsi troppo su questo problema (in un'ottica di efficienza economica, che ora è il vero guaio del paese) ed è stupido ritenere che i tagli alla politica siano la soluzione.

    L'economia italiana produce, ogni anno, una cosa come 1500 miliardi di euro di redditi (il famigerato PIL). Nel contempo, ogni giorno, ci portiamo sulle spalle un fardello (il famoso debito pubblico) che ammonta a circa 1900 miliardi di euro. Alcuni economisti italiani hanno stimato che un programma di tagli netti alla politica dovrebbe farci risparmiare non più di 2 o 3 miliardi all'anno. Qualsiasi persona sana di mente capisce che 2 o 3 miliardi non sono nulla se confrontati con 1900 miliardi! Quindi la strada dei tagli è assurda. Con questo non voglio dire che non si debba tagliare sulla politica (anzi lo si dovrebbe fare al più presto) ma non è un problema scottante nella situazione in cui siamo.

    L'altra idiozia che ho sentito dire è la famosa patrimoniale "una tantum". Amici, non si tratta di togliere dei soldi dalle tasche di qualcuno per ripagare il debito e poi abbiamo finito lì. Il debito pubblico, come mostra un'intera letteratura sul fenomeno, diventa "sostenibile" se ci si mette nelle condizioni di fare alcune cose:
    - ridurre i deficit correnti e futuri (la differenza tra entrate e uscite dello stato)
    - ritornare a crescere (si può dire che il nostro pil non cresca da 10 anni...)

    Quindi impostare il dibattito su: sacrifici, lacrime e sangue, tassa una tantum su redditi elevati ecc ecc è sbagliato! Non c'è nessuno studio serio sulla sostenibilità del debito che accenni alla patrimoniale (anche se in Italia giornalisti, politici ma anche accademici che evidentemente sanno poco l'economia sostengono queste sciocchezze...). Negli studi ci sarebbe anche un terzo elemento (quello dei tassi d'interesse reali, ma lo lasciamo perdere perché non è una variabile facilmente controllabile).

    Per la crescita economica si potrebbe parlare per ore, ma tutti quelli che sanno un po' di economia affermano che sarebbero necessarie alcune riforme serie su: scuola e istruzione, mercato del lavoro (a tal proposito leggete gli articoli in merito su lavoce.info scritti dal prof Boeri), amministrazione centrale dello stato, sussidi alla disoccupazione e incentivi alle imprese, ecc. E' in questi termini che va affrontato il dibattito sui problemi che abbiamo in Italia.

  11. #11
    Master Member L'avatar di daniela
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    Quote Originariamente inviato da Brown Visualizza il messaggio
    Per la crescita economica si potrebbe parlare per ore, ma tutti quelli che sanno un po' di economia affermano che sarebbero necessarie alcune riforme serie su: scuola e istruzione, mercato del lavoro (a tal proposito leggete gli articoli in merito su lavoce.info scritti dal prof Boeri), amministrazione centrale dello stato, sussidi alla disoccupazione e incentivi alle imprese, ecc. E' in questi termini che va affrontato il dibattito sui problemi che abbiamo in Italia.
    Condivido perfettamente, infatti se non ci sarà crescita economica qualunque manovra sarà del tutto insufficiente, se non inutile.
    Come nel caso di chi perde il lavoro, la soluzione non è la cassa integrazione, ma poter trovare un nuovo lavoro.
    Questa crisi è da almeno 3 anni, se non di più, che è lampante e visibile anche a chi non si intende di economia.
    Le riforme avrebbero dovuto già essere fatte, se i nostri politici avessero fatto il loro lavoro, anzichè i loro interessi.

    Credo che quando si accenna al voler ridurre i costi della politica e ad un'eventuale patrimoniale, o comunque la si voglia chiamare, non si proponga assolutamente questo come una soluzione. Assolutamente no.
    E' solo intollerabile che venga sprecato anche un solo euro da chi chiede sacrifici a chi già li fa.
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  12. #12
    Administrator L'avatar di Mauro
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    Io pur essendo toccato dalla riforma sul piano pensionistico continuo a ritenermi un privilegiato perché avere la possibilità di far calcoli sulla pensione vuol dire avere un lavoro e in questo momento non c'è bene più prezioso (non solo in Italia beninteso).

    Fatta questa doverosa premessa mi permetto di osservare che, al di là di tutte le valutazioni fatte in questi giorni da analisti più o meno autorevoli, il discorso che non sento mai fare da nessuno è quello circa lo spaventoso buco contributivo dell'erario italiano, il che mi fa pensare che, al di là delle idee, delle ideologie e degli schieramenti, il principio fondamentale per cui il pagare le tasse è un dovere civico su cui non si transige è un argomento di cui non frega nulla a nessuno e tutti i discorsi sull'adeguamento legislativo agli altri Paesi sono fatti solo nel senso dei sacrifici imposti ai soli contribuenti già noti.

