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Discussione: Etimologie e strane origini

          

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  1. #1
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    Babbeo e affini
    Babbèo

    Dalla radice onomatopeica bab-, che indica il balbettio, con annesso il suffisso dispregiativo.
    Sciocco, sempliciotto, tonto, che si esprime senza sapere ciò che dice o vorrebbe dire. Si sa che i babbei non hanno memoria (Sciascia).

    Bàbbio
    Dal latino babulu(m) 'sciocco, stolto', voce onomatopeica per indicare il balbettio.
    Stolto, sciocco.

    Babbióne
    Accrescitivo di babbio.
    In Toscana: stupido, scioccone.

    Babbalèo
    Da babbeo.
    In Toscana: babbeo.

    Gli antichi Greci, per indicare gli stranieri, adoperavano - anch'essi - una matrice onomatopeica: da: ba-ba (come farebbe colui che parla male, che balbetta) derivò il termine barbaro, oì barbaros.

  2. #2
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    Diplomazia
    [di-plo-ma-zì-a]
    Complesso delle attività e delle istituzioni che intercorrono rapporti tra due o più Stati; in senso figurato significa equilibrio, avvedutezza traendo il nome dal titolo di un ufficiale imperiale proposto alle relazioni tra Stati, il Diplomarius

    dal greco: [diploma] da [diploos] doppio, ossia un documento piegato in due.

    Nome:   diploma_festa_del_papà.jpg
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  3. #3
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    mangiare [man-gia-re] ,dal latino, nutrirsi, portandosi (ducere) il cibo alla bocca con le mani, con evidente riferimento all'atto di prendere il cibo solido con le mani per portarselo in bocca.

  4. #4
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    Befana [be-fa-na]

    Niente di beffardo, in questa parola, perlomeno stando al significato antico: questa parola è infatti la conversione popolare (Befanìa) della Epifanìa, cioè manifestazione (di Gesù al mondo. Seconda epifanìa, in realtà, dopo il Natale)
    Nome:   befana+palermo.jpg
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    Le tradizioni etnico-popolari, rivelano invece tratto ambiguo, quasi da strega. La Befana potrebbe avere una parentela con la vecchia, una tradizione dei popoli celtici, che si erano insediati su tutta la pianura padana e su alcune montagne alpine. Il simbolo della vecchia veniva bruciata in piazza per festeggiare la fine dell'anno: un simbolo della ciclicità del tempo .

  5. #5
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    icona [i-co-na]
    l'etimo della parola icona è eicón, ossìa immagine, ed ha affinità con eicós, eoica, rassomiglio, sono simile, sembro, si addice; nella parola icona si raccoglie una costellazione semantica che converge verso un rapporto di affinità tra originale e copia. Il termine icona , inoltre, stabilisce un forte nesso tra idea e realtà, nel senso che per icona si deve intendere la rappresentazione visiva e materiale di un soggetto in sè non reale. Icona è copia, modello reale, quindi, dell'archetipo, secondo una visione platonica.

    Diverso è il discorso per idea, [i-de-a], Eidolon in greco, per Platone diretta discendenza del mondo meta-empirico o modello perfetto . Tale nome significa “ideale rappresentazione di qualcosa” ed è riferito ad entità astratte, impalpabili ma pur sempre definibili da un concetto: idea. Così, si potranno avere idee della bellezza, dell'amicizia, della lealtà, della forza, dell'interiorità e via dicendo.

  6. #6
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    Bacìo [ba-cì-o] Luogo esposto a tramontana e perciò freddo, spesso oscuro. Geograficamente è il contrario di "mezzogiorno".
    Trae il nome dal latino opacus (a sua volta derivante da opacivus), e che sta per ombròso.

  7. #7
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    Appioppare [ap-piop-pa-re]

    Sia adopera, nel parlar comune, in linguaggio figurato: attribuire, affibbiare (ti appioppo uno schiaffo, se non stai zitto!)
    In realtà, deriva dal linguaggio degli agronomi e dei contadini. Quando, infatti, si vuol sostenere una vite con un tutore, ora si usano dispositivi in cemento; una volta si adoperavano gli alberi, e tali alberi erano o l'acero [Acer campestris] o il pioppo [Popolus nigra] (appunto, maritar la vite all'oppio).

  8. #8
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    egoismo (e-go-i-smo)
    Tendenza a porre la propria persona e le proprie esperienze al di sopra di ogni valutazione.
    Nome:   27179.jpg
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    Egotismo - (e-go-ti-smo)
    L’egotismo è proprio di chi pone il proprio interesse come base di ogni motivazione e scelta.


    L’egotista considera la propria persona e le proprie esperienze migliori degli altri e delle esperienze che vengono al di fuori della propria persona. L'egotista attribuisce un estremo valore valore solo alle proprie esperienze di vita e quindi ha una eccessiva stima di sé.
    Egoismo posto all’estremo.


    In Letteratura italiana, una posizione egotistica la si riscontra in Gabriele D'Annunzio.

  9. #9
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    Buonismo [buo-ni-smo]
    Secondo il dizionario Zingarelli «atteggiamento bonario e tollerante che ripudia i toni aspri del linguaggio politico».
    Il dizionario De Mauro associa la parola soprattutto al linguaggio giornalistico e politico «atteggiamento di benevolenza anche eccessiva e moralistica nei rapporti sociali e di continua ricerca di mediazione tra posizioni divergenti».
    Gli -ismi, pur tuttavia, segnalano sempre una connotazione negativa di un concetto.
    Pur con tutto il rispetto per i vari dizionari e le varie ideologie, bisogna anche tener conto delle motivazioni psicologiche che spingono ad usare un termine piuttosto che un altro. A proposito di Buonismo, Wikizionario recita così:



    1. atteggiamento di chi attraverso parole o azioni vuole essere (o apparire) buono sempre e comunque, più preoccupato ad ottenere una buona valutazione dagli altri

    La definizione ci sembra quanto mai azzeccata. Pensiamo che i buonisti, al contrario dei buoni, tendano a mettere l'accento, infatti, sulle possibili valutazioni (negative) che gli altri potrebbero avere nei loro confronti.
    E' vero. Qualcuno, potrebbe parlare di politically-correct. Qualcun altro, di finzione ben calcolata. Il fenomeno, che ha dimensioni sociologiche oramai, investe i rapporti tra persone. Per non suscitare reazioni inconsulte, adoperiamo termini e definizioni che nascondono la realtà o il nostro vero pensiero, lasciando inalterata la realtà.
    Alcuni esempi? Volentieri!
    Lo spazzino? Nooooo! Operatore ecologico!
    Il bidello? Ma sei matto? Cooperatore scolastico! E via dicendo...
    La persona che viene dall'Africa una volta era chiamata, senza tema di offese o pregiudizi razziali, negro. Negro perchè traeva dal latino niger, e nessuna persona mai si sarebbe sentita offesa. Tantomeno i nostri amici africani, che hanno sempre lavorato e sgobbato sodo, e a volte ci han dato esempio di civiltà (e, di converso, gli Europei han dato esempio di inciviltà e di razzismo nei loro confronti)!
    "I tempi cambiano", direbbe qualcuno che non ha alcuna intenzione di prendersi responsabilità in merito, glissando sull'argomento, ed adoperando terminologie che fanno, sì, ridere, ma fanno tanto radical-chic!

  10. #10
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    anguria [an-gu-ri-a]
    dal greco antico angourion [angurion], cetriolo
    Mi dicono che in greco moderno, cetriolo si dice aggouri ( pronuncia [aghùri]), termine molto vicino ad anguria. D'altra parte, dal punto di vista botanico sono parenti.
    Cetriolo [ce-trio-lo]: dal latino citreolus, piccolo cedro, forse per la somiglianza; il cetriolo è, comunque, più oblungo del cedro.

  11. #11
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    Cliccare: parola onomatopeica; trae dal suono, singolo o doppio (clic) che si ode premendo il dispositivo di collegamento (mouse).

  12. #12
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    Modi di dire

    Ab ovo: cominciare un discorso partendo "alla lontana", sviscerando gli antefatti più oscuri o meno noti.L'espressione, che significa "dall'uovo", da alcuni linguisti si pensa esser tratta dall'Ars poetica di Orazio, in cui l'autore loda Omero per esser entrato, con l'Iliade, subito nel tema : ossìa, la rabbia di Achille per esser stato scippato della sua bella schiava Criseide da Agamennone. E per aver parlato subito del play-boy Paride,che rapì Elena, la bonotta.
    Altri linguisti, però - e sono i più - pensano che l'espressione ab ovo derivi dalle Satire, sempre di Orazio, vhe recita:
    Ab ovo usque ad mala...
    Riferendosi, così, all'usanza romana di iniziare un pasto con l'uovo e terminandola con le mele.
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  13. #13
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    Quote Originariamente inviato da Sir Galahad Visualizza il messaggio
    La persona che viene dall'Africa una volta era chiamata, senza tema di offese o pregiudizi razziali, negro. Negro perchè traeva dal latino niger, e nessuna persona mai si sarebbe sentita offesa. Tantomeno i nostri amici africani, che hanno sempre lavorato e sgobbato sodo, e a volte ci han dato esempio di civiltà (e, di converso, gli Europei han dato esempio di inciviltà e di razzismo nei loro confronti)!
    "I tempi cambiano", direbbe qualcuno che non ha alcuna intenzione di prendersi responsabilità in merito, glissando sull'argomento, ed adoperando terminologie che fanno, sì, ridere, ma fanno tanto radical-chic!
    Finalmente... Grazie per averlo ricordato, Carlo. Non sai quante volte mi è capitato di spiegarlo a qualche buonista. Il bello è che pensano di essere più civili usando la locuzione di colore, mentre invece un negro mi diceva che proprio "di colore" è per loro molto offensivo. Giustamente osservava: perchè, voi siete senza colore?
    Ma, come dici tu, è un continuo e compiaciuto trionfo del radical-chic. Lo so, è una battaglia contro i mulini a vento, ma noi non ci arrendiamo. Insistimos!



    Ciao e grazie per l'impegno con il quale curi questo meraviglioso spazio.
    Alice

  14. #14
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    Quote Originariamente inviato da Tregenda Visualizza il messaggio
    Ciao e grazie per l'impegno con il quale curi questo meraviglioso spazio.
    Alice
    Grazie a te, Alice, e grazie tante per le belle parole, anche se non ne ho alcun merito (infatti non faccio altro che spulciare libri e vocabolari, e riportare quel che ho letto). Sono fiero delle tue parole perchè so che sono vere e vengono dal cuore.

  15. #15
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    Deficit :
    Terza persona singolare dell'indicativo presente del verbo latino defìcere, mancare.
    In genere, si adopera in gergo tecnico, in Economia, per indicare una voce di passivo.

    Barzelletta: Si racconta di un Sindaco che, nella riunione di Giunta, ripeteva: "Abbiamo un deficit, abbiamo un deficit! ", diventando rosso-paonazzo.
    Al che, un Consigliere (illetterato) rispondeva:
    "Non s'arrabbi, cominciamo col vendere quello, Sindaco!

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