    Maggiore flessibilità nel mondo del lavoro come nel resto d'Europa.
    Adeguamento dei trattamenti previdenziali come nel resto d'Europa
    Liberalizzazioni come nel resto d'Europa

    Ma uno che fosse uno che fa presente che nel resto d'Europa le tasse si pagano e che chi non lo fa è considerato una persona socialmente deprecabile questo non l'ho mai sentito, per questo a costo di sembrare demagogico e qualunquista dirò che di tutte le chiacchiere fatte finora non mi frega nulla, tanto poi il conto lo paga sempre Pantalone.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

  13. #13
    Member L'avatar di Marmy
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    Non sono certo un economista e quindi diró solo banalitá ma vorrei commentare una frase dall'intervento del mio omonimo Mauro:
    Quote Originariamente inviato da Mauro Visualizza il messaggio
    Ma uno che fosse uno che fa presente che nel resto d'Europa le tasse si pagano e che chi non lo fa è considerato una persona socialmente deprecabile questo non l'ho mai sentito, per questo a costo di sembrare demagogico e qualunquista dirò che di tutte le chiacchiere fatte finora non mi frega nulla, tanto poi il conto lo paga sempre Pantalone.
    Io credo che a questo non arriveremo mai, vista la mentalitá tipicamente italiana del voler fare i furbi. Chi evade, chi "la scapola", chi la fa in barba alla legge é sostanzialmente un figo, invidiato. Chi si comporta civilmente un Pantalone.
    Credo che l'unico modo per ridurre la pressione sui soliti ceti medio bassi di cui l'articolo, sui dipendenti come me, sia di trovare una vera legge per far pagare le tasse a tutti, con sanzioni anche penali e non con condoni risibili.
    Ma questo dovrebbe anche cominciare da noi. Quanta gente sento che non chiede la fattura ad un professionista perché "altrimenti l'IVA la pago io e non lui"? Giá, ma quanti pensano che poi a fine anno "lui" paga le tasse su un imponibile da accattone e tu invece ci lasci il 50% del tuo ben piú misero stipendio? L'importante é sentirsi furbi perché hai pagato 50€ in meno un paio di volte l'anno, dimenticando che su uno stipendio da 70,000 €/anno come quello citato nell'articolo, la diminuzione di un punto percentuale delle ritenute sarebbe 700 €. E se tutti pagassero le tasse magari un punticino in meno ogni tanto ci scapperebbe, no? "Ma tanto cosa posso fare io? Una goccia nel deserto e resto l'unico a chiedere la ricevuta col risultato che sono il solo a pagare ancora di piú". Questa é la mentalitá da combattere.
    O no?

  14. #14
    Patrizia
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    I provvedimenti presi sono, al solito, iniqui, e a pagare sono sempre gli stessi.

    Purtroppo la giustizia sociale è un'utopia.

  15. #15
    Administrator L'avatar di Mauro
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    Quote Originariamente inviato da Marmy Visualizza il messaggio
    Io credo che a questo non arriveremo mai, vista la mentalitá tipicamente italiana del voler fare i furbi. Chi evade, chi "la scapola", chi la fa in barba alla legge é sostanzialmente un figo, invidiato. Chi si comporta civilmente un Pantalone.
    Rispetto a questo discorso credo che ci sia addirittura una sorta di cieco autolesionismo indotto da anni di campagne politiche condotte al grido di "basta tasse", che hanno condotto una enorme quantità di persone a credere che sarebbero più ricche se non pagassero più tasse di alcun genere.
    E la cosa sconvolgente è che, spesso, si tratta di gente che guadagna stipendi lordi che non arrivano a 40.000 €uro l'anno, quindi persone che in assenza di servizi sociali di base come la sanità che si pagano con le tasse, sarebbero ridotte in poco tempo a condizioni di degrado umano e sociale pressochè irreversibile.
    Ma ormai la maggoranza degli italiani è convinta di essere in condizioni disagiate a causa delle tasse e non della mancanza di servizi degni di tal nome originata proprio dall'evasione fiscale.

    Quote Originariamente inviato da Marmy Visualizza il messaggio
    E se tutti pagassero le tasse magari un punticino in meno ogni tanto ci scapperebbe, no? "Ma tanto cosa posso fare io? Una goccia nel deserto e resto l'unico a chiedere la ricevuta col risultato che sono il solo a pagare ancora di piú". Questa é la mentalitá da combattere.
    O no?
    Presente!
    Probabilmente una buona parte dei ristoratori della zona Est di Milano usa la mia foto per giocare a freccette nel retrobottega apostrofandomi come "quello della ricevuta" ma, come dici tu giustamente, è evidente che sono uno dei pochi che non si fa comprare dal pessimo limoncello offerto a fine cena in cambio di un conto scarabocchiato e lo noto dall'aria di sufficienza con cui vengo accontentato quando chiedo lo scontrino fiscale, un aria di superiorità di chi sa che io a fine mese lascerò un terzo del mio stipendio all'erario mentre lui lascerà l'equivalente del mio stipendio di due anni a un concessionario di auto di lusso.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

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